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La figlia del pirata: Harmony History
La figlia del pirata: Harmony History
La figlia del pirata: Harmony History
E-book227 pagine3 ore

La figlia del pirata: Harmony History

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Info su questo ebook

Antille/Inghilterra, 1671/1673
Incontrando Cassandra Everson a Barbados, il capitano Stuart Marston non immagina che quella donna impersoni tutto ciò che lui disprezza, e dopo un corteggiamento lampo la sposa. Durante il viaggio di ritorno in Inghilterra, però, l'amara verità viene a galla: Cassandra è la figlia del suo mortale nemico, un famoso pirata che aveva terrorizzato a lungo i mari del Sud e che lui stesso aveva catturato poco tempo prima. Deluso e amareggiato, Stuart la tiene a distanza senza dare spiegazioni, ma Cassandra è decisa a scoprire le ragioni del brusco voltafaccia del marito e a riconquistare il suo amore. Così, quando la loro nave viene assalita dai pirati...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2020
ISBN9788830521315
La figlia del pirata: Harmony History
Autore

Helen Dickson

Helen Dickson lives in South Yorkshire with her retired farm manager husband. On leaving school she entered the nursing profession, which she left to bring up a young family. Having moved out of the chaotic farmhouse, she has more time to indulge in her favourite pastimes. She enjoys being outdoors, travelling, reading and music. An incurable romantic, she writes for pleasure. It was a love of history that drove her to writing historical romantic fiction.

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    Anteprima del libro

    La figlia del pirata - Helen Dickson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Pirate’s Daughter

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2003 Helen Dickson

    Traduzione di Ruggero Russo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-131-5

    1

    Londra, novembre 1671

    L’impiccagione del capitano Nathaniel Wylde, il famigerato pirata, era stata fissata per le dodici al Molo delle Esecuzioni, lungo l’imbarcadero nord del Tamigi, a Wapping, il luogo dove abitualmente venivano giustiziati i pirati che infestavano i mari.

    Una volta catturati, quegli uomini venivano posti sotto la giurisdizione del Lord Ammiraglio, che giudicava tutti i crimini commessi per mare fino alla linea di bassa marea. Al di sopra di quella i criminali venivano considerati comuni, anche se le loro azioni avevano avuto le acque del fiume come teatro, e venivano giudicati dai tribunali civili.

    La forca era una struttura semplice, formata da due pali ad angolo retto, ma la visione sinistra del nodo scorsoio che dondolava dal palo orizzontale aveva qualcosa di mostruoso.

    Dopo ogni esecuzione capitale bisognava aspettare che i corpi penzolanti sull’acqua fossero sommersi da tre maree consecutive, prima che venissero tirati giù e gettati in una gabbia di ferro sospesa sulle acque del Tamigi da un ponte, affinché servissero da monito ai marinai che si sentissero tentati di abbandonare il duro lavoro sulle navi e violare la legge.

    Una gran folla si accalcava sul molo e qualcuno sostava sulle barche per assistere all’impiccagione di quell’uomo su cui giravano storie eccitanti, voci che correvano dai mari della Cina ai Caraibi.

    Catturato dai pirati barbareschi mentre attraversava l’Atlantico per iniziare una nuova vita dopo la disfatta delle truppe fedeli al sovrano a Worcester, Nathaniel Wylde era riuscito a sfuggire due anni dopo all’infernale destino riservato agli schiavi. Impadronitosi di una nave, aveva cominciato a sua volta a solcare i mari, attaccando i mercantili. A differenza di quasi tutti gli altri predatori, celebri per la loro crudeltà, Wylde si era conquistato la fama di pirata gentiluomo per la cortesia e la generosità che aveva dimostrato nei confronti delle sue vittime.

    Neppure i suoi uomini, per quanto rozzi e analfabeti, si potevano paragonare agli altri equipaggi delle navi pirata, famigerati per il loro linguaggio blasfemo e per le memorabili sbornie a cui si abbandonavano dopo ogni abbordaggio vittorioso.

