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Banche d’azzardo
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E-book195 pagine1 ora

Banche d’azzardo

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Info su questo ebook

Che cosa sono diventate le banche? Le banche fanno ancora le banche? Possiamo ancora affidargli serenamente i nostri soldi pensando di fare un’azione importante anche per la collettività?

Questo ebook, che non ha bisogno di molto tempo per essere letto, cerca di rispondere a questi interrogativi, ponendosi dalla parte del risparmiatore e del cittadino comune, la stessa parte in cui si propone di collocarsi l’associazione “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” per la quale Alberto Zoratti, con il contributo di Banca Etica, ha curato questo lavoro.

Il punto focale dell’ebook è l’analisi del sistema bancario italiano per capire se sia ancora orientato a investimenti al servizio dell’economia reale o, piuttosto, ad attività speculative a esclusivo giovamento dei propri azionisti e della propria dirigenza attraverso pratiche che sarebbero più adatte al gioco d’azzardo. L’analisi si snoda attraverso tre temi: l’evoluzione storica del sistema bancario, l’analisi delle strategie bancarie e lo studio di tre colossi italiani: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Cassa Depositi e Prestiti.

Che cosa ne scaturisce? Che dobbiamo preoccuparci! Solo un clic vi separa dal sapere quanto.

Una ricca sezione di infografica e alcune emblematiche scene di film ne fanno un ebook anche da “vedere”.
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita14 mar 2013
ISBN9788867970308
Banche d’azzardo

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    Anteprima del libro

    Banche d’azzardo - Alberto Zoratti

    Anno 2013

    ISBN 978-88-6797-030-8

    © goWare per l’edizione in ebook su licenza di Centro Nuovo Modello di Sviluppo

    Redazione: Valeria Filippi

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    Scene film: Stefano Cipriani

    Iconografia: John Akwood

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

    Made in Florence on a Mac

    L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.

    Scene dei film degli intermezzi (1 minuto)

    Concursante di Rodrigo Cortés, 2007

    Il gioiellino di Andrea Molaioli, 2011

    La proprietà non è più un furto di Elio Petri, 1973

    Mary Poppins di Robert Stevenson, 1964

    Monty Python’s Flying Circus, 1972

    Non pensarci di Gianni Zanasi, 2007

    Point Break – Punto di rottura di Kathryn Bigelow, 1991

    Prendi i soldi e scappa di Woody Allen, 1969

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    Concursante di Rodrigo Cortés (2007), con Leonardo Sbaraglia (Martín Circo Martín), Chete Lera (Edmundo), Miryam Gallego (Laura), Fernando Cayo (Eloy)

    Scena. Un giovane professore di Storia dell’economia di colpo si ritrova milionario vincendo un quiz, ma l’impossibilità di riscuotere materialmente il premio lo rende partecipe dell’intangibilità del moderno sistema finanziario e del fatto che il denaro è divenuto ormai una realtà virtuale.

    Che cosa sono

    diventate le banche?

    Banca: [bàn-ca] s.f. (pl. -che). Istituto finanziario pubblico o privato, che si pone come intermediario tra risparmiatori e produttori raccogliendo denaro e concedendo prestiti a interesse.

    Questo, in poche ma chiare righe, il significato del termine banca nel dizionario della lingua italiana Sabatini-Coletti. La banca, secondo la teoria economica, è innanzitutto un intermediario tra risparmiatori e produttori, più semplicemente tra chi ha finanze da investire, ma non ha idee e chi ha creatività da spendere, ma pochi soldi. L’incontro tra questi due soggetti sta alla base della finanza sana, quella che permette al denaro di svolgere il proprio ruolo di investimento produttivo e possibilmente di produzione di ricchezza a vantaggio di tutta la collettività. Ma è davvero così?

    Nelle pagine che seguono cercheremo di rispondere a questa domanda. Più in particolare se e quanto il sistema bancario italiano sia orientato a investimenti al servizio dell’economia reale, o piuttosto ad attività speculative messe in atto col proposito di giovare ai propri azionisti e la propria dirigenza attraverso pratiche al limite della scommessa. Questo studio si articola lungo tre snodi (evoluzione del sistema bancario; analisi delle strategie bancarie, studio di tre colossi italiani, UniCredit, Intesa Sanpaolo, Cassa Depositi e Prestiti), emerge che ci stiamo allontanando dalla vecchia idea di banca che svolge attività di intermediazione al servizio dell’economia reale.

    Il percorso storico che ha accompagnato lo sviluppo del settore del credito e, soprattutto, le trasformazioni profonde che questo ha subito nel corso del Novecento e in particolare negli ultimi decenni del secolo breve ci hanno messo di fronte a uno scenario completamente cambiato, in cui le istituzioni bancarie, e i soggetti a loro collegati, svolgono il ruolo di attori centrali della finanza con fini che molte volte si sganciano dalle esigenze reali della comunità che dovrebbero servire.

    La crisi del 1929 mise le basi per un maggior controllo e monitoraggio dell’attività bancaria e finanziaria nel suo insieme. Il caos che derivò dalla crisi di Wall Street impose una revisione delle norme che regolavano il sistema finanziario. Uno dei cambiamenti più sostanziali fu l’approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti del Glass-Steagall Act nel 1933, che impose una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. Le due attività non potevano essere esercitate dallo stesso soggetto, introducendo la separazione tra banche commerciali e banche di investimento. Fu un atto politico, ma anche simbolico, perché sottintendeva che il mercato e i suoi agenti economici non fossero in grado di autoregolarsi e autogestirsi se non a rischio di pericolosi sbilanciamenti.

