La squadra ideale. Cinque amici ed il loro Dream Team
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Anteprima del libro
La squadra ideale. Cinque amici ed il loro Dream Team - Coriolano&Zorba
Capitolo 1. Il gruppo di amici.
Vi riunite nella solita sede, quella che tra voi chiamate scherzosamente lo scannatoio
, zeppo di Gazzette dello Sport e di Guerin Sportivi, dove avete parlato di calciomercato, di Coppe Internazionali, di scudetti vinti o persi, dove avete ovviamente giocato a Calciobalilla e Subbuteo, scambiandovi le figurine. Vi siete autoimposti una prova quasi impossibile da superare, ne siete consci e consapevoli. La creazione della squadra ideale non è riuscita neanche a Pelé, ufficialmente incaricato nel 2004 dalla FIFA di indicare in un elenco i migliori 100 giocatori viventi. Ovviamente tanti grandi calciatori vennero esclusi, anche quando la lista venne allargata a 125 nomi: sorsero delle vere e proprie guerre di religione, a cui l’Umanità non assisteva dai tempi dello scisma di Lutero. E si trattava solo di indicare una lista, non di scegliere la compagine ideale, in tal caso figuratevi cosa sarebbe successo! France Football ci ha provato nel 2020, istituendo il Dream Team, con l’obiettivo di definire la squadra più forte di tutti i tempi a livello mondiale: i calciatori candidati sono stati scelti tra quelli in attività dal 1956 al 2020, ovvero dall'anno in cui per la prima volta è stato assegnato il Pallone d'Oro. La redazione si è occupata di redigere 11 liste: una per ruolo, ciascuna con 10 nomi di giocatori, ritirati o ancora in attività. Nonostante le ottime intenzioni, anche in questo caso le polemiche sono state enormi: infatti sono rimasti esclusi grandi campioni, il Dream Team presentava – incredibile dictu – pecche clamorose (non erano stati contemplati tra gli altri Di Stefano e Cruijff!). Forse è stato commesso l’errore di voler considerare come criterio dominante la componente statistica, i numeri, le vittorie ed i goal realizzati: ogni tifoso però sceglie il proprio campione non solo per le sue qualità tecniche ma anche per le affinità caratteriali che sente di condividere con il proprio asso prescelto, che siano vere od immaginarie. La parte emotiva riveste un grande valore, come accade per tutto ciò che riguarda l’uomo, non se ne può prescindere. Ne terrete conto, e rimanete fiduciosi, anche perché il vostro obiettivo è più modesto, non volete conquistare il Mondo, ma solo stabilire la vostra squadra ideale, dai contorni molto più definiti: insomma un Dream Team de noantri
, più provinciale ma certamente più divertente. Soprattutto siete spinti da una coazione ad agire, non vi potete permettere di lasciar cadere l’argomento e la sua soluzione. Costi quel che costi, vi siete detti, ed andrete avanti fino alla fine. Come prima cosa bisognerà definire dei criteri di scelta, poi le cose troveranno la loro naturale soluzione. Almeno così sperate. Decidete di utilizzare l’impianto del Dream Team come base, modificandolo ovviamente con le vostre personalizzazioni, con nuove regole e schemi peculiari. Il vostro gruppo è composto da cinque persone, amici storici che neanche a farlo apposta tifano per squadre differenti: c’è Stefano, interista alla nascita, un tenero romantico camuffato da cinico; Renato, genoano da sempre e per sempre, reincarnazione di un filosofo dell’Agorà; Umberto, sampdoriano doc, un disincantato visionario nichilista; Momo, milanista irriducibile, un uomo semplice e refrattario ad ogni complessità; infine l’enigmatico e contraddittorio Marco detto Makko, che rappresenta uno strano caso di tifoso. Infatti parteggia contemporaneamente per la Juventus (eredità paterna), per la Roma (eredità materna) ma anche per la Lazio (a causa di un amore giovanile mai del tutto dimenticato). Quindi cinque tifosi per sette squadre, ma va bene così, troverete certamente la quadratura del cerchio.
Capitolo 2. I criteri di scelta.
