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Posso sempre andare avanti
Posso sempre andare avanti
Posso sempre andare avanti
E-book168 pagine1 ora

Posso sempre andare avanti

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Info su questo ebook

La perdita di una persona cara è forse una delle peggiori avversità che si possano affrontare. Il lutto e il superamento sono processi individuali, personali, diversi per ognuno. Non si può stabilire un manuale d'istruzioni per trovare la via d'uscita al dolore, dato che si tratta di qualcosa di intimo e personale. Tuttavia, conoscere esperienze simili di altre persone può servire come guida, come orientamento verso la via d'uscita. È questo l'argomento del libro.

Contiene un'ampia raccolta di esperienze di persone che hanno affrontato la perdita di una persona cara, o una situazione simile, e che ne sono uscite più forti.

Spiega cosa rappresentano per l'essere umano le nozioni di passato, presente e futuro, e il loro stretto legame con il modo in cui alcune persone percepiscono le emozioni e i sentimenti negativi.

Parla ampiamente del lutto, delle sue fasi e della durata di ciascuna di esse.

Spiega in modo dettagliato cos'è la meditazione, e suggerisce un'ampia varietà di esercizi di rilassamento mentale e corporale, molto utili ed efficaci per superare situazioni di stress corporale e/o di abbattimento mentale.

Espone la nozione di "resilienza" e le caratteristiche fondamentali delle persone resilienti, e racconta le storie vere di molte persone considerate resilienti.

Allo stesso modo, spiega come la cosiddetta "programmazione neurolinguistica" può essere d'aiuto per superare situazioni e ricordi difficili e traumatici.

Contiene una lunga lista di libri, con tanto di sinossi, consigliati per superare il lutto in modo efficace.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita15 lug 2022
ISBN9781667437415
Posso sempre andare avanti

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    Anteprima del libro

    Posso sempre andare avanti - Franklin A. Díaz Lárez

    Posso sempre andare avanti

    Franklin A. Díaz Lárez

    ––––––––

    Traduzione di Jacopo di Carlo 

    Posso sempre andare avanti

    Autore Franklin A. Díaz Lárez

    Copyright © 2022 Franklin A. Díaz Lárez

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di Jacopo di Carlo

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    INDICE

    PROLOGO DELL’AUTORE

    IL BIVIO

    CONCEZIONE DELLE NOZIONI DI PASSATO, PRESENTE E FUTURO

    IL PASSATO

    IL FUTURO

    IL PRESENTE

    IL LUTTO. CONCETTO. FASI E DURATA.

    CONCETTO

    FASI DEL LUTTI

    DURATA DEL LUTTO

    LA RESILIENZA. CONCETTO E GENERALITÀ.

    INTERVISTA CON LA PRESIDENTESSA DEL INSTITUTO ESPAÑOL DE RESILIENCIA

    ESEMPI DI PERSONE RESILIENTI

    SILVIA MIRTA VÁLORI

    STEPHEN HAWKING

    ABRAHAM LINCOLN

    NELSON MANDELA

    ISMAEL SANTOS

    ANNA FRANK

    ÁNGEL SANZ

    HELEN KELLER

    KYLE MAYNARD

    ALBERT LLOVERA

    LA SQUADRA HOYT

    KALPANA SAROJ

    PABLO PINEDA

    SEAN MALONEY

    SARA NAVARRO

    STEVE JOBS

    TERESA SILVA

    TIM GUÉNARD

    CARLOTA RUIZ DE DULANTO

    LA MEDITAZIONE. CONCETTO E GENERALITÀ.

    1) TECNICHE DI RESPIRAZIONE

    1 – Osservando la nostra respirazione

    2 – La respirazione addominale

    3 – La respirazione completa

    4 – Il sospiro

    5 – Respirazione e immaginazione positiva

    6 – Respirazione con meditazione

    7 – Respirazione e auto-verbalizzazioni

    2) TECNICHE DI RILASSAMENTO MUSCOLARE

    1 – Pratica di tensione-rilassamento (16 gruppi muscolari)

    2 – Pratica di tensione-rilassamento (8 gruppi muscolari)

    3 – Pratica di tensione-rilassamento (4 gruppi muscolari)

    4 – Pratica di tensione-rilassamento (rilassamento mentale)

    5 – Pratica del rilassamento muscolare passivo

    6 – Pratica del rilassamento condizionato

    7 – Pratica del rilassamento differenziale

    8 – Pratica del rilassamento rapido

    9 – Applicazione del rilassamento alle situazioni stressanti

    3) TECNICHE DI VISUALIZZAZIONE

    1 – Visualizzare un’immagine per la tensione e un’altra per il rilassamento

    2 – Visualizzazione di un paesaggio

    3 – Visualizzazione di ricordi

    4 – Esercizio del luogo ideale di lavoro e rilassamento mentale

    5 – Esercizio del fuoco della salute

    6 – Esercizio di immaginazione attiva

    7 – Esercizio di cambiamento emozionale dei nostri vissuti

    LA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA. CONCETTO E GENERALITÀ.

