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L'arte del rilassamento - Come affrontare lo stress della vita moderna
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E-book186 pagine2 ore

L'arte del rilassamento - Come affrontare lo stress della vita moderna

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L'eccessiva tensione nervosa si è tanto diffusa in gran parte del mondo civile, che dovunque si sente il bisogno di studiarla e di combatterla. Jacobsen ha sempre sperato che i metodi della fisiologia possano validamente concorrere alla comprensione dei fenomeni mentali e nervosi nei soggetti sani e malati. Ma l'indirizzo fisiologico, che appariva promettente per le sue stesse asperità, ci porta a considerare l'uomo in modo alquanto differente da quello inculcato negli studenti delle odierne scuole mediche. J. vorrebbe che il presente libro aiutasse chi professa la sua arte a considerare l'intero individuo, coi suoi crucci e le sue aspirazioni, con le sue speranze e i suoi timori, coi suoi ricordi e le sue inclinazioni, fattori tutti che insieme concorrono a determinare lo stato di salute e di resistenza al male, e talvolta la natura stessa delle eventuali infermità.Il rilassamento è nato come un metodo fisiologico che a ogni suo passo ha cercato la conferma scientifica, e gli stessi medici avvertono che esso risponde a un reale bisogno. Ancor oggi troppo si prescrive a persone affaticate, esaurite, sconvolte dal punto di vista nervoso o psichico, un cambiamento di lavoro, o il riposo in letto, o in viaggio di piacere, o una buona cura ricostituente, mentre più di rado ci si preoccupa nello stato di tensione che è all'origine dei disturbi, e si cerca il modo di rimediarvi.Da quanto sappiamo sul sistema nervoso e sulla mente, da quel che ci apprendono i metodi elettrici di ricerca, risulta un principio fondamentale: il rilassamento è il diretto contrapposto o, si potrebbe dire, l'antipodo fisiologico dell'eccitamento nervoso, ma sebbene il metodo del rilassamento si prefigga di calmare il sistema nervoso, ogni sua istruzione concerne il rilassamento muscolare. Quando i muscoli sono distesi, si distendono anche i nervi che vi giungono e che ne partono, e lo stesso indubbiamente avviene nei centri d'arrivo e di partenza dei nervi stessi, situati nel midollo spinale e nel cervello. Né muscoli, né nervi sono reciprocamente indipendenti, e gli uni e gli altri funzionano esclusivamente come componenti del sistema neuro-muscolare. Pertanto, il rilassamento muscolare consente d'influire sull'intero sistema nervoso.Un avviso è necessario: il rilassamento, come ogni arte fisica, non s'apprende con la sola lettura, ed esige istruzioni adeguate.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2015
ISBN9786050365115
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    Anteprima del libro

    L'arte del rilassamento - Come affrontare lo stress della vita moderna - Edmund Jacobsen

    coronarie

    PREFAZIONE

    Corpicino di mio figlio. Chi l'avesse osservato durante il giorno l'avrebbe visto correre e saltare e affrettarsi in ogni senso, e persino quando sedeva in poltrona o si sdraiava sul pavimento, le mani e i piedi e tutta la persona seguitavano a muoversi attivamente; il suo organismo aveva acquistato una forza viva che persisteva ad agitarlo.

    A questo impulso obbediva nell'esprimere in parole, o — come suole dirsi — nel razionalizzare il suo desiderio di non coricarsi, e, come dice il poeta, il suo cuore pulsante non conosceva riposo.

    È notorio che i bimbi hanno un'alacrità fisica più intensa degli adulti, ma quel che vale per gli uni può dirsi con altrettanta esattezza per gli altri, ché il cuore resta eternamente fanciullo, e anche noi grandi sappiamo accampare motivi ineccepibili, a nostro parere, per differire la sospensione dell'attività corporea e mentale.

    Fermamente convinto che il sovraffaticamento nervoso e muscolare possa apportare varie infermità, scrissi nel 1929 un libro d'indole strettamente medica, dal titolo Rilassamento progressivo, ma da più parti mi fu suggerito di riprendere lo stesso argomento, in forma più piana, per i profani. Ne nacque il presente lavoro, che apparve nella sua prima edizione nel 1934, e da allora Molti colleghi ne hanno prescritto la lettura ai propri pazienti.

