Psicologia spirituale: Le dodici lezioni principali della vita
Di Steve Rother
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Anteprima del libro
Psicologia spirituale - Steve Rother
1
I DODICI PARADIGMI
SUGGERIMENTI PER LA GUARIGIONE IN UN MONDO NUOVO
GUARITORE:
PERSONA CHE CREA UNO SPAZIO IN CUI LE PERSONE SI SENTONO SUFFICIENTEMENTE A LORO AGIO PER GUARIRSI DA SOLE.
In passato, chi soffriva di qualche disturbo si rivolgeva a un medico o un guaritore, nella speranza di ricevere subito un efficace rimedio: una pillola, una dieta o una pozione magica. Questo sistema ha funzionato abbastanza bene fino ad oggi e ci ha permesso di ricevere l’aiuto di cui eravamo convinti di avere bisogno. A volte bastava l’imposizione della mani per guarire una persona e molti mi hanno detto di aver salvato delle vite in questo modo. Non metto assolutamente in dubbio questi miracoli
, perché conosco il potere dello spirito di guarire il corpo in cui abita, ma in tutti questi casi ciò che avviene in realtà è che il guaritore fa semplicemente ciò che occorre perché il paziente attinga alle sue risorse interiori. Felice per la guarigione, il malato però attribuisce in genere tutto il merito al guaritore.
La sfida, ora che stiamo imparando a diventare essere umani pienamente consapevoli, è quella di non consegnare più il nostro potere ad altri, inclusi guaritori e facilitatori. È un drastico cambiamento di percezione e di paradigma, e infatti vediamo nuovi paradigmi di guarigione emergere quasi ogni giorno. Quella che segue è una serie di indicazioni per esprimere al meglio il proprio potere personale. Non sono idee nuove né regole a cui aderire rigidamente, ma servono a ricordare ai facilitatori che viviamo in un’epoca di auto-guarigione.
A Ippocrate, considerato il padre della medicina, è attribuito il detto primum non nocere, per prima cosa non nuocere
. Oggi, nell’epoca del potere personale, occorre fare un passo più in là e scoprire i modi per facilitare la guarigione delle persone senza togliere loro il loro potere.
Questi 12 Paradigmi della Facilitazione sono dodici tracce che mi sono state comunicate quando iniziai la mia attività. Vogliono aiutarvi a scoprire verità più elevate e a mantenere il vostro equilibrio mentre create uno spazio in cui le persone possano guarirsi da sole.
1. Focalizzazione sul potere personale
Grazie all’elevata frequenza raggiunta attualmente dalle energie che permeano il pianeta, la guarigione avviene in virtù del potere personale, il che significa che il nostro intento principale deve essere quello di scoprire come aiutare gli altri senza togliere loro il loro potere.
2. Aiutare solo se richiesti
Non è più possibile facilitare la guarigione delle persone senza esserne specificamente richiesti.
3. Intenzione
Nella Nuova Energia è possibile facilitare la guarigione solo se la nostra motivazione è pura ed elevata. Continuando a evolvere, scopriremo che non sarà più possibile mantenere segreti e, come facilitatori, dovremo essere persone trasparenti con una motivazione trasparente.
4. Percezione
Non sempre la malattia segnala che qualcosa non va. A volte la malattia è necessaria per facilitare il cambiamento e il nostro ruolo è semplicemente quello di facilitare questo processo. È importante capire che la malattia è uno stato distorto della salute e che un guaritore deve imparare a lavorare per creare lo spazio in cui la salute possa prevalere.
5. Verità
È importante che il facilitatore esprima sempre la propria verità, riconoscendo però che anche la verità è in continua evoluzione. Siate elastici e comunicate la vostra verità in modo che le persone non si sentano minacciate nella loro. Rispettate tutti gli aspetti della verità, per quanto possiate essere in disaccordo con essi. Ricordate che la competizione è solo un’illusione creata dalle polarità dell’esistenza.
6. Ego equilibrato
Un ego equilibrato è indispensabile per facilitare la guarigione. In quanto facilitatori, dobbiamo esaminare spesso il nostro ego e le motivazioni delle nostre azioni e delle nostre parole. Se diventa ipertrofico, l’ego ci taglierà fuori dalla nostra sorgente; se invece non è abbastanza forte, non potremo svolgere il compito di facilitatori.
