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Circolo S. Pietro: 150 anni nel cuore di Roma
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Circolo S. Pietro: 150 anni nel cuore di Roma
E-book116 pagine1 ora

Circolo S. Pietro: 150 anni nel cuore di Roma

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Sono 150 anni che il Circolo di San Pietro risponde alla vocazione di essere "il braccio della carità del Papa", svolgendo attività di volontariato in ogni angolo di Roma: migliaia di pasti serviti, altrettanti pacchi viveri distribuiti dalle Cucine economiche; tanti pernottamenti nelle Case famiglia e negli asili notturni…
In queste pagine l'attività del passato e del presente è percorsa con racconti in cui sono i protagonisti di ieri e di oggi a parlare e raccontarsi.
LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2020
ISBN9788865127353
Circolo S. Pietro: 150 anni nel cuore di Roma

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    Anteprima del libro

    Circolo S. Pietro - Paolo Rodari

    Conclusione

    Introduzione, di Marco Franzelli

    1869-2019: anche soltanto soffermarsi un istante su queste due date ci dà visivamente il senso della distanza temporale e, insieme, ci permette di riflettere sulla forza concreta di un atto di generosità che, partito dalla seconda metà del XIXesimo secolo, è arrivato come un’onda, grazie ad un’energia spirituale che si è rinnovata di continuo, fino all’alba del terzo millennio. In questi 150 anni è racchiusa la vita del Circolo S. Pietro, istituzione che è entrata a far parte della storia della città di Roma; che ha attraversato le tragedie di due conflitti mondiali; che è sempre stata presente di fronte alle urgenze di calamità naturali e di povertà sempre nuove e drammatiche. Con un solo fine: dare conforto e aiuto ai più poveri, in un sentimento di fedeltà incondizionata alla Chiesa e al Romano Pontefice.

    Ce lo ha ricordato, in occasione dei 125 anni del Circolo, S. Giovanni Paolo II. In quel discorso, tenuto nella sala del Concistoro il 28 marzo 1994 disse fra l’altro: «Nota caratteristica e peculiare del Circolo S. Pietro è la totale disponibilità verso la Chiesa, il Magistero e la persona del Papa. Il vostro Sodalizio è stato, inoltre, sempre riconosciuto come strumento della carità del Successore di Pietro, quasi come un suo braccio proteso verso i bisognosi della Città eterna. La carità ha quindi accompagnato e connotato sempre la vostra esistenza, carità che non è assistenzialismo né filantropismo, ma amore verso Dio e il prossimo, che cerca sempre nuove vie per recare ovunque il conforto della fattiva solidarietà».

    Nel libro che vi accingete a leggere, Paolo Rodari ha documentato, con il rigore dello storico e la vivacità di linguaggio del giornalista di razza, la dedizione e l’impegno presenti in ciò che ha fatto il Circolo S. Pietro nei suoi primi 150 anni di vita. Attraverso una scrittura veloce tesa a catturare i fatti in un quadro esatto e a rappresentarli con un senso visivo che esaurisce ogni significato, le pagine di questo volume, al quale ho l’onore e la responsabilità di introdurvi, vanno a ritroso nel tempo dell’Italia, nel tempo della città di Roma in particolare, e uniscono la testimonianza in presa diretta alla memoria di accadimenti lontani nel tempo.

    Il tutto nel segno di una comunità di Soci che, muovendo da quel remoto ma sempre attuale atto fondante del 28 aprile 1869, si è sviluppata, crescendo, attraverso le opere della carità al servizio del Papa, con il profilo del silenzio e dell’umiltà, lontana dai clamori e dalle tentazioni del primo piano; nel rispetto dei sigilli decisivi della Preghiera, dell’Azione, del Sacrificio.

    Le figure dei Papi che si sono succeduti sulla cattedra di Pietro attraversano la prima parte del libro, da Pio IX fino a Francesco; di ciascuno l’autore offre una biografia essenziale, ma ricca di dettagli e sottolineature; di ciascuno si illustra il rapporto di continua vicinanza, di apprezzamento, di sollecitazione avuto con il Circolo S. Pietro. Non a caso viene alla memoria il gesto di Papa Benedetto XVI che nell’udienza del 25 febbraio 2006 disse di consegnare idealmente ai responsabili del Circolo la sua Enciclica Deus Caritas Est: «Ho ricordato che la motivazione principale dell’agire dev’essere sempre l’amore di Cristo; che la carità è più che semplice attività, e implica il dono di sé; che questo dono dev’essere umile, scevro da ogni superiorità, e che la sua forza proviene dalla preghiera, come dimostra l’esempio dei Santi». Un racconto; dunque, che non si limita a illustrare le vicende esteriori dei fatti, ma ne rintraccia le radici, ne ricerca le ragioni profonde, offrendo insieme una corretta collocazione e una originale prospettiva.

