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BIANCO - Omicidio a Londra: I casi di Francisco Valiente Polillas
BIANCO - Omicidio a Londra: I casi di Francisco Valiente Polillas
BIANCO - Omicidio a Londra: I casi di Francisco Valiente Polillas
E-book160 pagine1 ora

BIANCO - Omicidio a Londra: I casi di Francisco Valiente Polillas

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Info su questo ebook

Nella sua seconda avventura, Francisco si recherà a Londra e...

Richard Nixton inizia la sua carriera politica nel miglior scenario possibile. Il Big Ben di Londra. Mentre i giornalisti attendono il suo arrivo, lui supervisiona l'iconico orologio. Tutto deve essere perfetto per il servizio fotografico che darà slancio alla sua carriera. Ma tarda a tornare alla festa dove deve annunciare la sua candidatura e la sua équipe corre a cercarlo.

È morto. Gli ingranaggi dell'orologio lo hanno divorato, lasciando pochi indizi su quanto accaduto.

Che è successo?

Chi ha pianificato l'assassinio?

Per fortuna, tre operai si trovavano vicini alla scena del crimine. Tre testimoni dalle caratteristiche molto peculiari.

Uno è sordo, l'altro è muto e il terzo è cieco.

Prefazione di José Antonio Flores Yepes

Bianco è il secondo episodio di questo divertente e meraviglioso mix di sapori e colori che ci conduce a una storia incredibile, il cui personaggio peculiare è il detective Polillas. Una storia divertente, ricca di colpi di scena, scivoloni e peripezie che ci farà trascorrere un po' di tempo in cui il divertimento è assicurato.

Fin dal primo minuto si prova una forte empatia per il personaggio, dovuta alla sincerità senza precedenti di uno strano detective, diventato investigatore privato a causa di un destino molto capriccioso e caotico. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte all'antitesi del personaggio di Sherlock Holmes; una caratterizzazione del nostro detective magistrale quanto semplice, ma che arriva alle stesse conclusioni del suddetto e più famoso investigatore.

Una storia piacevole che ci cattura fin dalla prima riga, e viene sviluppata capitolo dopo capitolo con grande maestria dal già consacrato Alexander Copperwhite, scrittore che è già un punto di riferimento nel mondo letterario, con una tal prolifica attività e commistione di generi da rendere impossibile la classificazione.

La migliore introduzione a questo breve romanzo è l'invito a leggerlo, affinché il lettore tragga le proprie conclusioni e, a mio modesto parere, non ne rimarrà deluso.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita31 ago 2023
ISBN9781667462431
BIANCO - Omicidio a Londra: I casi di Francisco Valiente Polillas

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    Anteprima del libro

    BIANCO - Omicidio a Londra - Alexander Copperwhite

    2

    BIANCO

    OMICIDIO A LONDRA

    I casi di Francisco Valiente Polillas

    Alexander Copperwhite

    A tutti quelli che si sentono emarginati...

    ... qualunque ne sia la causa

    Prefazione

    Bianco è il secondo episodio di questo divertente e meraviglioso mix di sapori e colori che ci conduce a una storia incredibile, il cui personaggio peculiare è il detective Polillas. Una storia divertente, ricca di colpi di scena, scivoloni e peripezie che ci farà trascorrere un po' di tempo in cui il divertimento è assicurato.

    Fin dal primo minuto si prova una forte empatia per il personaggio, dovuta alla sincerità senza precedenti di uno strano detective, diventato investigatore privato a causa di un destino molto capriccioso e caotico. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte all'antitesi del personaggio di Sherlock Holmes; una caratterizzazione del nostro detective magistrale quanto semplice, ma che arriva alle stesse conclusioni del suddetto e più famoso investigatore.

    Una storia piacevole che ci cattura fin dalla prima riga, e viene sviluppata capitolo dopo capitolo con grande maestria dal già consacrato Alexander Copperwhite, scrittore che è già un punto di riferimento nel mondo letterario, con una tal prolifica attività e commistione di generi da rendere impossibile la classificazione.

    La migliore introduzione a questo breve romanzo è l'invito a leggerlo, affinché il lettore tragga le proprie conclusioni e, a mio modesto parere, non ne rimarrà deluso.

    J. Flores Yepes

    UN PENSIERO ONESTO

    PUÒ COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE

    ––––––––

    Questa storia è basata su fantasie reali.

    Ogni somiglianza con i personaggi è colpa vostra.

    La storia si svolge in Spagna

    e nella città di Londra.

