Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Riconciliatevi con Dio: Venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022). Documenti e testimonianze  sulla vita della Chiesa e della società.
Riconciliatevi con Dio: Venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022). Documenti e testimonianze  sulla vita della Chiesa e della società.
Riconciliatevi con Dio: Venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022). Documenti e testimonianze  sulla vita della Chiesa e della società.
E-book418 pagine4 ore

Riconciliatevi con Dio: Venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022). Documenti e testimonianze sulla vita della Chiesa e della società.

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L’autore ricostruisce, attraverso la storia dei suoi venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022), un periodo particolarmente difficile nella storia religiosa e civile di un Paese che, nel passaggio dalla dittatura alla democrazia, ha trovato nella Chiesa cattolica una guida ferma. Riconciliatevi con Dio è la prospettiva che caratterizza l’impegno di un vescovo e di una comunità cristiana, volto a ricostruire non solo la Chiesa ma, attraverso un dialogo costruttivo con le altre religioni, l’intera società.

Una pubblicazione ricca di materiale inedito (documenti ufficiali della vita della Chiesa cattolica in Albania, relazioni, testimonianze, cronache) che ci fa entrare in profondità nell’anima di un popolo dell’Est europeo all’Italia da sempre particolarmente vicino. Una documentazione fotografica a colori valorizza maggiormente il volume: le parole scritte diventano così volti di una generazione in cammino. Uno strumento prezioso per capire la mentalità e la vita sociale di un Paese con cui occorre confrontarsi con impegno.

LinguaItaliano
Data di uscita22 feb 2022
ISBN9788864792644
Riconciliatevi con Dio: Venticinque anni di episcopato in Albania (1997-2022). Documenti e testimonianze  sulla vita della Chiesa e della società.

Correlato a Riconciliatevi con Dio

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Riconciliatevi con Dio

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Riconciliatevi con Dio - Angelo Massafra

    CAPITOLO I

    UN CAMBIAMENTO RADICALE NELLA MIA VITA

    Nuova missione e nuove diocesi

    Il 7 dicembre 1996 la Nunziatura Apostolica in Tirana dà questo comunicato stampa:

    Papa Giovanni Paolo II fonda una nuova Diocesi e nomina due Vescovi in Albania.

    Oggi, 7 dicembre 1996, alle ore 12.00 la Santa Sede dovrà comunicare le suddette decisioni per la Chiesa cattolica in Albania.

    Papa Giovanni Paolo II ha fondato la Diocesi di Rrëshen (Mirdita), al posto dell’Abbazia territoriale di Orosh. La nuova Diocesi comprende le Province di Rrëshen, Burrel, Bulqizë e Peshkopië.

    Il Santo Padre ha nominato come primo Vescovo di Rrëshen e Amministratore Apostolico di Lezhë padre Angelo Massafra, o.f.m., in questo momento Definitore della Provincia francescana albanese e Parroco di Troshan. Padre Massafra è italo-albanese (arbëresh), nato a San Marzano di San Giuseppe (TA) nell’anno 1949. Fa parte dell’Ordine francescano. È stato ordinato sacerdote nel 1974. Ha coperto diverse funzioni, soprattutto nella formazione dei giovani francescani, prima in Italia e poi in Albania, dove lavora dal 1993. Fino a oggi il territorio della nuova Diocesi e quello di Lezhë erano amministrati da S.E. mons. Frano Illia, Arcivescovo Metropolita di Scutari.

    Sua Santità ha anche nominato Vescovo Amministratore Apostolico dell’Albania meridionale padre Hil Kabashi, o.f.m., attualmente cappellano per i cattolici albanesi in Germania. Padre Kabashi è albanese, nato a Caporc (Kossovo) nel 1941. Fa parte dell’Ordine francescano. È ordinato sacerdote nel 1969. Ha avuto diversi compiti di natura pastorale in Kossovo e in Bosnia ed è stato redattore della rivista cattolica Drita. Fin dal 1984 è responsabile spirituale dei fedeli albanesi in Germania. L’Amministrazione Apostolica dell’Albania meridionale fino a ora è stata diretta dal Nunzio Apostolico: l’Arcivescovo mons. Ivan Dias. Sua Santità Giovanni Paolo II ordinerà i due nuovi Vescovi il 6 gennaio 1997 nella basilica di San Pietro in Roma.

