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La leggenda della dama del lago
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E-book224 pagine3 ore

La leggenda della dama del lago

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Info su questo ebook

Sulle rive del lago di Greenfield, un antico castello abbandonato ricorda la storia di una dama che vi fu rinchiusa per impedirle di fuggire con un pescatore.
La sua triste storia aveva creato una leggenda: si narrava che la dama, colpita da una maledizione, sarebbe stata costretta a vagare per l'eternità su quelle rive alla ricerca del suo pescatore e chiunque avesse visto il suo fantasma aggirarsi di notte sul lago, sarebbe impazzito d'amore.
In una sera d'estate del 1355 un giovane Lord di passaggio sul lago assiste al fenomeno. Al mattino incontra una fanciulla sconosciuta che si bagna nel lago.
Lord Patrick riprende il viaggio verso il suo palazzo, dove gravi fatti sono accaduti.
Ma gli eventi precipitano. Il suo palazzo non è più il luogo sicuro che aveva lasciato, la sua stessa vita è in pericolo e forse anche l'amore, potrebbe rivelarsi un inganno. 
Patrick è un cavaliere addestrato alla guerra e braccio destro del Principe nero, ma da solo, riuscirà a ristabilire le sorti del feudo e cacciare via i suoi nemici? Sarà in grado di liberarsi dell'incantesimo della strega che vorrebbe indirizzare i suoi sentimenti?
A Greenfield, un villaggio di umili pescatori, dove la dama atterrisce i viandanti, troverà la forza di cui ha bisogno e riuscirà forse a leggere chiaramente nel suo cuore.
LinguaItaliano
Data di uscita5 lug 2022
ISBN9791221365825
La leggenda della dama del lago

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    Anteprima del libro

    La leggenda della dama del lago - Marcella Piccolo

    Prologo

    Boschi d'olmi e conifere si specchiavano nel lago di Greenfield illuminando di un bagliore smeraldo l'intera vallata. Lungo il versante nord, in cima alle rocce a picco sul lago, si ergeva silenzioso e tetro un vecchio castello abbandonato.

    Da quasi cento anni gli anziani del luogo narravano una leggenda legata a quel piccolo maniero. Si diceva vi fosse stata imprigionata una fanciulla che, rifiutando il matrimonio, imposto dal padre con un nobile signore, era fuggita con un pescatore. I due giovani, rintracciati mentre stavano per unirsi in matrimonio, furono strappati dall'altare e separati per sempre. La fanciulla venne rinchiusa nelle stanze più isolate del castello dove nessuno poteva più avvicinarsi a lei oltre alla governante.

    Il giovane pescatore che non riuscì ad accettare di vivere separato dalla sua amata, continuò a cercarla vagando nei pressi del castello. Una notte fu sorpreso mentre scalava le mura per entrare nelle stanze di lei, trafitto dagli arcieri di guardia, morì precipitando nel lago. La giovane rimase a languire nel cupo maniero in preda alla disperazione, fino alla fine dei suoi giorni.

    Il castello, rimasto disabitato, si tingeva sempre più di tetri colori e, quando il vento ululava tra le torri, pareva che da esse sgorgassero i lamenti dei due innamorati.

    Con il tempo, il fantasma di una bellissima dama che scivolava flessuosa tra lo scintillio delle acque, cominciò ad alimentare le storie raccontate dai pescatori che tornavano all'alba dalla pesca sul lago. Si narrava che la dama, colpita da maledizione, continuasse a vagare per l'eternità sulle rive di Greenfield in cerca del suo pescatore e chiunque avesse assistito a quella visione sarebbe impazzito d'amore.

    La leggenda aveva infine creato un clima di desolazione e mistero nei dintorni del castello, ormai divenuto il sovrano di pietra del lato nord del lago. Pochi erano i viandanti che, inconsapevoli, si avventuravano lungo quelle spiagge, ormai non più toccate dall'opera dell'uomo. Il maniero rimaneva così un cupo ricordo della fine dei due amanti.

