Padri della Chiesa: La vera storia
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Anteprima del libro
Padri della Chiesa - Marco Enrico de Graya
Sommario
Introduzione
Origine della Chiesa
*** Apostoli ***
Simone - Pietro
Andrea
Giacomo il Maggiore
Giovanni
Filippo
Bartolomeo
Tommaso
Matteo
Giacomo il Minore
Taddeo
Simone
Giuda Iscariota
Giuda di Giacomo
Natanaele
Saulo - Paolo
Mattia
Barnaba
Andronico
Giunia
Apostoli secondo altre fonti
*** Evangelisti ***
Marco
Matteo
Luca
Giovanni
*** Atti degli Apostoli e Lettere ***
*** Evangelisti Apocrifi ***
*** Evangelisti Gnostici ***
*** Giacomo il Giusto ***
*** Fratelli di Gesù ***
Maestri della Chiesa
Klimis
Kirinto
Simone Mago
Ignazio d’Antiochia
Policarpo di Smirne
Kodratos di Atene
Carpocrate
Epifane
Papia di Ierapoli
Aristide il filosofo
Aristone
Basilide
Isidoro
Valentino
Marcione
Giustino
Teodoto
Milziade
Claudio Apollinare
Tolomeo
Giulio Cassano
Erakleon
Celso
Ermete
Montano
Melitone di Sardi
Apelle
Florinos
Dionisio di Corinto
Atenagora
Teofilo di Antiochia
Egisippo
Taziano Assiro
Luciano di Samosata
Ródonas
Policrate di Efeso
Apollonio di Efeso
Ireneo di Lione
Teodoto Bizantino
Serapione di Antiochia
Marco Minuccio Felice
Gaio
Bardesane o Vardenase
Clemente di Alessandria
Tertulliano
Ippolito di Roma
Savellios
Sesto Giulio Africano
Alessandro di Gerusalemme
Ammonio di Alessandria
Cornelio di Roma
Origene
Novatiano
Stefano di Roma
Cipriano di Cartagine
Dionisio di Alessandria
Dionigi di Roma
Firmiliano di Cesarea
Gregorio di Neocesarea
Paolo d’Antiochia
Mani
Teognosto
Padri del I e II sec.
Aristide di Atene
Atenagora di Atene
Clemente I di Roma
Erma
Giustino
Ignazio di Antiochia
ignoto 1
ignoto 2
Ignoto 3
Melito di Sardi
Papia di Ierapoli
Policarpo di Smirne
Taziano il Siro
Padri del III sec.
Cipriano di Cartagine
Clemente di Alessandria
Dionigi di Alessandria
Gregorio di Neocesarea
Ippolito di Roma
Ireneo di Lione
Marco Minuccio Felice
Novaziano
Origene
Teofilo di Antiochia
Tertulliano
Concilio di Nicea
*** i Partecipanti al Concilio ***
Padri del IV sec.
Alessandro di Alessandria
Ambrogio di Milano
Anfilochio di Iconio
Anfilochio il Saggio
Antonio il Grande
Arnobio il Vecchio
Atanasio di Alessandria
basilio di Cesarea
Cirillo di Gerusalemme
Damaso I
Didimo il cieco
Diodoro di Tarso
Efrem il Siro
Epifanio di Salamina
Eustazio di Antiochia
Eusebio di Cesarea
Gaio Mario Vittorino
Giovanni Crisostomo
Giulio Firmico Materno
Gregorio di Nissa
Gregozio Nazianzeno
Ilario di Poitiers
Lattanzio
Metodio d’Olimpo
Nemesio d’Emesa
Paolo di Tebe
Pacomio
Pietro d’Alessandria
Pietro di Sebaste
Rufino d’Aquileia
Sulpizio Severo
Teofilo d’Alessandria
Timoteo d’Alessandria
Zenone di Verona
Padri del V sec.