    Fin dall'inizio mi trovai a lottare contro la spontanea tendenza dei medici e non medici a identificare il concetto di rilassamento con i divertimenti, gli svaghi e le attività non professionali; nessuno associava nel pensiero il rilassamento e il riposo. Dovetti pertanto decidere se coniare una nuova parola per esprimere la mia idea, oppure indurre il pubblico a usare un termine già noto nel senso da me inteso. Mi attenni alla seconda direttiva, e col passar degli anni non ho avuto a pentirmi della mia scelta, poiché tutti hanno più o meno aderito al mio punto di vista.

    Negli ultimi anni, (molti autori si sono pronunciati, in un modo o nell'altro, a favore della quiete dei nervi, della pace mentale, della distensione psichica. Alcuni prescelsero di seguire alla lettera i consigli offerti nei miei libri, e lo dichiararono apertamente; altri, fra cui antichi sofferenti di disturbi nervosi guariti in grazia del metodo, ne esposero vari dettagli tecnici, senza far menzione di rilassamento. Comunque, io mi auguro soltanto che i loro sforzi, che hanno prodotto in certi casi volumi di ampia diffusione, abbiano collaborato al mio Originario intento di promuovere fra la gente l'abitudine del rilassamento.

    Per quanto affascinante esso sia, confesso di aver a lungo esitato prima di risolvermi a trattare del rilassamento in forma divulgativa. Chi scrive a scopo di volgarizzazione è facilmente tratto ad esporre nozioni generiche, adatte al pubblico, ma non corroborate da prove scientifiche, poiché un'esposizione rigidamente tecnica riuscirebbe ardua ed astrusa per i profani. Un altro punto mi rendeva dubbioso: un libro a tutti accessibile sulla stanchezza e sui disturbi nervosi indurrà molti a curarsi da soli, mentre in realtà dovrebbero essere istruiti dal medico nell'applicazione del metodo, o per lo meno da esso seguiti. Di fronte a queste difficoltà, io cedetti alle cortesi pressioni del mio editore unicamente per un motivo: l'eccessiva tensione nervosa si è tanto diffusa in gran parte del mondo civile, che dovunque si sente il bisogno di studiarla e di combatterla. Ho sempre sperato che i metodi della fisiologia possano validamente concorrere alla comprensione dei fenomeni mentali e nervosi nei soggetti sani e malati. Le ricerche sperimentali mirano a scoprire i fenomeni fondamentali, e il fatto stesso che è possibile ripeterle di laboratorio in laboratorio consente di scovarne gli errori e assodare i progressi, come è avvenuto in ogni campo dello scibile.

    Ma l'indirizzo fisiologico, che appariva promettente per le sue stesse asperità, ci porta a considerare l'uomo in modo alquanto differente da quello inculcato negli studenti delle odierne scuole mediche. Rimpinzato di nozioni sui tessuti e sugli organi, sulle loro strutture e funzioni in condizioni normali e patologiche, sulle loro proprietà fisiche e chimiche, sul loro modo di reagire alle sostanze medicamentose, lo studente perviene alla laurea che lo autorizza a esercitare la sua professione nel mondo. Data la sua preparazione, è logico che nel suo diuturno lavoro continui, in studio e in ospedale, a pensare a tessuti e organi, a medicine e operazioni, ma non riesca a capire l'uomo nel suo complesso: chi guarda gli alberi non sempre sa vedere la foresta. Vorrei che il presente libro aiutasse chi professa la nostra arte a considerare l'intero individuo, coi suoi crucci e le sue aspirazioni, colle sue speranze e i suoi timori, coi suoi ricordi e le sue inclinazioni, fattori tutti che insieme concorrono a determinare lo stato di salute e di resistenza al male, e talvolta la natura stessa delle eventuali infermità.

    Il rilassamento è nato come un metodo fisiologico che a ogni suo passo ha cercato la conferma scientifica, e gli stessi medici avvertono che esso risponde a un reale bisogno. Ancor oggi troppo si prescrive a persone affaticate, esaurite, sconvolte dal punto di vista nervoso o psichico, un cambiamento di lavoro, o il riposo in letto, o in viaggio di piacere, o una buona cura ricostituente, mentre più di rado ci si preoccupa nello stato di tensione che è all'origine dei disturbi, e si cerca il modo di rimediarvi.