    I - Big Ben

    A torto o a ragione, la maggior parte delle persone finisce per meravigliarsi di tutto ciò che luccica e della luce che questi elementi proiettano attorno a sé. Però, a causa di quella luminosità contagiosa, molti non prestano attenzione a ciò che si nasconde dietro la loro ombra. Perché, dove c'è luce, c'è anche una fitta oscurità alimentata dai nostri incubi.

    *

    Il suono assordante delle campane indicava a tutti i londinesi, o almeno a coloro che passavano vicino al Parlamento inglese, che era l'ora del tè. Nonostante fosse passato quasi più di mezzo secolo da quando la maggior parte degli abitanti dell'isola non praticava questa usanza in modo regolare e formale, i dipendenti del Big Ben, simbolo della puntualità e della precisione inglese, erano obbligati a rispettare un orario pieno di protocolli, tradizioni e rituali ormai dimenticati dal resto dell'umanità (o che nessuno ha mai conosciuto, né ne è stato minimamente interessato).

    Gli ingranaggi, sebbene giganteschi, eseguivano movimenti calcolati al millimetro. Un dettaglio che mancava a molti degli orologi qualificati come straordinari — che in realtà non erano tali — e che non erano in grado di eseguire movimenti così precisi, a causa della mancata accuratezza nel momento della fabbricazione. Ed è qui che entrava in gioco la squadra di manutenzione di questa meraviglia della nuova era.

    In genere, gli addetti al turno pomeridiano svolgevano i normali compiti di restauro e conservazione. Ma quel giorno, a causa della benevolenza di uno degli addetti — senza contare il suo desiderio di apparire come una persona di classe, riunendo quante più persone possibile intorno a sé, in quello che lui considerava un momento di interesse — la maggior parte del personale era nella mensa principale, e applaudiva la sua candidatura come membro onorario del Comune di Londra, sostenuto dai conservatori. Una pantomima molto curata, e che lo rendeva molto felice, e rendeva felici anche i suoi colleghi, visto che l'occasione di svignarsela dal lavoro non si presentava molto spesso.

    Applausi a parte, Richard Nixton, il candidato, promise alla stampa una serie di foto che, una volta pubblicate, avrebbero mostrato ai suoi abitanti la grandezza della città e, naturalmente, lui avrebbe fatto parte del paesaggio meccanico e futuristico di quella trama pubblicitaria. Inquietante ma legale. Offrì a tutti tè con i pasticcini e una varietà di panini freddi, serviti ai tavoli più remoti della mensa, mentre lui avrebbe approfittato dell’occasione per verificare che gli ambienti scelti fossero in linea con l'immagine che intendeva trasmettere ai suoi futuri elettori. Pio desiderio, ovviamente, ma vendere bugie di solito non era economico e ogni dettaglio contava, perché non avrebbe potuto permettersi di pagare una seconda riunione come quella. Almeno non con il denaro del suo portafoglio.

    Salì con uno degli ascensori fino al luogo più misterioso e simbolico del Big Ben, il locale degli ingranaggi, dove ogni movimento dettava il ritmo che il resto del mondo doveva seguire. Le sue imponenti finestre, opera di maestri artigiani, la cui conoscenza era tramandata di padre in figlio, permettevano alla luce del sole di illuminare gli ingranaggi e le molle della macchina del tempo. Il pendolo da trecento chili era al sicuro; lontano dai burloni dalla moneta facile che, intenzionalmente, sbilanciavano fragili contrappesi causando una discrepanza di 0,4 secondi al giorno, in anticipo o in ritardo, a seconda del lato su cui veniva collocata la moneta. Ma quel giorno nessun londinese avrebbe subito un tale sconvolgimento nella sua efficiente routine; anzi, quasi nessuno dava più importanza a questo tipo di cose, gli abitanti di Londra non alzavano neanche lo sguardo all'orologio, tranne i turisti.

    Quelli che misuravano con impazienza il tempo erano i giornalisti e gli ospiti d'onore di Richard Nixton. Sconcertati, sussurravano tra loro assurde spiegazioni o immaginari complotti che il candidato alla politica stava tramando. Alcuni pensavano a uno scenario perfetto in modo che Richard, come gli piaceva essere chiamato dai media per sentirsi più vicino alla gente, potesse mostrare il suo volto più gentile ed entusiasmante, mentre altri iniziavano a pensare che si stava facendo troppo tardi. Dopo un tempo più che ragionevole, il capo della sua campagna andò a cercarlo, ma trovò solo la parte peggiore di lui. Resti del suo corpo smembrato tra gli ingranaggi del vecchio Big Ben.

