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L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava
L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava
L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava
E-book177 pagine1 ora

L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava

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Info su questo ebook

Un'adolescenza all'insegna della ribellione. Ambra vive un’adolescenza difficile in una famiglia allargata, con una madre nervosa e un padre troppo spesso assente. Una fortissima amicizia con una compagna di liceo accompagna la sua vita da bad girl, ma forse non per sempre, e nemmeno al momento di serie difficoltà. Come procede la vita di Ambra? Continua la via della ribellione, oppure passa all’equilibrio? E che cambiamenti nota con la nuova decisione?

LinguaItaliano
EditoreThalassa
Data di uscita5 gen 2022
ISBN9781005494544
L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava
Autore

Thalassa

Thalassa Author è lo pseudonimo di un autore che ha deciso di rimanere anonimo e non ama far parlare di sé. Ha iniziato l’attività di scrittore col romanzo Dolce sporco sogno erotico, pubblicato su Amazon Kindle Direct Publishing il 1° settembre 2021. Il nome è ripreso dalla divinità greca del mare, mentre il logo ha come simbolo la stella marina, che rappresenta resistenza alle avversità. Se perde un braccio, questo ricresce. Il genere letterario di Thalassa include scene di romanzi di formazione, narrativa psicologica, avventure sentimentali e storie contemporanee.

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    Anteprima del libro

    L'angelo che dormiva sulle nuvole di lava - Thalassa

    L’angelo che dormiva sulle nuvole di lava

    PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

    Copyright © 2021 by Thalassa

    1° edizione digitale | Pubblicato il 5 ottobre 2021

    Distribuito con Smashwords

    5 gennaio 2022

    Thalassa Author | www.thalassaauthor.com | contact@thalassaauthor.com

    Autore

    Thalassa è lo pseudonimo di un autore che ha deciso di mantenere la propria identità nascosta.

    Ha iniziato la propria attività di scrittore col romanzo Dolce sporco sogno erotico.

    Avvertenza

    Questo romanzo contiene risposte a cure mediche, che, tuttavia, non devono essere interpretate come soluzioni reali.

    A mia madre, che ha affrontato con sorprendente coraggio brutti mali.

    A Camilla, che mi ha aiutata tantissimo quando ho passato un momento difficile.

    Ad Ilaria, che mi ha sostenuta, stupendomi come pochi.

    A Francesca, con cui mi sono rimessa in contatto dopo nove anni.

    Ad una mia ex coinquilina, che in un giorno triste bevve troppo.

    Indice

    PREAMBOLO

    PARTE I

    Una vita da ribelle

    PARTE II

    La fine di un legame

    Il nuovo inizio

    RINGRAZIAMENTI

    Preambolo

    Quella sera, Ambra si trovava all’Urban Movement, uno dei bar più frequentati dalla gioventù della città, e non solo. Il locale era famoso non soltanto per i cocktail deliziosi, molti dei quali portavano dei nomi osé, e neanche per lo spazio, che era stato allestito, con gran gusto, originalità e competenza, da uno dei designer più richiesti del momento. Il posto era noto, principalmente, per tre cose: la musica alternativa, il gioco d’azzardo e il sesso facile.

    L’Urban Movement era considerato uno di quei posti in cui i giovani avrebbero potuti prepararsi alle notti brave, che, una volta maggiorenni e lontani dalla famiglia, avrebbero trascorso nei night club, in compagnia di spogliarelliste, drag queen, champagne e cocaina. Tutti coloro che avessero rifiutato di passare almeno una serata all’Urban, sarebbero stati etichettati come degli sfigati dai ragazzi più popolari.