    Contemporaneamente al comunicato stampa, alle ore 12.00 si dà l’annuncio ufficiale anche a Lezhë nel salone del convento S. Francesco, alla presenza di sacerdoti, religiosi, autorità civili e fedeli:

    Padre Angelo Massafra, finora Maestro dei Novizi francescani, eletto Vescovo della nuova Diocesi di Rrëshen e nominato Amministratore Apostolico della Diocesi di Lezhë, ringrazia il Santo Padre per la fiducia posta nella sua persona, ringrazia tutti i presenti e invita alla preghiera per la nuova missione affidatagli dalla Chiesa.

    Bolla di elezione episcopale

    GIOVANNI PAOLO II

    VESCOVO, SERVO DEI SERVI DI DIO

    Al carissimo figlio Angelo Massafra

    membro dell’Ordine dei Frati Minori

    eletto Vescovo di Rrëshen e designato

    Amministratore della Diocesi di Lezhë

    Salute e Apostolica Benedizione

    Il nostro dovere apostolico, quale successore del Beato Pietro, vuole che provvediamo per ogni Chiesa il Pastore adatto per annunziare a tutti gli uomini il Vangelo del Regno, portando tutti all’ascolto della fede (Pastores dabo vobis, 26). Pertanto, figlio diletto, che sappiamo impegnato nella vita spirituale e dedito attivamente al bene delle anime,

    Noi successore di Pietro stabiliamo che tu sia eletto come Pastore capo della Diocesi di Rrëshen, eretta in questo giorno, con nostra lettera. Essendosi, dunque, riunito il Consiglio della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in virtù del nostro potere apostolico, in forza di questa lettera, ti eleggiamo Vescovo della comunità cattolica di Rrëshen e ti diamo, come Amministratore Apostolico, alla diocesi di Lezhë, con tutti i diritti stabiliti e i relativi doveri.

    Nello stesso tempo, con piacere, ti ordineremo Vescovo nella basilica di San Pietro nella prossima solennità dell’Epifania del Signore. Prima dovrai fare la professione di fede secondo le formule stabilite, dinanzi a sua Eminenza, il Cardinale Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e giurerai di restare fedele a Noi e ai nostri successori in questa Sede Apostolica, davanti a sua Eminenza il Cardinale Protodiacono.

    Notificherai queste nostre lettere nel modo dovuto al clero e ai fedeli delle diocesi di Rrëshen e di Lezhë. È infatti necessario che ti conoscano come maestro nelle cose spirituali e ti diano il dovuto onore. Soprattutto ti esortiamo, figlio caro, perché tu invochi, tramite l’intercessione di Maria Regina del Mondo, i doni dello Spirito Santo, così che risplenda la pace nel tuo cuore e il Cristo nelle tue opere, e si formi in te la sapienza, la giustizia e la salvezza (S. Ambrogio, lettera 1216).

    Dato a Roma, presso S. Pietro, il 7 dicembre dell’anno del Signore 1996, sedicesimo del nostro pontificato.

    Giovanni Paolo II

    La notizia fu diffusa dai media italiani e albanesi e rimbalzò su molti giornali e riviste, fu illustrata con abbondanza di fotografie, in modo particolare dalla rivista Salento Francescano, bollettino della Provincia dei Frati Minori di Lecce, dalla quale provengo.

    Festa grande nella Curia Generale dei Frati Minori a Roma

    La vigilia dell’Ordinazione episcopale, il 5 gennaio, il Ministro Generale, p. Hermann Schalück, ha preparato una festa e una cena con i due ordinandi p. Hil Kabashi e p. Angelo Massafra, con i rispettivi parenti e amici e tantissimi frati. Il Vicario Generale dell’Ordine dei frati minori, fr. Gilles Bourdeau, in assenza del Padre Ministro Generale, ha tenuto il seguente discorso:

    Rendiamo grazie al Signore per questo giorno in cui ci dona un incontro di Fratelli, che vengono da lontano e portano una chiamata, una missione. Ci prepariamo, con molta gioia, alla celebrazione di domani: il Santo Padre, con l’imposizione delle mani, costituirà i nostri fratelli Angelo Massafra e Hil Kabashi, angeli di alcune Chiese che sono in Albania. Un antico testo di Qumran, così invocava la benedizione, che facciamo nostra, per i nuovi Vescovi:

    Il Signore si compiaccia dei passi dei tuoi piedi e ti ponga alla testa dei suoi angeli santi. Come un angelo del volto servirai nel santuario in onore del Dio degli eserciti per tutti i tempi.

