La bambina dagli occhi smarriti
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Info su questo ebook
Graziella De Masi, in La bambina dagli occhi smarriti, condivide la sua storia, mettendo a nudo i suoi sentimenti e la sua vita. Coraggio e determinazione fanno di lei una donna dalle straordinarie capacità comunicative e narrative, che ha saputo lottare e credere in se stessa.
Graziella De Masi è nata a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. È sposata e ha due figli. Ha conseguito il diploma a Catania come Interior Designer dopo aver frequentato un istituto tecnico-commerciale a Gioia Tauro. Le piace molto l’equitazione, sport che pratica fin dalla tenera età, e nel tempo libero ama fare lunghe passeggiate in riva al mare, luogo in cui trova ispirazione per portare avanti una delle sue grandi passioni, cioè quella per la scrittura. Il romanzo autobiografico La bambina dagli occhi smarriti è la sua opera d’esordio.
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Anteprima del libro
La bambina dagli occhi smarriti - Graziella De Masi
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Prefazione
Questa biografia nasce dall’esigenza di voler raccontare una parte importante della mia vita. Sono certa di avere dentro di me uno scrigno in cui ho custodito, fino ad ora, tutti i momenti vissuti in passato, sia nel bene che nel male.
Il trauma che ho subito da bambina ha dato una direzione diversa alla mia esistenza, rispetto a come sarebbe dovuta essere, tuttavia lo considero parte di me, come una specie di esperienza formativa che mi ha permesso di diventare una persona sicuramente più forte.
Vorrei, pertanto, che la mia storia fosse un messaggio di speranza per tutte quelle persone che come me hanno attraversato momenti difficili; a loro dico di non mollare mai e di aggrapparsi alla forza interiore che ciascuno di noi ha.
Spesso mi risuonano come un mantra queste parole: Sii come il mare in tempesta che si infrange contro gli scogli, e trova sempre il coraggio per rialzarti e per riprovarci
.
Ed è proprio questo ciò che ho fatto.
Il mio intento, dunque, è di condividere con gli altri quello che è stato un bagaglio meraviglioso sotto alcuni punti di vista e difficile sotto altri.
Questo libro rappresenta anche un tributo alla mia famiglia, che mi ha trasmesso solidi principi, nonché il proprio sostegno nei momenti peggiori.
Il mio percorso, infatti, può essere paragonato a un quadro d’autore dai mille colori, da quelli più vivaci e brillanti a quelli più grigi e spenti, ma tutti ugualmente necessari per ottenere un risultato sorprendente.
Ho imparato durante la mia vita che bisogna essere perseveranti, credere profondamente in se stessi, perché alla fine raccoglieremo vittoria e rinascita.
Rimango fortemente convinta che la felicità vada cercata nei brevi istanti che la vita ci pone davanti, siano essi un momento trascorso con le persone giuste, un’esperienza spirituale, un tramonto in riva al mare, un abbraccio dato a una persona che amiamo, una frase d’amore detta a un figlio. Qualunque luogo e qualunque attimo ci facciano stare bene, quella è la vera felicità. È una condizione di benessere interiore, pertanto va cercata dentro di noi; d’altronde l’idea di una perenne felicità non esiste, è solo un’ingannevole illusione che diamo a noi stessi. Questa consapevolezza nasce dal realismo e dalla saggezza: in sostanza, è importante capire che la vita non può essere sempre rose e fiori
, poiché in realtà altro non è che un percorso a ostacoli, che ognuno di noi è chiamato ad affrontare e superare.
Infine lascio a voi tutti, miei cari lettori, il pensiero di un grande filosofo, quale Arthur Schopenhauer: "La nostra felicità dipende da quello che siamo, dalla nostra individualità, mentre per lo più prendiamo in considerazione soltanto il nostro destino, vale a dire ciò che abbiamo e ciò che rappresentiamo".
Prologo - Pensieri sparsi
Guido piano, col finestrino abbassato, lasciando entrare la mite brezza di metà settembre, mentre l’autoradio suona i migliori pezzi della musica italiana anni Ottanta; è un amarcord che mi riporta al periodo della mia gioventù. Attraverso una curva, poi un’altra… e mi ritrovo finalmente al mare, dove la spiaggia è puntellata qui e là da alcuni ombrelloni, appartenenti ai bagnanti delle ultime vacanze stagionali. Mi fermo in uno spiazzale, scendo e mi dirigo verso un anfratto di spiaggia assolata. Mi sdraio sulla sabbia, così, senza nemmeno curarmi di aver portato un asciugamano, e osservo il mare, mentre le nuvole mi appaiono sottili nei loro toni stinti, quasi fossero uno sfregio nel candore del cielo. Alla mia destra intravedo un gruppo di boy scout, guidato dal loro capogruppo, venire verso di me; sono tutti ragazzini che imparano a stare insieme e a socializzare già da piccoli, oltreché tantissime nozioni su come ci si adegua a vivere in mezzo alla natura.
La mia testa è sovraffollata di pensieri, perlopiù legati ai miei ricordi. Oggi, che ho raggiunto l’età giusta per potermi definire saggia
, capisco quanto sia inesorabile lo scorrere del tempo a cui tutti siamo perennemente legati; inizio a rimpiangere il fatto che forse, da giovane, avrei dovuto vivere più intensamente e magari diventare anch’io una boy scout come quei ragazzi, ed ecco che i miei pensieri si spargono in luoghi e in volti che non mi appartengono, quasi come se volessi chiedere in prestito l’infanzia a un’altra bambina. Ma poi mi rendo conto che non bisogna rimpiangere mai chi siamo o chi siamo stati, perché in fondo a tutto c’è un motivo, una spiegazione logica, anche se spesso noi non la comprendiamo. Alcune volte sono le nostre decisioni a determinare il nostro futuro in altre, bisogna lasciar fare al destino. Prima o poi la nostra vita diviene un modello plasmato a nostra immagine e somiglianza, di questo dobbiamo esserne consapevoli, così come sappiamo che niente dura per sempre e che ogni fiore prima o poi appassisce, lasciando dietro di sé soltanto l’ombra del suo ricordo.
Uno dei piccoli boy scout viene verso di me; è un bambino piuttosto cicciottello e mi chiede se per caso io sappia dove poter trovare delle conchiglie. Gli rispondo che se va verso lo