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Padri della Chiesa: La vera storia
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E-book572 pagine9 ore

Padri della Chiesa: La vera storia

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Info su questo ebook

Un libro unico nel suo genere che non vi sareste mai aspettati di leggere. Si ripercorre la storia degli uomini che hanno creato la teologia della Chiesa, sia quella Cattolica che quella Ortodossa. Il percorso non si svolge secondo i comuni canoni, ossia presentando i vari personaggi come Santi o insigni teologi, oppure denigrandoli per fatti personali, magari non provati, ma solo descritti dai nemici del momento. Si è invece voluto riportare solamente i fatti, con le qualità, le debolezze, le inimicizie, i rancori, le intuizioni brillanti e le teorie fantasiose. Una visione laica e disincantata che lascia trasparire il lato umano e non quello costruito a tavolino dagli agiografi. Siccome il pensiero teologico è sorto in successivi momenti storici, si è suddiviso il testo in tre parti: nella prima abbiamo gli Apostoli e gli Evangelisti; nella seconda abbiamo i Maestri della Chiesa; questi vengono riconosciuto come tali solo dalla Chiesa Ortodossa, ma non sono certo disprezzati dalla Chiesa Cattolica. Non tutti sono considerati Padri della Chiesa; infine, nella terza, abbiamo i Padri della Chiesa veri e propri. Dobbiamo tener presente che non esiste una lista ufficiale, ma ne esistono almeno quattro, pertanto nel presente testo sono stati riportati tutti i Padri individuati. Avanzando nella lettura ci si renderà conto che sia fra i Maestri che fra i Padri, vi sono diversi eretici che non sono stati eliminati, dalla Chiesa, dall'elenco in quanto il loro apporto è stato significativo in alcune parti del loro pensiero. Inoltre, incredibilmente, vi sono anche dei non cristiani.
LinguaItaliano
Data di uscita15 giu 2022
ISBN9791221410983
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    Anteprima del libro

    Padri della Chiesa - Marco Enrico de Graya

    Sommario

    Introduzione

    Origine della Chiesa

    *** Apostoli ***

    Simone - Pietro

    Andrea

    Giacomo il Maggiore

    Giovanni

    Filippo

    Bartolomeo

    Tommaso

    Matteo

    Giacomo il Minore

    Taddeo

    Simone

    Giuda Iscariota

    Giuda di Giacomo

    Natanaele

    Saulo - Paolo

    Mattia

    Barnaba

    Andronico

    Giunia

    Apostoli secondo altre fonti

    *** Evangelisti ***

    Marco

    Matteo

    Luca

    Giovanni

    *** Atti degli Apostoli e Lettere ***

    *** Evangelisti Apocrifi ***

    *** Evangelisti Gnostici ***

    *** Giacomo il Giusto ***

    *** Fratelli di Gesù ***

    Maestri della Chiesa

    Klimis

    Kirinto

    Simone Mago

    Ignazio d’Antiochia

    Policarpo di Smirne

    Kodratos di Atene

    Carpocrate

    Epifane

    Papia di Ierapoli

    Aristide il filosofo

    Aristone

    Basilide

    Isidoro

    Valentino

    Marcione

    Giustino

    Teodoto

    Milziade

    Claudio Apollinare

    Tolomeo

    Giulio Cassano

    Erakleon

    Celso

    Ermete

    Montano

    Melitone di Sardi

    Apelle

    Florinos

    Dionisio di Corinto

    Atenagora

    Teofilo di Antiochia

    Egisippo

    Taziano Assiro

    Luciano di Samosata

    Ródonas

    Policrate di Efeso

    Apollonio di Efeso

    Ireneo di Lione

    Teodoto Bizantino

    Serapione di Antiochia

    Marco Minuccio Felice

    Gaio

    Bardesane o Vardenase

    Clemente di Alessandria

    Tertulliano

    Ippolito di Roma

    Savellios

    Sesto Giulio Africano

    Alessandro di Gerusalemme

    Ammonio di Alessandria

    Cornelio di Roma

    Origene

    Novatiano

    Stefano di Roma

    Cipriano di Cartagine

    Dionisio di Alessandria

    Dionigi di Roma

    Firmiliano di Cesarea

    Gregorio di Neocesarea

    Paolo d’Antiochia

    Mani

    Teognosto

    Padri del I e II sec.

