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E-book84 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Non tutti hanno il coraggio di mettere in gioco la propria vita, di affrontare le conseguenze che certe decisioni comportano. Vuoi per convenzioni sociali, vuoi per obblighi morali o per scarsa intraprendenza, molte persone preferiscono rimanere nel loro guscio, additate e mal sopportate dal loro nucleo familiare. È la storia di Jessica e del suo grande amore. Un amore totalizzante, che ha saputo riempire gli animi e il cuore, ma che alla fine come tutte le cose che si poggiano su fondamenta non ben cementate, non ha preso il volo. Una storia che ha provocato rabbia, delusione, illusione, dolore… In lei resta l’amaro in bocca per i silenzi del suo compagno, per quel rispetto ipocrita delle convenzioni che tristemente troppo spesso inglobano in ruoli ben definiti dalla società benpensante.
Ma nelle pagine della sua biografia, Jessica non ha peli sulla lingua, si lascia trasportare dall’impeto che con veemenza irrompe e vomita tutto ciò che ha ferito il suo cuore…
Eppure, come in ogni cosa, un risvolto positivo c’è stato, la nascita di Mia. Per Jessica è il riscatto del suo amore, la sua ragione di vita.
Travolgente e passionale, M I A, di Jessica Biraghi, è una storia vera, una storia di un amore ipoteticamente possibile.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2023
ISBN9788830682252
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    Anteprima del libro

    Mia - Jessica Biraghi

    piatto.jpg

    Jessica Biraghi

    M I A

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7565-0

    I edizione

    Finito di stampare nel mese di maggio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    M I A

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Scrivere, quando lo si fa per sfogarsi, su un quaderno o su un diario, risulta molto facile; in quel momento l’emozione la porti dentro, è fresca, qualsiasi essa sia la butti giù, piena, senza rispettare la punteggiatura.

    Le parole ti scivolano tra le dita senza freno, sai benissimo cosa dire, il fuoco ti brucia dentro, e via a trascrivere pagine e pagine che ti aiuteranno a sfogarti, ti aiuteranno a sentirti meno sola.

    Ci sono stati giorni in cui mi facevo delle domande e mi davo delle risposte, come in un vero colloquio, mi rimproveravo scrivendo della serie: Lo sapevi che sarebbe andata a finire così!.

    La scrittura mi ha aiutato tanto, mi ha permesso di razionalizzare, di gettare via rabbie e delusioni. A volte mi sono anche psicanalizzata dando a ogni mio comportamento una spiegazione ovvia per un vuoto o un trauma dell’infanzia. Scrivere un libro, però, raccontare la propria storia è un’altra cosa, cominci e ricominci quelle pagine continuamente.

    Avrò almeno cinque file salvati con un’introduzione, ma poi non lo so arriva una nuova consapevolezza, un momento che sembra quello giusto e cancellare e modificare sembra un’inutile perdita di tempo, allora meglio un foglio nuovo, una nuova intro totalmente diversa dalle precedenti.

    Io non sono la stessa persona di un anno fa, né quella di sei mesi fa, probabilmente nemmeno quella di tre mesi fa, è una continua evoluzione, ricredersi su certe certezze, acquisirne delle altre. Giuro, ho provato anche a stilare una scaletta, l’ho letto da qualche parte su Google… Consigli per scrivere un libro, ma la scaletta potrebbe essere utile a ricordare di cosa si vuole parlare, ma io fondamentalmente non lo so, cioè una storia c’è, ma chiaramente prima di arrivarci, quale strada prendere? Diverse, parecchie, che poi queste pagine vorrei che fossero proprio questo, un percorso, una chiacchierata di fronte a un caffè, quei caffè interminabili che con poche persone riesci a prendere, e non sono per forza persone importanti, ma persone interessanti, che ti riescono a trattenere sulla sedia, dentro la macchina a girare per ore perché non vorresti mai finire, un discorso s’intreccia con un altro, in una maglia infinita.

    Quindi eccoci qua di nuovo. Ogni volta che apro un nuovo documento, penso: Questa sarà la volta buona?!, lo sarà davvero? Questo ricominciare continuamente, a volte, ti far perdere la speranza, perché inizi a pensare che forse non sei destinata alla scrittura, ma poi basta un film sul tema, un paragrafo di un libro, che ti torna la voglia di crederci, che può essere possibile.

    D’altronde i sogni, quelli reali, sono questi: per inseguirli bisogna faticare, e sicuramente parecchie volte è facile che non ci si senta all’altezza del percorso intrapreso, decisamente lo si rinnega, ma poi se ci si crede, se si persevera, diventa un’ossessione: inquadri perfettamente il tuo obiettivo, lo centri e quello diventa il perché, il motivo di tanto sacrificio, allora i sogni si realizzano.

    C’è una grossa differenza tra sogno e fortuna, il sogno richiede sudore, la fortuna arriva, c’inciampi quasi per caso, in quel preciso istante le stelle si sono allineate a tuo favore

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