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Scambio d'Amore
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E-book158 pagine2 ore

Scambio d'Amore

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Info su questo ebook

Nate
Come erede della casata degli Weister ci si è sempre aspettato una certa perfezione da me. E quando non l'ho rispettata, sono stato mandato via per imparare il mio posto e la mia posizione in questa vita.
Ora sono stato richiamato. Mi hanno ordinato di tornare perché è giunta l'ora di prendere il mio posto e fare il mio dovere.

Isabel
Mio padre ha distrutto tutto.
La mia infanzia.
La mia vita.
La mia anima.
L'ha distrutta senza pensarci due volte e senza curarsene delle conseguenze, perché mi sono sempre piegata alle sue esigenze. Ora si trova di fronte a me con il resto della mia vita già decisa, consegnandomi a un altro. Un'antica tradizione familiare ci lega. Un patto fatto in paradiso… o all'inferno.
Riusciremo a spezzare i legami o saremo bloccati nel bene e nel male per sempre?

LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2023
ISBN9798223890744
Scambio d'Amore
Autore

Adina D. Grey

Adina D. Grey is a USA Today and International Bestselling Author. She was born and raised in Italy so it's no surprise she has a huge addiction to coffee, dogs, and books. Her book addiction and passion for travelling led her into the creative world of words where she writes, blogs, and beta reads. Her writing covers various sub genres and tropes but she's a sucker for a HEA, this is a cliffhanger free zone. When she's not writing or reading you can find her entertaining her toddler and husband, and enjoying family life.

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    Anteprima del libro

    Scambio d'Amore - Adina D. Grey

    CHAPTER ONE

    ISABEL

    MELBOURNE

    Non vedo l’ora di salire sull’aereo. Mi manca casa. Sono passati tre anni da quando sono tornata e per una volta posso godermi una piccola pausa dopo un periodo infinito senza vacanze. Non che non avessi tempo, ma volevo tenermi occupata per migliorare le mie competenze e, naturalmente, stare lontana da Londra.

    «Per il volo per Londra, chiediamo gentilmente ai passeggeri di prepararsi all’imbarco al gate B19». La voce degli altoparlanti annuncia e il mio cuore inizia a battere più forte. Tempismo perfetto.

    Mi dirigo verso il gate B19, mostro la carta che mi hanno dato e sono tra i primi a salire a bordo. Lo steward mi accompagna al mio posto e inizio a sistemarmi. Quando papà scoprirà che ho scambiato il mio biglietto con una mamma delusa perché il suo bambino era seduto lontano da lei, si arrabbierà. Dopo tutto, sono la figlia di un politico, ci si aspetta che io faccia bla bla bla. Odio la prima classe e tutto il personale che ti fa sentire come se fossi la persona più importante sull’aereo solo perché hai pagato di più il biglietto. Che senso ha? Se l’aereo si precipita siamo tutti sulla stessa barca. L’ultima volta un coglione ha cercato di rimorchiarmi anche se gli ho detto che non ero interessata, e il tipo è diventato piuttosto insistente. Ho dovuto chiedere al personale di occuparsi di lui, altrimenti avrei presentato un reclamo. Non mi piace giocare la carta del tu sai chi sono io, ma a volte è utile.

    Tiro fuori il portatile, metto le cuffie e attivo la modalità aereo sul cellulare prima di guardare fuori dal finestrino.

    Lasciare Melbourne non è facile per me. Ero titubante quando mi è stata offerta questa posizione, perché era molto lontana da dove ho vissuto. Mi ci sono voluti diversi giorni per scrollarmi di dosso la paura di ritrovarmi di nuovo sola, ma tre anni dopo ammetto che questo posto mi ha conquistata.

    «Un giorno tornerò», sussurro a me stessa.

    Mi sarei aspettata che i ricordi mi passassero come un lampo davanti agli occhi, ma credo che questo accada solo nei film. Il periodo che ho vissuto qui è stato bello e intenso e non lo cambierei per nulla al mondo. In fondo, tutti impariamo qualcosa dalle nostre esperienze. Le amicizie che abbiamo creato le portiamo nel cuore per il resto dei nostri giorni.