    Catalogarono come incidente l'evento ed essendo una notizia da prima pagina, i giornalisti finirono per gettarsi sui resti del disgraziato, scattando foto raccapriccianti e facendo riprese video per il prime-time da trasmettere in tutto il paese, e forse in tutto il mondo. Anche se la cosa che colpisce di questa storia è stata la sorpresa che gli inquirenti hanno provato quando si sono imbattuti in un fatto con il quale forse avrebbero potuto scoprire cosa o chi aveva causato la morte di Richard Nixton. Tre testimoni che al momento della disgrazia lavoravano molto vicini al luogo dell'evento. Tre testimoni che avrebbero dovuto raccontare cosa avevano visto, cosa avevano sentito e cosa avevano detto durante quel fatidico pomeriggio.

    E doveva essere così, anche se non esattamente in quest'ordine, perché uno di loro era cieco, l'altro era sordo e l'ultimo era muto.

    II – Colazione con sorpresa

    «Mammaaaaa! Non mi hai scaldato bene il latte col Cola Cao!» urlò Francisco Valiente Polillas dalla cucina.

    «Non mi interessa!» gli rispose sua madre dal soggiorno. «Ti sei alzato un’altra volta tardi! Quante volte ti devo ripetere la stessa cosa? Il mattino ha l’oro in bocca.»

    «Va bene, va bene, ma il mio Cola Cao è freddo!»

    «Ah, figlio mio! Cosa faresti senza di me? Dai, aspetta un secondo che finisco di spolverare e te lo riscaldo.»

    «Ma sul fornello, non nel microonde, perché mi piace la cremina che si forma quando fa la schiuma.»

    «So bene quanto ti piaccia. Perché non apri la posta mentre finisco?»

    «Ma mammaaaaaaaa» si lamentò Francisco.

    «Dai, non ti ho chiesto niente che richieda molto impegno da parte tua» gli rispose la madre in tono arrabbiato.

    Borbottando inutili lamentele, Francisco attraversò la cucina fino al corridoio. Sua madre aveva lasciato il mucchio della posta di tutta la settimana su un tavolino situato a destra della porta, per averla a portata di mano.

    «Che disastro!» commentò a bassa voce Francisco.

    «Ti ho sentito» sbottò sua madre. «Se mi aiutassi di più nelle faccende di casa, non avresti motivo di lamentarti.»

    «Scherzavo, mamma. Sei la migliore casalinga del mondo!»

    «Di sicuro tu sei bravo a schivare il lavoro.»

    Francisco omise quest'ultimo particolare, perché sapeva che era vero, e cominciò a sfogliare la posta. La bolletta della luce, la bolletta dell'acqua, l’estratto conto bancario, pubblicità del Carrefour, un'offerta di Leroy Merlin, un biglietto di auguri per il compleanno di sua madre...

    «Oh, cavoli! E io mi sono dimenticato!»

    "Le ragazze del 'pelu' ti augurano buon compleanno", si leggeva su un biglietto troppo colorato.

    Senza pensarci due volte, prese il biglietto e se lo mise in tasca.

    Meglio darglielo dopo averle comprato un regalo, pensò.

    Il resto della posta era la solita carta straccia di sempre. Rimise tutto sul tavolino, indossò la tuta alla velocità della luce, finì il Cola Cao anche se era freddo, prese le chiavi e corse fuori.

    «Torno subito» disse prima di chiudere la porta.

    «Ma se...» rispose sua madre, tenendosi la risposta in bocca. «Un giorno questo ragazzo mi farà impazzire. Da quando è diventato uno di quei detective, non smette mai di cacciarsi nei guai.»

    «Ah!» Sospirò prima di continuare con le sue faccende.

    *

    Un giorno speciale richiedeva un regalo speciale. Francisco si diresse verso un chiosco vicino, pensando a cosa avrebbe potuto comprare per sua madre. Quando arrivò, cercò tra le riviste di viaggio, tra gli opuscoli di bellezza e, per inciso, diede un'occhiata anche a Playboy.

    «Che paio di tette!» disse, con un sorriso ebete sul volto.

    Un sacchetto di caramelle non era un regalo molto appropriato per sua madre, anche se lui le adorava, specialmente quelle a forma di cervello. Morbide da un lato e gommose dall'altro.

    «Dammi una manciata di quelle caramelle» chiese al venditore del chiosco, cogliendo l'occasione.

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