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Autoipnosi pratica: Il miglior contributo teorico-pratico ai benefici dell'autoipnosi
Autoipnosi pratica: Il miglior contributo teorico-pratico ai benefici dell'autoipnosi
Autoipnosi pratica: Il miglior contributo teorico-pratico ai benefici dell'autoipnosi
E-book370 pagine5 ore

Autoipnosi pratica: Il miglior contributo teorico-pratico ai benefici dell'autoipnosi

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Info su questo ebook

Fin dai tempi remoti dell'umana evoluzione l'Uomo si è distinto da tutte le altre forme di vita per la sua insistente determinazione nell'adattare le condizioni ambientali ai propri fini.

Da allora fino ad oggi, l'Uomo si è evoluto, e la sua preoccupazione principale è stata sempre quella di accumulare e controllare la forza materiale superiore alla sua. Ci si occupava raramente dell'importanza della mente e del suo funzionamento e solo riguardo ai suoi aspetti patologici. Anche l'individuo mentalmente e fisicamente sano è molto più preoccupato del suo stato fisico che non di quello mentale e di tutte le sue emozioni, esegue periodicamente salutari esercizi di ginnastica, compra vitamine e cibi corroboranti e si affligge molto di più per le rughe del suo viso che non del suo stato mentale. La capacità del corpo umano nelle sue forze muscolari è nota ed è stata da lungo tempo applicata per funzioni efficienti e disciplinate; non altrettanto invece per la capacità mentale. In questo volume si descrive la teoria generale e le tecniche per apprendere o per insegnare l'arte di rilassarsi, di concentrarsi e di disciplinare le facoltà mentali. Nella sua semplicità questo è ciò che l'autoipnosi si propone di raggiungere. Il metodo descritto nel testo implica l'uso di simboli necessari per ottenere lo stato ipnotico, e di simboli ulteriormente usati per rafforzare le suggestioni formulate a scopo terapeutico. I simboli scelti sono congeniali al paziente in modo che ogni volta che il simbolo sarà percepito, la relativa suggestione verrà rafforzata e l'effetto migliorerà ulteriormente fino ad ottenere lo scopo prefisso. E' ormai noto che rispondiamo a simboli di tutti i generi nel corso di ogni attività quotidiana. Nella presente tecnica per l'autoipnosi l'uso dei simboli è reso più efficace dall'uso dei ben noti principi psicologici di condizionamento e di rafforzamento. Tuttavia, in stato ipnotico, con un completo rilassamento ed una piena concentrazione da parte del soggetto il condizionamento ed il rafforzamento sono talmente efficaci da sembrare talvolta quasi miracolosi. Questo volume rappresenta quindi una guida utile e pratica per chiunque creda nelle possibilità di miglioramento di molte funzioni della mente con un impiego ben organizzato della tecnica stessa. Spesso, si impiegano tecniche ipnotiche più sofisticate, ma il paziente che ha una buona conoscenza dell'autoipnosi e può usarla è più felice, più tranquillo e rassicurato perchè ha imparato che l'aberrazione nelle emozioni e negli atteggiamenti può aggravare la sua malattia e che l'ansia è sempre dannosa; ed ha anche imparato che può esercitare un controllo su questi fenomeni usando intelligentemente e sotto una guida competente le tecniche autoipnotiche. Comunque un uso intelligente dell'autoipnosi offre molti vantaggi all'individuo per il quale è essenziale un aumento nella efficienza della concentrazione, del rilassamento, dell'autocontrollo e della capacità di apprendimento.

LinguaItaliano
EditoreAle.Mar.
Data di uscita28 nov 2021
ISBN9788892862937
Autoipnosi pratica: Il miglior contributo teorico-pratico ai benefici dell'autoipnosi

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    Anteprima del libro

    Autoipnosi pratica - Anonimo Anonimo

    Introduzione

    Fin dai tempi remoti dell’umana evoluzione l’Uomo si è distinto da tutte le altre forme di vita per la sua insistente determinazione nell’adattare le condizioni ambientali ai propri fini. Da allora fino ad oggi, l’Uomo si è evoluto, e la sua preoccupazione principale è stata sempre quella di accumulare e controllare la forza materiale superiore alla sua. La vanga per scavare lasciò a posto all’ascia di pietra e questa alla lancia con la punta di bronzo e alla ruota. I Fenici imprigionarono il vento per i loro vascelli dagli scafi azzurri e vogarono per i mari dall’Artico all’Equatore.

    Il progresso storico dell’Uomo è stato narrato principalmente in termini del suo crescente controllo sugli aspetti fisici della vita e dell’ambiente. Le Scienze nacquero dai suoi costanti sforzi per raggiungere questi fini. Gli antichi Greci ed Egiziani organizzarono il controllo sulla forza materiale con la matematica, la fisica e l’astronomia.