    LETTURE CONSIGLIATE. AUTORI E SINOSSI DEI LIBRI.

    IL POTERE DI ADESSO – ECKHART TOLLE

    L’UOMO IN CERCA DI SENSO – VIKTOR FRANKL

    IL TEMPO DELLA VITA – MARCOS GIRALT TORRENTE

    LO QUE NO TIENE NOMBRE – PIEDAD BONNETT

    LA HORA VIOLETA – SERGIO DEL MOLINO

    SAY HER NAME – FRANCISCO GOLDMAN

    CANCIÓN DE TUMBA – JULIÁN HERBERT

    SCRITTO SULLA TUA TERRA – MAURO LIBERTELLA

    L’ANNO DEL PENSIERO MAGICO – JOAN DIDION

    BLUE NIGHTS – JOAN DIDION

    DIARIO DI UN DOLORE – C. S. LEWIS

    TRAUMA, CULPA Y DUELO. HACIA UNA PSICOTERAPIA INTEGRADORA – DESCLÉE DE BROUWER (casa editrice)

    DÉJAME LLORAR – ANJI CARMELO

    SULLA VITA DOPO LA MORTE – ELISABETH KÜBLER-ROSS

    PROLOGO DELL’AUTORE

    Una delle peggiori esperienze che un essere umano può attraversare è la perdita di una persona cara. Noi che l’abbiamo vissuta sappiamo cosa significa, chi non l’ha vissuta può solo immaginarlo, supporlo.

    Parlarne non significa per forza immergersi nuovamente nel dolore e nella sofferenza, anzi può essere un modo per superare il dolore, per uscirne. Si dice che quando la felicità si condivide si moltiplica, diventa più grande, mentre quando si condivide il dolore questo si riduce, diventa più piccolo, o quantomeno più leggero, più sopportabile.

    Sono passati quasi sette anni da quando ho perso mia moglie. Se n’è andata il 4 aprile del 2008. Per tutto questo tempo ho sostenuto decine di conversazioni e scambi di opinioni su forum e siti dedicati al tema del lutto e a come superarlo, ho divorato assiduamente tutti i libri al riguardo che mi sono capitati tra le mani, e ho anche creato una pagina Facebook per condividere esperienze e messaggi di sostegno reciproco tra persone che hanno attraversato questa brutta esperienza. L’ho chiamata Club de encuentro entre viudos y viudas [Club di incontro tra vedovi e vedove, NdT]. E proprio dalle conversazioni, condivisioni di esperienze e scambi di opinioni avuti in questa pagina è nato questo libro.

    Spesso conoscere situazioni simili alla propria può essere utile quando si cerca una via d’uscita, di fuga dal proprio labirinto. Questa è la principale conclusione a cui sono giunto.

    Quando cadi in un pozzo così profondo, a volte pensi di essere l’unico che vive una simile sofferenza, un simile dolore. E non capisci come possa il mondo continuare a girare, il Sole continuare a sorgere ogni giorno, la gente continuare a lavorare, i ragazzi studiare, gli uccelli cantare, insomma come possa il mondo non essersi fermato di fronte al tuo dramma, come invece ti sei fermato tu.

    Il punto è che il pianeta non si ferma mai, la Terra continua a girare, e il mondo va avanti. Sta a noi decidere se andare avanti anche noi o no.

    IL BIVIO

    La dottoressa Pilar, una psicologa che si occupava di noi nel reparto di chemioterapia dell’Ospedale Mexoeiro della città di Vigo (Galizia), una volta mi ha detto che le sue conoscenze e i suoi anni di esperienza con pazienti che attraversavano situazioni simili le avevano insegnato una cosa. Le avevano insegnato che quando si attraversa una situazione traumatica come la perdita di una persona cara, o la notizia stessa di avere una malattia mortale, le strade possibili sono due: o uno si fossilizza nel suo trauma e vive per sempre nel dolore, oppure usa questa esperienza come trampolino per raggiungere obiettivi più elevati.