*** Patriarcati ***
Agostino d’Ippona
Ambrogio Teodosio Macrobio
Cirillo d’Alessandria
Cromazio d’Aquileia
Eucherio di Lione
Eznik di Kolb
Gennadio di Costantinopoli
Giovanni Cassiano
Isacco d’Antiochia
Leone I
Narsai
Paolino di Nola
Salviano di Marsiglia
Severino Boezio
Sofronio Eusebio Girolamo
Teodoro di Cirro
Teodoro Mopsuestia
Vincenzo di Lerinis
Padri del VI sec.
*** L’anatema di Giustiniano ***
Benedetto da Norcia
Dionigi Areopagita (Pseudo)
Giacomo di Sarug
Giovanni IV Nesteute
Gregorio I
Marziano Mineo Felice Capèlla
Severo d’Antiochia
Padri del VII sec.
Giacomo di Edessa
Ildefonso di Toledo
Isidoro di Siviglia
Massimo il confessore
Sofronio di Gerusalemme
Padri dell’VIII sec.
Beda il venerabile
Germano di Costantinopoli
Giovanni Damasceno
Isacco di Ninive
Tarasio di Costantinopoli
Padri del IX sec.
Fozio I
Niceforo di Costantinopoli
Teodoro Studite
Padri posteriori al 1000
Bernardo di Chiaravalle
Gregorio Palamas
Marco di Efeso
Simeone Teologo
Teofilatto di Ohrid
Conclusioni
Bibliografia
Rotolo Di Pergamena E Della Piuma Illustrazione di Stock - Illustrazione di decorativo, pergamena: 13639444padri della Chiesa
La vera storia
Marco Enrico de Graya © 2022
Titolo: Padri della Chiesa – La vera storia
Prima edizione Gennaio 2022
ISBN: 979-12-20385-46-6
Tutti i diritti sono riservati.
Ogni riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo,
deve essere preventivamente autorizzata dall’editore.
Copertina: in proprio con immagine di pubblico dominio
Immagini del testo create dall’autore
Impaginazione: in proprio
Editing: in proprio
Dedicato all’Imperatore Costantino, che riuscì a trasformare una setta ebraica in una religione, a Celso, che non riuscì a far comprendere ai fedeli il senso del Cristianesimo ed a Barlaam di Seminara, che cercò inutilmente di far comprendere l’impossibilità di conoscere Dio.
Introduzione
Il Rabbino Yeshua ben Yeoussuf¹, noto in occidente come Jesus o Gesù, svolse la sua opera di predicazione errante nei primi decenni dell’era volgare, quando a Roma governava l’Imperatore Tiberio; la tradizione ci riferisce che predicò negli anni dal 30 al 33 d.C. senza alcuna base storica.
Non sta a noi ricordare in queste pagine tutte le disquisizioni, le polemiche e le diatribe inerenti la sua vita, in quanto vi è chi afferma che non sia mai nemmeno esistito, chi ritiene che la sua figura sia il sincretismo di due personaggi - l’uno predicatore di una visione del mondo basata sull’amore ed uno Zelota violentemente antiromano -; Chi ritiene sia il personaggio che è descritto nei Vangeli Canonici, chi un seguace della Comunità Essena, quindi nemico dei Saddudei, in quanto ellenizzati, e dei Farisei, troppo legati alle tradizioni esteriori e non ai precetti della Legge Mosaica; ciò che è certo, ci dicono gli Ebrei, è che se era un rabbino che predicava in forma errante, significa che prima aveva ottenuto il riconoscimento di grande sapienza e conoscenza della Legge; inoltre, per poter divenire un Rabbino, secondo le tradizioni ebraiche, doveva essere sposato e per svolgere la predicazione errante doveva essere un uomo "compiuto", ossia essere padre.
Era quindi sposato Gesù? Evidentemente si, ce lo dice persino un testo antichissimo, anteriore ai Vangeli: il Vangelo di Maria, in lingua Copta, ritrovato in Egitto, ove la moglie Maddalena era annoverata fra gli Apostoli; che fosse un Rabbino che lo dicono i Vangeli stessi in quanto viene indicato come Rabbi, ossia Rabbino, e come Maestro, che ne è la traduzione; inoltre, ci viene narrato, sempre nei Vangeli, che lesse e predicò nella Sinagoga di Cafarnao, cosa riservata ad un Rabbino.