    Lavorando in un mondo naturale era inevitabile che la medicina prendesse una sua struttura, cose importante e separata materia di studio. Attraverso tutta la aula della medicina possiamo riscontrare solo l’esame accurate delle condizioni fisiche. Gli interventi cruenti erano abilmente eseguiti e le più antiche scritture dell’uomo contengono numerose valide indicazioni e consigli riguardanti il miglior procedimenti per eseguire amputazioni, incisioni ed anche rimozione di calcoli.

    Ci si occupava raramente dell’importanza della mente e del suo funzionamento e solo riguardo ai suoi aspetti patologici.

    Anticamente i malati di mente erano appesi a catene, gettati della fossa dei serpenti oppure sottoposti ad orribili sevizie. Si a certamente appreso di più sulla struttura e sul funzionamento della mente umana nel corso degli ultimi 50 anni che non durante tutti i tempi precedenti. Vi sono ancora vaste lacune in questo campo delle nostre cognizioni. I nostri sovraffollati ospedali per malattie mentali offrono una tragica testimonianza della nostra limitata conoscenza della materia.

    Anche l’individuo mentalmente e fisicamente sano è molto più preoccupato del suo stato fisico che non di quello mentale e di tutte le sue emozioni, esegue periodicamente salutari esercizi di ginnastica, si preoccupa del suo punteggio a golf, compra vitamine e cibi corroboranti, ispeziona giornalmente la sua lingua e si affligge molto di più per le rughe del suo viso che non del suo stato mentale. La capacità del corpo umano nelle sue forze muscolari è nota ed è stata da lungo tempo applicata per funzioni efficienti e disciplinate; non altrettanto invece per la capacità mentale.

    Il Signor Sparks ha descritto in questo volume la teoria generale e le tecniche per apprendere o per insegnare l’arte di rilassarsi, di concentrarsi e di disciplinare le facoltà mentali. Nella sua semplicità questo è ciò che l’autoipnosi si propone di raggiungere. Il metodo descritto nel testo implica l’uso di simboli necessari per ottenere lo stato ipnotico, e di simboli ulteriormente usati per rafforzare le suggestioni formulate a scopo terapeutico. I simboli scelti sono congeniali al paziente in modo che ogni volta che il simbolo sarà percepito, la relativa suggestione verrà rafforzata e l’effetto migliorerà ulteriormente fino ad ottenere lo scopo prefisso.

    E’ ormai noto che noi rispondiamo a simboli di tutti i generi nel corso di ogni attività quotidiana. Nella presente tecnica per l’autoipnosi l’uso dei simboli è reso più efficace dall’applicazione dei ben noti principi psicologici di condizionamento e di rafforzamento. Tuttavia, in stato ipnotico, con un completo rilassamento ed una piena concentrazione da parte del soggetto il condizionamento ed il rafforzamento sono talmente efficaci da sembrare talvolta quasi miracolosi. Questo volume rappresenta quindi una guida utile e pratica per chiunque creda nelle possibilità di miglioramento di molte funzioni della mente con un impiego ben organizzato e disciplinato della tecnica stessa. Sappiamo tutti che esistono individui capaci di svegliarsi all’ora desiderata e in grado di studiare con la radio a tutto volume e i bambini che schiamazzano. Questi sono tutti esempi non riconosciuti di ciò che le tecniche « autoipnotiche » possono ottenere in una situazione completamente disorganizzata e confusa. L’autoipnosi implica quindi in essenza una serie di esercizi di impostazione mentale. Desidererei vi fosse un’altra parola invece di «ipnosi»; il termine ha una carica semantica che gli conferisce un altro significato e, a molti di noi fa pensare ad un’infinità di sciocchezze teatrali che caratterizzarono il suo esordio. Nel corso degli ultimi quattro anni ho applicato le tecniche qui descritte su pazienti accuratamente selezionati per i miei trattamenti in campo allergico e dermatologico. Ho compiuto i miei esperimenti sotto la guida del Dr. Sparks ed i risultati ottenuti mi hanno costretto a scartare il mio scetticismo iniziale sei confronti dell’« ipnosi » come tecnica medica «etica». Uno dei nostri primi pazienti fu un uomo di 48 anni affetto da dermatite acuta che interessava l’ottanta per cento dell’epidermide.

