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Amore spa: Professione Cherubino
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E-book292 pagine4 ore

Amore spa: Professione Cherubino

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Info su questo ebook

Val è uno dei Cherubini più brillanti della Amore Spa, che un passato burrascoso e il suo disturbo borderline di personalità hanno reso il disastro cinico, combina guai e sopra le righe che è attualmente. Quando viene scelto per partecipare a una missione top-secret: scoprire perché gli umani stanno smettendo di produrre energia erotica (quello su cui si fonda l’economia sovrannaturale), si ritroverà affiancato a Ivan Studeny, un investigatore privato mortale, antipatico ma molto sexy.
I guai sono assicurati, soprattutto perché l’acerrimo nemico di Val, Jasper, nonché ex del suo migliore amico/coinquilino/daddy (credetemi, non volete sapere altro. Ah sì, forse che è un unicorno mutaforma in realtà) con una dipendenza affettiva per lui, sarà il terzo incaricato di portare a termine la missione.
Tra mirabolanti avventure, equivoci piccanti e un po’ di suspense, Val scoprirà che forse può ancora cambiare. Forse le sue ferite si possono guarire e soprattutto, forse Studeny è meno insopportabile di quello che sembra. E con un po’ di fortuna potrebbero anche salvare il genere umano dal caos e l’economia sovrannaturale dal collasso.
LinguaItaliano
Data di uscita14 feb 2023
ISBN9791220700900
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    Anteprima del libro

    Amore spa - Maurice Fay

    1

    LA VERITÀ SULL’AMORE

    Prendete tutto quello che avete sempre saputo sull’amore e buttatelo nel cesso. È tutta una menzogna: quello che avete sempre creduto e che vi hanno inculcato non è altro che una copertura alla nostra attività.

    Prendete la coppietta che ho davanti in questo momento: pianificano il loro appuntamento da secoli… Okay, forse secoli no, dimentico sempre che la vita degli umani è cortissima… A ogni modo, i due si sono conosciuti su una dating app (brevettata dai nostri rivali); lei, che per ragioni di privacy chiameremo Laura, è sposata da tre anni con il fidanzatino dell’università. Non si amano, ma la pressione sociale le imponeva di ufficializzare un qualcosa per farla sentire realizzata come donna e così, spinta anche dalle famiglie, ha disintegrato gli zebedei a quello smidollato di cui sopra, convincendolo a convolare a nozze. Uno degli errori più gravi della sua vita, che neanche la nascita del loro bambino ha consolidato, anzi, tutt’altro. E così Laura si ritrova da sola in una casa enorme con Gianmarco (nome fittizio) che è fuori tutta la settimana per lavoro; ha dovuto rinunciare al suo di lavoro per occuparsi a tempo pieno del piccolo Ascanio, mettendo da parte qualsiasi altra cosa, e gli unici momenti liberi che le sono rimasti sono il venerdì sera con le amiche, rituale che va avanti da anni, e il mercoledì mattina quando ha pilates. Eh già, tra virgolette perché da qualche settimana a questa parte, quando lascia il piccolo Ascanio a sua suocera Ermengarda (quanto vorrei non fosse un nome fittizio), Laura non va affatto a pilates: si incontra con Mattia, il bellimbusto conosciuto sulla dating app dei nostri acerrimi nemici. Il tutto vi sembrerà più che normale, la classica storia della ricerca della felicità altrove.

    Beh, vi sbagliate di grosso! Sono quegli stronzi degli Styx, o figli di Eris, o - come amo definirli io - pezzi di merda alati. A questo punto dovrei dirvi chi e cosa sono io. Mi chiamo Val e sono un Cherubino. No, no, niente guance paffute e manine rosate. Vi assicuro che, se mi vedeste, l’ultima cosa che vi verrebbe in mente sarebbe un puttino alato. Anzi!

    Noi Cherubini siamo gli emissari di Cupido, i rappresentanti dell’Amore spa. Sin dalla notte dei tempi siamo noi a far sbocciare l’amore tra gli esseri viventi, che altrimenti, se seguisse processi naturali, sarebbe lentissimo. Un compito che un tempo era affidato solo a pochi eletti, ma con la sovrappopolazione che è andata creandosi, da qualche secolo a questa parte, il nostro lavoro è centuplicato. Il nostro, così come quello dei pezzi di merda alati. Oh scusate, gli Stronx, ehm, Styx. Volevo dire Styx!