    1) Patrick Dawson

    In una calda sera di Agosto, un giovane cavaliere con un piccolo seguito si muoveva nella valle per tornare al proprio palazzo, dopo nove anni trascorsi partecipando ad azioni di guerra contro la Francia, nell'esercito del Re Edoardo III.

    Poiché il suo cavallo era stanco e assetato, si avvicinò alla riva del lago per farlo abbeverare; la giornata era stata afosa, ma sulla riva una leggera brezza offriva conforto ai viaggiatori accaldati. Decise di fare in quel luogo l'ultima sosta per la notte e diede ordine di preparare il campo in una radura nei pressi di quel vecchio castello.

    Sarebbe rimasto lì tutta la notte, seduto sugli scogli ad ammirare quel piccolo castello abbandonato, ma lo scalpiccio del destriero lo riportò alla realtà, quindi prese le redini e tornò verso l'accampamento, dove gli venne incontro il suo scudiero Allan.

    «Lord Patrick, non è prudente soffermarsi su queste rive di notte! Dicono che vi si aggiri il fantasma della dama del lago, che fa impazzire d'amore chiunque la veda.»

    «Non temo di innamorarmi! Di certo i dardi lanciati da una dama non saranno più pericolosi di quelli dei balestrieri di Crécy!»

    Allan sorrise scettico:

    «Siete fortunato, milord, che nessuna fanciulla vi abbia ancora colpito! Io che ho provato, vi posso assicurare che i dardi di una donna, talvolta, sono più dolorosi di quelli delle balestre.»

    «Da quanto ne so, però, tu stesso ami lasciarti colpire da tali dardi.»

    «Certamente, se lanciati da belle fanciulle! Ma dubito che un fantasma di cento anni possa conquistarmi.»

    Si accinsero a passare in quel luogo alcune ore di riposo, con l’intento di ripartire alle prime luci dell'alba per giungere prima di sera al castello di Northill.

    Mille pensieri turbavano Patrick mentre cercava di addormentarsi. Stava tornando a casa richiamato da Ronald, il fratello maggiore, perché gravi fatti erano accaduti: suo padre, il Conte di Northill, e la contessa sua madre erano morti entrambi, si diceva a causa di una grave epidemia. Il giovane lord Patrick Dawson stava ora tornando per portare sostegno al fratello rimasto solo.

    La mente turbata gli impediva di prendere sonno: pensava ai genitori che aveva lasciato in ottima salute ma che non avrebbe più trovato. Uscì dalla sua tenda e si avvicinò al lago, seduto sull'erba fresca, tornò ai suoi pensieri.

    Non avrei mai immaginato di non rivederli. Erano così preoccupati per la mia sorte quando a sedici anni partii: temevano di perdere un figlio, invece ora sono qui e vorrei tanto riabbracciarli, ma sono io ad aver perso loro. Mi pento di essere stato un ribelle, avrei dovuto rimanere loro più vicino e accettare la disciplina che volevano impormi. Mi hanno mandato nell'esercito del Re proprio perché la imparassi, forse ci sono riuscito, ma ora che so di non poterli più incontrare, mi rendo conto di aver sprecato questi anni lontano da casa.

    Patrick, nella sua modestia, si riteneva un ribelle insofferente alla disciplina, ma la realtà era che amava moltissimo correre all'aperto in libertà, e poiché la sua mente brillante comprendeva rapidamente tutti gli insegnamenti che gli venivano impartiti, avrebbe gradito riservare meno tempo allo studio e molto più tempo a correre e cavalcare. Infatti, entrando nelle milizie del re, dove gli addestramenti all'aperto erano all'ordine del giorno, si era trovato molto bene, riscuotendo successi e onori. Da quella vita di addestramenti e battaglie, ne era tornato rinvigorito e con un fisico statuario e forte, mentre il viso era rimasto quello dolce e fanciullesco di sempre.