    Aristide di Atene

    Atenagora di Atene

    Clemente I di Roma

    Erma

    Giustino

    Ignazio di Antiochia

    ignoto 1

    ignoto 2

    Ignoto 3

    Melito di Sardi

    Papia di Ierapoli

    Policarpo di Smirne

    Taziano il Siro

    Padri del III sec.

    Cipriano di Cartagine

    Clemente di Alessandria

    Dionigi di Alessandria

    Gregorio di Neocesarea

    Ippolito di Roma

    Ireneo di Lione

    Marco Minuccio Felice

    Novaziano

    Origene

    Teofilo di Antiochia

    Tertulliano

    Concilio di Nicea

    *** i Partecipanti al Concilio ***

    Padri del IV sec.

    Alessandro di Alessandria

    Ambrogio di Milano

    Anfilochio di Iconio

    Anfilochio il Saggio

    Antonio il Grande

    Arnobio il Vecchio

    Atanasio di Alessandria

    basilio di Cesarea

    Cirillo di Gerusalemme

    Damaso I

    Didimo il cieco

    Diodoro di Tarso

    Efrem il Siro

    Epifanio di Salamina

    Eustazio di Antiochia

    Eusebio di Cesarea

    Gaio Mario Vittorino

    Giovanni Crisostomo

    Giulio Firmico Materno

    Gregorio di Nissa

    Gregozio Nazianzeno

    Ilario di Poitiers

    Lattanzio

    Metodio d’Olimpo

    Nemesio d’Emesa

    Paolo di Tebe

    Pacomio

    Pietro d’Alessandria

    Pietro di Sebaste

    Rufino d’Aquileia

    Sulpizio Severo

    Teofilo d’Alessandria

    Timoteo d’Alessandria

    Zenone di Verona

    Padri del V sec.

    *** Patriarcati ***

    Agostino d’Ippona

    Ambrogio Teodosio Macrobio

    Cirillo d’Alessandria

    Cromazio d’Aquileia

    Eucherio di Lione

    Eznik di Kolb

    Gennadio di Costantinopoli

    Giovanni Cassiano

    Isacco d’Antiochia

    Leone I

    Narsai

    Paolino di Nola

    Salviano di Marsiglia

    Severino Boezio

    Sofronio Eusebio Girolamo

    Teodoro di Cirro

    Teodoro Mopsuestia

    Vincenzo di Lerinis

    Padri del VI sec.

    *** L’anatema di Giustiniano ***

    Benedetto da Norcia

    Dionigi Areopagita (Pseudo)

    Giacomo di Sarug

    Giovanni IV Nesteute

    Gregorio I

    Marziano Mineo Felice Capèlla

    Severo d’Antiochia

    Padri del VII sec.

    Giacomo di Edessa

    Ildefonso di Toledo

    Isidoro di Siviglia

    Massimo il confessore

    Sofronio di Gerusalemme

    Padri dell’VIII sec.

    Beda il venerabile

    Germano di Costantinopoli

    Giovanni Damasceno

    Isacco di Ninive

    Tarasio di Costantinopoli

    Padri del IX sec.

    Fozio I

    Niceforo di Costantinopoli

    Teodoro Studite

    Padri posteriori al 1000

    Bernardo di Chiaravalle

    Gregorio Palamas

    Marco di Efeso

    Simeone Teologo

    Teofilatto di Ohrid

    Conclusioni

    Bibliografia

    Rotolo Di Pergamena E Della Piuma Illustrazione di Stock - Illustrazione di decorativo, pergamena: 13639444

    padri della Chiesa

    La vera storia

    Marco Enrico de Graya © 2022

    Titolo: Padri della Chiesa – La vera storia

    Prima edizione Gennaio 2022

    ISBN: 979-12-20385-46-6

    Tutti i diritti sono riservati.

    Ogni riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo,

    deve essere preventivamente autorizzata dall’editore.

    Copertina: in proprio con immagine di pubblico dominio

    Immagini del testo create dall’autore

    Impaginazione: in proprio

    Editing: in proprio

    Dedicato all’Imperatore Costantino, che riuscì a trasformare una setta ebraica in una religione, a Celso, che non riuscì a far comprendere ai fedeli il senso del Cristianesimo ed a Barlaam di Seminara, che cercò inutilmente di far comprendere l’impossibilità di conoscere Dio.