    La situazione è questa: noi facciamo innamorare le persone. Loro fanno innamorare le persone sbagliate.

    Dov’è la fregatura in tutto questo? Semplice: quegli stronzi da qualche decennio a oggi hanno lavorato talmente bene che ci siamo ritrovati ad attraversare una crisi di portata mondiale. Da quando poi hanno inventato il revenge porn, le loro azioni sono salite alle stelle e in pratica la nostra società inizia a vedersela brutta, davvero, al punto che membri illustri del nostro organico, tipo il sottoscritto, sono stati costretti negli ultimi anni a dover riprendere in mano le vecchie mansioni da stagista.

    Perciò eccomi qui, seduto a questo caffè di dubbio gusto, e dubbia provenienza delle materie prime, a osservare questi due umani sul punto di appartarsi nel motel qui di fronte, rituale che rimandano da qualche settimana vista la ritrosia di lei (e le intromissioni del sottoscritto), ma che rischia di concretizzarsi a breve. Un tempo, una missione come questa sarebbe stata affidata a un tirocinante, e invece ecco che in tempi di crisi ci si ritrova a doversi immischiare nelle faccende umane. Qual è il mio compito esattamente? Impedire che Laura e Mattia abbiano un congresso carnale o per dirla più terra terra, evitare che facciano fiki fiki, perché altrimenti l’energia generata dal loro amplesso andrebbe ad alimentare le riserve di energia dei nostri rivali. Qualche Styx, svariati anni fa, ha scoccato la sua freccia dell’amore finto su Laura e Gianmarco, iniziando a raccogliere la loro energia erotica negativa, arricchendo le tasche della Discordia United. Qual è stata l’invenzione più geniale di questi stronzi? Ve lo dico io: la possibilità di sovrapporre le loro frecce. E così arriviamo a Laura e Mattia; qualche altro Styx, se non addirittura lo stesso, ha scoccato una nuova freccia dell’amore finto, incatenando questi due ignari umani in questa bizzarra relazione clandestina, e vi ripeto bizzarra, anche perché ho il sospetto che a Mattia (il cui nome reale è Karim e arrivederci alla privacy) in realtà piaccia la banana più che la susina, o comunque non disdegni la macedonia, ma adesso basta, sto divagando. Tornando alla mia missione: c’è un’unica falla nel sistema della Discordia United e sta proprio nella possibilità di sovrapporre le frecce. Se un Cherubino scaglia la sua freccia del vero amore su un individuo già trafitto da uno dei loro dardi, ne annullerà per sempre gli effetti! Figo, eh?

    Com’è possibile tutto questo? vi chiederete voi. E pensare che io mi chiedo come si faccia a definire questa roba caffè, ma poi incrocio con lo sguardo Mei Lin, la proprietaria di questo bar nei pressi di Piazza Vittorio, che mi sorride innocua, sfregandosi il naso e continuando a farcire a mani nude quei tramezzini… e mi rendo conto che è già un traguardo che non abbia contratto qualche malattia anche solo sfiorando la tazzina, perciò non posso lamentarmi più di tanto. Sicuramente mi manca la mia vecchia vita, quando potevo rilassarmi seduto alla mia scrivania, fingere di lavorare mentre scorrevo la home delle mie piattaforme social, tra un meme e un reel di gattini fluffolosi, pianificando nel frattempo un incontro perfetto di anime gemelle, individuate dal nostro super algoritmo, e passavo il materiale a qualche stagista che magari a fine turno avrei anche scopato, senza richiamarlo il giorno dopo, e del quale sarei diventato la nuova ossessione, finché non mi avesse costretto a richiedere a Floriana, la responsabile dell’ufficio del personale, di spedirlo agli archivi, perché iniziava a essere molesto. Invece no! Eccomi qua a fare il lavoro sporco al posto suo.