    Mi era stato mandato per un consulto da uno specialista della California del Sud che lo aveva curato per otto anni senza ottenere beneficio. Lo curai per due anni con i metodi tradizionali, sua il paziente continuò ad aggravarsi fino al punto di dover abbandonare il proprio lavoro. Gli avevo somministrato steroidi antistaminici, tranquillanti e tutti gli ultimi ritrovati. Sotto ipnosi emerse molto materiale di cui ci servimmo per ridurre i suoi stati di ansia e con l’autoipnosi riuscii a controllare e a dominare il prurito ed a rafforzare la sua accettazione di nuovi valori e di un nuovo ruolo per se stesso. Dopo sei settimane la cute era completamente risanata e sono ormai due anni e mezzo che lavora senza prendere alcun medicamento. Usando l’autoipnosi una graziosa maestra di scuola eliminò una deturpante smorfia facciale. Quest’abitudine stile tic era apparsa quando aveva dodici anni ed aveva influito sullo sviluppo della sua personalità tanto da renderla timida e scontrosa. La stato ipnotico auto-indotto essa doveva guardarsi più volte ella sprecchio parlando e ridendo senza la spiacevole smorfia.

    Si sterettava usando parole che, in stato di veglia, scatenavano il manifestarsi del tic, e dopo quattro mesi qualsiasi traccia della smorfia era scomparsa. Sono trascorsi oltre due anni e mezzo senza che si siano verificate ricadute.

    Casi illustrativi come questi non sono rari, ma sono la dimostrazione tipica di quel che può ottenere un paziente sotto la guida di un medico disposto a collaborare con lui. Spesso, si impiegano tecniche ipnotiche più sofisticate, ma il paziente che ha una buona conoscenza dell’autoipnosi e può usarla è più felice, più tranquillo e rassicurato perchè ha imparato che l’aberrazione nelle emozioni e negli atteggiamenti può aggravare la sua malattia e che l’ansia è sempre dannosa; ed ha anche imparato che può esercitare un controllo su questi fenomeni usando intelligentemente e sotto una guida competente le tecniche autoipnotiche.

    Tutti coloro che conoscono a fondo l’ipnosi e l’autoipnosi riconoscono questi fenomeni come naturali e produttivi, ma validi solo entro certi limiti nel vasto campo della medicina e della psicologia. L’ipnosi non è un « toccasana ». Sebbene sia efficace per l’anestesia e per l’ostetricia nel 20% circa dei casi in un altro 20% non dà praticamente alcun beneficio. Nel 60% circa dei casi, i risultati possono variare da un leggero aumento della capacità di rilassarsi ad un parziale sviluppo dell’anestesia. Pazienti dall’equilibrio instabile, oppressi dall’ansia, dovrebbero senz’altro essere tenuti sotto controllo medico. Nessuno dovrebbe autorizzare esperimenti in questo campo senza la dovuta conoscenza, serietà di intenti ed una visione generale del problema.

    Comunque un uso intelligente dell’autoipnosi offre molti vantaggi all’individuo per il quale è essenziale un aumento nella efficienza della concentrazione, del rilassamento, dell’autocontrollo e della capacità di apprendimento.

    Il medico oberato di lavoro, preoccupato per la sua ulcera o per le coronarie ateromatose, farebbe assai bene ad imparare questa tecnica per suo uso personale; dieci minuti al giorno sono l’equivalente di almeno quattro ore di sonno ristoratore e di dieci anni in più di vita produttiva.

    Prefazione

    Molti sono i vantaggi che si possono trarre dallo studio dell’autoipnosi.

    Diamo qui di seguito l’elenco in due gruppi delle condizioni tipiche per le quali il metodo può essere applicato con risultato favorevole.

    Si consiglia vivamente il lettore che intende utilizzare l’autoipnosi per scopi terapeutici di consultare un medico o uno psichiatra per stabilire se gli schemi costituzionali, i sintomi e le condizioni che vuole modificare richiedano o meno una diagnosi precisa ed una cura più approfondita. In tal caso, l’autoipnosi, potrà comunque rivelarsi un prezioso complemento se applicato secondo le direttive del medico.

    Il primo gruppo comprende problemi relativamente secondari che spesso trovano rapido sollievo con l’autoipnosi. Il secondo gruppo comprende manifestazioni di condizioni piu gravi il cui trattamento generale richiederà la guida di un medica.

    Le tecniche che descriveremo potranno in questo caso facilitare gli altri trattamenti prescritti.

    Primo gruppo

    Miglioramento delle capacità intellettive, fra cui: (1) Concentrazione, (2) fissazione mnemonica, (3) rievocazione, (4) immaginazione creativa, (5) pensiero costruttivo e (6) espressione grafica e artistica.

    Affermazione delle caratteristiche positive della personalità, (1) Fiducia in se stessi, (2) risolutezza, (3) motivazione, (4) determinazione e realizzazione dei propri obiettivi.

    Correzione di schemi di comportamento dannosi, fra cui: (1) sucesso nel fumare, nel bere e nel mangiare, (2) procrastinazione, (3) irrequietezza e incapacità a rilassarsi, (4) insonnia e (5) forme leggere di compulsioni e ossessioni.