    E possa tu essere uno dei servi intorno al trono del re

    e stabilire le sorti insieme agli angeli del suo volto.

    Ma con loro, i nostri vescovi, ancora pieni di stupore per le meraviglie operate dal Signore, ricordiamo la gloriosa Provincia dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria che, ad appena pochi anni dal suo silenzioso martirio, con grande generosità e sacrificio, è in grado di servire le chiese locali, per restaurarle, ripetendo il gesto di Francesco, nella semplicità e nella pace. È pure doveroso ricordare ora gli artefici di questa meraviglia, i Fratelli che hanno perseverato nella prova e quelli che si sono offerti per ristabilire la Fraternità, provenendo da varie Province e manifestando la universalità di un amore che non conosce confini: il già Delegato Generale, frate Gianmaria Polidoro, che si è speso senza riserve sia per la restaurazione della Provincia e sia soprattutto per la formazione dei giovani desiderosi di entrare a far parte della nostra fraternità; i Ministri Provinciali di Lecce, frate Ludovico Palmadei, e quello di Sarajevo, frate Petar Andeloviç, che hanno donato con generosità i due Fratelli, ora messi da parte dallo Spirito per la nuova missione; e soprattutto il ministro provinciale di Scutari, frate Flavio Cavallini, con il Definitorio e tutti i Fratelli, che è chiamato a pagare più consistentemente il dono, rinunciando al generoso e valido aiuto che p. Massafra rendeva alla Provincia d’Albania, a favore del popolo di Dio. Il ricordo e il ringraziamento vanno al nostro Papa che, attraverso la benevolenza del Nunzio Apostolico, mons. Ivan Dias, ha riconosciuto la bontà dei Fratelli e l’impegno umile, ma efficace della Fraternità provinciale, e perciò ha osato chiedere molto e, forse, il meglio. Domani, per ciascuno e per tutti, riprendendo il testo già ricordato:

    E sarà un’assemblea comune con i santi per sempre e per tutti i tempi. Perché certe sono tutte le decisioni di Dio. Ed Egli ti faccia santo nel suo popolo e faccia di te una grande luce e, tramite la conoscenza, luce del mondo.

    E possa tu illuminare il volto di molti con la saggezza della vita.

    Ed egli faccia di te un diadema per il sacrario.

    È il mio augurio, è il voto del Ministro Generale fr. Hermann Schalück, è il desiderio di tutto l’Ordine che affidiamo alla Beata Vergine Maria, Mediatrice di tutte le grazie.

    A laude di Cristo

    Consacrazione

    Il giorno dell’Epifania, 6 gennaio 1997, sono consacrato Vescovo nella basilica di San Pietro, dalle mani del Santo Padre Giovanni Paolo II, insieme a undici altri presuli: in tutto dodici, nove europei, due asiatici e uno africano.

    Prima dell’imposizione delle mani da parte del Santo Padre e dei due consacranti, gli Arcivescovi mons. Giovanni Battista Re, Sostituto della Segreteria di Stato, e mons. Miroslav Stefan Marusyn, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, dei numerosi cardinali presenti, degli arcivescovi e vescovi, noi dodici neo consacrandi abbiamo risposto alle domande del Santo Padre che ci ha interrogati circa la nostra volontà di adempiere il ministero affidato dagli Apostoli: predicare con fedeltà e perseveranza il Vangelo di Cristo; custodire puro e integro il deposito della fede; edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa; prestare fedeltà e obbedienza al Successore di Pietro; prendersi cura del popolo santo di Dio; andare in cerca delle pecore smarrite; pregare, senza interruzione, Dio Onnipotente.