Come vedremo, non sappiamo chi e quanti seguaci, ossia Apostoli, ebbe: in base alle fonti si va dai cinque ai dodici; ma la questione non è fondamentale, il fatto è, che se aveva dei seguaci, significa che era ritenuto un grande maestro. E come è possibile che un personaggio così, apparentemente famoso, non abbia lasciato traccia nella storia dell’epoca? Innanzi, perché è un personaggio famoso nell’ottica occidentale e non ebraica; poiché nei due secoli a cavallo dell’inizio dell’epoca volgare vi furono decine e decine di Rabbini erranti che predicavano il ritorno alla purezza della Legge Mosaica e, quindi, Gesù non era che uno di questi, uno dei tanti.
Gesù, se era un Rabbino, oltre a leggere, sapeva sicuramente anche scrivere; come è possibile che non abbia lasciato di sé qualche scritto? I casi sono due: o era un tale fervente seguace della Torah che riteneva che quanto vi era scritto era "tutto" e, quindi, non vi era nulla da aggiungere, oppure dobbiamo ritenere che sia valida la tradizione Islamica, che ci riferisce che Gesù scrisse un testo, indicato come Ingil, e che fu fatto sparire. Il che non lo possiamo certo negare a priori; possiamo anche ritenere che fra i suoi seguaci vi sia stato qualcuno che ne riportasse le gesta e, queste, sono state la famosa fonte Q
, sulla base della quale sono stati successivamente scritti i Vangeli Sinottici, ossia Marco, Matteo e Luca. Non quello di Giovanni, in quanto nato da tradizioni orali impregnate di pensiero gnostico; peraltro un Vangelo veramente differente dai Sinottici, facciamo un esempio per tutti: in Giovanni, la cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme avviene all’inizio della predicazione e non nell’ultima settimana di vita; secondo Giovanni l’atto di cacciare i mercanti è stato il simbolo iniziale di una predicazione volta alla purificazione delle tradizioni ebraiche dalle incrostazioni dovute alla gestione di un Sinedrio prono, prima, alla dominazione ellenista e poi a quella romana.
Quindi, Gesù predicava il ritorno ad un ebraismo delle origini e, certamente, nemmeno immaginava la creazione di una nuova religione; su questo possiamo essere certi! Lui voleva l’applicazione delle 613 Mitzvot, ossia dei precetti talmudici, invece, tutto il resto sono successive invenzioni.
Ma che fine ha fatto Gesù? Non lo sappiamo; i Vangeli ci dicono che sia stato giustiziato, e la cosa è plausibile nel momento che si era messo in forte contrasto con il Sinedrio; i Sacerdoti detenevano il loro potere grazie alla benevolenza di Roma ed il Sommo Sacerdote era eletto con il placet di Roma stessa; non potevano permettersi di avere un ritorno alle origini, ove la Giudea la provincia romana di Palestina, fosse dominata da sentimenti mosaici, in quanto sarebbe stata ritenuta la "terra di Yahweh", e, quindi, sarebbero aumentate le rivolte, già endemiche, contro l’occupante; inoltre vi era la questione dell’iconoclastia tipica mosaica, ossia del rifiuto delle immagini umane, in quanto espressamente vietate dalla Torah; quindi il rifiuto delle monete romane ove vi erano rappresentati imperatori e Dei Celicoli²; quindi è quantomeno plausibile che il Sinedrio l’abbia fatto seguire da "agenti provocatori", che attendevano il momento in cui Gesù commettesse un errore teologico, e dunque potesse essere accusato e condannato; cosa che risulta avvenuta secondo i Vangeli. Gesù fu processato e condannato dal Sinedrio. Certamente non da Pilato e dalla Legge di Roma, a cui nulla interessava delle questioni religiose di quella lontana provincia; in effetti, nel Talmud, si narra della condanna e messa a morte di un Yeshua in quegli anni; secondo taluni Rabbini, si tratta di Gesù, secondo altri di un omonimo, in quanto ritengono che il Gesù evangelico non fu condannato, come peraltro riporta il Corano.