    Nella seconda parte del volume, si entra invece nel vivo dell’azione quotidiana del Circolo S. Pietro, delle sue molteplici Commissioni, della sua organizzazione al servizio degli altri: Cucine economiche; Asili Notturni; Case famiglia; Guardaroba; Centri di accoglienza per le cure palliative; Commissione culto e attività religiosa; Commissione per gli aiuti internazionali; Commissione per l’ascolto e l’assistenza; Commissione Carità del Papa per la raccolta dell’Obolo di San Pietro; i Servizi d’onore; la Commissione Circolo; la sezione Stampa e Bollettino, che agisce anche attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, primo fra tutti il sito www.circolosanpietro.org.

    Troverete raccolte le testimonianze dei Soci che vi si dedicano e anche le voci di chi, questo aiuto, lo riceve e lo accoglie. Voci che scuotono il lettore, che parlano alla nostra parte migliore, alla parte di noi che crede nella speranza, nelle possibilità, nelle capacità di superare anche le prove più dure a cui veniamo sottoposti in questo mondo; a quella parte che ci dice di impegnarci per il bene della comunità.

    A chi scrive questa nota, nella sua devozione verso San Paolo VI, uno dei quattro Papi soci del Circolo S. Pietro, viene alla memoria quanto quel Pontefice scrisse nell’Esortazione Apostolica Gaudete in Domino del 9 maggio del 1975, parole che conservano intatta la loro forza cristiana, come esempio di condotta e riferimento di buona volontà: «Noi abbiamo profonda compassione della pena di coloro sui quali la miseria e la sofferenza di ogni genere gettano un velo di tristezza. Noi pensiamo in particolare a quelli che si trovano senza risorse, senza soccorso, senza amicizia, che vedono annientate le loro speranze umane. Essi sono più che mai presenti nella nostra preghiera, al nostro affetto. (…) Gli uomini devono evidentemente unire i loro sforzi per procurare almeno un minimo di sollievo, di benessere, di sicurezza, di giustizia, necessari alla felicità, a numerose popolazioni che ne sono sprovviste. Una tale azione solidale è già opera di Dio; essa corrisponde al comandamento di Cristo. Essa procura già la pace, ridona la speranza, rinsalda la comunione, apre alla gioia, per colui che dona come per colui che riceve, perché vi è più gioia nel dare che nel ricevere. (…) La gioia di essere cristiano, strettamente unito alla Chiesa, nel Cristo, in stato di grazia con Dio, è davvero capace di riempire il cuore dell’uomo».

    Alle generazioni di oggi e a quelle che seguiranno, toccherà il compito di vivere trasformazioni straordinarie – come sempre, in realtà, è avvenuto nella storia dell’umanità – ma con un ritmo di gran lunga più frenetico rispetto al passato. Sarà certamente così. Perché cambiano con rapidità impressionante gli strumenti, i riferimenti, le prospettive, gli stessi linguaggi. Si presentano nuove esigenze e nuove disponibilità tecniche che ci obbligheranno ad andare veloci. Il nostro pianeta, la società italiana, la città di Roma, nell’epoca della globalizzazione, stanno vivendo e vivranno trasformazioni radicali, entusiasmanti da una parte, drammatiche dall’altra. Basti pensare al fenomeno delle grandi migrazioni da ogni Continente, dai Paesi dell’Africa verso quelli dell’Europa; uomini e donne di ogni età, etnia, culture e credo religioso, si muoveranno per sfuggire alle guerre e alla fame, alla ricerca di pace e di opportunità; le aperture di nuovi mercati economici e le barriere che al contrario verranno edificate, creeranno straordinarie possibilità per tanti ma rischiano anche di produrre altre e spaventose povertà. I prossimi decenni saranno comunque una avventura affascinante, in gran parte inimmaginabile per ciascuno di noi. Ma con una convinzione: che della solidarietà, dell’attenzione verso chi è meno fortunato, del gesto di una mano tesa ad aiutare chi è rimasto indietro nel cammino della vita, ci sarà sempre più bisogno.

    In questa opera al servizio degli Ultimi, il Circolo S. Pietro continuerà a fare la sua parte, come è avvenuto senza soste in un secolo e mezzo della sua storia. Perché la forza della carità è imbattibile, in tutte le sue varie espressioni, con tutti i mezzi a disposizione che oggi ci sono e che in futuro ci saranno. Incoraggiati e sollecitati in questa missione dalle parole di Papa Francesco, nel discorso pronunciato durante l’udienza concessa il 28 febbraio 2019 nella Sala Clementina in occasione del 150esimo anniversario di fondazione del nostro Circolo: «Continuate a porre grande attenzione alle nuove povertà, cercando in ogni frangente di dare conforto e aiuto ai più poveri, senza alcuna distinzione. Ogni povero è degno della nostra sollecitudine, a prescindere dalla religione, dalla etnia, o da qualsiasi altra condizione. Andando incontro ai poveri, recando sollievo ai malati e ai sofferenti, voi servite Gesù, il quale ha assicurato: "Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me!» (Mt 25,40).

    Marco Franzelli

    Socio del Circolo S. Pietro

    Capitolo I.

    Erano le 17.30 del 28 aprile 1869 quando a Roma, nella sala al secondo piano del Palazzo Lancellotti ai Coronari, venne firmato il verbale della prima riunione del Circolo S. Pietro. In sostanza, la data di nascita di un’associazione unica,

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