Esuperanzio di Cingoli: Agiografia di un vescovo medioevale
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Info su questo ebook
La presente monografia è costituita dall’edizione critica della legenda del santo, redatta nel XII secolo, come ci è tramandata da alcuni manoscritti e corredata da un approfondito commento storico-agiografico.
«Si tratta di un’opera che merita grande attenzione sotto il punto di vista della ricerca storico-religiosa del Medio Evo» (Edith Pásztor).
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Anteprima del libro
Esuperanzio di Cingoli - Gianluca Orsola
Techne • 1
GIANLUCA ORSOLA
Esuperanzio
di Cingoli
Agiografia
di un vescovo medioevale
Prefazione di
EDITH PÁSZTOR
I edizione, luglio 2009
II edizione (solo in eBook), novembre 2016
© 2016, Graphe.it Edizioni di Roberto Russo
tel +39.075.96.97.410 - fax +39.075.96.91.473
www.graphe.it • graphe@graphe.it
ISBN 978-88-9372-009-0
Copertina: Eugenia Paffile
Immagine di copertina: Cingoli, chiesa di Sant'Esuperanzio, lunetta con effige del santo vescovo - courtesy: WikiCommons
Proprietà letteraria riservata
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche), sono riservati per tutti i paesi.
Prefazione
Il giovane medioevalista Gianluca Orsola affronta in quest’opera un tema di grande rilievo: come la vita di un vescovo vissuto nell’Alto Medio Evo veniva intesa e rappresentata in una fonte della fine del secolo XIII.
Si tratta di una chiave di lettura che merita notevole interesse dal punto di vista sia storico, sia agiografico; l’autore offre, tra l’altro, l’edizione critica con la traduzione della fonte, contenuta nei codici Acci 708 e 709 dell’Archivio di Stato di Macerata, opera di un autore anonimo.
Sant’Esuperanzio, secondo la Vita, nacque in Africa, probabilmente a Cartagine, durante l’invasione dei vandali, tra il IV ed il V secolo. È figlio di Eulasio e Perpetua, proviene da una famiglia benestante. Il padre lo vuole destinare ad "una vita luminosa, ricca di soddisfazioni, importanza personale, lustro, ma Esuperanzio, sin dalla più giovane età, decise di dedicarsi alla vita cristiana, disprezzando i valori transitori del mondo come dannosi all’anima. Si fa battezzare, poi cresimare e volle abbandonare la sua città per poter realizzare i suoi desideri religiosi.
Porta con sé un giovane, di nome Formario, che gli rimase accanto durante tutta la sua vita.
Imbarcatisi su una nave in partenza verso il Mar Tirreno, scendono presso Ancona a causa di una tempesta, e di lì partono in direzione di Roma. È qui che Esuperanzio inizia la sua vita di evangelizzazione, impartendo il battesimo e combattendo contro i pagani e gli eretici. Viene, però, presto denunciato e successivamente imprigionato. Ottiene la libertà per intercessione del pontefice che, vista la sua profonda religiosità, lo nomina vescovo di Cingoli. Esuperanzio accetta la carica con molta riluttanza, essendo privo di ambizioni e vanagloria ed obbedisce solo per l’insistenza del papa.
Si reca nella cittadina delle Marche ove viene accolto con festosità dal popolo e dove lavora per la salvezza dei fedeli per ben quindici anni, fino alla sua morte.
Il suo modo di vivere ottiene molti frutti di conversione cosicché dopo la morte la sua sepoltura diviene meta di molti pellegrinaggi.
Numerosi sono i miracoli che l’autore anonimo attribuisce al santo. Compie appena diciotto giorni quando comincia a parlare ringraziando Cristo per averlo fatto nascere. All’età di tre anni chiede al Signore di fargli conoscere la Sua volontà e di dargli anche la forza di realizzarla. Nella Vita è evidenziato come già da bambino trascorreva le sue giornate in preghiera.
Il suo primo miracolo lo compì facendo cessare una tempesta durante il viaggio sulla nave verso l’Italia. Il secondo miracolo avviene a Roma, dove, su richiesta del papa, fa terminare un’epidemia. Segue la guarigione di una paralitica, con l’imposizione della sua mano.
I miracoli continuarono anche dopo la morte di Esuperanzio: appena una donna, durante i funerali toccò la sua veste, ottiene la guarigione. Anche la sua tomba fu visitata da molti pellegrini e vi avvenne anche un miracolo con l’intervento di un angelo che trasportò il corpo del santo in una nuova tomba da dove rispose favorevolmente alla preghiera dei fedeli facendo cessare una grave pestilenza che colpì non solo Cingoli, ma anche altre città vicine.