E quindi, che fine ha fatto Gesù? Vi sono antiche tradizioni, anche diffuse fra i suoi seguaci, che narrano di un Gesù che abbia abbandonato la Palestina e si sia recato ad est, fermandosi poi in quelle valli che oggi sono indicate come Kashmir; perché proprio in Kashmir? Il legame con la Giudea è antico: Mosè promise, a chi lo seguiva nella cacciata dall’Egitto, che li avrebbe portati in una terra di latte e miele, ma molti si fermarono in terra di Canaan, altri lo seguirono sino in Kashmir; ove vi è anche una tomba in cui la tradizione afferma vi sia sepolto Mosè, così come vi è una tomba dedicata al profeta Isa, ed Isa è il nome arabo di Gesù.
Ciò che sappiamo è che nelle versioni più antiche del Vangelo di Marco, il più vecchio, questo termina con il ritrovamento della tomba vuota e non vi è la narrazione della resurrezione, riportata negli ultimi dodici versetti; nelle versioni successive vi è la cosiddetta versione breve, ossia solamente con la resurrezione, quindi la cosiddetta versione lunga, con gli incontri di Gesù risorto con gli Apostoli; narrazione che, con le consuete varianti, ritroviamo negli altri Vangeli, che sono successivi a quelli di Marco.
***
La questione verte sul fatto che la narrativa comune ci riferisce che si formarono le prime comunità "cristiane, ossia dei seguaci di Cristo; il che è ridicolo per due motivi: Cristo deriva dalla traduzione in greco di Messia, ossia
unto dal Signore"; per il mondo ebraico, il Messia è una figura chiara che avrà una storia precisa, sarà un condottiero politico-militare che scaccerà i nemici del popolo ebraico dalla Giudea e la renderà nuovamente indipendente e sottoposta ad un governo teocratico in cui vigerà la Legge della Torah; quindi per nessun ebreo, di allora o di oggi, Gesù era il Messia, in quanto non svolse nessuna di queste azioni: non scacciò i Romani, non rese indipendente la Giudea e non instaurò un governo teocratico; quindi, non era possibile annoverarlo come Messia.
Allora come mai si formarono le prime comunità di suoi seguaci? I casi sono due: o si trattava di seguaci della sua predicazione, e quindi aspiravano al ritorno della purezza della vita seguendo i dettami della Torah, oppure veramente credevano che Gesù fosse il Messia che sarebbe dovuto tornare alla fine dei tempi e, quindi, creare quel mondo perfetto tanto agognato; ma sarebbe dovuto tornare dal Kashmir o sarebbe dovuto discendere dal cielo su una nuvola? Non lo sappiamo; in entrambi i casi, si trattava di Ebrei che seguivano la parola di un Rabbi, cosa plausibile e che succedeva non raramente; e questi vivevano sempre all’interno della comunità ebraica, magari aprendo dispute, anche aspre, con chi non seguiva la sua predicazione.
Nei primi due secoli, in effetti, non furono identificate dai romani differenze fra gli Ebrei ed i seguaci di Gesù; ma con il tempo la questione si trasformò e prese una piega particolare: a Corinto, ad Efeso, a Cartagine, a Lione ed a Roma si vennero a formare delle comunità che si differenziavano dall’ebraismo; certo, ne seguivano i riti e le tradizioni, ma la componente di attesa del ritorno di Gesù era forte! Sarà quindi interessante vedere che cosa scrivevano i primi "Padri della Chiesa"; perché furono loro, con la predicazione di Saulo-Paolo e Simone-Pietro, a definire la prima teologia.
Poi giunse l’Imperatore Costantino con il suo grande progetto di unificazione in forma sincretica di alcune religioni, al fine di crearne una nuova, che fosse Cattolica, ossia di tutti; in quanto intendeva riportare in un solo alveo religioso tutti i cittadini dell’impero; ecco quindi il Concilio Ecumenico di Nicea con la definizione delle basi della nuova religione.