    -La scelta è tua- mi ha detto –Per quanto io possa aiutarti a uscirne, se tu non ne vuoi uscire non ne uscirai.

    Aveva ragione.

    Ognuno è libero di scegliere che strada prendere quando si trova di fronte a questo bivio. In ogni caso, credo che sia necessario avere molta pazienza con quel nuovo io che è rimasto dopo la catastrofe. Anche se il mondo intero non capisce la nostra nuova situazione, l’importante è che ci capiamo noi stessi.

    Claudia, una ragazza messicana di poco più di trent’anni con cui ho conversato nella mia pagina Facebook, diceva che il suo principale problema non era sapere se sarebbe riuscita ad andare avanti o se sarebbe rimasta per sempre prigioniera del dolore, ma era che nessuno la capiva. Diceva che non capiva perché le persone non riuscivano a mettersi nei suoi panni, neanche i suoi parenti più stretti.

    Il suo caso era particolare. Si era innamorata perdutamente di un uomo sposato e con due figlie piccole. Lavorava come operaio alla costruzione di un edificio, in cui lei era stata l’ingegnere. Dopo una lunga storia d’amore avuta di nascosto, hanno deciso di raccontare la storia alle loro famiglie e di iniziare una vita insieme. Pochi mesi dopo, il ragazzo è morto in un incidente stradale.

    Erano passati due anni, e Claudia aveva abbandonato tutto: il lavoro, gli studi, la casa, i risparmi, eccetera. E si ritrovava immersa in un abisso di dolore dal quale non era capace di uscire.

    Le ho fatto queste domande:

    -Perché è così importante per te che gli altri si mettano nei tuoi panni? Tu ti metti nei panni degli altri? Non sai che ognuno ha i suoi problemi? Credi di essere l’unica a soffrire di questa situazione? Non pensi a come si sentono i tuoi familiari nel vederti così, come ti sei ridotta?

    Lei mi ha risposto:

    -Io sì che mi metto nei panni degli altri, e questo non fa che aggiungere tormento alla mia vita. Anche se non ci credi, io non vivo bene così, e più di tutti vorrei uscirne. Il problema è che non riesco a trovare la strada.

    Aveva provato di tutto, o quasi. Era sotto trattamento medico farmacologico. Da un po’ di tempo aveva iniziato a scrivere un blog che sprigionava dolore solo a guardarlo, con quell’aspetto scuro, nero, per non parlare poi dei suoi contenuti.

    Lentamente mi sono guadagnato la sua fiducia, finché mi ha confessato il suo vero nome, il suo indirizzo in Messico, l’Università in cui ha studiato e altri dettagli della sua vita. Ma non mi ha mai mostrato una sua foto, e nemmeno del suo defunto marito né del resto della sua famiglia. Questo particolare mi suscitava curiosità.

    Non mi ha mai confessato il più grande dei suoi problemi, che ho scoperto poi da me dopo lunghe ricerche su Internet. La ragazza aveva una malformazione congenita terribile, conosciuta come labbro leporino, che la costringeva a tenere mezzo viso sempre coperto con uno scialle. Questo aggiungeva ancora più dolore a tutta la sua situazione.

    Quando si è resa conto che lo sapevo, mi ha detto:

    -Ora mi capisci meglio?

    Sembrava chiaro che, oltre al dolore per la perdita di suo marito, c’era la convinzione che non avrebbe trovato nessun altro che la amasse come quel ragazzo, e che quindi non avrebbe mai più avuto un compagno. Io ho pensato che se era già riuscita a fare cose come trovare un uomo che la amava, portare a termine gli studi universitari e ottenere un buon lavoro, avrebbe potuto anche trovare un altro compagno se fosse stata convinta di farlo, se si fosse decisa a uscire da quel terribile stato di depressione e riprendere il controllo della sua vita con nuovi propositi. Il problema era che lei non la vedeva così. Aveva perso la speranza nel futuro, e con essa la fiducia in sé stessa, nelle sue potenzialità.

    Il neurologo e psichiatra austriaco Viktor Frankl, un medico di origine ebraica che è stato diversi anni prigioniero nei campi di concentramento nazisti, ha scritto un libro chiamato L’uomo in cerca di senso, in cui racconta la sua esperienza come prigioniero e riflette su come i nuovi arrivati si adattavano alla loro nuova tragica situazione.

    Cito:

    "Il prigioniero che perdeva la speranza nel futuro, nel suo futuro, era condannato. Con la perdita della speranza nel futuro perdeva anche il suo sostegno spirituale. Si abbandonava, si lasciava andare, e si annichiliva

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