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Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica
E-book223 pagine2 ore

Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica

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La sovreccitazione continua della vita moderna lede il nostro organismo più di quanto si possa immaginare. Non sempre ci si rende conto che bastano poche ore di lavoro straordinario per dare il colpo di grazia ad una psiche sovraccarica di pensieri, di preoccupazioni, di affanni. Il sistema nervoso non è indipendente dal resto dell'organismo. Una lesione di qualsiasi parte del corpo può urtare per contraccolpo il cervello, una anche temporanea stanchezza cerebrale può favorire l'insorgenza di una malattia organica. La medicina psicosomatica ha messo in luce importanti connessioni esistenti fra Psiche e Soma o corpo. Da queste recenti conoscenze è sorta la psicoterapia, potente arma di difesa e di prevenzione contro la maggior parte delle disarmonie e degli squilibri psico-organici. Troverete in queste pagine utilissimi insegnamenti. Nel susseguirsi dei vari mutamenti sociali si sono delineati numerosi stati di incapacità all'adattamento, e grande è il numero di coloro che non hanno saputo far fronte a tali difficoltà. Ecco perché i “nevrastenici” si contano oggi a schiere. Le nevrosi di cui essi sono affetti, pur prendendo molte volte un aspetto veramente preoccupante ed essendo accompagnate da stati d'animo penosi e da dolore, vengono purtroppo assai spesso considerate, nell'ambiente che circonda i malati, come “malattie immaginarie”. Sentendosi abbandonati da tutti e credendo per tale ragione di essere stati classificati come malati incurabili, i nevrastenici finiscono per cadere nella più nera disperazione. Incatenati da questa specie di abbassamento morale, coscienti della loro inferiorità, provano un senso di profonda vergogna per la loro malattia, si tirano in disparte e rinunziano di loro spontanea volontà a comparire nel consorzio umano. Il dare a malati un consiglio come: “Non ci pensi più!” è certo il modo migliore per istradarli verso la guarigione, ma espressa con queste poche parole, la formula non è completa. Bisogna infatti insegnare loro il metodo da seguire per non pensare più alla malattia e bisogna cercare di convincerli poco a poco. Ecco dunque chiarito il primo punto: si tratta proprio di una “rieducazione” che farà riacquistare al malato la padronanza del proprio sistema nervoso, che permetterà di pensare ed agire, che lo riadatterà al suo ambiente, alla vita normale, all'attività sociale. Ed ora il secondo punto: la natura di questa rieducazione deve essere “psicoterapica”. Ignorando l'esistenza di qualsiasi medicamento essa mira a ristabilire l'equilibrio nervoso mediante semplici pratiche a sfondo psicologico. Siamo in grado di affermare che i medici possederanno un'arma potentissima che arricchirà straordinariamente il loro arsenale terapeutico e che molti nevropatici riacquisteranno la speranza e la fiducia se comprenderanno cosa sia una psiconevrosi sotto il punto di vista psicologico e soprattutto quando sapremo con certezza che la rieducazione psicoterapica può e deve render loro l'equilibrio e la gioia di vivere.
LinguaItaliano
Data di uscita12 mar 2015
ISBN9786050364613
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    Come riacquistare l'equilibrio psichico - La psicosomatica - Pierre Prost

    attenzione.

    CAPITOLO I

    IMPORTANZA DELLA PSICHE E DEL SISTEMA NERVOSO

    Relazioni tra psiche e corpo.

    Il corpo umano nella sua unità è formato dall'armonia dei vari organi ciascuno dei quali riveste un'importanza essenziale. I disturbi che insorgono a livello di ogni organo si ripercuotono più o meno su tutti gli altri. Senza avere la pretesa di stabilire arbitrariamente una specie di gerarchia fra le varie parti che costituiscono l'insieme del corpo, dobbiamo tuttavia riconoscere che la correlazione fra esse è mantenuta dal sistema nervoso. Con la mediazione quindi di tale apparato si possono correggere e compensare (spontaneamente oppure con l'aiuto di una terapia qualsiasi) gli eventuali disturbi generali.

    Si può così comprendere agevolmente come Cuvier abbia avuto ragione di dire: Il sistema nervoso è, in fondo, tutto l'essere vivente. Tutti gli altri organi sono alle sue dipendenze.

    Ora, la psicologia e la fisiologia moderne ci mostrano come il sistema nervoso possegga funzioni assai più complesse di quanto non potesse immaginare lo stesso Cuvier.

    Grazie a questo sistema riusciamo a percepire le diverse impressioni dei nostri sensi e ad interpretarle.