***
In questo libro affronteremo la creazione del pensiero, della teologia e della filosofia del Cristianesimo, attraverso una narrazione laica e non apologetica dei suoi protagonisti; quindi, non per conoscere le meraviglie del loro pensiero dogmatico, se mai ci fosse stato, ma per conoscere la loro vita, le dispute, le scomuniche ed anche i concetti principali della loro posizione teologica nei confronti della predicazione di Gesù.
Partiamo dagli Apostoli, che non sono indicati come Padri della Chiesa, ma, quantomeno Pietro e Paolo, ne hanno tracciato il solco per i primi due secoli, quindi gli Evangelisti; successivamente passeremo all’esame dei Maestri della Chiesa; questi, oggigiorno, sono dimenticati in massima parte dalla Chiesa Latina – Cattolica –, ma sono ancora tenuti in considerazione dalle Chiese Ortodosse; solo alcuni, pochissimi, sono stati inseriti fra i Padri della Chiesa. In realtà si tratta di tutti coloro che, nei primi due secoli dopo la predicazione di Gesù, ne parlarono nel bene e nel male. Non dobbiamo stupirci se in due secoli vi sono così poche fonti; Gesù era praticamente sconosciuto al di fuori dell’ambito ebraico.
Finalmente giungeremo ai Padri della Chiesa. L’elenco non è definito in forma stabile, né dalla Chiesa Latina né da quelle Ortodosse; ne esistono almeno cinque elenchi differenti. Noi li abbiamo presi tutti in considerazione e non abbiamo trascurato nessun "Padre"! Ogni elenco li suddivide in maniera differente: per epoca, per tipologia di testi, per aderenza o fedeltà alla chiesa occidentale o orientale, etc.; pertanto, abbiamo optato per una suddivisione temporale, ossia per secolo durante il quale hanno operato; all’interno del secolo, sono in sequenza alfabetica, poiché le date di nascita sovente mancano o non sono affidabili; l’unica suddivisione che abbiamo effettuato è pre e post Concilio di Nicea: in quanto nei due secoli precedenti si tratta di un pensiero giudaico-cristiano e, successivamente al concilio, si tratta della ricerca di una definizione di una teologia assente.
Rotolo Di Pergamena E Della Piuma Illustrazione di Stock - Illustrazione di decorativo, pergamena: 13639444Origine della Chiesa
Affrontiamo ora i personaggi che hanno dato l’avvio alla setta ebraica dei seguaci di Gesù, prima ancora che si trasformasse nella corrente giudeo-cristiana; vedremo gli Apostoli, compresi quelli che si aggiunsero dopo la scomparsa di Gesù, gli Evangelisti Canonici, gli evangelisti Apocrifi ed infine gli Evangelisti Gnostici.
*** Apostoli ***
I quattro Vangeli Canonici presentano versioni differenti degli Apostoli: Marco e Matteo sono quasi uguali, ma la cosa non deve stupire, in quanto il Vangelo di Matteo è quasi interamente copiato da quello di Marco; alquanto simile anche l’elenco degli Apostoli indicati da Luca; a parte l’assenza di Taddeo e la comparsa di Giuda figlio di Giacomo; differente la lista degli Apostoli elencati da Giovanni, in quanto ne presenta solamente nove anziché dodici come gli altri evangelisti; mancano Bartolomeo, Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone il Cananeo, ma vi sono: Giuda "non Iscariota", che possiamo identificare con il Giuda figlio di Giacomo del Vangelo di Luca; inoltre vi è Natanaele, sconosciuto agli altri evangelisti; poi vi sono gli Apostoli indicati negli Atti, che dovrebbero essere stati scritti da Luca; vi troviamo mattia in sostituzione di Giuda Iscariota e non solo. La questione è curiosa in quanto appare Taddeo Lebeo, che mancava in Luca, ed è scomparso Giuda figlio di Giacomo che era presente solo in Luca; dobbiamo quindi pensare ad una interpolazione volta ad allineare gli Atti; infine abbiamo le Lettere Apostoliche; in queste, attribuite a Pietro, Paolo, Giovanni, etc., vi troviamo altri personaggi indicati come Apostoli, oltre al noto Saulo detto Paolo, Barnaba, Andronico e Giunia.