7. Discernimento
Dobbiamo imparare l’arte del discernimento, scegliendo senza giudicare, monitorando con attenzione ciò che entra nel nostro campo e accogliendo solo ciò che ci è utile. Tutto il resto va abbandonato, ma senza giudizio. Non dobbiamo coinvolgerci in tutto, ma scegliere solo ciò che ci nutre.
8. Creare uno spazio sicuro
Le parole più sagge di un facilitatore sono: Non lo so
. Anche se siamo insegnanti, dobbiamo lasciare spazio al potere degli altri. Nessuno di noi ha tutte le risposte, ma assieme abbiamo accesso a molte di esse.
9. Vulnerabilità
La vera forza di un guaritore sta nella sua capacità di essere vulnerabile. È la nostra umanità che ci rende speciali e dobbiamo imparare a lasciarla risplendere in tutto ciò che facciamo, ammettendo sinceramente i nostri errori. In questo modo, quella che percepiamo come debolezza si rivelerà presto la nostra maggiore forza.
10. Padronanza dei pensieri
Ricordate che non abbiamo il controllo sui pensieri che si formano nella nostra mente, ma possiamo scegliere quali trattenere e alimentare. Abbiamo la responsabilità di padroneggiare i nostri pensieri e condividere questa capacità con le persone con cui lavoriamo.
11. Motivazione
Fondamentalmente, tutti abbiamo la stessa motivazione di base. Siamo come bambini che brancolano in una stanza buia cercando una porta che si apra sulla luce. Il modo più semplice per trovare la Luce senza farci male a vicenda è tenerci per mano.
12. Responsabilità
È impossibile guarire gli altri: possiamo soltanto creare e offrire loro lo spazio in cui possano guarire da sé, se lo vogliono. Quindi, non assumetevi la responsabilità di guarire nessuno salvo voi stessi. Se vi accorgete che i vostri clienti prosciugano le vostre energie, ciò significa che vi state assumendo la responsabilità della loro guarigione. Ricordate che potere e responsabilità devono essere in equilibrio fra loro. Aiutate le persone che facilitate ad assumersi la responsabilità della loro guarigione, in modo che possano riappropriarsi del loro vero potere.
Facilitare la guarigione è un impegno di grande valore, ma non dimenticate mai la regola aurea:
Aiutate gli altri e cambierete la loro vita.
Aiutate gli altri a guarire se stessi e cambierete l’universo.
2
L’ARTE DELLA PADRONANZA
IMPARARE A PADRONEGGIARE LE LEZIONI DELLA VITA
LA PADRONANZA È UN LAVORO INTERIORE
Tutte le lezioni della vita riguardano il proprio mondo interiore. Se la lezione riguarda, per esempio, la definizione dei confini, ciò che occorre imparare a definire sono i propri confini, non quelli degli altri. Se la lezione riguarda l’accettazione, non si tratta mai dell’accettazione di qualcosa di esterno a voi, ma sempre di quella di voi stessi. Se è la fiducia, non è mai la fiducia negli altri, ma sempre la fiducia in voi stessi. Siamo tutti responsabili di noi stessi ed è questa la direzione indicata da tutte le lezioni della vita. Si dice giustamente che non possiamo cambiare gli altri, possiamo cambiare soltanto noi stessi. Questo non è del tutto vero ma, come vedrete nel prosieguo di questo libro, per imparare qualunque lezione della vita occorre concentrarsi su se stessi.
L’ARTE DELLA PADRONANZA
È importante ricordare che il lavoro su se stessi non giunge mai al termine e che raggiungere la padronanza di se stessi non significa che non si avranno più problemi con le proprie lezioni di vita, che si è imparato a camminare sull’acqua
. Significa invece che la lezione della vita a cui stiamo lavorando non rappresentano più per noi un problema.
Perché una persona allevata da genitori saggi e amorevoli può essere significativamente carente in termini di integrità e avere per tutta la vita dei problemi in quell’area? E perché un’altra, pur avendo avuto gli stessi modelli nell’area dell’integrità, sembra invece aver sviluppato un naturale equilibrio? La risposta è che quest’ultima ha padroneggiato le lezioni della vita relative all’integrità. La padronanza non è sempre facile da identificare, perché tutto ciò che comporta è che, una volta padroneggiata una particolare difficoltà, questa cessa di essere un problema.