    Da quanto sappiamo sul sistema nervoso e sulla mente, da quel che ci apprendono i metodi elettrici di ricerca, risulta un principio fondamentale: il rilassamento è il diretto contrapposto o, si potrebbe dire, l'antipodo fisiologico dell'eccitamento nervoso, ma sebbene il metodo del rilassamento si prefigga di calmare il sistema nervoso, ogni sua istruzione concerne il rilassamento muscolare. Quando i muscoli sono distesi, si distendono anche i nervi che vi giungono e che ne partono, e lo stesso indubbiamente avviene nei centri d'arrivo e di partenza dei nervi stessi, situati nel midollo spinale e nel cervello, Né muscoli, né nervi sono reciprocamente indipendenti, e gli uni e gli altri funzionano esclusivamente come componenti del sistema neuro-muscolare. Pertanto, il rilassamento muscolare consente d'influire sull'intero sistema nervoso.

    Un avviso è necessario: il rilassamento, come ogni arte fisica, non s'apprende colla sola lettura, ed esige istruzioni adeguate. Il lettore che non ottenga il suo scopo si rivolga a un medico competente; non passerà, molto, e sarà facilissimo trovarne, per il credente interesse che il metodo ha ridestato nella classe sanitaria.

    CAPITOLO I.

    LA VITA MODERNA

    Sono ormai molti anni che la vita ad alta tensione è divenuta abitudine quotidiana; coll'avvento del treno espresso, del telefono, dell'automobile, della radio, dell'aeroplano, il ritmo dell'esistenza s'è ovunque accelerato, e contemporaneamente la caccia alle occasioni e lo spirito agonistico hanno invaso non solo il mondo degli affari, ma anche le relazioni sociali, professionali e educative. Di conseguenza, ogni individuo dei nostri tempi si vede costretto a un dispendio di energia nervosa che pochi decenni or sono non si sarebbe nemmeno immaginato.

    Un tipico esempio di vita ad alta tensione è offerto dalla carriera del comune uomo d'affari, che ha la giornata tutta presa da un'ininterrotta serie d'attività implicanti attenzione e responsabilità, e nella prospera sorte è indotto a lottare per vittorie sempre più importanti, nelle contrarietà non risparmia sforzi per evitare il crollo. Sovente, se non lo coglie l'esaurimento, non s'accorge egli stesso della sua fatica, e alla fine del lavoro quotidiano porta via con sé le sue preoccupazioni, che continuano a tormentarlo nel corso della serata. Gli stessi svaghi non riescono ad apportargli il necessario ristoro, perché — come dimostrerò in seguito — non è capace di rilassarsi.

    Le esigenze sociali della vita moderna sono spesso altrettanto assorbenti. La padrona di casa si affanna per ore e ore a preparare un pranzo o un ricevimento, e non ritrova la sua quiete sino alla partenza degli ospiti. Chi frequenta balli e trattenimenti, che spesso si prolungano a tarda notte, affronta una fatica non inferiore a quella richiesta da un ugual numero di ore dell'occupazione abituale, specialmente se vi dedica una sera dopo l'altra. La conversazione brillante che è d'obbligo in simili circostanze impone un'usura nervosa paragonabile a quella necessaria per un duro lavoro, e non minor danno arreca il frequente abuso di bevande alcooliche, e, almeno per i giovani, l'eccitamento sessuale. Di solito, secondo la mia esperienza, i pazienti che si esauriscono nella vita mondana mostrano un'apparente compostezza, un aspetto esterno di calma volutamente assunto per nascondere l'intima tensione nervosa e non riescono, nonostante i cosiddetti divertimenti, ad ottenere quel rilassamento che è nostro proposito di descrivere.

    Avvocati e medici oberati di clienti sono anche essi ottimi esempi di vita troppo intensa: la sala d'aspetto è tanto gremita, che devono spesso occuparsi di due casi alla volta, e servirsi di assistenti di cui bisogna sorvegliare il lavoro; per poi utilizzare i dati raccolti. Non è facile d'altronde fermarsi a considerare in ogni particolare una storia clinica o l'esposizione d'una controversia legale, mentre magari il pensiero corre al capezzale d'un malato grave o alla camera operatoria, a una conferenza d'avvocati o al tribunale.

