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Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici
Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici
Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici
E-book90 pagine1 ora

Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici

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Info su questo ebook

Karl Marx e molti dei suoi riformatori contemporanei, meno radicali vedevano il ruolo storico del capitalismo industriale come quello di spazzare via l'eredità del feudalesimo: i proprietari terrieri, i banchieri e i monopolisti estraevano rendita economica senza produrre valore reale. Tuttavia, quel movimento di riforma fallì. Oggi, il settore finanziario, assicurativo e immobiliare (FIRE) ha ripreso il controllo dei governi, creando economie neo-rentier. Lo scopo di questo capitalismo finanziario postindustriale è l'opposto del capitalismo industriale come noto agli economisti del diciannovesimo secolo: cerca la ricchezza principalmente attraverso l'estrazione della rendita economica, non la formazione del capitale industriale. Il lavoro è sempre più sfruttato dal debito bancario, debito degli studenti e debito della carta di credito mentre i prezzi delle case sono gonfiati a credito, lasciando meno reddito da spendere in beni e servizi poiché le economie soffrono di deflazione del debito. Negli ultimi trent'anni il capitale ha fatto astrazione verso l'alto, dalla produzione alla finanza; la sua sfera di operazioni si è espansa verso l'esterno, in ogni angolo e fessura del globo; la velocità del suo movimento è aumentata, fino a millisecondi; e il suo controllo si è esteso fino a includere "tutto". Ora viviamo nell'era del capitalismo finanziario globale.
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2023
ISBN9791221471632
Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici

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    Come il capitalismo finanziarizzato ha minato, corrotto e sopraffatto i governi democratici - Diletta Fileni

    IL SISTEMA CREDITIZIO PROIETTA

    L’EUROPA FUORI DAL MEDIOEVO

    Il Medioevo vide la nascita di un’invenzione che ad oggi è sovente oggetto di maledizioni: l’istituzione bancaria, che ebbe comunque il merito di proiettare l’Europa verso il futuro.

    Una delle più importanti compagnie bancarie dell’epoca fu il Banco dei Medici, i cui servizi arrivarono, tra l’altro, a Nizza, Ginevra, Tunisi, Londra, Maiorca.

    La grandezza dei Medici, e di tutte le famiglie toscane che intuirono le potenzialità della nuova attività economica, non fu originata dall’enorme patrimonio artistico prodotto in quei secoli (il quale ne fu piuttosto l’effetto), bensì le ricchezze accumulate mediante lo sviluppo dei commerci internazionali, che solo ingenti capitali potevano consentire.

    Sino al tardo Medioevo, i primi banchi erano sostanzialmente casseforti ove chi disponesse di denaro poteva metterlo al sicuro, affinché i banchieri lo custodissero in luoghi protetti, in cambio di una commissione per il deposito; al momento opportuno, al legittimo proprietario venivano restituite le stesse identiche monete precedentemente depositate.

    Fu con l’invenzione dei titoli di credito¹ che quei denari, sino ad allora strumento diretto dei pagamenti commerciali mediante la consegna in cambio di merci, passarono di mano da una persona ad un’altra, magari a centinaia di chilometri dal luogo ove restavano depositati, grazie a un semplice foglio di carta firmato dal banchiere.

    Avviato, il processo divenne inarrestabile, producendo storture non tanto negli strumenti (tra cui i famigerati derivati²), quanto piuttosto nel loro utilizzo.

    Le banche attuali hanno poco a che vedere con quelle di una volta; tuttavia, anche se oggi sono società enormi, spesso ramificate in più Paesi, continuano sostanzialmente a svolgere la medesima attività: raccolgono denaro da chi ne dispone, convogliandolo verso chi ne necessiti, ed abbia (o dovrebbe avere), la capacità reddituale di rimborsarlo in un lasso di tempo prestabilito.

    Mentre, per quanto riguarda i debitori, questi ottengono dalle rispettive banche un rating³, in base al quale viene determinata la finanziabilità della richiesta di prestito ed il tasso al quale essa debba essere regolata: più alto è il rating, minori sono gli interessi da pagare.

