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Cinecittà dei sogni
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E-book83 pagine24 minuti

Cinecittà dei sogni

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In questa raccolta di poesie ho immaginato una città dei sogni in cui esiste una umanità che lavora ed esiste solo nei sogni. Attori e comparse che impersonano persone famose e archetipi, e si fingono parenti e amanti.
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2023
ISBN9791222429212
Cinecittà dei sogni

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    Anteprima del libro

    Cinecittà dei sogni - Andrea Gruccia

    Prefazione

    Lo ammetto: ogni volta che viene pubblicato un libro di poesie di Gruccia sono contento. E la cosa va avanti da molto tempo, da quando esordì con la raccolta Capelvenere, che uscì presso Marco Saya, e che sono fiero d’aver recensito in un piccolo e anonimo blog personale.

    Qualcosa, da allora (era il 2016), è cambiato nel lavoro di Gruccia, prima proteso verso una poesia narrativa di ampio respiro, certo tratteggiata qua e là da elementi botanici e nostalgici, e ora divenuta breve e concisa, una scrittura fatta di illuminazioni improvvise. Ma soprattutto, per sua e nostra fortuna, si è liberato completamente dei luoghi comuni linguistici della tribù letteraria e dalle scorie della poesia social affidandosi completamente alla Musa surrealista e fantastica.

    Nelle poesie di Cinecittà dei sogni si respira un non so che di astratto, di irreale, pur cogliendone il senso e la sensazione che da esse traspare. Sembra di volare su una giostra pazza e allucinata, divertente e malinconica, ove tutto quello che si vede porta il lettore a strizzare gli occhi per credere a tali visioni. Il paesaggio onirico, caro al Gruccia, è abitato da figurine e figuranti pronti a interpretare una parte in questi corti assurdi e familiari, che non vogliono rappresentare nulla in particolare se non un momento ispirato, un frammento di sogno o ricordo. Per lui quello che conta è la precisione della fantasticheria, l’alone dell’impronta appena impressa; e a quella non sa rinunciare, anche a costo dell’incomprensione generale o dell’isolamento artistico-letterario. Corre e sbriga di fretta il Gruccia: l’importante è non perdere quell’attimo, incastrarlo tra le pieghe della pagina, ricamarlo sopra, perché la memoria tradisce la folgorazione appena svelata; non ci si può

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