    Il Santo Padre ha quindi imposto l’Evangeliario aperto sul capo degli eletti, e ha recitato la preghiera di Ordinazione; dopo l’unzione crismale ha consegnato le insegne episcopali: l’anello, la mitra e il pastorale.

    Infine entriamo ufficialmente a far parte del Collegio episcopale e prendiamo posto nei seggi riservati per ricevere l’abbraccio di pace del Santo Padre e di alcuni Cardinali e vescovi. Il canto del Te Deum ci ha accompagnati mentre percorrevamo, commossi, la basilica, benedicendo l’Assemblea.

    CAPITOLO II

    NON È ANCORA INIZIATO IL GIORNO E GIÀ FATTI GRAVI INCOMBONO ALL’ORIZZONTE

    Notizie storiche

    La Mirdita, regione geograficamente povera e bellicosa, è rimasta sempre cattolica, lungo i secoli, anche in mezzo a guerre. Viene ricordata solo tardi dai documenti, anche se risulta abitata fin dall’antichità.

    Giovanni Muzaka, parroco di Scutari, nella sua genealogia, e il Barleti nella sua storia, non citano i mirditori. Solo nella relazione del Visitatore Apostolico, Shtjefën Gaspri, nel 1671, vengono ricordate le «popolazioni della Mirdita».

    Anche durante l’occupazione turca, la Mirdita conservò l’indipendenza e la fede; stipulò accordi con il popolo occupante ma non gli si assoggettò.

    Si tramanda che nel XVI secolo un principe della famiglia di Scanderbeg si sia stabilito a Orosh, dove si trovava il monastero di San Llezhdri (il nome Llezhdri deriva dall’antico Alessandro), e di questo monastero si parla in documenti del 1319. Il monastero di San Llezhdri dipendeva dalla Diocesi di Arbër. Nel 1638 il Vescovo di Arbër, mons. Mark Skura, parla dell’abbazia e ricorda anche il monastero di Santa Maria di Ndërfan (zona posta alla confluenza dei due fiumi Fan).

    Nel 1640, mons. Skura nominato Arcivescovo di Durazzo, annesse la diocesi di Arbër, conservando il titolo di abate di Mirdita, alle dipendenze del Vescovo di Lezhë.

    Il Vescovo di Arbër fu suffraganeo dell’Arcivescovo di Antivari. In Mirdita ci sono stati i basiliani e i domenicani, i quali hanno lasciato il loro ricordo. L’abate di Mirdita aveva giurisdizione su Orosh e Spaç.

    Nella storia vengono ricordati numerosi abati: l’abate Pietro Bianku, che nel 1703 prese parte al primo sinodo albanese; l’abate Junku, l’abate Gazullori, l’abate Gaspare Curri, l’abate Gjeçi, l’abate Pal Doda, l’abate Merqija e altri, albanesi, fino al famoso Doçi, nominato abate nel 1888, che si adoperò per l’erezione dell’Abbazia nullius di Mirdita, sottoposta direttamente alla Santa Sede. Egli riunì intorno alla abbazia quasi tutta la regione etnografica della Mirdita: in quel tempo la popolazione cattolica della Mirdita raggiunse le 16.000 anime.

    L’abate Doçi costruì chiese, canoniche, centri di culto, aprì scuole, sviluppò un’intensa attività religiosa, sociale, culturale, politico-patriottica. Per quanto riguarda i rapporti con la nazione albanese trasformò la Mirdita in un Piemonte!

    Alla morte dell’abate Doçi, Papa Benedetto XV nominò abate mons. Zef Gjonali che nel 1921 fu nominato Vescovo e consacrato in Roma. A lui successe il vescovo Fran Gjini, che lasciò un glorioso ricordo in Mirdita e subì il martirio a Scutari.

    Nel 1951 don Lec Sahatçija fu nominato Vicario Generale.

    Fondazione della Diocesi di Rrëshen

    Il 7 dicembre 1996 è stato un giorno memorabile per la Mirdita e la Chiesa cattolica albanese. Il Papa Giovanni Paolo II ha eretto la Diocesi di Rrëshen (Mirdita) in luogo dell’Abbazia territoriale di Orosh, dedicandola alla Vergine Santa, Regina del Mondo.