Gianluca Orsola illustra poi con molta precisione la ricca storiografia relativa al vescovo. Essa inizia nel Seicento, per opera del domenicano Filippo Ferrari e si estende fino alla fine del secolo scorso. Inizialmente gli autori seguono il racconto della Vita presentando Esuperanzio quale santo – viene inserito dai Bollandisti anche negli Acta Sanctorum – finché nel Settecento Luca Fanciulli propone delle osservazioni critiche riguardanti l’autenticità della legenda e quindi sulla genuinità del racconto. Comincia così a diffondersi l’accusa che la fonte è spuria, apocrifa, suppositizia
che copia dei dati leggendari, attribuendoli ad Esuperanzio. Si scopre anche che gran parte della Vita non è altro che la trascrizione della Passio Sanctorum Nazarii et Celsi. Viene negata anche la storicità del Santo. Neppure gli ultimi autori –Serafino Prete e Giuseppe Avarucci – raggiungono un risultato concreto in proposito: il primo pone, anzi, la domanda di chi era in realtà Sant’Esuperanzio, il secondo afferma che esisteva un solo vescovo con questo nome, che non era di Cingoli, ma di Ravenna.
Gianluca Orsola, dopo aver riportato una rassegna particolareggiata degli studi sul vescovo – in Appendice pubblica poi alcune considerazioni su «L’influsso del Vangelo Apocrifo dello Pseudo Matteo nell’arte e nella Vita Sancti Exuperantii», il «Raffronto tra la Vita e la Passio Sanctorum Nazarii et Celsi» ed il «Contraddittorio tra l’Accademia Ecclesiastica Osimana e la Sacra Congregazione dei Riti» – richiama l’attenzione fra le varie correlazioni tra la Vita e certi passi della Bibbia. Sono pagine importanti perché gettano luce sull’autore della fonte, che non fu esaminato prima di lui dagli studiosi che si sono occupati del vescovo. Merita, quindi, riportare qui la sua conclusione: dalle correlazioni «si può dedurre che l’agiografo avesse ben presente la narrazione dei Vangeli… ed abbia inteso nella sostanza modellare la figura del santo su quella del Cristo».
La seconda e più importante parte dell’opera di Gianluca Orsola comprende un Commento storico-agiografico, in cui illustra il tema fondamentale del suo studio: la figura del vescovo e quella del vescovo santo al tempo della compilazione della Vita e la sua proiezione sull’immagine di Esuperanzio: Esuperanzio vescovo, ed Esuperanzio santo.
Si tratta di un’opera che merita grande attenzione sotto il punto di vista della ricerca storico-religiosa del Medio Evo.
Edith Pàsztor
Esuperanzio di Cingoli
Agiografia di un vescovo medioevale
Dedico il presente libro alla mia cara professoressa Edith Pásztor (1925-2015) che ha seguito con la sua disponibile professionalità tutto il mio iter professionale e culturale valorizzando anche il mio lavoro con la sua prefazione.
I miei ringraziamenti ai professori Giuseppe Avarucci, Rino Avesani, Cristoforo Bove, Bianca de Sanctis, Mauro Donnini, Italo Ronca per la loro disponibilità e i loro preziosi consigli.
Un particolare riconoscente grazie a monsignor Enrico dal Covolo mia costante guida.
S. Esuperanzio. Particolare di un affresco nella Collegiata omonima in Cingoli (MC)
Foto Graphe.it
Vita di sant’Esuperanzio di Cingoli 1
secondo l’anonimo agiografo
La biografia del Patrono di Cingoli, contenuta anonima nei manoscritti ACCi 708 e 709 conservati nell’Archivio di Stato di Macerata, inizia con l’invocazione dell’autore a Dio affinché lo aiuti ad esporre in modo esauriente le vicissitudini e la dottrina del santo vescovo.
L’agiografo basa il suo racconto su exactæ scripturæ.
1. Nascita
La nascita di Esuperanzio é ambientata in una importante metropoli africana, probabilmente Cartagine. Si potrebbe desumere che il periodo storico in cui visse fu quello delle invasioni dei Vandali, che si spinsero nell’Africa Mediterranea nel 431 occupandola fino al 534; professavano l’eresia ariana imponendola alle popolazioni assoggettate.
Il padre di Esuperanzio è Eulasiomolto ruvido
; quello della madre, Perpetua², denunzia un’origine romana.