Come spiegherò nel capitolo Matrici energetiche e impronte energetiche
, un individuo che padroneggia una lezione di vita associata ad un’impronta energetica non dovrà più affrontare le sfide associate a quella lezione. Questa persona riscrive il copione della sua vita e cancella l’impronta energetica su cui era basato. In altre parole, quando un individuo padroneggia questo tipo di lezione, si libera per sempre delle abitudini e dei modelli comportamentali associati ad essa e la sua vita cambia radicalmente. Lo stesso non vale quando la lezione è associata a una matrice energetica, in quanto questa non può essere mai cancellata.
Ad esempio, se un individuo sta lavorando alla lezione della definizione dei confini, e questa è associata a una matrice energetica, avrà la naturale ed innata tendenza ad attrarre dei manipolatori. Se una ragazza in questa situazione entra in un ambiente maschile, gli uomini da cui si sente più attratta si riveleranno invariabilmente dei manipolatori. Anche se alla fine padroneggerà questa lezione e imparerà a definire rapidamente e facilmente i propri confini, continuerà ad essere programmata
per attrarre dei manipolatori e lo sarà per tutta la vita. La differenza è che sarà in grado di riconoscerli e di difendersene.
È importante capire che né i manipolatori di questo esempio né la ragazza con il problema di definizione dei suoi confini sono persone cattive: è semplicemente il modo i cui le loro lezioni di vita interagiscono a vicenda. È come se questa ragazza avesse scritto sulla fronte: I miei confini sono molto labili, venite a forzarli!
. Anche dopo aver padroneggiato questo attributo, continuerà a portare in fronte quella scritta e a trasmettere lo stesso messaggio, ma non sarà più facilmente manipolabile. Nella prossima vita, far rispettare i suoi confini non sarà più un problema per lei, ma potrà forse capitarle di chiedersi perché risulta così difficile alla sua migliore amica.
Questa è la padronanza secondo gli insegnamenti del Gruppo.
Benché non sia comune lavorare di nuovo a una certa lezione di vita una volta che la si è padroneggiata, dato che siamo esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza umana sul pianeta della libera scelta, è possibile, anche dopo avere raggiunto un elevato livello di padronanza riguardo a un particolare attributo, ricadere nei vecchi modelli di comportamento. Ma anche quando regrediamo e facciamo un passo indietro, in genere è un piccolo passo e ce ne accorgiamo immediatamente. È molto raro che un individuo passi la vita intera a lavorare a una lezione che ha già padroneggiato.
Aiutando una persona a identificare le sue lezioni di vita e i contratti che vi sono associati, è molto importante che il facilitatore resista alla tentazione di saltare ad una conclusione in base a un paio di esperienze o di incidenti riferiti dal cliente.
Fra tutti i miei clienti, quelli per cui mi è risultato più difficile identificare le lezioni di vita a cui stavano lavorando, sono sempre stati quelli che avevano già raggiunto un certo livello di padronanza. Secondo il Gruppo, la padronanza consiste nel trasformare la negatività in positività. Immaginate che la vostra esperienza umana sia costituita da una serie di linee di energia che avanzano con il trascorrere del tempo. Mettiamo un grande impegno nel tentativo far procedere queste linee lungo un percorso rettilineo e, dato che la riuscita (o la salute) è rappresentata da una linea energetica diritta, non ci sentiamo a posto con noi stessi se una linea oscilla o si incurva.
Come facilitatori, ci è stato insegnato a vedere la malattia come un segnale che qualcosa non va, ma i 12 Paradigmi della Facilitazione ci insegnano che la malattia è un processo. Aiutare una persona significa facilitare questo processo. Quando osserviamo delle curve o delle fluttuazioni nelle linee energetiche di un cliente ci precipitiamo immediatamente in suo aiuto per riportare la sua linea energetica in una posizione di salute, ma questo non solo è un processo lento, ma un processo di cui solo il cliente è responsabile.