    La Mirdita è l’unica regione albanese completamente cattolica. È sede di quattro conventi benedettini (Orosh, Shpal, Ndërfanë e Rubik) fin dall’antichità. Molto nota è l’abbazia della Mirdita, sul monte Santo di Orosh, ricordata nei documenti fin dal XIV secolo.

    L’abbazia di S. Alessandro acquistò un’importanza particolare nel 1888, quando fu riformata da mons. Prend Doçi, l’abate che la diresse per trenta anni. Ma lo splendore dell’abbazia era decaduto, come quello di tutta la Chiesa cattolica albanese, con la presa del potere da parte del regime comunista e specialmente dopo le leggi del 1967. Una priorità, nelle nuove condizioni storiche createsi dopo il 1990, con l’inizio della nuova società democratica, fu la riedificazione della Chiesa.

    Per la Mirdita, che aveva accolto con gioia come missionari i Padri Vincenziani, che hanno contribuito alla ricostruzione dei luoghi di culto e alla rinascita spirituale e morale dei fedeli, la notizia della erezione della nuova diocesi è stata una grande gioia. Nello stesso giorno il Santo Padre mi ha nominato non solo primo Vescovo di Rrëshen, ma anche Amministratore Apostolico della Diocesi di Lezhë.

    I territori della nuova Diocesi di Rrëshen e della Diocesi di Lezhë fino al 7 dicembre 1996 erano stati amministrati da mons. Frano Illia, Arcivescovo Metropolita di Scutari.

    GIOVANNI PAOLO II

    VESCOVO, SERVO DEI SERVI DI DIO

    A PERPETUA MEMORIA

    Nell’espletamento del nostro compito quale successore di Pietro nella Chiesa per il progresso del bene spirituale dei fedeli cristiani, avendo cura anche del popolo di Dio che è in Albania, facendo ciò che è necessario per rendere più efficace la cura delle anime e dopo aver ascoltato il consiglio degli interessati, in forza della nostra autorità apostolica, con una parte della Arcidiocesi di Durazzo-Tirana e con l’Abbazia territoriale di S. Alessandro in Orosh, erigiamo la nuova Diocesi di Rrëshen, che poniamo sotto la Sede Metropolitana di Scutari e sotto la giurisdizione della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

    Pertanto la nuova diocesi comprende i territori di: Rrëshen (Mirdita), Mat, Bulqizë, Dibër. Stabiliamo nella città di Rrëshen la sede di questa nuova diocesi, e ivi venga costruita la chiesa dedicata a Maria Regina del Mondo (Regina Mundi). La eleviamo a grado e dignità di chiesa cattedrale, e le concediamo le insegne, i privilegi e gli onori che godono anche le altre chiese cattedrali nel mondo cattolico. Nello stesso tempo ordiniamo che il Pastore della comunità ecclesiale formata assuma un valido aiuto nella sua guida e quanto prima venga formato il Collegio dei Consultori secondo il diritto comune.

    Per ciò che riguarda la formazione dei candidati al sacerdozio, vengano osservate le prescrizioni del diritto comune, tenendo presenti le regole e norme stabilite dalla Congregazione per l’Educazione cattolica. Inoltre per ciò che riguarda la guida della nuova Diocesi, l’amministrazione dei beni e, sede vacante, l’elezione dell’Amministratore Diocesano, i diritti e i doveri dei fedeli ecc., venga osservato con fedeltà quanto prescrive la legislazione canonica.

    Affidiamo al nostro rispettabile fratello Ivan Dias, Arcivescovo e Nunzio Apostolico in Albania, l’adempimento di quanto abbiamo prescritto dandogli le dovute autorizzazioni, anche per inviare un ecclesiastico a compiere questo compito, con l’obbligo di inviare alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli un esemplare autentico del verbale di esecuzione. Infine vogliamo che queste nostre lettere vengano eseguite adesso e in avvenire nonostante ogni ostacolo possibile.

    Dato a Roma, presso S. Pietro, il 7 dicembre,

    anno del Signore 1996, sedicesimo del nostro pontificato.

    Giovanni Paolo II

    Ingresso nella Diocesi

    Rrëshen, con i suoi 8.000 abitanti è il centro amministrativo della regione della Mirdita e della nuova diocesi.