    Chi oggi ha rapporti di debito con le banche sa che la questione legata all’affidabilità ed al rating è sostanziale al fine di ottenere credito, e di ottenerlo a tassi accettabili: qui nasce il problema dei problemi.

    Ogni impresa, per poter svolgere un’attività economica, necessita di capitali che possono derivare dai conferimenti dei soci (azionisti nel caso delle Società Per Azioni – SPA) e dai prestiti (obbligazionisti, banche, o altre istituzioni finanziarie): maggiore è la quantità di denaro di cui l’impresa dispone autonomamente, minore è l’esigenza di chiedere denaro a prestito, e, conseguentemente, minori gli interessi da pagare.

    Proprio gli interessi erodono in maniera più o meno significativa i margini di utile realizzati dall’attività aziendale; margini che non sono omogenei in tutte le aziende, dipendendo da vari fattori, endogeni ed esogeni: più un’azienda produce profitti, maggiore è la capacità di ottenere i capitali da reinvestire nel processo produttivo e di rimborsare agevolmente sia gli interessi sui debiti, sia il capitale a scadenza.

    Quanto sinora detto è utile a capire che, sebbene gli Stati non siano automaticamente assimilabili ad aziende commerciali, sono comunque in qualche modo interessati a fenomeni quali spread⁴, indebitamento e capacità di solvenza dei prestiti.

    ___________________

    ¹ Lettere mediante le quali si trasferiva una certa quantità di denaro da una persona ad un’altra.

    ² Contratti finanziari il cui valore appunto deriva da quello di un bene (titoli, indici, materie prime o altro) chiamato sottostante.

    ³ Valutazione.

    ⁴ Differenza di rendimento fra valori, ad esempio di titoli economici/finanziari.

    LE FUNZIONI DELLA MONETA NEL SISTEMA ECONOMICO E FINANZIARIO

    Avere consapevolezza delle funzioni della moneta permette di comprendere le relazioni tra il sistema economico finanziario e l’impatto della politica monetaria sull’economia reale.

    L’economia è inscindibile dalla moneta: quanto più si infittiscono i rapporti economici nella società, tanto più questa si sviluppa, ampliandosi il campo di azione della moneta quale mezzo per gli scambi.

    Pertanto, il valore della moneta dipende dalla domanda e dall’offerta della moneta stessa, in relazione a determinati fattori reali.

    Tuttavia, che la variazione del tasso di interesse modifichi la domanda di moneta e così pure la variazione del tasso di profitto sui capitali azionari e immobiliari, è un fatto molto importante da tenere presente, per capire come possa svilupparsi una forte espansione economica e/o un aumento nel livello dei prezzi, anche con una quantità di moneta limitata all’interno del mercato.

    Nel complesso, domanda e offerta di moneta dipendono entrambe da due fattori: quantità di moneta disponibile e velocità degli scambi; si noti che, per la moneta capitale finanziario⁵, le cose non stanno esattamente così.

    D’altro canto, accanto a quella bancaria, esiste la moneta debito pubblico, che differisce dalla prima perché creditore è il Governo, non una banca: il Governo può pagare gli interessi del debito pubblico e rimborsarlo con le imposte o con il suo diritto sovrano di emettere moneta cartacea senza copertura.

    Diritto sovrano che il Governo può espletare in varie forme: collocando un suo nuovo debito presso la Banca Centrale e autorizzandola a emettere cartamoneta per il contro valore; facendosi dare denaro contante dalla Banca Centrale e autorizzando a espandere il credito; infine, chiedendo alla Banca Centrale di espandere il credito per poi collocare questo suo debito pubblico presso le banche.

    Da quanto detto, deriva che l’intera piramide del credito è nelle mani della Banca Centrale di uno Stato.

    ___________________

    ⁵ Insieme dei mezzi finanziari messi a disposizione di un’impresa dai proprietari e dai prestatori esterni per le esigenze dell’attività aziendale.

    LA STORIA SI RIPETE

    George Santayana⁶ ha notoriamente osservato che «coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo».

    Io aggiungerei un corollario: coloro che ricordano male

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