    Tenendosi un po’ discosta dalla ressa che si accalcava intorno al palco, Cassandra Everson cercava di proteggersi il viso con una falda del mantello. Sembrava volersi riparare dalla pioggia gelida che continuava a cadere da un cielo di piombo, in realtà non voleva essere riconosciuta da suo padre, l’uomo che presto sarebbe stato condotto al patibolo e avrebbe esalato il suo ultimo respiro sotto gli occhi avidi di quella folla in attesa.

    «Avrei preferito risparmiarti tutto questo» mormorò l’uomo alto e magro accanto a lei, che teneva la mano sull’elsa di un pugnale nascosto dal mantello agli occhi dei presenti. «Non dovevamo neanche venire. Avevo promesso a Nat di tenerti lontana da qui, di impedire che lo vedessi morire in questo modo.»

    «Dovevo venire» replicò la ragazza. «E tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Adesso stai zitto. Non voglio sentire recriminazioni.»

    Posò uno sguardo intenso sulla faccia di Drum O’Leary, i cui lineamenti erano parzialmente celati dal mantello. Per lui era essenziale non essere riconosciuto, ne andava della sua vita.

    Si era preso un gran rischio presentandosi lì, ma quando era giunto a Everton House, nel quartiere di Chelsea, portando la notizia della cattura di Nathaniel Wylde e della sua imminente esecuzione, lei aveva insistito per accompagnarlo.

    Drum era un irlandese dall’aspetto sinistro, e un violento. Ad avere a che fare con lui si rischiava di ritrovarsi un pugnale fra le costole. Si era conquistato quel soprannome, Drum, cioè tamburo, perché aveva prestato servizio come tamburino nell’esercito di Sua Maestà durante la guerra civile.

    Era un fedelissimo di Wylde, il suo amico più affezionato, e lo seguiva ovunque da vent’anni. Erano stati catturati insieme e tenuti come schiavi ai remi della galera dei pirati barbareschi. Tuttavia non era a bordo del Dolphin, il vascello di Wylde, quando era stato catturato. In quel periodo infatti si trovava alle isole di Capo Verde per vedere sua moglie e sua figlia.

    Sulla bocca di Cassandra si disegnò una smorfia di sofferenza, e Drum fu commosso da quello che lesse nei suoi occhi, così simili a quelli del padre. Il Molo delle Esecuzioni era un posto orribile anche per un uomo indurito come lui.

    Lei se ne accorse, anche se non lo stava guardando, e cercò di rassicurarlo.«Non preoccuparti, Drum. Non può sapere che siamo qui.»

    Cassandra sembrava insensibile all’aria fredda e umida di novembre, così come al fetore putrido che si levava dal fiume. Continuava a guardare verso il punto in cui sarebbe comparsa la carretta col condannato a morte.

    Presto la lugubre processione fu in vista, suscitando nella folla un brusio eccitato. Era preceduta dal maestro di cerimonie dell’Ammiragliato, l’unico uomo a cavallo. Cassandra non vedeva il padre da quindici mesi, ma la sua figura in piedi, coi polsi legati dietro la schiena, le riuscì subito familiare.

    La sua lunga capigliatura bionda striata di argento brillava anche in quella brumosa giornata novembrina. Una barba incolta copriva il suo viso, che lei ricordava sempre rasato di fresco, e la sua pelle, che il sole dei tropici rendeva di solito color del cuoio, adesso appariva pallida a causa delle molte settimane di detenzione in una cella buia.

    Cassandra si avviluppò ancor di più nel mantello, per fissare un’ultima volta, non vista, quel volto amato. Le lacrime le offuscarono gli occhi e soffocò a stento un singulto mentre le sfilava davanti.

