Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Mai più vittima: Scegliere di essere responsabili della propria vita per trovare la felicità.
Mai più vittima: Scegliere di essere responsabili della propria vita per trovare la felicità.
Mai più vittima: Scegliere di essere responsabili della propria vita per trovare la felicità.
E-book88 pagine1 ora

Mai più vittima: Scegliere di essere responsabili della propria vita per trovare la felicità.

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una delle domande più importanti riguardanti il nostro atteggiamento nei confronti della vita è: 'Ci sentiamo vittime o responsabili?'. Talvolta, drammatici eventi esterni fanno di noi delle vittime. Altre volte, non è tanto la situazione o l'ambiente, quanto piuttosto un certo atteggiamento mentale a renderci vittima di qualcosa. Conosciamo persone che vivono in contesti strazianti e che, nonostante ciò, sanno rialzare la testa e agire per migliorare la propria situazione. Ma vediamo anche casi di persone che, pur in una condizione di vita relativamente agevole, tendono a considerarsi vittime della società o del destino.Per la maggior parte delle persone tuttavia, il vittimismo può rappresentare una sorta di 'area di servizio', nella quale sostare in attesa di avviarsi verso una vita pienamente responsabile, in modo sano ed equilibrato. È a questa presa di coscienza che siamo invitati. In questo agile manuale, Pierre Pradervand ci spiega come identificare una potenziale tendenza al vittimismo, come liberarsi di false convinzioni per scegliere consapevolmente di essere responsabili della propria vita e come affrontare temi comuni quali il tempo, il denaro, la salute, l'educazione e il sistema, campi in cui più frequentemente si tende a cadere nel vittimismo.Attraverso un linguaggio diretto e ispirante e grazie a efficaci suggerimenti pratici, scopriamo come evitare di credere a idee limitanti sul nostro conto, come smettere di sentirci oppressi dagli obiettivi imposti dalla società, come uscire dal 'parcheggio' del vittimismo e affrontare la vita a testa alta.
LinguaItaliano
Data di uscita24 gen 2011
ISBN9788880937814
Mai più vittima: Scegliere di essere responsabili della propria vita per trovare la felicità.

Correlato a Mai più vittima

Ebook correlati

Psicologia per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Mai più vittima

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Mai più vittima - Pierre Pradervand

    cosciente.

    Capitolo 1

    Vittime responsabili!

    In una delle sue opere lo specialista americano Nathaniel Branden, che si occupa di autostima, narra la storia di due fratelli, figli dello stesso padre alcolista, che uno psicologo aveva intervistato. Uno di loro era diventato alcolista, l’altro praticamente non toccava l’alcol. Il primo, che si considerava vittima della propria educazione, rispose allo psicologo che il suo alcolismo era facile da spiegare: Capisce, mio padre era alcolista. Si può dire che io abbia imparato a bere sulle ginocchia di mio padre. Il fratello, invece, rispose: Capisce, mio padre era alcolista. Si può dire che io abbia imparato molto presto nella vita che l’alcol può essere un veleno.

    Ecco due fratelli allevati nelle stesse circostanze dagli stessi genitori. Perché uno di loro era diventato alcolista, mentre l’altro praticamente non toccava l’alcol? Ritorneremo su questa domanda importante un po’ più avanti.

    Una distinzione fondamentale

    Sin dall’inizio è importante operare una distinzione che risulterà fondamentale per il seguito di quest’opera: la distinzione tra una persona che è obiettivamente vittima di una situazione che non può controllare (come un terremoto, una carestia provocata da una siccità catastrofica, un parente o un compagno colpiti da una malattia debilitante) ma reagisce in modo soggettivamente responsabile e un’altra persona che si sente soggettivamente vittima delle circostanze.

    Definiamo anche il termine responsabile, che può essere facilmente frainteso. Per responsabile intendiamo avente la capacità di rispondere con intelligenza, creatività e amore a tutte le circostanze che si presentano.

    Ci si può dunque assumere la responsabilità di una situazione, senza caricarsi del relativo senso di colpa. Così, posso sentirmi responsabile del modo in cui affronto un problema di obesità o un debito, senza necessariamente sentirmi in colpa per il problema stesso. Arriverò a dire che è solo quando non ci si sente in colpa che si hanno delle buone possibilità di superare un ostacolo. Il senso di colpa è la mafia della mente, al contrario del pentimento o del rimpianto di fronte a un errore commesso, che sono degli atteggiamenti positivi e maturi.

    Diffidate del senso di colpa come della peste. Non c’è assolutamente niente di positivo né tantomeno di necessario nel senso di colpa. Esso non ha il minimo valore educativo. Si tratta di un atteggiamento negativo al cento per cento. È anche uno degli strumenti di manipolazione e di dominazione più diffusi sulla Terra. Crogiolarsi in una sorta di senso di colpa morboso è, inoltre, uno dei meccanismi psicologici perversi che permettono a molte persone di non assumersi le proprie responsabilità di fronte alla vita.

    La persona che mi ha insegnato di più sul tema vittima-responsabile si chiama Roger Mc Gowen e a lui è dedicato questo libro. Si trova da sedici anni nel braccio della morte della Charles Terrell Unit, una prigione di massima sicurezza di Livingston, nello stato americano del Texas, per un crimine che, secondo delle testimonianze mai presentate al suo processo, non ha commesso. Se c’è una persona sulla Terra che potrebbe sentirsi una vittima, questa persona è Roger.

    Roger è nato nel Ward 5, uno dei peggiori ghetti della città di Houston. Allevato dalla madre, ha frequentato solo la scuola elementare. Arrestato dalla polizia perché un presunto omicida aveva preso in prestito la sua automobile, Roger ebbe un difensore d’ufficio alcolizzato. Quest’ultimo non fece mai visita al suo cliente prima del processo e preparò la sua arringa in base al rapporto della polizia. Si addormentava regolarmente durante il processo di Roger (a questo proposito, un giudice texano ha ritenuto non anticostituzionale il fatto che un avvocato si addormenti durante il processo del proprio assistito!). Più volte l’usciere del tribunale doveva andare nel bar attiguo a cercare l’avvocato che aveva dimenticato il suo cliente. Un membro della giuria, che faceva il poliziotto, intimidì i giurati affinché votassero per la pena di morte, anche se molti di loro erano contrari.

    Roger fece ricorso. Per cinque anni non ricevette alcuna notizia dal nuovo avvocato. Dopo cinque anni Roger (che aveva diritto, come gli altri condannati, soltanto a due telefonate l’anno) riuscì a raggiungere questo avvocato, il quale gli spiegò che non avrebbe assunto il suo caso perché era molto amico di uno dei poliziotti implicati nella vicenda. Cinque anni in galera per

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1