Innanzi tutto stabilite che volete parlare solo dei calciatori che avete visto giocare. Avete all’incirca sessanta anni, quindi siete nati nei primi anni ’60, concludete che il primo vero ricordo può risalire ai vostri 5/6 anni, ossia la stagione 1968/69. E’ un buon punto d’inizio, che vi permette di escludere grandissimi giocatori di cui avete solo sentito parlare, semplificandovi la vita e riducendo di molto dubbi ed errori nella formulazione della lista. Certo, vi siete documentati, ma non è la stessa cosa di aver visto giocare dei campioni con i vostri stessi occhi. In questo modo vi levate il rimorso di non inserire nella compilation
i mitici campioni di Vittorio Pozzo (Ferrari, Meazza e Piola su tutti), quelli del Grande Torino (Valentino Mazzola, Loik, Gabetto…), e poi straordinari giocatori degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta: solo per citarne alcuni, il famoso trio milanista Grenoli
, composto dagli assi svedesi Gren, Nordhal e Liedholm; il grande regista uruguagio Pepe
Schiaffino, campione Mondiale con la Celeste nel 1950; il fantastico trio offensivo juventino formato da Boniperti, Charles e Sivori; gli interisti Skoglund, Nyers, Wilkes, Veleno
Lorenzi ed il meraviglioso Angelillo; lo splendido centromediano Carletto Parola, che immortalato nella sua celebre rovesciata ci ha accompagnato per decenni nelle buste delle figurine degli Album Panini; grandi portieri come Cochi
Sentimenti IV, Bepi
Moro, Kamikaze
Ghezzi, Lorenzo Buffon, lontano cugino dell’immarcescibile Gigi; formidabili difensori quali Sergio Cervato (il terzino goleador prima di Facchetti) e Cesare Maldini I (babbo di Paolo). Di contro per fortuna l’iconico attaccante del Bologna Ezio Pascutti, il libero, capitano e bandiera della Grande Inter Armando Picchi ed il grintosissimo difensore Giacomino Losi, Core de Roma
, giocarono la loro ultima stagione proprio nel campionato ‘68/69, così da poter essere valutati nelle vostre liste. Tirate un bel sospiro di sollievo, temevate di non poterli considerare, e la cosa non vi andava proprio giù, vi avrebbe immalinconiti. Il secondo criterio che scegliete per la vostra squadra ideale è quello di considerare, sempre a partire dalla stagione ‘68/69, solo i giocatori che hanno militato nel campionato italiano: potete quindi escludere grandi assi stranieri, pur avendoli visti giocare. Certo è una decisione forte, perché verranno depennati campionissimi come i brasiliani Pelé, Carlos Alberto, Gerson e Jairzinho, il portoghese di origine mozambicana Eusebio, gli inglesi Bobby Charlton e Kevin Keegan, l’irlandese George Best; ed ancora i tedeschi Maier, Beckenbauer, Netzer, Overath, Seleer, Gerd Muller; gli olandesi Cruijff e Neeskens, lo jugoslavo Dzajic, l’ucraino Blokin, il russo Jascin, e tanti altri fuoriclasse stranieri, persino gli attuali fenomeni Messi, Mbappè, Neymar, De Bruyne, Lewandosky ed Haaland: dispiace, ma quando prendete una decisione è quella, del resto siete un gruppo d’uomini tutto di un pezzo, almeno quando parlate di calcio.
Il terzo criterio che vi autoimponete stabilisce che definirete per ognuno degli undici ruoli scelti con i precedenti criteri una rosa di dieci giocatori, per un totale quindi di centodieci calciatori; li selezionerete uno per uno con certosina pazienza, fino ad arrivare per esclusione al vostro undici ideale.
Quarto criterio, la scelta dello schema di gioco: prediligete il vecchio 4-3-3, generalmente utilizzato nel campionato italiano prima dell’avvento di Arrigo Sacchi. Quindi niente difesa a zona, ma una retroguardia che prevede rigide marcature a uomo, con un terzino ed lo stopper incollati ai due attaccanti avversari, il libero alle spalle di tutti ed un fluidificante capace di effettuare la doppia fase di gioco; centrocampo composto da un mediano di corsa ed interdizione, una mezzala capace di inserimenti offensivi, un regista sgravato da impegni di copertura, con il solo compito di inventare gioco, rifinire per le punte, concludere a rete. Per l’attacco prevedete un’ala tornante, di raccordo con il centrocampo; certo però va considerato il fatto che alcuni tecnici preferivano utilizzare in sua vece un centrocampista tecnico dotato di capacità offensive e fantasia, un rifinitore/trequartista schierato dietro le due punte, arretrando il raggio d’azione del regista e trasformando lo schema tattico nel 4-3-1-2: ne dovrete tenere conto. La fase offensiva si completa con una prima punta, che staziona per lo più al centro dell’area ed un secondo attaccante, con il compito di svariare sulla fascia per creare i giusti spazi, rifinire per il centravanti, affiancarlo come sfondatore centrale.
