Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Le fiabe più belle di Joseph Jacobs
Le fiabe più belle di Joseph Jacobs
Le fiabe più belle di Joseph Jacobs
E-book77 pagine58 minuti

Le fiabe più belle di Joseph Jacobs

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Joseph Jacobs è stato un letterato e storico nato nel 1854, che ha curato ben sei raccolte di fiabe. Ispirato dai fratelli Grimm e dal nazionalismo romantico, volle che i bambini inglesi, abituati a leggere racconti francesi e tedeschi, fossero in grado di accedere alle fiabe inglesi.
Le sei raccolte, pubblicate tra il 1888 e il 1916, hanno contribuito a tramandare le fiabe tra generazioni, acquisendo ancora oggi, grande rilevanza in campo letterario, folcloristico e antropologico.
Questa è una raccolta delle più belle e significative leggende e miti celtici, rielaborati oltre un secolo fa da Joseph Jacobs, con sostanziale rispetto delle fonti antiche e orali, così come erano state utilizzate dai primi raccoglitori del folclore gaelico e anglo-irlandese, e dalla consapevole aderenza al loro linguaggio.

LinguaItaliano
Data di uscita14 giu 2023
ISBN9798215125625
Le fiabe più belle di Joseph Jacobs
Autore

Joseph Jacobs

Joseph Jacobs (1854–1916) was a noted folklorist, critic, and historian who gained fame compiling English folktales. Born in Sydney, Australia, Jacobs completed his studies at the University of Cambridge. His career began with a post as the secretary of the Society of Hebrew Literature. Work with Jewish literature and history became a principal pursuit in his life, and he eventually became president of the Jewish Historical Society of England, a revising editor of the Jewish Encyclopedia, and editor of the American Hebrew. In 1890 Jacobs began releasing collections of English fairy tales in a mission to give English children homegrown stories to read in addition to the more traditional French and German fairy tales. 

Correlato a Le fiabe più belle di Joseph Jacobs

Ebook correlati

Classici per bambini per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Le fiabe più belle di Joseph Jacobs

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Le fiabe più belle di Joseph Jacobs - Joseph Jacobs

    Cappa di giunchi

    cappa_giunchi.jpg

    C'era una volta un ricco gentiluomo che aveva tre figlie, e un giorno volle scoprire quanto bene gli volessero. E così disse alla maggiore: «Tu quanto bene mi vuoi, mia cara?»

    «Tanto quanto ne voglio alla mia vita.»

    «Molto bene» rispose. Andò dalla mezzana e disse: «Tu, mia cara, quanto mi ami?»

    «Come nessun altro al mondo.»

    «Benissimo» rispose!» E alla figlia minore chiese ancora: «E tu, mia cara, quanto bene mi vuoi?»

    Ed ella rispose: «Vi amo come la carne ama il sale.»

    «Ah sì?» Il padre s'infuriò e replicò: «Dunque non mi ami. Via, vattene da questa casa.» Così dicendo la buttò fuori su due piedi e le chiuse la porta in faccia.

    La figlia camminò e camminò, fino a quando giunse in una palude, e lì raccolse un bel po' di giunchi; e per nascondere gli abiti eleganti, l'intrecciò fino a comporre una sorta di mantello con un cappuccio che la ricoprì dalla testa ai piedi. Così travestita, proseguì il cammino fino a quando arrivò in un grande casa. «Avete bisogno di una cameriera?» chiese.

    «No,» risposero.

    «Non so dove andare. Non chiedo denaro, e mi va bene qualsiasi tipo di lavoro» disse.

    «D'accordo, se ti sta bene lavare e scrostare pentole e casseruole, puoi restare.»

    E così rimase in quel posto a lavare e scrostare pentole e pignatte, e a fare tutti i lavori più umili, e dal momento che non si era presentata con il suo vero nome, presero a chiamarla Cappa di Giunchi.

    Dunque, accadde un giorno che ci fu un grande ballo in un luogo poco lontano, e ai servi fu permesso di andare ad ammirare la gente del bel mondo; Cappa di Giunchi, però, disse che era troppo stanca per andarci, e preferì rimanere a casa. Invece, appena gli altri se ne furono andati, si tolse la sua cappa di giunchi, si diede una ripulita e andò al ballo. Ed era la più bella della festa.

    E secondo voi, chi c'era in mezzo agli ospiti, quella sera? Naturalmente il figlio del padrone, che s'innamorò di lei al primo sguardo, e non volle ballare con nessun'altra; ma prima che le danze terminassero, Cappa di Giunchi scivolò via e corse a casa. E quando rientrarono gli altri servitori, la trovarono a letto che faceva finta di dormire avvolta nella sua solita cappa di giunchi.

    Ebbene, il mattino dopo quelli le dissero: «Sapessi cosa ti sei persa, Cappa di Giunchi!»

    «E cioè?»

    «Cioè, la più meravigliosa dama che si sia mai vista in giro, così elegante e bella! Il padroncino non le ha tolto gli occhi di dosso un momento.»

    «Peccato, mi sarebbe piaciuto vederla..» rispose Cappa di Giunchi.

    «Bèh, forse la vedrai stasera: ci sarà un altro ballo.»

    Finì la giornata, e Cappa di Giunchi disse che era troppo stanca per andare con loro. Così, appena rimasta sola, corse a togliersi il mantello di giunchi, si diede una bella ripulita, e via, di corsa al ballo.

    Il figlio del padrone, che era ansioso di rivederla, ballò con lei tutta la sera, senza mai levarle gli occhi di dosso. E quando la festa volse al termine, la fanciulla corse via e ritornò velocemente a casa, cosicché quando gli altri servi tornarono, ella fece finta di dormire nel suo involucro di giunchi.

    Il mattino dopo le dissero di nuovo: «Ti sei persa la gran dama un'altra volta, Cappa di Giunchi: è venuta al ballo anche ieri sera, ed era sempre così bella e ben vestita che il figlio del padrone non le ha tolto gli occhi di dosso un momento.»

    «Oh, che peccato, avrei voluto vederla..»

    «Ma potrai farlo questa sera! Ci sarà di nuovo il ballo, e questa volta devi proprio venirci, perché lei ci sarà sicuramente.» Però, quando fu il momento di andare, Cappa di Giunchi tornò a ripetere che era davvero troppo stanca, e che per nessun motivo si sarebbe mossa da casa.

    E invece, appena gli altri furono usciti, si tolse la sua cappa di giunchi, si ripulì tutta quanta, e via, di corsa al ballo. Il figlio del padrone, raggiante di gioia, ballò tutta la sera solo con lei senza mai toglierle gli occhi di dosso. Lei non volle assolutamente rivelargli chi fosse, né da dove venisse, e così, lui le mise un anello al dito e le disse che se non si fosse fatta vedere un'altra volta, ne sarebbe sicuramente morto. E come al solito, prima che il ballo finisse, Cappa di Giunchi sgattaiolò via e corse a casa; e quando gli altri servi rientrarono, la videro avvolta nel suo solito mantello di giunchi, e sembrava che dormisse. Il giorno dopo le dissero: «Vedi, Cappa di Giunchi: non sei venuta con noi ieri sera, e adesso non potrai più vedere la bella fanciulla, perché i balli sono finiti.»

    «Mi dispiace davvero» rispose lei.

    In

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1