    Lenimento di leggeri stati ansiosi dovuti a: (1) complessi di inferiorità, (2) timidezza e panico del palcoscenico e (3) tensioni ambientali derivanti da difficili situazioni professionali, coniugali o di altra natura.

    Secondo gruppo

    Alleviamento o eliminazione del dolore per: (1) trattamenti odontoiatrici, (2) interventi chirurgici, ostetrici e ortopedici e (3) sollievo dei sintomi intrattabili.

    Controllo di condizioni varie come: (1) ansia, tensione e stanchezza, (2) obesità, (3) alcoolismo, (4) reazioni ossessive e compulsive, (5) enuresi, (6) onicofagia, (7) reazioni fobiche, (8) sintomi psicosomatici e (9) schemi di comportamento anormali.

    Quest’elenco è notevolmente ridotto. Con esso intendiamo dare al lettore qualche ragguaglio sui diversi tipi di condizioni ragionevolmente influenzabili. Come accennato precedentemente, non si insisterà mai abbastanza sull’opportunità di un’assistenza professionale prima dell’impiego di queste tecniche, per ragioni anche lontanamente connesse con le condizioni elencate nel secondo gruppo.

    Esiste la possibilità di alleviare od eliminare completamente i sintomi anche se le cause alla base sussistono. Ciò può portare a gravi conseguenze in quanto potrebbe nascondere un disturbo curabile che potrebbe svilupparsi in una malattia più grave causata dal ritardo di una cura medica appropriata.

    Contrariamente alle opinioni espresse da alcuni professionisti, l’A. è fermamente convinto che sarebbe difficile trovare un metodo più innocuo dell’ipnotismo. Il materiale pubblicato sui cosiddetti « pericoli » dell’ipnotismo e gli avvertimenti riguardo al suo uso non sono sicuramente confermati dai fatti.

    Fin dall’inizio del diciassettesimo secolo uomini come Braid, Esdaile, Mesmer, Elliotson, Bernheim, Bramwell e, più recentemente LeCron, Erikson, Wolberg, Weitzenhoffer e molti, molti altri, hanno riferito letteralmente su migliaia di casi in cui l’ipnosi e l’autoipnosi furono usate senza che si verificasse un solo incidente od un risultato dannoso.

    Sembrerebbe quindi che i risultati sfavorevoli siano stati rari e che fossero dovuti non alla ipnosi, ma alla mancanza di comprensione da parte del medico di come applicare costruttivamente le sue tecniche per usi terapeutici. La persona che entra in stato ipnotico tende a comportarsi secondo l’idea che si è fatta del comportamento di un soggetto ipnotizzato. Una guida appropriata ed una « impostazione mentale prima e durante la trance arresteranno il comportamento spontaneo e bizzarro notato da quegli ipnotisti che non si prendono la briga di istruire ed informare intelligentemente i loro pazienti.

    I fatti indicano chiaramente che nessun danno può colpire la persona ipnotizzata anche se si formula la suggestione che ciò possa accadere. Questo succede perchè l’individuo ha dei meccanismi di sicurezza innati che gli servono per proteggersi contro suggestioni dirette o indirette mal formulate, e contro l’uso sbagliato dei metodi ipnotici.

    Alcune delle precedenti osservazioni riguardanti il consiglio di procedere con cautela, minimizzando contemporaneamente qualunque possibile pericolo, possono sembrare contraddittorie. La spiegazione è semplice; trattando con materia così intimamente connessa con le emozioni e le condizioni umane, è meglio considerare ogni eventualità e prendere tutte le precauzioni del caso.

    Sebbene sia possibile per un individuo praticare l’autoipnosi senza assistenza, è molto più facile fare ciò con l’aiuto di un’altra persona. L’ideale sarebbe che questa persona fosse specializzata nelle tecniche ipnotiche e qualificata nel campo in cui la tecniche dovranno essere applicate.

    E’ essenziale dedicare giornalmente un po’ di tempo all’esercizio pratico fino a che certe risposte non siano adeguatamente stabilizzate come descritto nel testo. Questo tempo potrà variare da 15 minuti a mezz’ora al giorno per 8-16 settimane o più a seconda dei fattori costituiti dai problemi individuali, dalla motivazione e dalla capacità.

    Praticamente qualunque persona in grado di leggere, capire e seguire il testo può attendersi alcuni risultati positivi come ad esempio una migliorata capacità di rilassarsi a volontà. Il 20 o il 30 per cento circa può ragionevolmente sperare di raggiungere risultati eccezionalmente buoni. Gli altri possono aspettarsi benefici di varia entità. Alcuni reagiscono molto rapidamente e facilmente. Altri richiedono tempo e sforzi considerevoli.