    Introduzione

    Il Rabbino Yeshua ben Yeoussuf¹, noto in occidente come Jesus o Gesù, svolse la sua opera di predicazione errante nei primi decenni dell’era volgare, quando a Roma governava l’Imperatore Tiberio; la tradizione ci riferisce che predicò negli anni dal 30 al 33 d.C. senza alcuna base storica.

    Non sta a noi ricordare in queste pagine tutte le disquisizioni, le polemiche e le diatribe inerenti la sua vita, in quanto vi è chi afferma che non sia mai nemmeno esistito, chi ritiene che la sua figura sia il sincretismo di due personaggi - l’uno predicatore di una visione del mondo basata sull’amore ed uno Zelota violentemente antiromano -; Chi ritiene sia il personaggio che è descritto nei Vangeli Canonici, chi un seguace della Comunità Essena, quindi nemico dei Saddudei, in quanto ellenizzati, e dei Farisei, troppo legati alle tradizioni esteriori e non ai precetti della Legge Mosaica; ciò che è certo, ci dicono gli Ebrei, è che se era un rabbino che predicava in forma errante, significa che prima aveva ottenuto il riconoscimento di grande sapienza e conoscenza della Legge; inoltre, per poter divenire un Rabbino, secondo le tradizioni ebraiche, doveva essere sposato e per svolgere la predicazione errante doveva essere un uomo "compiuto", ossia essere padre.

    Era quindi sposato Gesù? Evidentemente si, ce lo dice persino un testo antichissimo, anteriore ai Vangeli: il Vangelo di Maria, in lingua Copta, ritrovato in Egitto, ove la moglie Maddalena era annoverata fra gli Apostoli; che fosse un Rabbino che lo dicono i Vangeli stessi in quanto viene indicato come Rabbi, ossia Rabbino, e come Maestro, che ne è la traduzione; inoltre, ci viene narrato, sempre nei Vangeli, che lesse e predicò nella Sinagoga di Cafarnao, cosa riservata ad un Rabbino.

    Come vedremo, non sappiamo chi e quanti seguaci, ossia Apostoli, ebbe: in base alle fonti si va dai cinque ai dodici; ma la questione non è fondamentale, il fatto è, che se aveva dei seguaci, significa che era ritenuto un grande maestro. E come è possibile che un personaggio così, apparentemente famoso, non abbia lasciato traccia nella storia dell’epoca? Innanzi, perché è un personaggio famoso nell’ottica occidentale e non ebraica; poiché nei due secoli a cavallo dell’inizio dell’epoca volgare vi furono decine e decine di Rabbini erranti che predicavano il ritorno alla purezza della Legge Mosaica e, quindi, Gesù non era che uno di questi, uno dei tanti.

    Gesù, se era un Rabbino, oltre a leggere, sapeva sicuramente anche scrivere; come è possibile che non abbia lasciato di sé qualche scritto? I casi sono due: o era un tale fervente seguace della Torah che riteneva che quanto vi era scritto era "tutto" e, quindi, non vi era nulla da aggiungere, oppure dobbiamo ritenere che sia valida la tradizione Islamica, che ci riferisce che Gesù scrisse un testo, indicato come Ingil, e che fu fatto sparire. Il che non lo possiamo certo negare a priori; possiamo anche ritenere che fra i suoi seguaci vi sia stato qualcuno che ne riportasse le gesta e, queste, sono state la famosa fonte Q, sulla base della quale sono stati successivamente scritti i Vangeli Sinottici, ossia Marco, Matteo e Luca. Non quello di Giovanni, in quanto nato da tradizioni orali impregnate di pensiero gnostico; peraltro un Vangelo veramente differente dai Sinottici, facciamo un esempio per tutti: in Giovanni, la cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme avviene all’inizio della predicazione e non nell’ultima settimana di vita; secondo Giovanni l’atto di cacciare i mercanti è stato il simbolo iniziale di una predicazione volta alla purificazione delle tradizioni ebraiche dalle incrostazioni dovute alla gestione di un Sinedrio prono, prima, alla dominazione ellenista e poi a quella romana.

    Quindi, Gesù predicava il ritorno ad un ebraismo delle origini e, certamente, nemmeno immaginava la creazione di una nuova religione; su questo possiamo essere certi! Lui voleva l’applicazione delle 613 Mitzvot, ossia dei precetti talmudici, invece, tutto il resto sono successive invenzioni.