    Gl'insegnanti risentono altrettanto intensamente la pressione dell'epoca moderna. Coloro che sostengono responsabilità disciplinari hanno continui contrasti con giovani intolleranti d'ogni freno, e debbono ad ogni momento risolvere situazioni spesso difficili. Quelli che; oltre l'insegnamento, si occupano di ricerche, ne conservano il peso nel pensiero anche dopo molte ore che sono usciti dal laboratorio.

    Lo sforzo nervoso opprime del pari gl'impiegati, e gli addetti all'industria e al commercio. La stenografa che deve scrivere tante parole al minuto per assolvere il proprio dovere; il commesso che praticamente è obbligato a rimanere in piedi tutto il giorno per attendere agli acquirenti; l'operaio che quotidianamente affronta le, infinite fasi della produzione; la telefonista che per ore e ore veglia sul quadro delle connessioni; questi, e tanti altri, sono tutti casi di vita ad alta tensione. Particolarmente pressati dalla fretta del nostro tempo sono i cronisti, i compositori e in genere tutti quelli che si occupano nei giornali. Anche l'agricoltore, oberato dalle tasse e dai debiti, agitato dalla tentazione dell'urbanesimo, ben di rado sa godere la pace dei campi.

    Agli sforzi imposti dal ritmo del lavoro odierno, si aggiungono altrettanto onerosi i bisogni pecuniari, da cui ben pochi sono esenti. Guadagnare sempre di più per spendere sempre di più è divenuto un incalzante fornite di Usura nervosa per gran parte dei lavoratori d'ambedue i sessi.

    D'altro canto, i progressi della modernità non sono riusciti ad eliminare altre fonti di preoccupazione già assillanti da secoli: l'allevamento dei figli e le cure domestiche, per esempio, continuano a gravare sulle spalle della madre di famiglia.

    Taluni hanno rilevato che Rousseau per il primo asserì che il sovraffaticamento e la precipitazione sono le caratteristiche peculiari del modernismo, ma non si soffermò a darne la dimostrazione. Forse invece la vita fu altrettanto eccitante e preoccupante sin dai tempi più antichi, e a riprova di tale ipotesi, si suole citare il frequente nervosismo dimostrato dagli animali selvaggi viventi nel loro ambiente naturale. Del resto, gli stessi Greci dell'epoca classica ebbero senza dubbio le loro preoccupazioni, come lo dimostra la nascita di filosofie dirette a combatterle, fra cui primeggiano la scuola stoica e la dottrina di Epitteto. Non è quindi lecito affermare senz'altro che altre epoche e altre civiltà siano state esenti dalla tensione che ci affligge; tuttavia, chi ha conosciuto la fine del secolo scorso propenderà probabilmente a riconoscere che da allora la foga dei tempi e la pressione degli avvenimenti si sono esacerbate fra noi, e hanno reso la vita sempre più febbrile.

    Le nuove invenzioni, e la continua produzione di macchinari che si sostituiscono alla mano dell'uomo hanno magari mitigato l'oppressione del lavoro materiale, ma non hanno alleviato l'onere nervoso. Un sollievo si trarrebbe forse dal ritorno a una vita più semplice, ma sarebbe vano cullarsi in tale speranza, perché le complicazioni del mondo moderno sono evidentemente destinate a sussistere. Non resta che chiedersi se non potremmo, coll'aiuto del rilassamento, godere i frutti dell'attuale civiltà, senza sperperare inutilmente le nostre energie fisiche e mentali.

    Il ritmo già di per sé precipitoso della vita moderna si è esacerbato con l'ultima guerra. Col cessare della lotta, tutti quelli che vi hanno attivamente partecipato come combattenti di terra, di mare, dell'aria, hanno dovuto ricominciare una nuova esistenza.

    Gli stessi popoli vincitori, dopo un breve respiro, si son visti costretti ad affrontare nuovi compiti e nuove responsabilità. Nelle zone risparmiate dal massacro, il

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