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Guarderai il cielo
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Guarderai il cielo
E-book132 pagine43 minuti

Guarderai il cielo

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Info su questo ebook


Raccolta di poesie dedicate alla famiglia all’amore e ai ricordi
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2022
ISBN9791222025872
Guarderai il cielo

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    Guarderai il cielo - Francesca Bottari

    UNA POESIA ANALFABETA

    LE MIE RADICI

    Come una foglia

    mi alzo al sole

    e mi inchino,

    alla pioggia.

    Occorre incanto

    e coraggio

    delle proprie arti.

    Mostrarle, non per sfoggiarle.

    Per comunicare pensieri, originali

    miracolosi

    come il primo raggio di sole

    all’alba.

    Serve ispirazione,

    guardarla con gli occhi della fronte.

    Servono poeti, poetesse

    canzoni autentiche,

    fisarmoniche aperte.

    Credere in una magia

    e riconciliarsi con gli alberi

    della propria via.

    ​Sotto un albero

    Ho bisogno di riposarmi

    dalla gente,

    dai luoghi

    comuni. Ho bisogno di una tregua,

    necessito

    di cielo. Di aria. Di inciampare

    in qualcosa di bello,

    di cadere

    e toccare per sbaglio un’ortica. Sentirmi viva

    e ritrovarmi

    nel silenzio: muta

    sotto un albero.

    La direzione del sole

    Invecchio

    e imparo dagli alberi.

    Parlo poco

    sebbene io sia donna.

    Mi muovo volentieri,

    per spogliarmi

    per rivestirmi

    e cambio i colori,

    dei miei abiti.

    Perdo capelli

    senza resistere.

    Piango

    lacrime di resina.

    Faccio ombra alle persone

    che mi chiedono

    un po’ di aiuto.

    Alle anime vaganti

    quando posso

    indico loro la direzione del sole.

    La stessa degli alberi.

    L’amore più grande è quello che vogliamo a noi stessi

    Noi siamo mortali

    e questo

    ci fa paura. Non per le cose

    che lasciamo: gli affetti,

    i progetti, lo spazio

    dei nostri pensieri. I lievi sollievi

    come l’aria di fiume

    in estate. No

    noi tremiamo come corde, tirate e pizzicate

    all’idea

    di doverci staccare

    da noi stessi. Dall’amore

    che fino all’ultimo respiro

    nutriremo per noi. Quella tenerezza

    che ci fa muovere gli stessi muscoli, sia per ridere

    sia per piangere. Che ci spinge, arde

    a fare pazzie per altri

    per sentirci folli. Quel bene

    che ci vogliamo. Quel sentimento

    cieco

    che ci fa vedere il sole

    anche di notte.

    Si può solo andare avanti

    Un uomo è un torrente

    che cambia

    ogni istante

    e impara che la vita

    non è tornare indietro.

    Si può solo andare avanti.

    E tremare di paura

    a ogni inizio,

    diventare un fiume

    sapendo che alla fine

    lasciarsi andare

    non sarà solo cambiare,

    ma diventare grandi

    come il mare.

    Quando i fiori rompono le gemme

    il mondo si colora di sacro.

    Le api si sporcano

    e la vita continua.

    Fiori di pace

    La mia famiglia

    è una grande quercia

    nel cui tronco giace la memoria

    dei miei antenati.

    Nei rami

    scorre l’eco

    dei loro sogni.

    Fra le foglie

    mi intrufolo io.

    Mi affaccio al mondo

    e come nessun fiore

    sfiorito prima d’ora, grido ribellione

    agli schemi.

    Tiro fuori il coraggio: parlo

    di come mi sono sentita.

    Perché nessuno è solo in famiglia,

    e mentre ci sentiamo tutti soli

    io soffio aria nelle fronti, innesco

    intime bufere. Mi rivolto

    certe credenze

    impantano il cambiamento.

    La mia non è una ribellione

    alla grande quercia, ma una rivolta

    alla sua tendenza alla ripetizione.

    È un’insurrezione, per le prossime gemme

    affinché germoglino fiori di pace.

    Amore per chi verrà.

    Enea

    *Io ho due figli, Thomas ed Enea, li ho partoriti tutti e due in casa.

    Il secondogenito è nato senza la supervisione delle ostetriche. Eravamo

    io, lui e suo padre.

    Quando sei nato

    ti ho partorito in casa.

    Sei sgusciato fuori, velocemente

    e un filo dall’ombelico

    ti teneva unito

    all’infinito.

    Fuori pioveva, dentro sul divano

    il riflesso di qualche candela

    si impicciava

    nel mio travagliato dolore.

    Tuo padre, con le mani a forma di cuore

    ti ha raccolto

    e da sotto le mie gambe, ancora tremanti

    ti ha portato ai miei seni, inesperti

    davanti a tanta perfezione.

    Prima di succhiare i miei frutti

    l’aria ti ha aperto i polmoni.

    E lì, ho sentito il tuo pianto.

    Ti sei attaccato: il tuo

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