    Ma che fine ha fatto Gesù? Non lo sappiamo; i Vangeli ci dicono che sia stato giustiziato, e la cosa è plausibile nel momento che si era messo in forte contrasto con il Sinedrio; i Sacerdoti detenevano il loro potere grazie alla benevolenza di Roma ed il Sommo Sacerdote era eletto con il placet di Roma stessa; non potevano permettersi di avere un ritorno alle origini, ove la Giudea la provincia romana di Palestina, fosse dominata da sentimenti mosaici, in quanto sarebbe stata ritenuta la "terra di Yahweh", e, quindi, sarebbero aumentate le rivolte, già endemiche, contro l’occupante; inoltre vi era la questione dell’iconoclastia tipica mosaica, ossia del rifiuto delle immagini umane, in quanto espressamente vietate dalla Torah; quindi il rifiuto delle monete romane ove vi erano rappresentati imperatori e Dei Celicoli²; quindi è quantomeno plausibile che il Sinedrio l’abbia fatto seguire da "agenti provocatori", che attendevano il momento in cui Gesù commettesse un errore teologico, e dunque potesse essere accusato e condannato; cosa che risulta avvenuta secondo i Vangeli. Gesù fu processato e condannato dal Sinedrio. Certamente non da Pilato e dalla Legge di Roma, a cui nulla interessava delle questioni religiose di quella lontana provincia; in effetti, nel Talmud, si narra della condanna e messa a morte di un Yeshua in quegli anni; secondo taluni Rabbini, si tratta di Gesù, secondo altri di un omonimo, in quanto ritengono che il Gesù evangelico non fu condannato, come peraltro riporta il Corano.

    E quindi, che fine ha fatto Gesù? Vi sono antiche tradizioni, anche diffuse fra i suoi seguaci, che narrano di un Gesù che abbia abbandonato la Palestina e si sia recato ad est, fermandosi poi in quelle valli che oggi sono indicate come Kashmir; perché proprio in Kashmir? Il legame con la Giudea è antico: Mosè promise, a chi lo seguiva nella cacciata dall’Egitto, che li avrebbe portati in una terra di latte e miele, ma molti si fermarono in terra di Canaan, altri lo seguirono sino in Kashmir; ove vi è anche una tomba in cui la tradizione afferma vi sia sepolto Mosè, così come vi è una tomba dedicata al profeta Isa, ed Isa è il nome arabo di Gesù.

    Ciò che sappiamo è che nelle versioni più antiche del Vangelo di Marco, il più vecchio, questo termina con il ritrovamento della tomba vuota e non vi è la narrazione della resurrezione, riportata negli ultimi dodici versetti; nelle versioni successive vi è la cosiddetta versione breve, ossia solamente con la resurrezione, quindi la cosiddetta versione lunga, con gli incontri di Gesù risorto con gli Apostoli; narrazione che, con le consuete varianti, ritroviamo negli altri Vangeli, che sono successivi a quelli di Marco.

    ***

    La questione verte sul fatto che la narrativa comune ci riferisce che si formarono le prime comunità "cristiane, ossia dei seguaci di Cristo; il che è ridicolo per due motivi: Cristo deriva dalla traduzione in greco di Messia, ossia unto dal Signore"; per il mondo ebraico, il Messia è una figura chiara che avrà una storia precisa, sarà un condottiero politico-militare che scaccerà i nemici del popolo ebraico dalla Giudea e la renderà nuovamente indipendente e sottoposta ad un governo teocratico in cui vigerà la Legge della Torah; quindi per nessun ebreo, di allora o di oggi, Gesù era il Messia, in quanto non svolse nessuna di queste azioni: non scacciò i Romani, non rese indipendente la Giudea e non instaurò un governo teocratico; quindi, non era possibile annoverarlo come Messia.

    Allora come mai si formarono le prime comunità di suoi seguaci? I casi sono due: o si trattava di seguaci della sua predicazione, e quindi aspiravano al ritorno della purezza della vita seguendo i dettami della Torah, oppure veramente credevano che Gesù fosse il Messia che sarebbe dovuto tornare alla fine dei tempi e, quindi, creare quel mondo perfetto tanto agognato; ma sarebbe dovuto tornare dal Kashmir o sarebbe dovuto discendere dal cielo su una nuvola? Non lo sappiamo; in entrambi i casi, si trattava di Ebrei che seguivano la parola di un Rabbi, cosa plausibile e che succedeva non raramente; e questi vivevano sempre all’interno della comunità ebraica, magari aprendo dispute, anche aspre, con chi non seguiva la sua predicazione.