    Il 19 gennaio 1997, domenica, i mirditori attendevano con rispetto l’arrivo del loro primo Vescovo. Era un’attesa imponente, espressione di accoglienza e dei sentimenti di fede che sgorgavano dal profondo dei secoli.

    L’atmosfera particolare si percepiva nell’aspetto festoso della città, nei volti felici dei bambini, degli adulti, delle autorità ecclesiastiche e civili del posto e di quelli venuti da fuori per partecipare alla cerimonia.

    Erano presenti il Nunzio Apostolico mons. Ivan Dias, mons. Rrok Mirdita, mons. Frano Illia, mons. Zef Simoni, mons. Mark Sopi, mons. Robert Ashta, e diversi sacerdoti, religiosi e religiose giunti dall’Italia, da Scutari, da Lezhë, da Tirana ecc. Fu una giornata di gioia particolare e piena anche per mia madre e per gli altri membri della mia famiglia.

    Ci fu la partecipazione delle autorità locali delle regioni di Mirdita, Mat, Bulqizë, Dibër; erano presenti anche i deputati di Mirdita, di Lezhë e di Laç Kurbin.

    Baciai la terra della mia diocesi e, subito dopo p. Cristoforo Palmieri, vincenziano parroco di Rrëshen, mi diede il benvenuto:

    Eccellenza Reverendissima,

    eccoti nella tua casa, in mezzo al tuo popolo. Alza lo sguardo e guardati intorno: tutti questi, qui riuniti, vengono a te, figli tuoi, da lontano, per dirti la loro gioia di averti con loro come:

    loro Padre,

    povero figlio di san Francesco,

    dono del Santo Padre qui inviato per mezzo del Nunzio e la volontà concorde dei vescovi qui radunati,

    Padre dei tuoi sacerdoti,

    guida del popolo di Dio a te affidato in questa diocesi.

    È con trepidazione che, figlio tra i figli, prendo la parola per dirti, a nome di tutti noi qui riuniti: vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, autorità civili e militari, scolastiche: Un cuor solo e un’anima sola.

    Benvenuto tra noi, in questa terra, il cui nome Mirdita è augurio per giorni di pace, pieni di luce! Sii il nostro Vescovo, sii tu il nostro Pastore, il nostro Maestro, il fratello che incoraggia, stimola, conferma i fratelli per camminare, tutti insieme, nella stessa barca, verso Cristo sole che illumina, riscalda e dona all’uomo che, dopo millenni di cultura, progresso, ricchezze, più o meno equamente distribuite, cammina ancora in mezzo a tante difficoltà.

    Non ti spaventi la povertà del popolo a te affidato: essa è più o meno simile alla tua di figlio di san Francesco; siamo sicuri che tu la condividerai e ti impegnerai, con le tue forze, a sollevarla. Guarda piuttosto all’accoglienza così famosa di questa gente che ti accoglie nella propria casa e che, come hanno bene imparato, è di Dio e dell’ospite. Essi ti accolgono offrendoti tutto quello che hanno: pane, sale e cuore bianco.

    Sicuro di esprimere i sentimenti di tutti i presenti, noi ci mettiamo nelle tue mani per realizzare, tutti insieme, il tuo programma Reconciliamini Deo e cioè Rinconciliatevi con Dio.

    Siamo sicuri che questo programma ti è stato suggerito dall’alto, dal momento che, dopo molti anni pieni di difficoltà economiche e politiche, ma ancora più spirituali, lontani da Dio, dispersi e divisi gli uni dagli altri, abbiamo tutti bisogno di sentirci fratelli, di imparare a vivere insieme, e questo sarà possibile solo in Dio e per Dio.

    Preghiamo sin d’ora, che questo programma porti frutti maturi quanto prima possibile: saranno il più bel regalo da offrire al Papa che ti ha mandato, a Lui, che per questo nuovo anno, anno di grazia 1997, ci ha suggerito una via per la pace: offri il perdono e avrai la pace.

    Donaci la tua benedizione, Padre, e resta tra noi per molti anni. La Vergine santa, Regina del Mondo, alla quale è stata affidata questa diocesi, interceda per noi.