Un’indicazione utile per i facilitatori è considerare avvallamenti e deviazioni nelle linee energetiche del cliente come occasioni per sviluppare la padronanza; in altre parole, invece di tentare di raddrizzare la linea energetica distorta, è molto meglio indicare al cliente come utilizzare in modo positivo la situazione negativa in cui si trova. Considerare ogni situazione emotiva, malattia, ostacolo o calo energetico come una potenziale opportunità di padronanza è uno splendido modo per migliorare la nostra efficienza come facilitatori della salute.
Sono molti i casi di psicologi che scelgono questa professione in conseguenza di abusi sofferti da bambini o di chirurghi che hanno imboccato la loro strada in seguito alla morte per cancro della madre. Sono esempi perfetti di padronanza. La padronanza ha molte sfaccettature ed è importante considerarle tutte quando si lavora con un cliente.
EMERGE IL MAESTRO
Quando si raggiunge un certo livello di padronanza riguardo a una lezione di vita, si diventa invariabilmente degli insegnanti.
A questo proposito è interessante notare due cose. Primo, raramente si comincia ad insegnare riferendosi direttamente alle proprie lezioni di vita, il più delle volte si fa riferimento ad altre aree di interesse. Secondo, ben di rado il passaggio all’insegnamento avviene in modo conscio. Nella maggior parte dei casi accade semplicemente che gli studenti arrivino. Sono gli altri a cercarci per imparare da noi. È come se, raggiunto un certo livello di padronanza di una particolare lezione di vita, il maestro interiore emergesse spontaneamente.
CAMBIARE IL RUOLO DEL CATALIZZATORE
L’altra cosa da notare è che, raggiunto un certo livello di padronanza, il nostro rapporto con chi ci ha fatto da catalizzatore cambia. Prendiamo il caso di Lee, che lavorava alla lezione sulla Fiducia. Suo padre, che aveva abusato di lei emotivamente e fisicamente, era stato il suo catalizzatore negativo. Oggi, quando Lee parla di suo padre, lo fa con un senso di tristezza, ma non per se stessa. Con lui ha un fortissimo legame, che trascende gli eventi di questa singola vita e Lee non solo lo ama incondizionatamente, ma lo conosce meglio di quanto si conosca lui stesso. Motivo della sua tristezza sono le scelte sbagliate di suo padre e il fatto che, benché consapevole del suo amore per lei, non sia mai stato capace di esprimerlo a parole. Dopo due matrimoni e due divorzi, ora Lee padroneggia la lezione della Fiducia che, come tutte le lezioni della vita, riguarda sempre la nostra interiorità. Dopo essersi sentita togliere il tappeto sotto i piedi tante volte, e dopo aver avuto a che fare con molte persone inaffidabili, Lee ha finalmente imparato ad avere fiducia in se stessa. Anche se forse non è consapevole di questo cambiamento, non esita più ad assumersi la responsabilità della sua vita, ha fiducia nelle sue decisioni e non ha più paura di commettere errori. Si sente finalmente responsabile di ciò che le accade, e questo la fa sentire integra.
Lee frequenta poco i suoi genitori. Dopo l’ultimo divorzio, si è resa conto di quanto sia difficile trascorrere con loro lunghi periodi di tempo e di quanto sia necessario dare priorità ai suoi bisogni. Negli ultimi due anni, infatti, si sono visti molto poco.
Dopo avere iniziato ad avere fiducia in se stessa, e a non avere paura di agire in base a essa, la sua vita ha cominciato rapidamente a cambiare. Un giorno, all’improvviso, il padre le telefonò dicendole che gli mancava e che voleva parlarle, e la invitò a pranzo. Anche se le sembrava strano, Lee decise di ascoltare quello che aveva da dirle. Forse con l’età si stava addolcendo, forse provava dei sensi di colpa e voleva fare ammenda. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a esprimerle il suo amore e pensava che delle scuse erano il massimo che avrebbe mai potuto ricevere da lui. Al ristorante, suo padre si mise a chiacchierare di questo e di quello come se si fossero visti solo il giorno prima, ma quando si alzarono per uscire la sorprese dicendo: Ti voglio bene, amore
, come se per lui fosse sempre stato normale esprimere