    La leggera brezza della sera e lo spettacolo del lago illuminato dalla luna, contribuirono a rilassarlo; le palpebre cominciarono a farsi pesanti, quando improvvisamente vide un bagliore sul lago, il fruscio delle foglie si confuse con lo sciabordio dell'acqua e tra luci e ombre scorse una figura luminosa che dal lago veniva verso di lui. Era una dama vestita di veli bianchi, con la pelle chiarissima e lunghi capelli che rilucevano come argento nel buio della notte. Il suo sorriso era dolce, il suo passo leggero: scivolava sulla riva come stesse volando. Il sonno lo colse come magia e sprofondò in un riposo senza turbamenti.

    Si svegliò all'alba con quell’immagine nella testa, senza sapere se avesse sognato oppure si fosse trattato di realtà, ma la sensazione che provava era rassicurante, si sentiva pronto ad affrontare il futuro.

    Tornato al campo, dopo una breve colazione, iniziarono i preparativi per riprendere il viaggio, ma al momento di partire, volle nuovamente recarsi sul lago: il desiderio di rivederne le rive era irresistibile.

    Avvicinandosi agli scogli, cominciò a udire una voce, lieve come un soffio. Incuriosito, s'inoltrò fra le rupi seguendo quel sussurro, svoltò dopo l'ultima roccia e rimase incantato.

    Una giovane donna era seduta sulle pietre. Aveva lunghi capelli neri, lucenti d’acqua e gli occhi di un verde chiaro e profondo. Si voltò al rumore dei passi e si mostrò stupita alla visione di quel giovane apparso dal nulla.

    La giovane vestiva solamente una lunga camicia bianca, completamente bagnata che lasciava trasparire le sue forme armoniose. Da perfetto cavaliere qual era, Patrick si voltò e, pronunciando parole di scusa, si allontanò in fretta in direzione del campo. Quel breve incontro però era bastato per lasciargli una sensazione strana, mai provata. Si sentiva come catturato da quello sguardo e solo ricorrendo alla sua grande forza di volontà poté riprendere il cammino.

    Sul sentiero incontrò Allan, anch'egli richiamato dal canto, che si stava avvicinando alle rocce, ma Patrick lo fermò con decisione:

    «No! Non è nulla, è passata una barca in lontananza, ma è già sparita. Il vento ha portato il canto fino qui, ma non c'è nessuno. O forse sarà il fantasma della dama!»

    «Impossibile! Non è mai accaduto di vederla al mattino. La dama appare solo di notte, ai primi rintocchi della mezzanotte! L'ora in cui fu ucciso il suo pescatore.»

    Così spiegò Allan, il quale, da uomo romantico e perennemente alla ricerca di nuovi amori aveva sempre ascoltato con emozione la storia della dama del lago.

    «Torniamo al campo e mettiamoci in viaggio, abbiamo ancora tanta strada da fare» proseguì Patrick, stranamente desideroso di allontanarlo da quella riva.

    Allan, a malincuore, dovette seguire il proprio signore, rimandando i propositi d’avventura al momento in cui sarebbero stati a palazzo. Sapeva che, una volta a corte, non sarebbero mancate graziose damigelle, desiderose di accogliere piacevolmente i prodi guerrieri di ritorno dalla guerra.

    Presero a salire i sentieri che li portavano verso la cima di Northill, dove si ergeva il castello della contea. Patrick era impaziente di tornare a palazzo, rivedere suo fratello e farsi raccontare tutti i fatti avvenuti in sua assenza. Ritrovare l'ambiente in cui era cresciuto e sentirsi di nuovo a casa.