    Quando la carretta raggiunse la riva del fiume il condannato salì sul patibolo, tallonato dal cappellano del carcere che tentò ancora una volta di fargli ammettere le colpe di cui si era macchiato e gli chiese solennemente di pentirsi dei suoi peccati prima della fine.

    Gli fu poi data la possibilità di parlare alla folla silenziosa, ma Wylde rifiutò. Avanzò verso la forca guardandola senza paura, dando a tutti l’impressione che fosse impaziente di lasciare questo mondo almeno quanto lo era stato di entrarci.

    Sebbene in vita fosse stato un pirata e un uomo senza legge, al momento della morte ostentava un’aria sprezzante che strappò un sorriso di apprezzamento anche ai più irriducibili forcaioli fra gli spettatori.

    Una furia gelida invase il cuore di Cassandra mentre assisteva a quella scena. Era frustrata dall’impossibilità di parlargli, di dirgli addio. Con le unghie conficcate nei palmi ascoltò le ultime preghiere del cappellano. Drum stava accanto a lei, immobile come una statua di pietra.

    «Dagli il coraggio di non mostrare alcun timore» sussurrò la ragazza, e il suo tono faceva pensare più a un ordine che a un’invocazione. «E fa’ che muoia subito.»

    Nathaniel Wylde non diede l’impressione di aver inteso le parole del cappellano che continuava a chiedergli di rinnegare la sua vita violenta. Il suo sguardo continuava a percorrere la folla sotto di lui, e improvvisamente si bloccò su qualcuno che se ne stava ai margini della ressa.

    La sua espressione rimase impassibile, ma poi sbatté le palpebre e un impercettibile sorriso gli curvò le labbra, mentre alzava una mano in segno di saluto.

    Cassandra cercò di seguire il suo sguardo domandandosi chi stesse fissando, e soprattutto cosa lo avesse indotto a sorridere nel momento supremo. Intravide un uomo che se ne stava appartato, anch’egli avvolto in un mantello nero e con un cappellaccio dello stesso colore. Non poteva distinguere i suoi lineamenti, ma era scuro di carnagione e aveva l’aria di chi è avvezzo al comando. Certamente doveva trattarsi d’un avventuriero.

    Come se si fosse accorto che l’aveva individuato, lo sconosciuto girò la testa verso Cassandra e i loro occhi si incrociarono. Tuttavia, prima che lei potesse vederlo bene, si voltò bruscamente, dandole la schiena e allontanandosi in fretta.

    Sentendo Drum che si irrigidiva al suo fianco, lei ritornò con gli occhi sulla forca, appena in tempo per vedere suo padre che dava l’addio alla vita. Una violenta sensazione di dolore la scosse tutta, e fu costretta a distogliere lo sguardo da quella scena.

    «È fatta» sussurrò al suo compagno, che non sembrava meno sconvolto di lei. «Questo è il giorno più buio della mia vita. Vieni, andiamocene via di qui. Ho visto abbastanza.»

    Camminarono lungo la riva, lasciandosi la folla alle spalle. Fu Drum a rompere il silenzio.

    «Devo riportarti a Chelsea.»

    «No» replicò lei, mentre la tensione cominciava gradualmente a dissolversi.

    L’uomo la scrutò corrucciato, aspettando che aggiungesse qualcosa, rendendosi conto che non era solo il ricordo dell’impiccagione a turbarla.

    «Non voglio che mio padre rimanga appeso al cappio in attesa che la marea lo sommerga» proruppe Cassandra dopo un po’. «Non voglio che i pesci lo sfigurino e che poi venga esposto in una gabbia da qualche parte sull’estuario. Appena arriva la marea voglio scendere il fiume, tagliare quella maledetta corda e portarlo via.»

    C’era una tale fierezza nel suo tono che lui non dubitò neppure un attimo della sua determinazione. Per qualche istante fissò quella deliziosa, infelice ragazza.

    «Non puoi fare più niente per Nat, cerca di capirlo» disse infine, anche se sospettava che sarebbe stato inutile.