Nel Talmud, quindi, la fonte più vicina agli avvenimenti, se non altro perché scritto da Ebrei residenti in Giudea, abbiamo indicati solo cinque Apostoli: Matthäi, che dovrebbe essere Matteo, Todah, che dovrebbe essere Taddeo e tre sconosciuti: Nakai, Nezer e Buni.
Anche il Corano indica alcuni Apostoli: otto che trovano corrispondenza in altrettanti Apostoli noti; inoltre vi sono indicati: Giacobbe Zebedeo e Giacobbe figlio di Halfà.
Nei Vangeli Apocrifi e Gnostici vi sono sempre e solo indicati alcuni Apostoli, ma si tratta sempre dei più noti.
Simone - Pietro
Simone pare essere nato a Betsaida in Galilea. Fratello di Andrea; questi divenne discepolo di Giovanni il battista e conobbe Gesù. Chiamò il fratello Simone ed, insieme, lo seguirono divenendo fra i suoi più fidati Apostoli.
Sempre presente nei Vangeli, fu l’unico Apostolo ad abbozzare una difesa al momento dell’arresto: nel Vangelo di Matteo³, e solo nel suo, vi è la nota dichiarazione di Gesù, secondo la quale Simone avrebbe assunto il nome di Pietro e la guida dei suoi seguaci; affermazione che la Chiesa di Roma ha utilizzato per secoli come motivo di volontà di supremazia sugli altri Patriarcati. Il curioso è che il Vangelo di Marco, che è antecedente, e gli altri vangeli non riportino la dichiarazione; pertanto l’affidabilità è estremamente scarsa. Inoltre, la pretesa di indicare Pietro come prima guida della comunità dei seguaci di Gesù di Roma è destituita da ogni prova in quanto risulta che Pietro fu a capo della comunità di Antiochia di Siria fra il 34 ed il 64, quando a Roma vi erano altre guide della comunità. Persino la presenza di Pietro a Roma fra il 64 ed il 67 non è provata: come non abbiamo prove del suo supposto martirio nel 67; al contrario è probabile che sia morto ad Antiochia nel 64.
Assieme al fratello Andrea ed al discepolo Giovanni, fu acerrimo nemico di Saulo-Paolo per le sue idee aperturiste verso i non ebrei. In effetti, la leggenda della conversione del centurione romano Cornelio, primo pagano convertito, è, molto probabilmente, volta ad imporre una primazia di Pietro in questo campo a discapito di Paolo.
A Pietro sono tradizionalmente ascritti diversi testi apocrifi, fra cui il Vangelo di Pietro e gli Atti di Pietro.
Andrea
La tradizione ci narra che Andrea sia nato il 6 a.C. a Betsaida in Galilea. Fratello di Simon-Pietro e figlio di Giona, secondo il Vangelo di Matteo, e figlio di Giovanni secondo il Vangelo di Giovanni.
Fu discepolo di Giovanni il Battista e conosciuto Gesù, chiamò il fratello Simon-Pietro ed insieme lo seguirono divenendo suoi Apostoli. Sempre presente nei Vangeli, tuttavia negli Atti egli Apostoli ha solo un accenno.
La tradizione riportata da Eusebio di Cesarea, ci narra che predicò in Asia Minore ed in Scizia; sempre la tradizione vuole che fu lui ad costituire la comunità dei seguaci di Gesù a Costantinopoli. Si afferma che sia morto martire in Grecia nel 60, sotto l’impero di Nerone; la cosa è poco credibile in quanto Nerone perseguitò solamente i giudeo-cristiani di Roma, in quanto vi avevano appiccato il devastante incendio; asserendo che il fuoco purificatore avrebbe distrutto la nuova Babilonia e si sarebbero poste le condizioni del ritorno di Gesù.