    Cavalcarono tutto il giorno, attraversando la foresta. Quando infine arrivarono a Northill ed entrarono nel palazzo, Patrick ebbe la sgradevole sensazione che nessuno più lo riconoscesse: tutti i cavalieri e i servitori del padre erano stati sostituiti, rimanevano solo suo fratello Ronald, l'istitutore sir Harrison e pochi altri di quelli che aveva conosciuto da ragazzo.

    Fortunatamente, però, rimaneva proprio sir Harrison, un collaboratore molto esperto, che aveva affiancato suo padre per tanti anni e che era stato per lui e Ronald un ottimo insegnante, anche se molto severo.

    Ci affideremo ancora a lui - pensò - che in questi mesi è stato di grande sostegno per Ronald. Sono sicuro che, con il suo aiuto, mio fratello diventerà capace e saggio come nostro padre nell'amministrare la contea.

    Tuttavia, una certa inquietudine lo aveva assalito entrando a palazzo: si sentiva osservato quasi fosse un visitatore straniero, nessun viso noto che gli venisse incontro accogliendolo con caldi benvenuti, nemmeno tra i servitori, nessuno che accorresse premuroso porgendogli acqua per dissetarsi dopo il lungo viaggio. Quando era in vita il padre, era consuetudine che ogni pellegrino ricevesse una brocca d'acqua fresca, per rinfrancarsi dal viaggio. Che fosse nobile o comune viandante, ognuno veniva accolto rispettando i sacri doveri dell'ospitalità.

    Guardandosi attorno, vedeva solo facce curiose che si ritraevano dietro le imposte quando venivano colte a osservarlo, come se avessero timore di lui, o di farsi vedere con lui. Solo suo fratello Ronald e sir John Harrison, rigido e austero come sempre, erano venuti ad accoglierlo per accompagnarlo nelle sue stanze e cambiarsi prima della cena.

    Il valletto che gli era stato messo a disposizione era un giovane taciturno e inespressivo, ben diverso da Allan, che prima di partire aveva ricoperto quel ruolo ed era cresciuto insieme a lui giocando nei boschi. Avevano creato una banda di amici che seguiva Patrick in ogni dove. Si erano esercitati provando tutte le lezioni che Patrick imparava dal maestro d'armi, tanto che quando fu mandato al seguito di Re Edoardo, anche Allan volle partire con lui per servirlo come scudiero. Si era così rivelato valido sia nelle battaglie, sia come amico.

    2) A Northill

    Patrick era impaziente di sentire dal fratello tutti i particolari sulla morte dei genitori. Appena si fu rimesso in ordine e cambiato, si recò nel salone dove Ronald lo aspettava:

    «Fratello mio carissimo, che gioia rivederti! Non immagini il dolore e lo sconforto nel trovarmi da solo ad affrontare il triste evento.»

    «Sono molto addolorato per quanto è avvenuto! Avrei desiderato essere anch'io accanto a loro come te, ma cos'è accaduto? Raccontami ti prego.»

    «Stavano bene fino a circa otto mesi fa, poi tutto cominciò durante un banchetto: si sentirono male e si accasciarono sulla tavola. A nulla valsero le cure e morirono durante la notte. Io rimasi con loro fino all'ultimo, ma non ripresero mai conoscenza. Dopo alcuni giorni, si ammalarono i servitori più vicini a nostro padre e morirono in molti, fra nobili e servitori. Dicono si sia trattato di un'epidemia, ora fortunatamente è terminata, ma abbiamo perso molti amici e dipendenti del castello.»

    Entrò una giovane donna elegantemente vestita, accompagnata dalla cameriera che portava un vassoio con una caraffa di idromele e tre tazze. Ronald l'accolse con un sorriso e fece le presentazioni:

    «La Contessa Amanda di Remans, la mia fidanzata. Dovevamo sposarci, ma il lutto ha fermato ogni nostro progetto.»

    «I nostri progetti riprenderanno, mio caro, e sarò felice di divenire vostra sposa quando il lutto sarà terminato!» Rispose la giovane con dolcezza, mentre porgeva a Ronald la bevanda. Patrick li guardò e intuì l'amore che c'era tra di loro.