    Nei primi due secoli, in effetti, non furono identificate dai romani differenze fra gli Ebrei ed i seguaci di Gesù; ma con il tempo la questione si trasformò e prese una piega particolare: a Corinto, ad Efeso, a Cartagine, a Lione ed a Roma si vennero a formare delle comunità che si differenziavano dall’ebraismo; certo, ne seguivano i riti e le tradizioni, ma la componente di attesa del ritorno di Gesù era forte! Sarà quindi interessante vedere che cosa scrivevano i primi "Padri della Chiesa"; perché furono loro, con la predicazione di Saulo-Paolo e Simone-Pietro, a definire la prima teologia.

    Poi giunse l’Imperatore Costantino con il suo grande progetto di unificazione in forma sincretica di alcune religioni, al fine di crearne una nuova, che fosse Cattolica, ossia di tutti; in quanto intendeva riportare in un solo alveo religioso tutti i cittadini dell’impero; ecco quindi il Concilio Ecumenico di Nicea con la definizione delle basi della nuova religione.

    ***

    In questo libro affronteremo la creazione del pensiero, della teologia e della filosofia del Cristianesimo, attraverso una narrazione laica e non apologetica dei suoi protagonisti; quindi, non per conoscere le meraviglie del loro pensiero dogmatico, se mai ci fosse stato, ma per conoscere la loro vita, le dispute, le scomuniche ed anche i concetti principali della loro posizione teologica nei confronti della predicazione di Gesù.

    Partiamo dagli Apostoli, che non sono indicati come Padri della Chiesa, ma, quantomeno Pietro e Paolo, ne hanno tracciato il solco per i primi due secoli, quindi gli Evangelisti; successivamente passeremo all’esame dei Maestri della Chiesa; questi, oggigiorno, sono dimenticati in massima parte dalla Chiesa Latina – Cattolica –, ma sono ancora tenuti in considerazione dalle Chiese Ortodosse; solo alcuni, pochissimi, sono stati inseriti fra i Padri della Chiesa. In realtà si tratta di tutti coloro che, nei primi due secoli dopo la predicazione di Gesù, ne parlarono nel bene e nel male. Non dobbiamo stupirci se in due secoli vi sono così poche fonti; Gesù era praticamente sconosciuto al di fuori dell’ambito ebraico.

    Finalmente giungeremo ai Padri della Chiesa. L’elenco non è definito in forma stabile, né dalla Chiesa Latina né da quelle Ortodosse; ne esistono almeno cinque elenchi differenti. Noi li abbiamo presi tutti in considerazione e non abbiamo trascurato nessun "Padre"! Ogni elenco li suddivide in maniera differente: per epoca, per tipologia di testi, per aderenza o fedeltà alla chiesa occidentale o orientale, etc.; pertanto, abbiamo optato per una suddivisione temporale, ossia per secolo durante il quale hanno operato; all’interno del secolo, sono in sequenza alfabetica, poiché le date di nascita sovente mancano o non sono affidabili; l’unica suddivisione che abbiamo effettuato è pre e post Concilio di Nicea: in quanto nei due secoli precedenti si tratta di un pensiero giudaico-cristiano e, successivamente al concilio, si tratta della ricerca di una definizione di una teologia assente.

    Rotolo Di Pergamena E Della Piuma Illustrazione di Stock - Illustrazione di decorativo, pergamena: 13639444

    Origine della Chiesa

    Affrontiamo ora i personaggi che hanno dato l’avvio alla setta ebraica dei seguaci di Gesù, prima ancora che si trasformasse nella corrente giudeo-cristiana; vedremo gli Apostoli, compresi quelli che si aggiunsero dopo la scomparsa di Gesù, gli Evangelisti Canonici, gli evangelisti Apocrifi ed infine gli Evangelisti Gnostici.