Due testi apocrifi sono dedicati ad Andrea: gli Atti di Andrea ed il Vangelo di Andrea; che sono talmente fantasiosi che persino Papa Gelasio nel V sec. dovette emettere il Decretum Gelasianum, ove venivano indicati come frutto di fantasia!
Giacomo il Maggiore
Nacque a Betsaida, figlio di Zebedeo e di Salomè e fratello di Giovanni; sia questi che Giacomo erano soprannominati Boanerghes, letteralmente "figli del tuono". L’Islam riferisce anche di un Giacobbe figlio di Zebedeo, ma costui non è ricordato nei Vangeli.
Il Vangelo di Luca ci riporta che, durante la predicazione, Gesù e gli Apostoli giunsero in un villaggio abitato da Samaritani, ossia ebrei che ritengono veritieri solamente i primi cinque libri della Bibbia, la Torah, o Pentateuco come li indica la Chiesa; al rifiuto dei Samaritani di accogliere la comitiva, Giacomo chiese a Gesù di far distruggere il villaggio tramite "fuoco disceso dal cielo; probabilmente era questo carattere impulsivo che fece nascere il soprannome di
figlio del tuono".
Con Pietro fu testimone della cosiddetta trasfigurazione di Gesù ed in effetti assieme al fratello ed a Pietro, erano i tre più fidati Apostoli, almeno secondo i Vangeli.
La tradizione ci narra che andò a predicare in Spagna; ma altra tradizione ci riferisce che fu fatto uccidere da Re Erode Agrippa I nel 44.
Giovanni
Come il fratello Giacomo, nacque a Betsaida ed era figlio di Zebedeo e Salomè; quest’ultima si ritiene sia stata una delle pie donne presenti sotto la croce di Gesù.
Per secoli si ritenne che il Vangelo di Giovanni fosse stato scritto dall’Apostolo, ma, come vedremo, fu redatto anni dopo la sua morte!
Ci viene riportato dai vangeli che si trattava dell’apostolo preferito da Gesù, asserendo "il discepolo che Gesù amava"; abbiamo poche informazioni sulla sua vita: ci viene riferito che, lui e Andrea, erano seguaci di Giovanni il Battista e quando Gesù andò presso il Giordano per incontrare quest’ultimo, i due lo seguirono divenendo suoi Apostoli.
Dopo la scomparsa di Gesù, seguì Pietro e fu avversario di Paolo. Negli Atti degli Apostoli, si descrive l’incontro di Pietro, accompagnato da Giovanni, con Simon Mago; pare che si sia, successivamente, recato ad Efeso a predicare presso la locale comunità ebraica della diaspora, ove pare che morì forse nel 98. A lui è dedicato il testo Apocrifo "Atti di Giovanni".
Filippo
Filippo pare sia nato a Betsaida in Galilea il 5 d.C., compaesano di Simon-Pietro e Andrea. Il Vangelo di Giovanni ci riferisce che fu lui a portare Natanaele a conoscere Gesù e, quindi, a divenire un Apostolo. Ancora Giovanni ci riferisce che Filippo, a Gerusalemme, parlò con due giudei ellenizzati che volevano incontrare Gesù; ci viene sottolineato che, evidentemente, conoscesse il greco; la cosa è plausibile in quanto, come detto, era galileo e la Galilea gravitava sulla Siria che era una nazione fortemente ellenizzata.
La leggenda narra che Filippo andò a predicare in Scizia, ossia l’odierna Ucraina, popolata da clan germanici; nella predicazione fu accompagnato dalle sue due figlie. In Scizia fu catturato e portato nel tempio dedicato a Marte, pretendendo che vi sacrificasse dell’incenso nel braciere; al suo rifiuto, gli Scizi lo obbligarono, a quel punto dal piedistallo della statua del Dio Marte ne uscì un drago che si avventò sugli astanti uccidendo il figlio del sacerdote ed altri; Filippo scacciò il drago e resuscitò chi ne era stato ucciso. Quindi si recò a Ierapoli, in Frigia, nell’80 ove vi era il più famoso tempio dedicato ad Apollo; qui, molti si convertirono, ed il prefetto romano lo fece inchiodare ad