    In quel momento, simbolicamente, la società riprendeva il controllo dell’economia. Ma la memoria storica è breve tanto o forse di più del secolo appena trascorso. Sono bastati settant’anni e l’ascesa del neoliberismo rimescola le carte in tavola. Accadde nel 1999 quando Bill Clinton promulgò il Gramm-Leach-Bliley Act, che permise nuovamente le attività miste di credito e investimento. Ritorna il tempo delle fusioni e proprio in quegli anni nasce Citigroup dalla fusione tra la banca Citicorp e il gruppo assicurativo Travelers. Saranno proprio questi nuovi colossi i protagonisti principali delle crisi del nuovo millennio.

    Poco dopo, nel 2000, sempre sotto l’amministrazione Clinton, si darà il via libera alla deregolamentazione dei derivati finanziari, in particolare sul mercato delle materie prime, le cosiddette commodities. Due tappe, tra le tante, che porranno le basi per l’ultima, devastante crisi economico-finanziaria che, ancora oggi, sta colpendo pesantemente l’economia mondiale Un percorso di progressiva deregolamentazione, ma anche di messa a punto di nuove strategie finanziarie finalizzate al profitto mordi e fuggi tipico dei contratti derivati, molto simili a scommesse. E siccome l’appetito vien mangiando, l’azzardo si è fatto sempre più marcato sia in termini qualitativi che quantitativi. Qualitativi perché si è investito in operazioni sempre più opache e rischiose; quantitativi perché si è impegnato molto più denaro di quello raccolto sotto forma di capitale sociale o di depositi di lunga durata.

    Un fenomeno che in gergo bancario va sotto il nome di effetto leva o leverage, ma che nel linguaggio di tutti i giorni si può ben definire tasso di indebitamento. E quando ci si indebita per puntare su eventi dall’esito totalmente imprevedibile, è come fare dipendere il proprio fallimento dal gioco della roulette. Del resto le fonti di finanziamento a disposizione delle banche si sono espanse a dismisura con la nascita del così detto shadow banking, alla lettera sistema bancario ombra, costituito da fondi che raccolgono risparmi collettivi con la promessa di farli fruttare il più possibile.

    Un sistema che secondo un rapporto del Financial Stability Board gestisce titoli e contratti per un valore nominale di 67mila miliardi di dollari, una cifra più alta del Prodotto lordo mondiale [vedi Figura 1 – Il patrimonio degli intermediari finanziari]. Parallelamente il mercato dei derivati finanziari ha raggiunto, secondo le stime della Banca dei regolamenti internazionali, un valore nozionale che sfiora i 700mila miliardi di dollari, una cifra 10 volte superiore al Prodotto lordo mondiale.

    Rispetto allo scenario mondiale, e più specificamente europeo, le banche italiane hanno tenuto un atteggiamento più prudente, dettato più da una preoccupazione di stabilità economica e quindi di profittabilità di lungo periodo, che da una convinzione alternativa del ruolo del credito. Le banche classiche prese in considerazione in questo studio si sono esposte sul mercato dei derivati in maniera meno pesante delle loro concorrenti europee, ma non per questo in maniera sempre corretta. Nell’affannosa ricerca di maggiori guadagni, si sono lasciate andare a comportamenti in alcuni casi fuori dalla legge. Neanche la Cassa Depositi e Prestiti brilla per correttezza nonostante la sua matrice pubblica. Basa la propria raccolta sui depositi postali, ha come scopo dichiarato lo sviluppo del Paese, appartiene per il 70% al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Segno che se non cambia il sentire della società, non cambia neanche l’economia.

    Guarda il video su YouTube

    Il gioiellino di Andrea Molaioli (2011), con Toni Servillo (Ernesto Botta), Remo Girone (Amanzio Rastelli), Sarah Felberbaum (Laura Aliprandi), Lino Guanciale (Filippo Magnaghi)

    Scena. Il titolare di una grande azienda alimentare (che somiglia terribilmente alla Parmalat) si è indebitato fino al collo ricorrendo senza ritegno al falso in bilancio. Nel confronto con il direttore di una banca americana, l’oscenità di questa prassi (depenalizzata in Italia) emerge in piena luce.

    Breve storia della banca

    Dall’antichità alle banche centrali

    I primi accenni di attività bancaria risalgono addirittura al tempo dei Sumeri. Ma è con l’età greco­-romana che si ha una prima evoluzione del sistema, che evolve da semplice cambiavalute (i Trapeziti in Grecia, Argentarii e Nummularii a Roma) a un primo embrione di attività creditizia dopo Costantino, quando una nuova forma di banchiere, i Collectarii, che riassumevano i due profili precedenti, svolgevano attività creditizia e di cambio, concedendo prestiti garantiti da pegni o da ipoteca. Ma bisognerà arrivare al Medioevo, e nello specifico alla nascita dei commerci, perché le attività di credito trovino uno sviluppo esponenziale.

    In particolare è nelle società del basso Medioevo, che queste sono state capaci di trovare un nuovo impeto grazie al sensibile aumento delle rese agricole dovuto all’evoluzione tecnologica. Maggiori rese hanno significato maggiori scambi, ridando nuova centralità ai luoghi di incontro e di scambio. Così rinascono le città e nuovi attori dell’economia, come i commercianti e i cambiavalute. I nuovi centri propulsivi saranno i Comuni, alcuni dei quali diventeranno

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