    Tornando a voi, vi sembrerà bizzarro che un emissario dell’amore voglia impedire a due sconosciuti di fare sesso, ma il punto è proprio questo: il compito di noi Cherubini è far innamorare davvero le persone, coltivare e far sbocciare l’amore vero. Perché lasciatevelo dire, voi umani, da soli, siete un disastro!

    Cosa c’entra la povera Laura in tutto questo? Ottima domanda! Qui entra in gioco la mia missione. Il mio compito è liberarla del dardo dei nostri rivali e guidarla verso il vero amore. Che non è affatto il suo maritino Gianmarco, quello che aveva sposato a causa della pressione sociale, e padre del suo figlioletto Ascanio. E se è per questo, neanche Laura è il vero amore di lui, ma ormai Gianmarco è un caso disperato, una fonte inesauribile di energia erotica per i nostri rivali: al momento sta avendo un incontro con la sua segretaria e credetemi, non volete altri dettagli al riguardo. Il punto è che il vero amore di Laura deve ancora arrivare, perché se oggi si fosse decisa ad andare a pilates avrebbe conosciuto Romeo (comincio ad avere difficoltà a generare casualmente nomi fittizi, credo di aver dato il massimo con Ermengarda, perciò accontentatevi di Romeo che è il suo vero nome), il nuovo istruttore. Trentacinque anni, passionale, sensibile, colto, affascinante… Un unico difetto, se vogliamo chiamarlo così: sterile a causa di un brutto male avuto da ragazzo. Il suo sogno è avere una famiglia, adottare tanti bambini, e cani, e gatti con la sua compagna, ma tutte sfuggono da lui non appena scoprono il suo problema (che assolutamente non impatta sulla sua vita sessuale, anzi… Mi sono documentato molto. Anzi, lo sto facendo anche in questo momento, ma è solo per il caso. Comunque non sapevo che anche gli umani potessero assumere questa posizione…). Lui e Laura sarebbero felicissimi insieme al piccolo Ascanio. Ho cercato in tutti i modi di impedirle di vedersi con Mattia (Karim, ciao ciao privacy), il punto è che Laura è talmente determinata a prendersi questa rivincita sulla propria vita che non si è fatta fermare dal ritardo di sua suocera, dal guasto alla macchina e dal cono gelato che le ho fatto impiastricciare addosso da un moccioso per convincerla a rassegnarsi e andare davvero in palestra, o quanto meno a cambiarsi. Ma questa zuccona non ne vuole sapere di seguire i vaghi segnali che le sto lanciando, tipo l’oroscopo nella sua app che ho modificato dal mio EroPhone, il cartellone pubblicitario con scritto Il Vero Amore ti sta aspettando, e il non arrenderti scritto sulla bustina di zucchero, che svogliatamente ha rovesciato per metà nel suo cappuccino di soia, che probabilmente è latte di ratto. Intanto Mei Lin dà il resto a un cliente, sempre senza guanti, e torna a farcire i tramezzini.

    «Ti voglio adesso,» le sussurra Mattia, suadente e caldo come un’estate ai Tropici. Il sorriso perfetto, merito del suo dentista, spicca sul caramello della pelle, merito dei suoi genitori: madre italiana e padre mediorientale. Riesco a origliare quello che si dicono grazie ai miei sensi di Cherubino. Ci sa fare, devo riconoscerglielo; per giunta, sprigiona una nota di feromoni irresistibile. Mi domando quanto sarebbe inebriante abbuffarsi di quel profumo delizioso, intanto che gli accarezzo i capelli cortissimi, provocandogli un brivido sulla nuca, mentre scivola languido dentro di me. Ehm, come? Cosa? Cosa stavate dicendo? Ah, sì, i feromoni. Alcuni individui ne producono di rarissimi. Generalmente gli umani che rientrano in questa categoria sono quelli in grado di emanare più energia. Interessante, penso e aggiungo una nota nel mio EroPhone per ricordarmi di provare a rilevare il suo caso. E piantatela, non lo faccio soltanto perché è un bonazzo al quale un paio di bottarelle gliele darei volentieri! Okay, devo riconoscere che lo Styx che si è occupato di questo caso ha fatto un lavoro decente, il vero problema è che anche Laura gliele darebbe due bottarelle. Ecco: sentitela!