    Purtroppo non esistono modi conosciuti per predire i risultati su un particolare individuo. Solo provando, i risultati potranno essere valutati. Per molti, comunque, raggiungere la capacità di rilassarsi vale in sé lo sforzo. Ogni ulteriore progressi dovrebbe essere considerato un di più. Se e quando deciderete di iniziare, dovrete fissare degli appuntamenti con uno specialista per almeno un’ora, una o due volte alla settimana, oltre agli esercizi di 15-30 minuti ogni giorno o sera. Nel caso siate in grado di procedere da soli, gli esercizi giornalieri saranno sufficienti.

    Durante il periodo in cui sarete assistiti, una copia di questo libro sarà di grande aiuto per l’altra persona.

    Per anni queste tecniche sono state utilizzate con una elevata percentuale di successo nell’induzione dell’ipnosi e nello sviluppo dell’autoipnosi, dagli stessi medici. Questi ultimi, compresi gli psichiatri e le persone che esercitano professioni affinsono notoriamente dei mediocri soggetti dal punto di vista ipnotico. Questo concetto di sviluppare capacità ipnotiche attraverso una serie di risposte condizionate, evidentemente vince molte delle loro resistenze e li attrae non solo come metodo efficace e pratico utilizzabile nel trattamento dei loro pazienti, ma anche come mezzo per aumentare le loro stesse capacità.

    L’autore si augura sinceramente che questo libro contribuisca a dare ai medici ed ai profani una migliore conoscenza dell’ipnosi e dei possibili benefici che si possono trarre da un suo uso oculato.

    Sebbene non sia certamente la panacea che molti tentano di far credere, l’ipnosi non dovrebbe neanche essere intesa come un fenomeno mistico, sovrannaturale od occulto e non dovrebbe assurdamente essere temuta, specialmente se praticata da persone che abbiano un’esperienza etica della sua applicazione. Può essere preziosa per molti scopi. Cerchiamo di non esagerare questi salori e di ingigantire, al di là delle giuste proporzioni le magre conclusioni sui risultati più o meno benefici.

    CAPITOLO I

    Alcuni principi sul condizionamento

    Agli inizi del secolo il fisiologo russo, Ivan Pavlov, divenne per i suoi esperimenti sulle funzioni digestive dei cani. Une delle sue scoperte incidentali, destinata ad assumere in seguito un’importanza ancora maggiore, si basava sull’osservazione cha i cani possono essere addestrati, o condizionati, a salivare al suono di un campanello. Il valore di questa scoperta, in relazione al comportamento sta nel fatto che è stato successivamente dimostrato come su che gli esseri umani possano essere condizionati a rispondere di uno stimolo in maniera diversa da quella comunemente prodotta dall’applicazione di quel particolare tipo di stimolo. Per essere più chiari diremo che non è insolito prevedere la reazione in un cane sottoposto alla vista o all’odore del cibo, specialmente se l’animale è affamato ed il cibo è poco lontano da lui.

    Tuttavia, il verificarsi di questo fenomeno, senza la presenza il cibo, ma al solo suono di un campanello è un fatto alquanto imprevisto a meno che, naturalmente, all’osservatore non sia dedito allo studio dei processi delle risposte condizionate. Questo, e molti altri tipi di comportamento, si possono produrre sottoponendo ripetutamente un animale (anche l’uomo) ad une stimolo che solleciti la risposta voluta, mentre, quasi conteporaneamente, lo si espone al nuovo stimolo per mezzo del quale si desidera provocare la stessa risposta. Questo nuovo stimolo sarà analogo al suono del campanello sopra menzionato e non tale da provocare abitualmente la risposta che si cerca di condizionare.

    Chiunque desideri attuare l’autoipnosi attraverso queste tecniche, dovrà avere una assoluta padronanza di questi principi, padronanza essenziale non solo per lo sviluppo della tecnica in sé, ma anche per utilizzare con intelligenza le istruzioni contenute nei successivi capitoli.

    Pertanto, descriveremo numerosi altri esempi di risposte condizionate negli animali, e illustreremo l’importanza dell’applicazione di questi principi in relazione al comportamento umano.

    Consideriamo innanzi tutto gli effetti che differenti tipi di condizionamento avranno su un comune gatto domestico — un gatto che sia socievole, sano, e nel complesso abbastanza soddisfatto della sua vita.

    Supponiamo ora che il nostro gatto venga posto in un’ampia gabbia con molto spazio per muoversi e che si nutra ogni giorno da una cassetta posta in un determinato angolo della gabbia. Se il pasto avverrà tutti i giorni circa alla stessa ora, si osserverà ben presto nel gatto un maggiore interesse per quel particolare angolo, ogni giorno a quella data ora. Tenderà a dirigersi verso quell’angolo ed a sostarvi con un’aria di attesa. Inoltre, si avvicinerà alla cassetta senza fretta se la quantità di cibo è adeguata, o precipitosamente se è scarsa.