    *** Apostoli ***

    I quattro Vangeli Canonici presentano versioni differenti degli Apostoli: Marco e Matteo sono quasi uguali, ma la cosa non deve stupire, in quanto il Vangelo di Matteo è quasi interamente copiato da quello di Marco; alquanto simile anche l’elenco degli Apostoli indicati da Luca; a parte l’assenza di Taddeo e la comparsa di Giuda figlio di Giacomo; differente la lista degli Apostoli elencati da Giovanni, in quanto ne presenta solamente nove anziché dodici come gli altri evangelisti; mancano Bartolomeo, Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone il Cananeo, ma vi sono: Giuda "non Iscariota", che possiamo identificare con il Giuda figlio di Giacomo del Vangelo di Luca; inoltre vi è Natanaele, sconosciuto agli altri evangelisti; poi vi sono gli Apostoli indicati negli Atti, che dovrebbero essere stati scritti da Luca; vi troviamo mattia in sostituzione di Giuda Iscariota e non solo. La questione è curiosa in quanto appare Taddeo Lebeo, che mancava in Luca, ed è scomparso Giuda figlio di Giacomo che era presente solo in Luca; dobbiamo quindi pensare ad una interpolazione volta ad allineare gli Atti; infine abbiamo le Lettere Apostoliche; in queste, attribuite a Pietro, Paolo, Giovanni, etc., vi troviamo altri personaggi indicati come Apostoli, oltre al noto Saulo detto Paolo, Barnaba, Andronico e Giunia.

    Nel Talmud, quindi, la fonte più vicina agli avvenimenti, se non altro perché scritto da Ebrei residenti in Giudea, abbiamo indicati solo cinque Apostoli: Matthäi, che dovrebbe essere Matteo, Todah, che dovrebbe essere Taddeo e tre sconosciuti: Nakai, Nezer e Buni.

    Anche il Corano indica alcuni Apostoli: otto che trovano corrispondenza in altrettanti Apostoli noti; inoltre vi sono indicati: Giacobbe Zebedeo e Giacobbe figlio di Halfà.

    Nei Vangeli Apocrifi e Gnostici vi sono sempre e solo indicati alcuni Apostoli, ma si tratta sempre dei più noti.

    Simone - Pietro

    Simone pare essere nato a Betsaida in Galilea. Fratello di Andrea; questi divenne discepolo di Giovanni il battista e conobbe Gesù. Chiamò il fratello Simone ed, insieme, lo seguirono divenendo fra i suoi più fidati Apostoli.

    Sempre presente nei Vangeli, fu l’unico Apostolo ad abbozzare una difesa al momento dell’arresto: nel Vangelo di Matteo³, e solo nel suo, vi è la nota dichiarazione di Gesù, secondo la quale Simone avrebbe assunto il nome di Pietro e la guida dei suoi seguaci; affermazione che la Chiesa di Roma ha utilizzato per secoli come motivo di volontà di supremazia sugli altri Patriarcati. Il curioso è che il Vangelo di Marco, che è antecedente, e gli altri vangeli non riportino la dichiarazione; pertanto l’affidabilità è estremamente scarsa. Inoltre, la pretesa di indicare Pietro come prima guida della comunità dei seguaci di Gesù di Roma è destituita da ogni prova in quanto risulta che Pietro fu a capo della comunità di Antiochia di Siria fra il 34 ed il 64, quando a Roma vi erano altre guide della comunità. Persino la presenza di Pietro a Roma fra il 64 ed il 67 non è provata: come non abbiamo prove del suo supposto martirio nel 67; al contrario è probabile che sia morto ad Antiochia nel 64.

    Assieme al fratello Andrea ed al discepolo Giovanni, fu acerrimo nemico di Saulo-Paolo per le sue idee aperturiste verso i non ebrei. In effetti, la leggenda della conversione del centurione romano Cornelio, primo pagano convertito, è, molto probabilmente, volta ad imporre una primazia di Pietro in questo campo a discapito di Paolo.

    A Pietro sono tradizionalmente ascritti diversi testi apocrifi, fra cui il Vangelo di Pietro e gli Atti di Pietro.

    Andrea

    La tradizione ci narra che Andrea sia nato il 6 a.C. a Betsaida in Galilea. Fratello di Simon-Pietro e figlio di Giona, secondo il Vangelo di Matteo, e figlio di Giovanni secondo il Vangelo di Giovanni.

    Fu discepolo di Giovanni il Battista e conosciuto Gesù, chiamò il fratello Simon-Pietro ed insieme lo seguirono divenendo suoi Apostoli. Sempre presente nei Vangeli, tuttavia negli Atti egli Apostoli ha solo un accenno.

    La tradizione riportata da Eusebio di Cesarea, ci narra che predicò in Asia Minore ed in Scizia; sempre la tradizione vuole che fu lui ad costituire la comunità dei seguaci di Gesù a Costantinopoli. Si afferma che sia morto martire in Grecia nel 60, sotto l’impero di Nerone; la cosa è poco credibile in quanto Nerone perseguitò solamente i giudeo-cristiani di Roma, in quanto vi avevano appiccato il devastante incendio; asserendo che il fuoco purificatore avrebbe distrutto la nuova Babilonia e si sarebbero poste le condizioni del ritorno di Gesù.