    Allo stesso modo, sotto la spinta del sistema nervoso siamo in grado di agire, comandando ai nostri muscoli striati di contrarsi per produrre i gesti e i movimenti che abbiamo deciso di fare.

    Ed è ancora grazie al sistema nervoso che i nostri riflessi di difesa sono inconsciamente ben coordinati e il nostro equilibrio organico rimane stabile essendo ottimamente regolata la circolazione del sangue nei vari distretti dell'organismo, secondo il variare delle necessità fisiologiche e le modificazioni dell'ambiente esterno.

    Tutti i nostri organi secretivi, ghiandole a secrezione interna o esterna, sono ugualmente regolati dal sistema nervoso che in questo caso mantiene entro i limiti fisiologici le loro funzioni.

    Ma soprattutto le nostre facoltà psicologiche sono dominio del sistema nervoso: attenzione, intelligenza, ragione, emotività, sentimenti, giudizio, memoria. Tinti questi e gli infiniti, altri aspetti della personalità umana si raggruppano sotto una denominazione comune dal significato assai vasto: il morale, ossia la psiche. L'importanza di questo complesso di manifestazioni dello spirito è, come facilmente si può comprendere, grandissima.

    Le molteplici funzioni del sistema nervoso che abbiamo fin qui enumerato reagiscono inoltre le une con le altre producendo la ben nota influenza dello spirito sul corpo fisico, e del corpo sullo spirito.

    Un'immagine, un'idea, un'emozione possono provocare delle contrazioni, dei movimenti, degli spasmi, possono esagerare alcune secrezioni oppure arrestarle, possono, per azione vasodilatatrice o vasocostrittrice, dar luogo ad anemie o a congestioni in varie regioni dell'organismo. All'inverso un disturbo funzionale qualsiasi genera sempre una ripercussione sulla nostra mentalità e sui nostri sentimenti.

    Possiamo dunque affermare senz'altro che il corpo e la mente formano nell'uomo un tutto intimamente correlato. Il voler considerare separatamente l'uno e l'altro è uno sbaglio di capitale importanza.

    Bernheim, rivolgendosi a quei medici che hanno occhi solo per la materia che forma il corpo umano, e che sembra vogliano ostinarsi ad ignorare quelle idee e quelle emozioni che si accompagnano sempre alle sensazioni fisiche, disse: Se ci ostiniamo a disconoscere l'importanza del fattore psichico nelle malattie e se non vogliamo dargli peso come elemento patogeno e terapeutico, non siamo in realtà dei medici, ma dei veterinari.

    Anche i veterinari però si interessano attualmente alla psicologia degli animali. Le esperienze interessantissime di Pavlow, condotte sui cani, rappresentano una delle prove più sicure circa l'influenza della psiche sulla materia.

    Pavlow, nel suo laboratorio, operò alcuni cani lasciando, ad operazione terminata, che il loro stomaco comunicasse con l'esterno per mezzo di una fistola che gli permetteva di prelevare in qualsiasi momento un campione di succo gastrico, in modo da poterne fare l'analisi. Egli constatò in tal modo che bastava far vedere al cane una scodella piena di pappa perché il suo stomaco si mettesse a secernere abbondantemente. Ma le sue esperienze non si fermano qui: riuscì infatti a dimostrare anche che le percentuali delle sostanze contenute nel succo gastrico si modificavano, secondo la natura dell'alimento mostrato all'animale.

    In epoca ancora più recente Metalnikoff ha pubblicato negli Annali dell'Istituto Pasteur (febbraio 1931) i risultati di diverse serie di esperienze molto importanti sui riflessi condizionati, riuscendo così a stabilire le leggi che regolano il meccanismo dell'immunità in genere.

    Questo ricercatore iniettava ad alcuni conigli delle culture di vibrioni del colera sottoposte a riscaldamento; prima di fare l'iniezione, egli grattava l'orecchio dei timidi animaletti, oppure suonava una tromba: tale operazione fu ripetuta per un periodo che oscillava dai quindici ai trenta giorni.

    Nell'organismo dei conigli avveniva una reazione di difesa contro l'immissione di vibrioni del colera, che si traduceva in un aumento della leucocitosi (ossia dei numero dei globuli bianchi presenti nel sangue). Il numero dei globuli bianchi ritornava alla normalità dopo aver sospeso il trattamento per una quindicina di giorni circa.

    A questo punto bastava sottoporre i conigli alla sola parte, diciamo così, psichica dell'esperimento (ossia bastava grattare loro l'orecchio oppure suonare la tromba) per provocare lo stesso aumento di globuli bianchi ottenuto nella prima esperienza.