Ad appena diciotto giorni dalla nascita fu protagonista del primo prodigio. Parlò dicendo: «Ringrazio il mio Signore Gesù Cristo che mi fece nascere». Da questa asserzione si puo notare un voler prendere le distanze dall’eresia dell’arianesimo che non riconosceva in Cristo la stessa sostanza del Padre: per un ariano, il Cristo non puo essere considerato artefice della nascita di nessuna creatura, essendo anch’egli creatura.
All’età di tre anni Esuperanzio pregò il Signore dicendo: «Signore fammi conoscere la tua volontà e dammi la forza di aderire alle Tue prescrizioni».
Le parole profferite prodigiosamente a diciotto giorni di vita e a tre anni d’età tradiscono dunque una criptopolemica contro l’arianesimo e lo sfondo della polemica ariana tra IV e V secolo, per l’importanza data al numero della Trinità. Infatti gli ariani consideravano il Figlio creatura del Padre e lo Spirito Santo creatura del Figlio, e, benché vi sia carenza di fonti a riguardo, l’arianesimo non riteneva il numero tre importante e simbolico³.
Lo Spirito Santo fu sempre accanto ad Esuperanzio e la madre ne gioiva segretamente.
Il padre già vedeva in lui un importante personaggio della sua città.
2. Adolescenza
Esuperanzio, come tutti i rampolli di famiglie benestanti, venne istruito nelle lettere, nelle quali riusciva molto bene. Il padre gli prospettò di divenire un iniziato della religione misterica da lui stesso professata. Avrebbe voluto per il figlio una vita luminosa ricca di soddisfazioni, importanza personale, lustro, una moglie naturalmente degna di lui e numerosa prole. Esuperanzio controbatte le affermazioni del padre, anzi lo invita a lasciargli fare ciò che è meglio per lui: essere battezzato secondo il rito cristiano cattolico. Rifiuta anche la celebrità prospettata e rivela la scelta di voler vivere nella castità, secondo l’esempio di Abele: «Deus in castitate colitur et adoratur»⁴, e di servire Dio nell’apostolato.
3. Battesimo e ministero della predicazione
Esuperanzio, fin da infante, trascorse le sue giornate pregando; l’agiografo descrive la sua modalità di preghiera in termini simili al modo di pregare dei monaci: «…insisteva nel digiuno e nelle orazioni dal mattino fino all’ora nona, e poi dall’ora nona fino a sera continuava nella preghiera»⁵. All’età di dodici anni, (altro dato cronologico e simbolico multiplo di tre), avendo ormai compreso quale doveva essere la sua missione terrena, chiese al vescovo della sua città di venire battezzato secondo il rito cattolico. Il vescovo, colpito dalla determinazione del fanciullo ma ben lieto per la sua richiesta, dopo averlo battezzato, lo trattenne presso di sé per istruirlo nella dottrina cattolica.
Tempo dopo lo lasciò partire dal momento che Esuperanzio sentiva la spinta interiore di educare spiritualmente gli uomini che vivevano ancora nell’ignoranza del Cristo.
Nel frattempo voci sempre più insistenti paventavano una recrudescenza delle persecuzioni contro i cristiani. Eulasio e Perpetua temevano per la incolumità del figlio. Esuperanzio, avendo intuito la preoccupazione dei genitori, chiese loro una parte delle sostanze per potersi allontanare dalla città. Con sette animali carichi di beni partì per evangelizzare e battezzare nel nome della Santissima Trinità elargendo elemosine. Durante il suo ministero di predicazione una donna lo implorò di prendere con sé il proprio figlio dicendo: «Ti prego dal profondo del cuore di prendere con te questo mio figliolo perchè possa seguire l’esempio della tua vita e impari da te a vivere in santità». Il fanciullo venne battezzato e rimase sempre accanto al santo. Il suo nome era Formario⁶.
4. In mare verso la penisola italiana. Primo miracolo
Giunti sulla costa si imbarcarono su una nave diretta verso il mar Tirreno, ma, durante la notte, una terribile tempesta condusse la nave alla deriva facendole cambiare rotta. Avendo avuta l’assicurazione che Dio l’avrebbe protetto, Esuperanzio dormiva tranquillamente, ma nel gran trambusto, venne destato dai marinai terrorizzati. Egli li rassicurò e, pregando Dio, li istruì nella religione cristiana affidando alla protezione del Signore la nave ed i suoi passeggeri perché cessasse il pericolo; li esortò a seguire la via indicata dal Vangelo e a non adorare