    Dopo che fu proclamata la Parola di Dio durante la solenne concelebrazione mi rivolsi, nell’omelia, ai presenti con queste parole:

    Mons. Ivan Dias, Nunzio Apostolico,

    mons. Frano Illia, Arcivescovo di Scutari

    e Presidente della Conferenza Episcopale Albanese,

    Eccellenze reverendissime,

    rev. Ministro Provinciale, p. Flavio Cavallini,

    religiosi e religiose,

    Voi frati venuti da Lecce (Italia),

    fedeli tutti,

    oggi è una giornata storica, giorno di grande festa: Dio ha visitato il popolo della Mirdita, donandogli, attraverso il Papa Giovanni Paolo II, il Vescovo Pastore. Il Signore, come dice il Vangelo, ha avuto compassione del suo popolo perché era come un gregge senza pastore. Rallegrati, gioisci, popolo della Mirdita! Ringraziamo, lodiamo la Santissima Trinità per questo evento. Ringraziamo anche il Nunzio Apostolico mons. Ivan Dias, il quale, fin dal suo arrivo in Albania, si è molto impegnato per la Mirdita. Ringraziamo il Papa che ha veramente a cuore le sorti del popolo albanese. Con gioia vi porto un saluto e una benedizione speciale del Santo Padre, il quale, proprio nel rito di consacrazione, al momento dell’abbraccio di pace, mi ha chiesto: «Vai in Albania?». «Sì, Santità», gli ho risposto. Ed Egli ha aggiunto: «Benedico tutta l’Albania».

    Ora, fratelli e sorelle, avete il Pastore. Quali sono i doveri del Pastore? è lo stesso Papa che ce lo insegna. Consegnandomi le insegne episcopali ha detto: «Nell’ordinazione episcopale ti sarà messo sul capo il libro del Vangelo, per sottolineare che l’annunzio della Buona Novella è la tua missione fondamentale, missione ricca di gioia e sofferenza».

    Consegnandomi il Vangelo mi ha detto: «Ricevi il Vangelo e annunzia la Parola di Dio con purezza d’animo e con sapienza». Consegnandomi l’anello e la mitra mi ha detto: «Ricevi l’anello, segno di fedeltà, con fede profonda e con purezza di vita custodisci la Santa Chiesa, sposa di Cristo; ricevi la mitra e risplenda in te la luce della santità», e infine consegnandomi il pastorale mi ha detto: «Ricevi il pastorale, segno del tuo servizio di Pastore! Sii sollecito di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo per guidare la Chiesa di Dio».

    È chiaro che il mio è principalmente un compito spirituale e religioso, nell’esercizio della predicazione, santificazione e guida nel nome e con l’autorità di Cristo capo e Pastore. Avrò a cuore il progresso del clero, dei religiosi e delle religiose, come anche quello dei seminaristi; avrò a cuore la crescita spirituale del popolo e, secondo le possibilità, programmerò la Caritas, progetti di sviluppo sociale, sempre in piena collaborazione con i parroci.

    L’impegno principale che ho assunto nel mio episcopato, è la riconciliazione e la pace, come proclama il motto Reconciliamini Deo. Questo motto è sgorgato dal mio cuore e dal mio essere francescano. S. Francesco d’Assisi ha inviato i suoi frati nel mondo per predicare la riconciliazione e la pace. Tutti abbiamo bisogno di perdono e riconciliazione. Ogni giorno sperimentiamo che senza perdono non si può vivere: in famiglia, negli incarichi, sul lavoro, a scuola, nella strada.

    Giovanni Paolo II nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che abbiamo celebrato il 1° gennaio, ha detto: Offri il perdono, ricevi la pace. In questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, tutti i cristiani rappresentati dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (o meglio: che fanno parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese) dedicano una settimana alla preghiera per l’unità dei cristiani, settimana che ha per tema: Vi scongiuriamo nel nome di Cristo, riconciliatevi con Dio. Sono felici coincidenze che devono spingere tutti noi ad aprire il cuore e la coscienza non solo a Dio, amore e perdono, ma anche al fratello per essere pronti a dare e ricevere il perdono.

    Chiediamo questa grazia a Maria, Regina del Mondo, protettrice della diocesi, affidiamo a Lei il nostro

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1