Per quanto concerne i ruoli, decidete di utilizzare la nomenclatura in vigore fino agli anni ’80, quella che vi è più consona. Per cui in difesa oltre al portiere premierete i terzini marcatori, i terzini fluidificanti, gli stopper ed i liberi; per il centrocampo conferirete il premio al miglior mediano, alla più forte mezzala, ed al regista di maggior classe. In attacco premi per l’ala tornante e/o per il rifinitore/trequartista, per il centravanti e l’ala di punta/mezzapunta/secondo attaccante. E’ così, i più giovani se ne devono stare, del resto ci provino loro a cimentarsi in questa impresa da sconsiderati, si renderebbero conto della sua enorme complessità; approfittino anzi di questa opportunità per studiare e colmare le loro lacune calcistiche con umiltà, del resto non si finisce mai di imparare e di scoprire nuove verità.
Per ultimo stabilite di indicare con gli stessi precedenti criteri l’allenatore migliore, capace di guidare questo Super Team assemblando con sagace competenza i vostri assi preferiti.
Un compito monumentale, vi guardate attoniti, quasi impauriti. Ma questo non è il tempo per i ripensamenti, quelli li lasciate ai cacadubbi seriali: andate ad iniziare, e che Iddio vi aiuti in questa mirabile opera, autentico cimento solo per martiri ed eroi, folli e Don Chisciotte della pedata.
Capitolo 3. La scelta del portiere.
Siete in cinque, i giocatori da inserire nella griglia di valutazione sono dieci, quindi ognuno di voi ne può indicare due, e questo vale per ogni singolo ruolo: non è possibile proporre lo stesso atleta, devono essere dieci protagonisti diversi. Partite con i portieri, ed il primo a parlare è Stefano, vetusto interista, ancora scottato dalla sconfitta patita nella finale di Coppa Campioni del 1972, quando l’Inter venne asfaltata dall’Ajax del divino Cruijff. Non dimentica, non soltanto nel calcio, e questo non è bene. Comunque prende la parola ed argomenta la sua scelta: Due nomi volete, e due nomi vi fornisco. Sarò banale, ma a me piacciono i portieri spettacolari, ed allora indico Enrico Albertosi e Walter Zenga.
Gli altri annuiscono, si tratta certamente di due grandi numeri uno, vanno tenuti nella giusta considerazione. Adesso è la volta di Renato, tifoso del Grifone nonostante tutto, sempre in attesa del decimo scudetto. Ecco la sua versione: Due nomi secchi: Luciano
Giaguaro Castellini e Franco Superchi. Punto.
Gli altri accusano il colpo, in effetti sono stati due giocatori straordinari, era impossibile non voler loro bene. Andiamo avanti, ora tocca ad Umberto, blucerchiato ancora innamorato di Alviero Chiorri, uno dei grandi atipici del calcio italiano. Scusate, sarò di parte, ma insieme a Dino Zoff, per me il più forte di sempre, voglio inserire anche Massimo Cacciatori, non avete idea di quante volte abbia salvato la mia Sampdoria.
Anche questa è una buona scelta, ci può stare. Parola all’eccentrico Momo, è rimasto un ragazzino, e non solo nel fisico. Siamo vecchi, è vero, ma non scherziamo: Gigi Buffon il meglio, e poi indico Francesco Toldo, vi ricordo cosa parò contro l’Olanda agli Europei del 2000!
Come dargli torto, diavolo di un Momo? Del resto lo sapevate che sarebbe stato un percorso pieno di ostacoli! Per finire rimane il solo Makko, volete proprio vedere come se la cava. Sapete che tifo anche per la Lazio, e quindi indico Felice Pulici, il portiere del nostro primo scudetto. Poi sono incerto tra tre numeri uno stranieri, ossia i brasiliani Julio Cesar e Dida e l’olandese Van der Sar, tutti bravissimi. Va beh, faccio felice Stefano, ed allora indico Julio Cesar, il portiere del Triplete.
Ecco, la griglia è terminata, la lista è definita, si tratta di fare la scelta per indicare il migliore. Vi rendete subito conto che non avete inserito fior di portieri come Giuliano Sarti, il guardiano della Grande Inter di Helenio Herrera; Carlo Cudicini, il mitico Ragno nero
milanista; Claudio Garella, capace di vincere due scudetti con Verona e Napoli; Angelo Tyson
Peruzzi, grande protagonista della Juventus di Lippi; Lido Vieri, spettacolare portiere con Torino ed Inter. Ma anche alla rinfusa eccellenti estremi difensori come Roberto Anzolin, Ivano Bordon, Gedeone
Carmignani, Giovanni Galli, Franchino Tancredi,Tarzan
Tacconi, Luca Marchegiani, Luca Bucci, Sebastiano Rossi, Cristian Abbiati, Gianluca Pagliuca, titolare in due Mondiali consecutivi ed altri ancora, che avrebbero ben meritato di esserci. Non una parola su Donnarumma, Alisson ed Handanovic, e questo non è bene, lo riconoscete, ma siete vecchi e quindi un po’ nostalgici, forse vi perdoneranno. Vi scusate