    «Certo che posso. C’è ancora un’ultima cosa, la sua nave, il Dolphin

    «Lo sai che è stato confiscato, ed è ancorato da qualche parte lungo il Tamigi in attesa che venga deciso il suo destino.»

    «Puoi essere tu a deciderne il destino, Drum. Prendilo, e sarà tuo. Ti sorride questa prospettiva? È esattamente ciò che mio padre avrebbe desiderato.»

    «Dimenticalo. È impossibile» la rimbrottò il pirata, incredulo.

    «Impossibile, dici? Sono delusa. Quando mai una cosa è stata impossibile, per te? Non dirmi che hai perso il tuo spirito di avventura.»

    L’uomo sospirò. «Il mio spirito di avventura, come lo chiami tu, è svaporato quando ho saputo che Nat era stato catturato... e in ogni caso, dove potrei trovare i marinai per una simile impresa? Metà dell’equipaggio catturato con tuo padre è già stato impiccato.»

    «Lo so, ma ci sono molti marinai senza lavoro che sarebbero felici di seguirti, se ben pagati.»

    Il pirata sorrise divertito. «Così pensi che potremmo far passare la nave di Nat sotto il naso delle autorità?»

    «La sua nave, e il suo corpo. Trova qualcuno che lo porti via di lì, stanotte. Voglio che sia il mare la sua tomba, non una gabbia di ferro appesa su quelle acque luride. Se fossi un uomo lo farei io stessa. E farei in modo che i responsabili della sua morte ingiuriosa subiscano la stessa sorte.»

    «Sei leale, ma impulsiva, proprio come Nat» disse Drum fissandola. Adesso non sorrideva più. Era pensieroso. Non sarebbe stato uno scherzo portare via il cadavere del suo amico senza che nessuno vedesse, ma finalmente, dopo tanti giorni di apatia, la sua mente era focalizzata su un obiettivo e le sue energie parevano ridestarsi. «Sarà un’impresa molto pericolosa, quasi disperata. Ma ci sono ancora degli uomini fedeli a Nat.»

    «So che ci riuscirai» mormorò Cassandra. «E ti invidio, se vuoi saperlo. Ci sono giorni in cui la mia vita a Chelsea mi sembra soffocante.» Si arrestò di botto, folgorata da un’idea. «Portami con te, Drum.»

    Lui si fermò, scrutandola come se la credesse uscita di senno. Vide che la sua bocca era serrata e capì che parlava sul serio.

    «È fuori discussione. Non ci sono donne sulle navi pirata» replicò secco, ignorando i suoi occhi sgranati. «E non guardarmi così. Io non sono Nat. Tu riuscivi a fare con lui tutto quello che volevi, ma io...»

    «Ti prego. Non c’è niente per me, qui a Londra. Ho giurato di andarmene quando se ne fosse presentata l’occasione, e il momento è arrivato. Dopo l’ultima visita di mio padre molti nel vicinato hanno capito chi sono. I più gentili mi chiamano la bastarda del pirata... Dio mio, come odio quella gentaglia meschina e vile!»

    «Ti capisco, ma Nat non avrebbe mai voluto che io ti facessi correre un pericolo simile. Sono certo che avrebbe voluto saperti al sicuro, sotto la protezione di tuo cugino John.»

    «Sotto il suo dominio» lo corresse lei. «Intendiamoci, voglio bene a John e Meredith, e loro ne vogliono a me, tuttavia la vita che hanno progettato per me, sposarmi con un uomo posato e fare dei figli, mi sembra... spaventosa. Non so come definirla altrimenti.»

    Drum sapeva cosa intendeva dire. Cassandra sognava di sposare un uomo bello e fiero, coraggioso e votato all’avventura. Un uomo come Nathaniel Wylde, ovviamente.

    «E che genere di vita pensi che avresti, girovagando sugli oceani? Temo che i racconti di tuo padre ti abbiano riempito la testa di strane idee in proposito.»