    Sebbene il locale fosse stato fondato una ventina d’anni addietro, solo nei precedenti tre o quattro anni aveva acquisito un’enorme popolarità. Dopo anni di cattiva gestione, i proprietari, una coppia che veniva dalla ristorazione, si trovarono a un passo dalla bancarotta, finché, a una serata di beneficienza, non incontrarono un noto guru della finanza, che credeva negli investimenti nel settore della notte. All’inizio, esaminando gli ultimi bilanci della società, costui rifiutò, poiché riteneva l’investimento troppo rischioso. Poi, su proposta di due aspiranti giovani imprenditori, che volevano lanciare un locale per giovanissimi, dove ci si potesse divertire con i migliori artisti alternativi, i giochi d’azzardo e le belle ragazze, egli accettò di acquisire la società, ma a un prezzo stracciato.

    Il locale fu inaugurato da un personaggio televisivo che aveva partecipato a numerosi reality show e faceva impazzire le ragazze, sebbene fosse salito alla ribalta per l’abuso di droghe e l’indole violenta. Per questi motivi, molti non approvarono la scelta di far promuovere il locale a quel VIP. I proprietari difesero la propria decisione, sostenendo che costui era una persona diversa da come appariva in TV e avrebbe attirato, con successo, il giusto target di clienti. Infatti, il locale fu subito preso d’assalto da talmente tanti ragazzini, che, per qualche giorno, fu imposto l’obbligo di prenotazione per accedervi.

    L’Urban era arredato in stile vintage, contraddistinguendosi così dagli altri bar, orientati verso uno stile minimalista. Il designer era convinto che un look retrò, dai toni caldi, le forme morbide e le luci soffuse, avrebbe creato un’atmosfera più sensuale, perfetta per invogliare la permanenza nel luogo. Inoltre, era desideroso di educare i più giovani al buon gusto, sempre più raro, e all’arte, esponendo opere del Novecento, accompagnate da una targhetta descrittiva, esattamente come in un museo. Tuttavia, ai ragazzi non interessava assolutamente ammirare le opere, salvo, di fronte a una di quelle, non avessero incontrato qualche persona intrigante, con cui parlare di arte come tattica per rimorchiare.

    Essendo frequentato da tantissimi minorenni, a detta dei soci, il locale era molto più sorvegliato di altri, in modo da prevenire il verificarsi di episodi spiacevoli o pericolosi. Soltanto una volta era stato chiuso, per cinque giorni, quando un gruppo di teppisti vendette hashish in un corridoio, il cui accesso era stato lasciato erroneamente aperto. Ciononostante, molti non credevano alle dichiarazioni dei titolari, ritenendo improbabile l’assenza di droga e violenza dove vi erano adolescenti fragili e sballati.

    Ambra era una frequentatrice abituale di locali notturni, suoi principali siti di incontri. Sebbene avesse solo diciassette anni, era già da tre anni che ella si sentiva un’adulta completa, pronta per vivere le avventure della notte.

    Aveva una migliore amica, Nera, con cui condivideva in tutto lo stile di vita mondano. Non si perdevano una festa esclusiva, né un evento dove incontrare ragazzi di buona famiglia, con cui trascorrere un’esperienza nel lusso, come una cena in un ristorante stellato, o anche una vacanza in una meta esotica. L’importante era apparire adulte, in modo da ottenere l’approvazione della società, sempre più orientata verso le donne emancipate.

    Le due uscivano di sera un paio di volte alla settimana, ossia, il venerdì e il sabato, quando il giorno dopo le scuole erano chiuse. A volte, facevano serata anche in altri giorni, senza preoccuparsi minimamente delle condizioni in cui si sarebbero presentate a scuola. Per loro, studiare non era una priorità, poiché erano convinte che le ragazze studiose, spesso ritenute poco sexy, avrebbero, un domani, guadagnato una miseria, forse la metà dei loro colleghi uomini. Al contrario, tutte le loro idoli, come modelle e reality star, che erano diventate ricche prestissimo, avevano dichiarato di essere state pessime studentesse, fra le peggiori che i loro insegnanti avessero potuto incontrare.