    «Non posso, sono una madre,» gli propina, la solita frase fatta dietro la quale ama trincerarsi e che in realtà spera lui infranga a suon di colpi di mazza, e quando dico mazza intendo proprio cazzo! Letteralmente! Ventuno centimetri di persuasione, da come leggo nel file… Okay, non è un file, lo sto leggendo dall’applicazione sulla quale si sono conosciuti, ma dovete capire che lo faccio per il lavoro: conosci il tuo nemico, recita un saggio consiglio di guerra o roba del genere. Mi sono scaricato Stynder, la dating app dei nostri rivali nel mio EroPhone per capire meglio contro cosa devo combattere e guardarmi tutte le foto dei bonazzi nei paraggi. Nel frattempo Laura gli sfiora il polpaccio con la Skechers blu e rosa. Riesco a percepire le scintille della loro carica erotica fin qui. La situazione si mette male! Meglio tornare concentrato.

    Guardo l’orologio febbrilmente e cerco di scacciare la paura che qualcosa vada storto. Dovrebbe già essere qui! Che fine ha fatto? Porca pupazza, sto per perdere la mia cliente. Già mi immagino la strigliata di Floriana: Non sei neanche più in grado di portare a termine una missione basilare! Se continui così, dovrò farlo presente a Cup (immaginatelo pronunciato con uno sbuffo, più tipo Hckùp) e dovremo rivedere la tua posizione. Maledetta energumena. Sta lì solo perché è una lontana parente di Cupido, una cugina di sesto o settimo grado o una roba del genere. Ha le qualifiche di una busta di cipolle e si permette di stare a sindacare sul mio operato.

    Fanculo! Sono quasi sul punto di ordinare un altro caffè di Mei Lin e farla finita con la mia vita (o semplicemente accelerare in maniera fulminante il mio transito intestinale), quando mi arriva la notifica. Tempismo perfetto! gongolo tra me e me. È arrivato finalmente!

    Ho di nuovo tutto sotto controllo. Avevo già in mente il mio piano B nel caso in cui Laura non fosse andata in palestra; se non è Maometto ad andare alla montagna, è la montagna che va a Maometto, si dice così, no?

    Piccolo flashback.

    Torniamo a un’ora fa.

    Sapendo che Laura è affidabile come una cesta di vimini per trasportare latte sfuso, ho giocato d’anticipo. Con il mio EroPhone ho cambiato l’indirizzo sul navigatore di Romeo e gli ho fatto sbagliare strada, proprio il suo primo giorno di lavoro.

    Dovrebbe entrare nel bar fingendo di volere un caffè, ma per fare in realtà pipì (visto il diuretico che gli ho messo nel latte e cereali stamattina, flashback nel flashback), all’incirca…

    Ora!

    Flashpresent. La porta del bar si apre automaticamente e Romeo fa il suo ingresso investito da un fascio di luce, portandosi appresso i profumi di spezie del mercato di Piazza Vittorio.

    Bang!

    Incocco il dardo nel mio smart Watch e aziono il dispositivo girando il pulsante. Sembro un qualsiasi avventore che risponde a una telefonata dal proprio orologio e invece ecco che libero la freccia del vero amore. La nostra invenzione più antica. La sento sibilare a mezz’aria, solo i sensi di un Cherubino possono captarla, ed ecco che a metà strada si dischiude, liberando le due punte che si conficcano nei cuori di Laura e Romeo.

    Centro perfetto!

    Sento la carica erotica del colpo di fulmine sfrigolare e riassestarsi mentre gli sguardi di due sconosciuti restano incollati in un sorriso. I dardi che erano conficcati nel petto di Laura cadono a terra e si dissolvono, annientati dalla freccia del vero amore. Nessuno può vederli a parte me.

    Missione compiuta. Mi congratulo con me stesso.

    Mattia, o Karim se preferite, o volendo citare il suo nick, Can21 intanto stringe la mano di Laura e continua a parlarle mentre lei già non gli presta più ascolto, incollata con lo sguardo agli occhi di Romeo, che ordina e consuma il suo caffè sorridendo. Da sotto il tavolino Laura scorre con il suo smartphone. Mi ci gioco le palle che sta controllando su Stynder se l’affascinante sconosciuto appena entrato da Mei Lin ha un profilo.