    Benché lo scopo degli esperimenti che abbiamo descritto non fosse questo, tali prove sono adattissime a dimostrare quale sia la forza di suggestione anche su quegli organismi che non arrivano allo sviluppo psichico umano: il solo suono di una tromba, il solo atto di grattare un orecchio sono capaci di alterare la normale composizione del sangue!

    Malattie funzionali e squilibrio mentale e nervoso.

    Condizione necessaria al buon funzionamento di un motore, è naturalmente che tutti i suoi ingranaggi siano in piena efficienza ed in ottimo stato di conservazione, ma questo non basta: bisogna che anche il motore nel suo insieme sia ben regolato. Ciò si Ottiene per mezzo di un acceleratore che permette di aumentare il numero di giri se il ritmo di lavoro del motore è troppo lento, e per mezzo di un freno che al contrario sia in grado di moderare la velocità qualora il movimento divenga eccessivamente veloce.

    Lo stesso accade per tutte le funzioni del corpo umano. Esse si devono svolgere tutte nella più perfetta armonia d'insieme e il meccanismo adatto a regolarle è il sistema nervoso che distribuisce l'energia alle diverse parti del corpo, a seconda delle necessità.

    Per ottenere che ogni apparato sia regolato bene, è necessario che il sistema nervoso si trovi nelle condizioni del più perfetto equilibrio e che l'individuo, sapientemente allenato, sia in grado di accelerare o di frenare, a seconda, dei casi.

    Si chiamano malattie organiche quelle che derivano da una lesione di qualche organo. Esse corrispondono nel parallelismo meccanico che abbiamo citato, al caso che il motore non funzioni più perché uno dei suoi ingranaggi è rotto, consumato o arrugginito. Tali malattie si giovano esclusivamente della medicina o della chirurgia.

    Si chiamano invece malattie funzionali quelle affezioni che non sono causate da qualche lesione, ma che sono invece espressione di un deragliamento ossia di uno squilibrio del sistema nervoso. Riprendendo il nostro esempio del motore esse corrispondono al caso nel quale i diversi ingranaggi si trovino in condizioni ottime per funzionare, ma il motore non renda come dovrebbe perché è regolato male.

    Questi disturbi funzionali sono proprio quelli che trovano la loro indicazione curativa nella rieducazione morale o meglio nella rieducazione psicoterapeutica. Il fine che questa forma di cura si prefigge è il raggiungimento dell'equilibrio del sistema nervoso e il modo di mantenere tale equilibrio, una volta che lo si sia raggiunto, per mezzo di processi psicologici capaci di regolare l'influsso nervoso, sia mobilizzandolo al bisogno, sia immagazzinandolo nelle riserve.

    Non c'è affatto da meravigliarsi che un'azione simile sia possibile, perché la psicologia è per definizione la scienza della condotta umana.

    Qualcuno però ha sollevato l'ipotesi che le malattie funzionali di cui abbiamo fatto parola fossero semplicemente delle malattie organiche le cui lesioni, dell'ordine di grandezza inferiore al minimo possibile alle capacità umane, sfuggissero al nostro esame.

    Se si vuole accettare questa obiezione teorica, basterà dire, per mettere chi legge in condizioni di comprenderci, che noi intendiamo raggruppare, sotto la denominazione di malattie funzionali, ritte quelle affezioni che sono suscettibili di essere curate e guarite per mezzo della psicoterapia.

    Naturalmente noi stessi ammettiamo senza riserve che il cattivo funzionamento di un organo o di un apparato possa, a lungo andare, provocare delle lesioni organiche. Può darsi però che in un determinato momento l'incipiente lesione sia talmente piccola da essere debellata dalla psicoterapia. Ma non vogliamo ulteriormente approfondirci in una discussione barocca per- sapere se in questo caso la psicoterapia ha vinto una malattia organica oppure una affezione funzionale.

    D'altra parte anche nel caso di una malattia organica la funzione del fattore psichico è nettamente determinata. Diremo anzi che esso svolge un'azione di primissimo piano. Il morale del malato è alto o basso, orientato verso l'ottimismo o verso il pessimismo. Ed in quest'ultimo caso i veri disturbi sono moltiplicati per un coefficiente talmente elevato che se si riesce a distruggere, per via di cure psichiche, questo coefficiente, si può addirittura dire, quasi sempre, di aver ottenuto la guarigione; ciò perché i disturbi erano talmente aumentati dal fattore psicologico che una volta superato questo, essi appaiono molto meno preoccupanti o addirittura quasi senza importanza.

    Potremmo citare numerosissimi esempi nei quali, dopo una cura psicoterapica, si è resa inutile un'operazione chirurgica prima considerata inevitabile.