    Era proprio così. Le storie che il padre le aveva narrato avevano prodotto in lei un’ebbrezza che nessun vino avrebbe potuto darle. Quella, però, non le aveva fatto dimenticare che gli eroi di quelle imprese erano comunque dei fuorilegge.

    «Io e Nat eravamo molto simili» proseguì Drum. «Le nostre anime si nutrivano della stessa smania di successo e di avventura. Lui si gettava a capofitto nelle imprese, persuaso che nessuna sfida fosse troppo grande per lui. E ha trasmesso questo spirito anche a te, a quanto vedo. Lo amavo come si ama un fratello, ma questo non cambia il fatto che era un pirata, e che la sua fama di uomo aggressivo e spietato era largamente meritata. Voglio che tu lo sappia e che non ti faccia delle illusioni.»

    Sentendolo parlare così Cassandra era impallidita, ma lui non si fece intenerire: voleva che vedesse suo padre per quello che era stato veramente. Un eccesso di sentimentalismo era pericoloso, e sarebbe servito unicamente a incoraggiarla nei suoi progetti assurdi.

    «Tu hai finito per convincere te stessa che Nat era una specie di santo, un uomo che non poteva sbagliare» continuò. «Invece era molto più simile a un diavolo, come tutti noi sapevamo bene.»

    «Comunque era mio padre, e io lo amavo» replicò lei, ma adesso stava sulla difensiva.

    «Amavi e ami un miraggio che hai creato tu stessa perché eri una ragazzina ingenua e idealista» precisò l’uomo con durezza.

    «Lo so... idealista e anche cieca, credulona e stupida. Però mi rifiuto di credere che l’uomo del quale mia madre si era innamorata fosse totalmente cattivo. Lui era la mia vita, il mio sovrano, e il mare era il suo regno dove sognavo che mi portasse, un giorno.»

    «L’amore ti rende incapace di giudicare obiettivamente, ragazza mia. Sono troppe le cose che ignori di Nat.»

    «Me ne rendo conto. È proprio per questo che voglio fare almeno una parte delle esperienze che ha fatto lui.»

    «Rischiando di essere catturata... e impiccata?»

    «Sì. Ti prego, portami con te» rispose Cassandra con voce risoluta, ma il suo sguardo era implorante. «Non ho paura delle conseguenze, e nemmeno della morte.»

    «Ecco, è esattamente questo il motivo per cui vorrei che tu restassi qui, invece.»

    «Ascolta, mio cugino John è ai Caraibi per conto della sua compagnia, in questo momento, e Meredith è andata nel Kent a trovare sua nonna. Le lascerò due righe per spiegare dove sono andata. Si arrabbierà, ma pazienza. E comunque io sarò in pieno Atlantico quando lei tornerà a Chelsea.»

    «Hai già calcolato tutto, vero?» osservò lui ridendo.

    «Drum, non mi scoraggia l’idea di essere l’unica donna a bordo di una nave piena di uomini. Inoltre, se i marinai rispettavano mio padre come dici tu, sua figlia sarà al sicuro.» Cassandra tirò un profondo respiro. «Andrò da John a Barbados. So che si tratterrà laggiù per altri dodici mesi almeno... Oh, Drum, ti prego. Voglio sentire sotto i piedi la tolda del Dolphin, annusare l’aria del mare e lasciare che il vento mi scompigli i capelli. Tu dovresti capirle queste cose.»

    «Pochi uomini reggono il beccheggio e il rollio delle navi. Ti sentiresti male per tutto il tempo» replicò l’uomo. Nonostante l’irritazione, ammirava il suo coraggio, ma non fece trasparire nulla sul suo viso.

    «Ce la farò. E quando raggiungeremo Barbados il vascello sarà tuo, come ti ho promesso, e ne potrai fare ciò che vorrai.»

    «Immagino la reazione di tuo cugino quando piomberai lì non annunciata» ridacchiò Drum,

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