    «Che dici? Andiamo?» incalza Mattia, e Laura risponde con un mugugno. Già non gli presta più attenzione. Nel frattempo pago e mi dirigo anch’io in bagno, dove Romeo ha già finito di fare pipì. Prima di andarmene voglio accertarmi di una cosa. A rispondere alla mia curiosità è la notifica inconfondibile di Stynder nel telefono di Romeo, poggiato sul bordo del lavandino mentre si asciuga le mani. È un match! Quanto godo! Non solo ho risolto il caso e ho guadagnato due clienti, ma la cosa più divertente è che si conosceranno grazie all’app dei nostri rivali. Come minimo mi merito una promozione! Okay, lo so che il mio lavoro non è finito finché non si uniscono anche carnalmente, generando l’energia che alimenta le nostre tasche e non solo, ma diamine, un po’ di autocompiacimento me lo sarò pur meritato no?

    Sono qui che mi svuoto la vescica fischiettando, mentre penso a come rilevare il mio nuovo soggetto, il bel Karim, che forse ricorderete meglio come Can21, quando il mio EroPhone inizia a squillare.

    «Fanculo, Floriana,» borbotto osservando il display. Ha il tempismo di una scoreggia rumorosa durante una messa.

    «Pronto?»

    «Val, sei convocato da Cup,» risponde brusca. Buongiorno anche a te, stronza.

    «Che succede?» Dovrei preoccuparmi? Sta andando tutto a gonfie vele… Un brutto presentimento si impadronisce di me. Alex… Lo stagista. Okay, forse potrei aver trombato davvero con il nuovo stagista e poi fatto di tutto per spedirlo agli archivi.

    «Vuole parlarti di persona». E dammi qualche dettaglio maledetta! Quanto ci gode a tenere gli altri sulle spine.

    «Qualcosa di preoccupante?»

    «Vieni in sede e basta,» taglia corto e riaggancia senza neanche darmi il tempo di obiettare.

    La detesto. Ma non ho altra scelta.

    2

    L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ENERGIA EROTICA

    L’ufficio di Floriana è quello meno in linea con l’atmosfera aziendale. Non che mi dispiaccia, dopo un po’ tutto quel rosa e cuori possono stancare. Diciamo che più della metà dei nostri uffici ricordano quello della Umbridge a Hogwarts: rosa, centrini e foto animate di gattini ovunque. Nel caso di Floriana non è vero gusto: le piace fingersi sofisticata con la sua scrivania di vetro temperato, il suo bonsai al quarzo e il giardino zen in miniatura che rastrella nel bel mezzo di ogni telefonata. Di zen non ha proprio nulla. Suo padre è un titano e non ha ereditato da lui solo l’aspetto abominevole. Okay, non è abominevole, ma il fatto che sia alta quasi due metri senza tacchi non la rende così affabile. E poi qualcuno dovrebbe spiegarle che lo shatush ha un senso se ti fai, per dire, castana e bionda, non nera (con palese ricrescita bionda) e arancione. Comunque, tornando a suo padre, ha preso da lui anche il suo carattere sgarbato. Non capirò mai la scelta di mettere a capo dell’ufficio del personale una stronza così scorbutica e gigante, e no, non è body shaming! Okay, forse solo un pochino, ma se la conosceste vi assicuro che la pensereste come me. E poi non ho mai detto di essere perfetto, quindi abituatevi, perché siamo solo al secondo capitolo!

    «Eccomi,» la saluto senza troppi giri di parole. «A cosa devo il piacere di questa convocazione?» Fa che non sia Alex, fa che non sia Alex, fa che non sia Alex, mi ripeto nella mente come mantra.

    «Cup sta arrivando. Ti spiegherà tutto lui,» risponde e così mi ritrovo costretto ad accomodarmi su una delle due sedie di fronte alla scrivania.

    Bene, se cerca di mettermi a disagio con il suo silenzio, si sbaglia di grosso. Vogliamo vedere chi riesce a stare zitto più a lungo? Sono pronto.