    Ricordo ancora il mio primo giorno qui. Il caldo soffocante sempre, sia di giorno che di notte sembrava prendesse forma per strangolarmi. Così diverso da Londra. Tuttavia, con il passare dei giorni, il mio corpo si è abituato alle temperature di Melbourne. Le persone amichevoli e i miei nuovi colleghi mi hanno aiutata ad ambientarmi rapidamente e ho amato ogni momento. Le gite, le serate con le ragazze, persino il lavoro: era come se avessi trovato il mio posto nel mondo, quell’angolo di paradiso che il destino aveva riservato per me. Ma con gli ultimi esami sono arrivate le numerose richieste da parte dei vari studi legali e ho iniziato a sentire la pressione sulla mia testa come fosse la spada di Damocle. Come se lo stress non bastasse, la telefonata di papà mi ha fatto crollare addosso ogni pezzo del castello dei miei sogni. Perché, ovviamente, è quello che fa sempre.

    Non sono mai stata libera di prendere le mie decisioni. Ricordo che una volta la tata Alice mi disse che quando al compimento del mio primo anno, mamma e papà avevano già scelto il mio corso di studi e le scuole che avrei frequentato. Pensavo che stesse scherzando, ma poi si è rivelato tutto vero. Tornare a Londra sarà come aprire il vaso di Pandora, con molti ricordi, come quelli di mia madre, che avevo chiuso in un cassetto perché erano troppo dolorosi per pensarci, o Nathan, il mio migliore amico, la spalla su cui piangere e un posto sicuro dove nascondermi quando le cose a casa peggioravano. Il solo pensiero mi fa tremare. Inspiro profondamente e chiudo gli occhi, cercando disperatamente di allontanare i pensieri dolorosi dalla mia mente.

    Non capisco perché devo tornare a casa. Se fosse stato solo per darmi una grande notizia, papà avrebbe potuto chiamarmi, mandarmi un fax, un’e-mail o un messaggio. Invece, eccomi qui, seduta su un aereo, pronta a tornare a casa a uno schiocco di dita. Tamburello le dita sul bracciolo cercando di capire cosa ci sia di così importante nel dirmi da farmi attraversare mezzo mondo.

    Quando l’aereo decolla, noto che la persona seduta accanto a me si è già alzata, nonostante il divieto di slacciare la cintura di sicurezza. Ero così persa nei miei pensieri che non l’ho sentito. Scrollando le spalle, apro il portatile, seleziono la playlist e inizio a leggere quello che ho scritto finora. Mi rilassa, e dato che papà usa i discorsi che gli scrivo devo assicurarmi che siano perfetti. A volte mi chiedo perché mi usi come PR, visto che ne ha già una. Sarà solo per tenermi sotto controllo?

    Ordino un bicchiere di Chardonnay mentre inizio a cambiare alcune parti che mi fanno storcere il naso. Dopo un po’, un’intensa fragranza muschiata di profumo maschile mi distrae mentre la respiro. Bevo un sorso di vino, cercando di non lasciare che la mia curiosità prenda il sopravvento. Sicuramente penserebbe che sono pazza se gli chiedessi il nome del profumo che indossa, ma con la coda dell’occhio sbircio a fianco a me e il sexy ragazzo è uno spettacolo per gli occhi.

    Quando lui apre gli occhi, improvvisamente scruto il monitor trovandolo così interessante mentre mi perdo nei miei pensieri. Nelle cuffie inizia a suonare I Put a Spell on You e sorrido perché sembra la canzone giusta per questo momento. Questo profumo di muschio è come un incantesimo e di nuovo sbircio con la coda dell’occhio il ragazzo più sexy del mondo seduto accanto a me. Il modo in cui il mio corpo reagisce, facendomi venire la pelle d’oca, mi mette quasi in imbarazzo.

    La mia vita è troppo frenetica per pensare a una relazione, e dopo l’ultima esperienza ho evitato gli uomini come la peste. Ma c’è qualcosa in questo ragazzo che mi attrae, anche se ha gli occhi chiusi e non parla, il che forse è meglio – visto che gli uomini pensano solo con il loro pene e tutto ciò che vedono sono le mie tette – le vibrazioni che trasmette sono fortemente eccitanti.

    Cerco di essere discreta mentre sbavo spudoratamente su di lui e, quando la canzone cambia, mi risveglio dall’incantesimo e cerco di tornare a concentrarmi sul mio portatile. Questo volo sarà lunghissimo e sarà meglio che mi dia una regolata e non mi renda ridicola.