    Ora, se la quantità del cibo verrà mantenuta intenzionalmente al di sotto di un livello soddisfacente, e se, ogni giorno qualche istante prima dell’ora del pasto si suonerà un campanello, il gatto accorrerà invariabilmente verso l’angolo. Il processo di condizionamento comincia ad operare. Ben presto il gatto risponderà al suono del campanello in qualsiasi momento del giorno o della notte, che il cibo ci sia o meno.

    La risposta che conduce il gatto verso l’angolo al suono del campanello potrà essere meglio condizionata con l’applicazione di uno stimolo doloroso. Immaginiamo di collocare sul fondo della gabbia una grata di metallo percorsa da una leggera corrente elettrica. Se tutti i giorni, subito dopo il suono del campanello, si somministrerà una scossa elettrica per un tempo uguale a quello impiegato dal gatto per raggiungere l’angolo, la risposta dell’animale assumerà presto un carattere di grande urgenza. Dopo un limitato numero di esperimenti con questa tecnica di condizionamento, il gatto avrà dei seri motivi per volare letteralmente verso l’angolo ogni qual volta udrà il suono del campanello... anche quando il suono non sarà seguito dalla scossa elettrica. A questo punto il gatto reagirà al suono del solo campanello con reazioni che sarebbero molto più adeguate all’applicazione della scossa. (Queste potranno sembrare misure un po’ eccessive da usare contro un povero animale indifeso, un tempo così socievole, ma questo è il genere di esperimenti che ha permesso di aumentare notevolmente le cognizioni sul comportamento umano, e perciò sono forse scusabili).

    Un condizionamento di questo genere può essere portato a ben più estreme conseguenze per il povero gatto, facendolo diventare nevrotico o perfino, secondo ogni apparenza, psicotico.

    Supponiamo che il gatto, dopo essere stato perfettamente condizionato a rispondere al campanello accorrendo verso l’angolo, sia egualmente ben condizionato a rispondere al suono di un campanello diverso dirigendosi altrettanto precipitosamente verso l’angolo opposto. Cosa accadrà se il primo e il secondo campanello suoneranno simultaneamente? Il gatto dovrà fare una difficile scelta: sarà combattuto fra due risposte urgenti. Se il condizionamento verrà continuato con l’applicazione della scossa elettrica a tutte le aree della gabbia, contemporaneamente al suòno di entrambi i campanelli, togliendo così al gatto qualsiasi possibilità di evitare lo spiacevole stimolo, esso diventerà ben presto nervoso e, in un secondo tempo, nevrotico.

    Aumentando l’intensità e la frequenza degli stimoli condizionanti si può provocare nel gatto il comportamento di un animale rabbioso. Perderà qualsiasi interesse nel cibo e, al suono simultaneo del campanello miagolerà e tremerà, cessando di agire nella maniera prevista in un gatto normale.

    Questa condizione avversa può essere resa permanente intenzionalmente e per un preciso scopo. Quello che prima era un anis male docile e socievole sarà ora uno psicotico fascio di nervi e di carne. Il suo peso diminuirà perchè rifiuterà il cibo; tremerà e inarcherà il dorso alla minima provocazione e non risponderà affatto in maniera razionale ai tentativi di avvicinarlo o di nutrirlo.

    Se non verranno adottati dei provvedimenti per desensibilizzarlo o per decondizionarlo l’animale non avrà grandi possibilità di guarigione. Continuerà a reagire nella maniera anormale descritta a qualunque stimolo associato anche lontanamente con l’ambiente in cui avvenne il condizionamento. Se tuttavia, verrà posto in un altro ambiente, il più possibile diverso da quello in cui è avvenuto il condizionamento, vi saranno buone probabilità di guarigione. Se riusciremo a farlo mangiare di nuovo e se saranno attentamente evitati stimoli, quali scosse elettriche e campanelli, il gatto potrà mostrare un aumentato interesse per il cibo e, col tempo, calmarsi.

    Allorchè avrà ripreso le normali abitudini nutritive, il gatto potrà essere gradualmente privato del cibo in modo che il desiderio di quest’ultimo divenga tanto forte da dominare qualunque altra risposta. A questo punto il debole suono di un campanello durante l’ora del pasto non provocherà che una leggera ansia tendente a diminuire rapidamente, e anche aumentando gradualmente il volume del suono ad ogni pasto, le risposte di ansia potranno essere del tutto eliminate. Adottando lo stesso procedimento per il suono del secondo campanello verrà rimossa l’ansia collegata ad esso.