    Lady Amanda versò l'idromele nelle tazze, ma a Ronald lo servì in una magnifica coppa con decorazioni raffinate, un regalo che lei stessa gli aveva portato dalla sua contea.

    Che ragazza amorevole! - pensò Patrick - E com'è bella: sembra un angelo! Anch'io vorrei innamorarmi di una fanciulla come lei ed esserne ricambiato.

    Abituato ormai al vino francese, non apprezzò l'idromele, ne bevve pochi sorsi e lo lasciò in un angolo, mentre affascinato seguiva la conversazione tra lady Amanda e suo fratello.

    La sera si tenne un banchetto in onore del suo ritorno, durante il quale sir Harrison lo presentò ai nuovi collaboratori:

    «Lord Patrick Dawson di Northill!» Il suo ingresso suscitò lo stupore di tutti i presenti, la sua figura alta ed elegante ricordava molto il conte padre, gli occhi azzurri e il sorriso dolce evocavano la bellezza amabile della madre. Il fisico temprato dalle battaglie, e dalle lunghe cavalcate, suscitava l'approvazione di tutte le dame presenti nel salone, che non esitavano ad avvicinarsi per essere presentate.

    Durante il banchetto, si trovò seduto accanto a lady Amanda ed ebbe così modo di conoscerla meglio: la giovane era timida, si mostrava imbarazzata nel parlare con lui, ma era molto educata e cortese.

    «Venite da molto lontano lady Amanda?»

    «Sì, lord Patrick, vengo dalla contea di Remans distante circa quattrocento leghe. Mio padre era il defunto conte. Sono stata invitata a Northill assieme ad altre giovani delle varie contee, in modo da essere presentate a lord Ronald per la scelta della futura sposa. Il suo sguardo si è posato su di me e ne sono immensamente onorata e felice; l'ho amato dal primo momento in cui ci siamo incontrati.»

    «Non si può non amare mio fratello: è l'uomo migliore che ci sia! Se voi lo amate e siete saggia quanto gentile e bella, sono certo che Northill non potrà avere contessa migliore.»

    Lady Amanda si illuminò in viso e ringraziò del complimento, chinando il capo garbatamente. Patrick la guardava con discrezione, cercando di non importunarla troppo con la propria curiosità, ma era affascinato da lei.

    È modesta, umile e dolcissima: sarà un'ottima moglie per Ronald.

    Il banchetto fu ricco di ogni genere di squisitezze e vini pregiati, la conversazione gradevole confortò Patrick, che cominciò a rilassarsi pensando che la contea sarebbe stata ben amministrata dal fratello e da lady Amanda. Però non riusciva a partecipare alla festa come avrebbe desiderato: il suo stomaco, dopo i giorni di viaggio, si rifiutava di collaborare. Fu assalito da dolori, che si manifestavano ogni volta che ingeriva del cibo. Decise di mangiare poco e rifiutò il vino che vedeva davanti a sé. Anche quando si avvicinò Ronald per brindare, dovette a malincuore fingere di bere per non farsi deridere da lui, come avveniva da ragazzo quando il fratello lo incitava a bere.

    «Un brindisi per noi finalmente riuniti, Patrick fratello mio! Oh, ma non ho portato la tazza di Amanda. Non importa, berremo dalla tua caraffa come facevamo da ragazzi. Ricordi quando rubavamo un boccale di birra e ci chiudevamo in camera a bere? Erano le tue prime sbronze. Ora non posso più ospitarti in camera mia però: talvolta ricevo visite molto gradite… Ma raccontami di te: ti sei dedicato solo alla guerra in questi anni? Oppure hai finalmente incontrato la fanciulla con cui dividere i tuoi sogni? Voglio essere il primo a saperlo, lo sai!»

    Patrick avrebbe desiderato assecondare il fratello

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