    Due testi apocrifi sono dedicati ad Andrea: gli Atti di Andrea ed il Vangelo di Andrea; che sono talmente fantasiosi che persino Papa Gelasio nel V sec. dovette emettere il Decretum Gelasianum, ove venivano indicati come frutto di fantasia!

    Giacomo il Maggiore

    Nacque a Betsaida, figlio di Zebedeo e di Salomè e fratello di Giovanni; sia questi che Giacomo erano soprannominati Boanerghes, letteralmente "figli del tuono". L’Islam riferisce anche di un Giacobbe figlio di Zebedeo, ma costui non è ricordato nei Vangeli.

    Il Vangelo di Luca ci riporta che, durante la predicazione, Gesù e gli Apostoli giunsero in un villaggio abitato da Samaritani, ossia ebrei che ritengono veritieri solamente i primi cinque libri della Bibbia, la Torah, o Pentateuco come li indica la Chiesa; al rifiuto dei Samaritani di accogliere la comitiva, Giacomo chiese a Gesù di far distruggere il villaggio tramite "fuoco disceso dal cielo; probabilmente era questo carattere impulsivo che fece nascere il soprannome di figlio del tuono".

    Con Pietro fu testimone della cosiddetta trasfigurazione di Gesù ed in effetti assieme al fratello ed a Pietro, erano i tre più fidati Apostoli, almeno secondo i Vangeli.

    La tradizione ci narra che andò a predicare in Spagna; ma altra tradizione ci riferisce che fu fatto uccidere da Re Erode Agrippa I nel 44.

    Giovanni

    Come il fratello Giacomo, nacque a Betsaida ed era figlio di Zebedeo e Salomè; quest’ultima si ritiene sia stata una delle pie donne presenti sotto la croce di Gesù.

    Per secoli si ritenne che il Vangelo di Giovanni fosse stato scritto dall’Apostolo, ma, come vedremo, fu redatto anni dopo la sua morte!

    Ci viene riportato dai vangeli che si trattava dell’apostolo preferito da Gesù, asserendo "il discepolo che Gesù amava"; abbiamo poche informazioni sulla sua vita: ci viene riferito che, lui e Andrea, erano seguaci di Giovanni il Battista e quando Gesù andò presso il Giordano per incontrare quest’ultimo, i due lo seguirono divenendo suoi Apostoli.

    Dopo la scomparsa di Gesù, seguì Pietro e fu avversario di Paolo. Negli Atti degli Apostoli, si descrive l’incontro di Pietro, accompagnato da Giovanni, con Simon Mago; pare che si sia, successivamente, recato ad Efeso a predicare presso la locale comunità ebraica della diaspora, ove pare che morì forse nel 98. A lui è dedicato il testo Apocrifo "Atti di Giovanni".

    Filippo

    Filippo pare sia nato a Betsaida in Galilea il 5 d.C., compaesano di Simon-Pietro e Andrea. Il Vangelo di Giovanni ci riferisce che fu lui a portare Natanaele a conoscere Gesù e, quindi, a divenire un Apostolo. Ancora Giovanni ci riferisce che Filippo, a Gerusalemme, parlò con due giudei ellenizzati che volevano incontrare Gesù; ci viene sottolineato che, evidentemente, conoscesse il greco; la cosa è plausibile in quanto, come detto, era galileo e la Galilea gravitava sulla Siria che era una nazione fortemente ellenizzata.

    La leggenda narra che Filippo andò a predicare in Scizia, ossia l’odierna Ucraina, popolata da clan germanici; nella predicazione fu accompagnato dalle sue due figlie. In Scizia fu catturato e portato nel tempio dedicato a Marte, pretendendo che vi sacrificasse dell’incenso nel braciere; al suo rifiuto, gli Scizi lo obbligarono, a quel punto dal piedistallo della statua del Dio Marte ne uscì un drago che si avventò sugli astanti uccidendo il figlio del sacerdote ed altri; Filippo scacciò il drago e resuscitò chi ne era stato ucciso. Quindi si recò a Ierapoli, in Frigia, nell’80 ove vi era il più famoso tempio dedicato ad Apollo; qui, molti si convertirono, ed il prefetto romano lo fece inchiodare ad

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