    Ora che abbiamo visto come si applica il processo di condizionamento che provoca negli animali risposte tanto negative che positive, possiamo procedere a esaminare quale reazione possono avere, con il comportamento umano, processi analoghi.

    Supponiamo che, per ragioni sperimentali, si desideri condizionare una persona a battere la palpebra dell’occhio sinistro ogni qualvolta sente la parola « rosso ». E’ stato riscontrato che negli esseri umani, a differenza degli animali, un’idea o simbolo mentale, ha almeno entro certi limiti, la stessa efficacia di uno stimolo sensoriale. In altre parole, un’idea tende a generare la realtà di ciò che essa rappresenta. Quel che si cerca di determinare è se tale idea o simbolo possa o meno provocare una risposta prevedibile.

    Dovremmo innanzitutto trovare il modo di far battere la palpebra al nostro soggetto con l’applicazione di uno stimolo controllato che non lo danneggi in alcun modo. Questo potrebbe essere un soffio d’aria emesso in direzione dell’occhio aperto attraverso un tubo, come ad esempio una comune cannuccia di paglia. La corrente d’aria sarà considerata lo stimolo incondizionato (S I) dato che si prevede produca la risposta desiderata. Dopo aver determinato la quantità o l’intensità di aria necessaria per costringere il soggetto a battere ogni volta la palpebra, possiamo pronunciare la parola « rosso » (lo stimolo condizionante o S C) e farla seguire immediatamente dal soffio d’aria. Si è riscontrato che il condizionamento è più efficace quando lo stimolo condizionante precede di un breve intervallo lo stimolo incondizionato. Dopo numerose prove si osserva che la parola « rosso » anche se non è seguita dal soffio d’aria, indurrà la persona a battere la palpebra. Otto o dieci prove sono generalmente sufficienti, se no, altre dieci circa otterranno sicuramente il risultato voluto.

    Il condizionamento eseguito in questo modo non sarà permanente. Sarà necessario rafforzarlo periodicamente o ideare la maniera di « generalizzarlo » con qualcosa a cui il soggetto sia esposto di frequente. Finora abbiamo condizionato la risposta ad uno stimolo sensorio, il suono della parola « rosso ». Possiamo completare l’esperimento chiedendo al soggetto di pensare alla parola « rosso » ad ogni prova immediatamente prima del soffio d’aria nell’occhio. Ben presto risponderà correttamente alla sola idea in sè. In luogo della parola « rosso » possiamo usare l’idea di un cibo, oppure di un’azione come quella di raccogliere un cucchiaio. Più intensa e più frequente sarà l’applicazione dello stimolo incondizionato e più la risposta allo stimolo condizionato sara saldamente stabilizzata.

    Il condizionamento a ulteriori stimoli in aggiunta a quelli originali viene chiamato generalizzazione. Ciò può verificarsi talvolta inaspettatamente. Se uno di questi stimoli è rappresentato da qualcosa che la persona fa, pensa o alla quale è esposta di frequente, la risposta verrà automaticamente rafforzata e resa relativamente stabile.

    D’altra parte, se lo stimolo condizionante viene applicato di frequente senza lo stimolo incondizionato, la risposta potrà diminuire e, col tempo, scomparire.

    In questo modo un individuo potrà essere condizionato (o autocondizionarsi) a rispondere ad un’immagine mentale o simbolo, con i pensieri, le sensazioni, o le azioni volute. Inoltre si può ottenere che le risposte desiderabili così condizionate, dominino o sostituiscano quelle indesiderabili provocate precedentemente da stimoli uguali o analoghi.

    Nella vita quotidiana gli individui sono esposti a degli stimoli condizionanti. Fin dalla nascita, e da allora in poi, quegli stimoli strettamente collegati agli inevitabili stimoli incondizionanti, condizionano, generalizzano ed estinguono costantemente le loro risposte, sia negative che positive. In certi individui molte risposte sono solo leggermente condizionate e vengono prontamente estinte. In molti altri, naturalmente, sono condizionati intensamente e, a meno che non vi sia un’esposizione ugualmente intensa a stimoli negativi, il condizionamento esisterà sempre come parte della personalità.

    Tra questi due estremi esiste un numero infinito di risposte e di schemi di risposte soggette ad infiniti gradi di modificazione e di rafforzamento. Fortunatamente, la maggior parte di esse sono positive o desiderabili, cioè sono fattori importanti nei confronti della sopravvivenza, dell’apprendimento e del godimento.

    Quelle negative sono importanti elementi rivelatori di un trauma emotivo, come l’ansia di adattamento, la tensione e la fatica.

    Molti studiosi ritengono che ogni sensazione od espressione umana implichi un condizionamento. E’ probabile che questo sia vero.