    In questi casi il chirurgo, una volta sgombrato il campo dagli innumerevoli disturbi di ordine psichico, ha potuto constatare con esattezza l'entità dei veri disturbi organici e da questi giudicare giustamente poco gravi lesioni che prima si improntavano ad un carattere di massima perniciosità.

    La vita moderna predispone allo squilibrio mentale e nervoso.

    Se si pensa che all'origine delle psicosi, delle nevrosi, delle psiconevrosi sta un disturbo dell'equilibrio nervoso, si può chiaramente comprendere la ragione della grande diffusione odierna di tali malattie, poiché nella nostra epoca tutte le circostanze della vita sono in certo qual modo capaci di provocare o di aggravare lo squilibrio nervoso.

    Vivere oggi in una grande metropoli significa essere presi da un immenso e perpetuo turbine di movimento e di rumore.

    Al di fuori di noi, la nostra attenzione è continuamente in stato di allarme per evitare i pericoli di una circolazione sempre più rapida e sempre più attiva. Siamo perseguitati spesso fino negli angoli più remoti delle nostre abitazioni, dai rumori delle automobili, dei tram, dei camion. Sia di notte che di giorno è ormai diventato quasi impossibile trovare un'oasi di pace e di silenzio dove poter distendere il sistema nervoso che si trova in continuo stato di agitazione.

    Ciascuno, preso dalla febbre della velocità, sente la necessità impellente di affrettarsi, di precipitarsi e molto spesso tenta di fare più cose nell'o stesso tempo, di cominciare un lavoro prima di aver portato a termine il precedente.

    Sta divenendo sempre più difficile sottomettersi ad una disciplina, organizzare la propria vita in modo razionale, soprattutto perché quella categoria di persone che nel XVII secolo si chiamavano importuni è enormemente aumentata; tali persone hanno a disposizione moltissimi mezzi per attaccare. Il telefono per esempio, permette oggi a chiunque di interrompere il nostro lavoro, il pranzo, perfino il riposo. Lo squillo imperioso di un campanello ci obbliga a intavolare una discussione ad ore inverosimili, senza che magari ce ne fosse estremo bisogno.

    Tali importuni sono anch'essi degli agitati, delle persone che hanno da fare fin sopra i capelli, dei disgraziati travolti dall'ambiente nel quale vivono: gente che contribuisce a snervare ancora di più i propri vicini.

    Sono dei veri e propri «scorticati vivi» i cui nervi, a fior di pelle, reagiscono violentemente al minimo rumore facendo compiere loro dei gesti eccessivi e disordinati. La volubilità di queste persone è condotta ad un grado esasperato, la loro voce è caratterizzata da una elevazione eccessiva del tono, il frasario che usano non è mai moderato. Il solo fatto della loro presenza costituisce un peso ed una fatica per chi si trova a vivere nello stesso ambiente. Si può quindi facilmente comprendere come un eccessivo lavorio delle forze nervose, prodotto in tal caso dal continuo stato di agitazione, sfoci rapidamente (soprattutto quando il sonno non è sufficientemente lungo) in una eccessiva stanchezza che si manifesta come depressione psichica e morale. Questa forma di stanchezza si accompagna spesso ad un complesso di inferiorità che naturalmente trova espressione nel pessimismo, la più grave manifestazione del quale conduce talvolta al suicidio.

    Una specie di simile agitazione generale si ritrova anche nei divertimenti e nei giochi i quali, seguendo la moda del nostro tempo, non sono più da considerare come momenti di rilassamento e di riposo, ma rappresentano al contrario una ulteriore forma di agitazione che si somma a quella prodotta in noi dal lavoro e dalla vita moderna.

    I ritrovi notturni con spettacoli di varietà sono naturalmente la forma di divertimento più apprezzata a causa del rumore infernale e della permanente agitazione che ivi regnano.

    A teatro e al cinema il pubblico cerca ansiosamente drammi violenti, capaci di scuotere i nervi spossati.

    Il gioco infine, in tutti i suoi aspetti, presenta l'attrattiva del facile guadagno, unito, per soprammercato, all'angoscia che si impossessa dei giocatori per tutto il tempo della partita.

    E i giornali, anch'essi si credono autorizzati, per soddisfare la massa dei lettori, a pubblicare minuziose cronache di delitti, non risparmiando particolari orribili ed atroci. Con il gusto per l'orribile, essi inalano giorno per giorno nella mente dei lettori cumuli di notizie che hanno la funzione di risvegliare molte nevrosi e di preparare il terreno per altri delitti.

    La costante necessità di mantenere in vibrazione il proprio sistema nervoso è in sostanza il risultato di una educazione a rovescio.

    Molti si immaginano, a torto, di dar prova di attività

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