    Ambra e Nera erano molto affiatate, ma anche un po’ gelose l’una dell’altra. Erano una coppia invincibile ogni volta che vedevano le cose allo stesso modo ed erano dirette verso un obiettivo comune, che avrebbe beneficiato a entrambe. Al contrario, diventavano acerrime rivali se ciò che avrebbe ottenuto una avrebbe escluso l’altra, come un ragazzo. Una volta, le due non si erano parlate per sei giorni, dopo che Nera ebbe creduto che Ambra le avesse voluto rubare il fidanzatino. Invece, Ambra riuscì a dimostrare che ciò che Nera pensava era solo conseguenza di un malinteso, non appena le inviò le foto del ragazzino insieme a un’altra tipa, abbracciati in motorino. A quel punto, Nera seppe di aver perso un fidanzatino traditore, ma di aver, fortunatamente, riconquistato un’amica fedele.

    Ambra non era un’amante dell’Urban, al contrario della sua amica. Ella preferiva i locali un po’ più da adulti, dove avrebbe incontrato anche ragazzi eleganti, ma sexy, con magari già un lavoro solido. Era in quel locale soltanto per accontentare Nera, più orientata verso i maledetti e il caos, dato che si erano recate al Crystal, uno dei bar frequentati dalla giovane borghesia, nonché il preferito in assoluto di Ambra, il sabato prima.

    In quel momento, si stava esibendo una band electrorock, che spopolava fra gli under 30. Si trattava di tre ragazzi maschi, un cantante e chitarrista, un batterista e uno occupato nella strumentazione elettronica, e una ragazza bassista, molto mascolina. Di età compresa fra i ventiquattro e i trentadue anni, i quattro si vestivano come dei metallari, con giacche nere, cinture borchiate, jeans strappati e scarponi, ed erano agghindati con una caterva di gioielli e piercing, oltre a possedere numerosissimi tatuaggi. In quanto a capigliatura, il cantante era pelato, il batterista rasta, colui al sintetizzatore portava i capelli da punk, ma corti, mentre la bassista aveva un caschetto con la frangetta, tinto di verde. Piacessero o meno, dopo solo un mese dal lancio, costoro avevano già venduto oltre due milioni di copie del loro primo album, motivo per cui stavano programmando un mega tour internazionale.

    Nel sentirli suonare, si accese una discussione fra Ambra e Nera.

    «Ti piacciono?» Nera chiese.

    «No, io non sopporto sti qui…!» Ambra rispose.

    «Perché?»

    «Non li trovo fighi, come tutti fanno credere… e poi penso proprio che vogliano essere considerati più per il look che per la musica…»

    «Beh, hai guardato il tipo dietro?» Nera indicò il punk al sintetizzatore.

    «Quello lì? Cosaaa?»

    «Beh, io lo trovo carino… mi sembra un cucciolo…»

    «Nera, non è che forse hai bevuto un po’ troppo stasera?»

    «Quella che ha bevuto di più sei tu… io mi sono fermata a tre bicchieri, mentre tu hai proseguito con un quarto…»

    «Io reggo benissimo l’alcol fino al sesto bicchiere…»

    Nera fissò l’amica, che sembrava non volesse cambiare opinione sul musicista.

    «E comunque il punk fa cagare… ed è per questo che è nascosto lì dietro… se fosse in primo piano, nessuno cagherebbe questa band…» Ambra ribadì.

    «Parla una che si è presa una cotta per Mauro…»

    «Non mi piace già più!»

    «Ah… è da quando?»

    «Da un paio di giorni… l’ho visto più da vicino e non mi è piaciuto… sembra che abbia la pelle di un vecchio!»

    Nera scoppiò a ridere.

    «Non è solo quello il punto…» Nera fece sapere.

    «Cos’altro c’è che non so?» Ambra domandò.

    L’amica fece una breve pausa.

    «La mia amica Sabrina mi ha riferito…» Nera iniziò a parlare, per poi scoppiare subito a ridere.

    «Cosa?»

    «Che…» Nera continuò a ridere.

    «Dai, su… coinvolgimi!»

    «Ok, però promettimi che non svelerai quello che ti sto per dire a nessuno…»

    «Promesso!»

    «Insomma… mi ha detto che, una volta, mentre erano in camera da letto,

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