    Prendiamo ora un ipotetico essere umano e vediamo come, per un determinato periodo, si possano applicare i principi delle risposte condizionate ad una varietà di situazioni e di schemi di comportamento.

    Il nostro soggetto potrebbe essere una bambina di tre o quattro anni che vive con i genitori in una tipica città americana.

    Consideriamo ora quel che spesso avviene quando impara a leggere e a parlare. Forse la bimba ha un libro con figure di animali e relativi nomi scritti a grandi lettere, e le viene, ad esempio, ripetutamente mostrata la figura di una mucca pronunziando simultaneamente la parola « mucca ». Ogni qual volta se ne presenta l’occasione adatta le sarà additata una mucca vera e, di nuovo, la parola verrà ripetuta molte volte. Dopo un numero sufficiente di spiegazioni di questo genere la bambina risponderà al suono della parola con un’immagine mentale della parola stampata, della figura della mucca o dell’animale vero. Raggiungerà un condizionamento generalizzato, in maniera da rispondere ad uno qualsiasi di questi stimoli con immagini mentali di ciascuno o di tutti gli altri. Sarà un continuo processo di rafforzamento e la bambina infine « imparerà » attraverso il condizionamento delle risposte il rapporto delle parole (simboli), sia stampate che parlate, con le figure e gli oggetti.

    L’apprendimento quindi è un processo di risposte condizionate.

    Molti psicologi ritengono che tre siano i metodi attraverso i quali impariamo: la ripetizione meccanica o memoria; l’apprendimento per tentativi successivi; la risposta condizionata.

    Va oltre l’intento di quest’opera discutere dettagliatamente ognuno di questi metodi. Vale la pena, tuttavia, sottolineare che ognuno di essi comporta stimoli e risposte e che, con ogni probabilità, la ripetizione meccanica e l’apprendimento per tentativi successivi si spiegano anch’essi con l’apprendimento per risposta condizionata. Può darsi, com’è convinzione dell’A. e di molti altri studiosi, che tutto l’apprendimento risulti dal condizionamento delle risposte. Con tutta probabilità si può affermare che l’apprendimento si è verificato quando una sequenza stimolo-risposta diviene interscambiabile.

    Quando la bambina ha imparato la parola « mucca », ogni simbolo connesso con il concetto di « mucca » è divenuto interscambiabile come stimolo e/o risposta. La vista di una mucca vera agisce da stimolo per provocare in risposta la visualizzazione della parola stampata. In questo caso, un’immagine sensoriale è lo stimolo e la visualizzazione mentale, la risposta. E’ evidente che un’immagine sensoriale della parola stampata (o anche una immagine mentale) evocherà ora la visualizzazione della mucca.

    Abbiamo così una caratteristica di « interscambiabilità » fra stimolo e risposta.

    Nell’apprendere il concetto completo di « mucca » questa caratteristica deve essere estesa fino ad includere il suono della parola e la figura di una mucca che il bambino potrà descrivere con la parola, lo scritto, il disegno, oppure additando l’animale. Prima che sia stato raggiunto questo grado di apprendimento, il valore di stimolo della parola scritta è praticamente nullo: appartiene alla stessa categoria di una sillaba senza senso e assume significato per il bambino solo quando viene condizionata, prima come stimolo, poi come risposta ed infine come stimolo-risposta interscambiabili.

    La generalizzazione ha inizio quando simboli che non sono contenuti nel concetto originale vengono ad esso associati. Ad esempio, quando la parola « latte » verrà associata con uno qualsiasi dei simboli nel concetto di mucca, servirà non solo a rafforzare ognuno di questi simboli, ma si inserirà stabilmente in un’altra costellazione di simboli come quelli associati a « bottiglia », « bianco », « cibo », ecc.

    Abbiamo qui una base ragionevole per considerare il condizionamento come il processo che forma il sustrato dell’apprendimento e della fissazione mnemonica. Il lettore si renderà meglio conto della funzione dell’interscambiabilità stimolo-risposta eseguendo egli stesso i seguenti esercizi: analizzate cosa avviene nella vostra mente, nei muscoli delle labbra e nelle corde vocali mentre leggete la seguente descrizione: Un... animale... bianco... peloso... con... occhi... rosa.. e... orecchie... lunghe.

    Si è formata nella vostra mente l’immagine di uno specifico animale? E avete detto mentalmente il suo nome? Osservate ora che cosa accade nel leggere il nome di quest’animale... CONIGLIO. Forse avrete detto il nome dentro di voi e avrete osservato che nel farlo le vostre labbra si muoveranno impercettibilmente, avrete notato anche una differenza nella tonicità delle corde vocali.

    Fate la stessa cosa con

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