    CHAPTER TWO

    NATE

    Sarei dovuto tornare a casa e non perdere tempo dietro a una ragazza che ho conosciuto su Internet. I miei amici mi avevano detto che gli amori online sono solo fumo negli occhi, perché alcune donne arrapate ti usano per far ingelosire qualcun’altro. Volevo fare una sorpresa ad Amanda e quando ho bussato alla sua porta, la sorpresa l’ho avuta io, soprattutto quando il fidanzato mi ha chiesto se avessi voluto unirmi a loro.

    Non so se esserne felice o meno. Dopo tutto, la nostra non era una vera relazione. Mi piaceva? Sì, decisamente. Mi incuriosiva e sembrava anche molto dolce, ma non sopporto le bugie. Per me sono un no secco.

    Appena seduto, lo steward mi informa che c’è una telefonata per me. Il lavoro non mi lascia mai molto tempo libero e quando ce l’ho mi piace viaggiare, ma questa volta papà ha detto di avere qualcosa di importante da dirmi, quindi tornare a casa è più un obbligo che un piacere. Ogni volta che schiocca le dita, devo essere ai suoi ordini. È sempre stato così e mi chiedo se smetterà mai. Non ho più otto anni, per l’amor del cielo.

    Sono sempre stato un bambino vivace e ovviamente a mio padre questo non piaceva. Dovevo essere calmo, educato e composto. Più un bambolotto che un bambino. Non potevo commettere errori. Mi sembra ancora di sentire papà che dice: «I Duchi di Weister hanno una reputazione millenaria che sicuramente verrà tramandata ancora per secoli e tu devi imparare a stare al tuo posto».

    Da un lato, capisco la sua ossessione. La stampa si è sempre interessata a noi. Ma d’altra parte, avrei preferito avere un’infanzia normale, facendo le cose stupide che si fanno da bambini, sbucciandosi le ginocchia, arrampicarsi sugli alberi mangiandone i frutti. Quelle piccole cose stupide che rendono speciale la tua infanzia, alle quali sorridi da adulto. Ho pochissimi ricordi della mia infanzia e quasi nessuno di essi riguarda i miei genitori. Anche se ho cercato di nasconderlo, ora rabbrividisco di fronte a questa sensazione.

    Spesso mi sono chiesto perché mi hanno avuto. L’unica risposta che mi è venuto in mente è che avevano bisogno di un erede per trasmettere il titolo. A volte ho avuto la sensazione di essere invisibile ai loro occhi, e pensarci fa ancora male. Mi sembrava di scomparire, di annientarmi, ma avevo due angeli che riempivano il vuoto lasciato dai miei genitori, la tata Alice e Izy, la mia migliore amica.

    Finalmente riprendo il mio posto a sedere e cerco di rilassarmi, ma per qualche motivo non ci riesco. La bionda accanto a me è una piacevole distrazione. Le sue dita volano sulla tastiera e mi chiedo se stia davvero scrivendo o stia solo facendo finta, ma soprattutto a cosa stia lavorando. Quando le sue labbra sfiorano il bordo del bicchiere sorseggiando del vino, vorrei avere un assaggio di quelle labbra rosa. Chiude gli occhi, ascoltando qualcosa che le piace, e mi soffermo ad ammirare la sua bellezza. È sexy da togliere il fiato e lo splendido sorriso che le appare sul viso, quando mima le parole della canzone che sta ascoltando, la rende ancora più adorabile.

    Mi sistemo nella sedia e chiudo gli occhi. Sarà un volo molto lungo, ma forse se mi addormento il tempo passerà più velocemente.

    Un fascio di luce mi fa balzare, attirando l’attenzione della ragazza. Il suo sguardo spaventato, mentre si tiene la mano sul petto per calmare il battito cardiaco, mi fa capire che l’ho spaventata.

    «Mi dispiace, se la luce le dà fastidio, posso spegnerla», dice scusandosi.

    «Non si preoccupi. È stato solo un brutto sogno», mento mentre i nostri sguardi si incrociano. Sono affascinato dai suoi occhi blu oceano e dalla sua voce dolce.

    Devi smettere di pensare a lei. Non fa per te.

    Chiudo di nuovo gli occhi e dopo un po’ un profumo delicato e sensuale mi avvolge come se fosse più vicino. Socchiudo gli occhi e

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