    La osservo ticchettare svogliatamente sulla sua tastiera. Un tempo, prima che ci ingrandissimo, condividevamo lo stesso ufficio, separato da scompartimenti di vetro. Potevo stare ore a osservarla fingere di lavorare come del resto facevo io. Era in grado di mangiare quindici volte all’ora, non ho mai visto nessun altro fare tanti spuntini. D’altra parte, assecondare il metabolismo di un corpo da titanessa doveva richiederle parecchi sforzi, basti ricordare che un tempo si nutrivano di persone. Non riesco a trattenere una risata perché mi viene da pensare che in un certo senso questa abitudine è solo cambiata, ma è rimasta. Avrà smesso di mangiare letteralmente le persone, ma comunque un po’ lo fa ancora quando le riprende.

    «Cosa c’è di divertente?» mi chiede stizzita. Alla fine ho vinto io al gioco del silenzio e no, non è barare! Mica siamo su LOL.

    «Niente, mi è tornato in mente un particolare della missione di oggi,» mento.

    «A proposito, com’è andata?» mi chiede distrattamente, continuando a ticchettare sulla tastiera con la sua manicure color piombo. Un colore pesante come lei. Non riesco a fare a meno di pensare che, se si sforzasse un minimo di essere più simpatica, sarebbe una persona piacevole.

    «Clienti acquisiti! Se tutto va bene, dovrebbero incontrarsi nel giro di pochi giorni!»

    «Ottimo,» mugugna. In realtà non credo non sia interessata, probabilmente è davvero concentrata su quello che sta facendo.

    «La cosa più divertente è che i due soggetti individuati dall’algoritmo si sono incontrati grazie a noi, ma di fatto si conosceranno grazie a Stynder!» gongolo.

    «Non ci credo! Sei un genio, come hai fatto?» Ridacchia e non riesco a fare a meno di pensare che, quando ride, in fondo in fondo, la trovo piacevole. Okay, forse è solo perché percepisco approvazione da parte sua in questo momento, ma non scassatemi anche voi, su!

    Apro bocca per rispondere quando Cupido si manifesta al nostro cospetto. Potrebbe usare tranquillamente le porte come tutti, ma ha deciso di emanare la sua apparizione secondo il protocollo ufficiale, segno che abbiamo ospiti. Un turbine di petali di rosa si addensa fino a formare la sua figura e mio malgrado rimango estasiato a osservarlo.

    È così tutte le volte. Non posso farci nulla e neanche lui. Anche se provasse a non risultare affascinante, non ci riuscirebbe e, nonostante abbia all’incirca quattromila anni, conserva l’aspetto di un twink nel fiore della gioventù, con i suoi riccioli castano ramato e le fossette agli angoli del sorriso, che mordicchieresti mentre gli ripeti quant’è bello.

    «Buongiorno Cup,» lo saluta Floriana, interrompendo la magia del momento. Ma lo capisce che come nomignolo fa cagare? Cup fa così Cassa Ufficio Prenotazioni o roba del genere.

    «Buongiorno ragazzi,» ci saluta, materializzando una sedia con braccioli in pelle color vaniglia, in un’esplosione di petali di rosa. Un leggero colpo di tosse alle mie spalle mi fa prendere un colpo e realizzare solo in quel momento che, effettivamente sì, abbiamo ospiti, ma un po’ per la presenza di Cupido e un po’ forse per la capacità del nostro ospite di essere silenzioso, non lo avevo notato affatto.

    «Si accomodi,» lo esorta Floriana. Lo sconosciuto prende posto accanto a me e sono costretto a mordermi entrambe le labbra per rimanere concentrato. La presenza di Cupido lo eccita, suo malgrado, e l’ostentazione del suo potere fa un discreto effetto sull’umano che sprigiona dei feromoni inebrianti e forti come una scarica di cazzotti. Li sento salirmi in fronte come una droga e propagarsi in onde calde.

    Porca pupazza! impreco tra me e me, affondando i polpastrelli nel rivestimento di pelle dei braccioli. Come ho fatto a non sentirli prima?

    Cerco di respirare con la bocca per rimanere

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