Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)
La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)
La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)
E-book82 pagine59 minuti

La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Quando il demone Nergal e Nimrod, l'artefice della Torre di Babele, si incontrano, ha inizio per loro un viaggio che li porta a esplorare il più macabro dei regni infernali alla ricerca delle rispettive amate.
Guidati dalla prospettiva della vendetta nei confronti del Dio dei cieli e da una misteriosa e seducente figura, i due si ritroveranno a combattere con creature orribili e perverse, con le loro paure e con una realtà in mutamento che sta cambiando il mondo degli uomini quanto quello degli Dei.
Uno spaccato crudo e violento dell'inferno in una storia dalle tinte forti interamente ambientata nel luogo di non ritorno.
LinguaItaliano
Data di uscita12 nov 2022
ISBN9791222022949
La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)

Leggi altro di Diletta Brizzi

Correlato a La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)

Ebook correlati

Fantasy per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La Settima Soglia (She is my Sin Vol.4) - Diletta Brizzi

    Diletta Brizzi

    La Settima Soglia

    UUID: 36192c46-1281-4d43-827d-e0edc70e89d5

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    PROLOGO

    CAPITOLO 1

    CAPITOLO 2

    CAPITOLO 3

    CAPITOLO 4

    CAPITOLO 5

    CAPITOLO 6

    CAPITOLO 7

    CAPITOLO 8

    CAPITOLO 9

    CAPITOLO 10

    EPILOGO

    GLOSSARIO

    RINGRAZIAMENTI

    BIOGRAFIA

    Copertina a cura di Elisabetta Baldan

    Revisione a cura di Yvan Argeadi

    PROLOGO

    "Dissero di me che fui un grande cacciatore.

    Dissero di me che innalzai un'imponente torre nel tentativo di raggiungere i cieli.

    Dissero di me che mi chiamavo Nimrod, dal significato di ribelle.

    Dissero di me che dichiarai guerra all'Altissimo.

    E ancora dissero di me che concupivo la mia stessa madre.

    Ebbene tutto è vero, ma ciò che non dissero di me fu che ero un Dio..."

    Il sole si oscurò, la terra si squarciò e il fuoco celeste investì come un'onda ardente la mia creazione più grande.

    Torre di Babele veniva chiamata, poiché eretta nel cuore di quella che io stesso avevo eletto a capitale del mondo degli uomini, la gloriosa Babilonia.

    I miei antenati, fondatori dell'impero, riunirono terre e nazioni fino allora in guerra tra loro attorno a questa gloriosa città. Portarono la pace in queste lande desolate per troppo tempo lacerate da conflitti e divisioni insensate. Io, Nimrod, avrei reso l'idioma babilonese la lingua ufficiale di tutto l'impero e vi sarebbe stata unità e uguaglianza tra i popoli.

    Ma tutto questo non fu gradito dall'Onnipotente, che dall'alto del suo trono celeste si considerava da sempre il solo a poter emanare leggi e giudizi sugli uomini, sue creazioni.

    Quale fu la mia colpa? Forse l'aver tentato di unire i popoli, o aver donato loro la capacità di comprendersi gli uni con gli altri? Ancora non posso dire con certezza di quale reato mi macchiai dinnanzi agli occhi di Dio, tanto da spingerlo a privarmi della donna che amai, seppur ella fosse stata mia madre adottiva: la regina Semiramide.

    Ad ogni modo ciò non aveva importanza, non più ormai poiché da quel giorno dichiarai guerra al Dio del cielo e ordinai l'edificazione della mia torre, la strada che mi avrebbe condotto dinanzi agli occhi dell'Altissimo a imputargli le colpe che gli appartenevano.

    E ora, a un passo dalla riuscita del mio operato, mi trovavo dinnanzi alla mia ambizione che sprofondava nelle viscere del Kur, incenerita come una torre di foglie secche.

    Del mio glorioso sogno non rimaneva altro che lo ziggurat che faceva da base alla torre, null'altro.

    E mentre la rabbia per non essere riuscito a vendicare la donna che mi allevò e mi amò, morta per volere di Dio, mi attanagliava le viscere a tal punto che lacrime amare sgorgavano dai miei occhi e sangue fuoriusciva dai miei denti stretti, urlai a gran voce l'invocazione agli Dei dell'Abisso.

    E la mia ira nei riguardi del cielo era tale che essi risposero alla chiamata.

    《 La tua rabbia, Re degli uomini, ha scosso le fondamenta del Kur 》 annunciò la figura femminile apparsa dinnanzi a me, sotto quella pioggia di fuoco che mi lacerava le carni ma di cui ella non sembrava risentire in alcun modo.

    Era interamente nuda, vestita soltanto di uno scarlatto mantello, con i piedi insanguinati fino alle caviglie, la pelle candida, gli occhi totalmente violacei e senza iride centrale e una lunga chioma che sembrava fumo nero percorso da lingue rosse.

    《 Chi sei? 》 chiesi ancora inginocchiato e con l'animo immerso nella disperazione.

    《 Ciò ti sarà chiaro a tempo debito, grande Re, ma ora una grande opportunità ti si presenta 》 spiegò 《 discendi tutti gli strati del Kur, giungi alle porte del palazzo di Ereshkigal e ti sarà concesso ciò che brami: vendicarti del Dio celeste El 》 spiegò accarezzando il mio viso. Non appena avvertì il suo tocco infuocato una parte del mio animo in tempesta si quietò come l'acqua immota, ed io ne fui estasiato.

    《 Scendere negli inferi? È impossibile per me, sconosciuta Dea, poiché non ne riemergerei più 》 risposi.

    La Dea fece un lieve cenno con la mano e dalle braci causate dal fuoco che El aveva scagliato contro la mia torre emersero sette creature basse di statura ma bestiali nell'aspetto, l'una diversa dall'altra.

    《 Costoro ti seguiranno e serviranno durante il tuo viaggio. Lascia ognuno di loro dinnanzi a ogni cancello che spalancherai, ed esso non si richiuderà dietro di te così che se lo vorrai, potrai riemergere nel mondo degli uomini 》 spiegò sorridendo e avvicinando le morbide labbra alle mie, in un bacio dallo stesso calore del fuoco.

    《 Ora vai! Non deludermi, mio Re 》 concluse svanendo come fumo davanti a me.

    Mi rimisi in piedi, osservando i sette spiriti fatti di fumo e venature di fuoco inginocchiati al mio cospetto.

    Scendere negli inferi pensai esiste un solo modo per farlo.

    Estrassi dal fodero il mio coltello da caccia e ne puntai l'estremità acuminata nel centro del

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1