Lettere Per un Fratello Immigrato
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Info su questo ebook
Un testo scritto sotto forma di piacevoli lettere indirizzate a un fratello che sogna di emigrare.
Il fratello solleva i suoi dubbi, preoccupazioni e domande, e l'autore risponde uno per uno, con un linguaggio semplice, chiaro e trasparente, cercando così di renderlo consapevole degli ostacoli e delle difficoltà che lo attendono, da un lato, e dall'altro dall'altro, delle molteplici opportunità che ti si presenteranno e che per emozione o ignoranza non sei in grado di prevedere.
Stai valutando l’idea di lasciare il tuo Paese?
Vuoi iniziare una nuova vita in un'altra parte del mondo?
Sai a cosa stai andando incontro?
Questo libro può servire come guida e orientamento.
Uno dei bestseller dell'autore, tradotto anche in inglese, italiano e francese.
Franklin Díaz Lárez
Franklin Díaz es abogado, especialista en inmigración, en docencia universitaria y escritor.Ha escrito y publicado los siguientes textos:Novelas:* El Amante de Isabella* Mis Genes Malditos* Las Baladas del Cielo* El Último Prefecto* La Casa del Columpio* Ramny y la Savia de Amor* Crónica de un Suicidio* El Aroma del MastrantoLibros de Autoayuda:* Siempre Puedo Continuar* De Esclavo a Empresario* El método PHILLIPS para dejar de fumar* RELAX al Alcance de Todos* Somos ResilientesTextos Didácticos:* La Gestión Inmobiliaria - Teoría y Práctica del Mundo de los Negocios Inmobiliarios* El Gestor Inmobiliario (Fundamentos Teóricos)* El Gestor Inmobiliario (Contratos y Formularios)* Quiero Publicar mi Libro.* Autopublicación en Papel (Createspace - Lulú - Bubok)* Guía Práctica del Camarero* El Vendedor de IdeasRelatos:* Susurros de AmorBlog:http://diazfranklin.wordpress.com
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Anteprima del libro
Lettere Per un Fratello Immigrato - Franklin Díaz Lárez
"Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume"
(Eraclito)
Caro Gustavo,
Ho appena letto la tua lettera, e ti confesso che mi ha lasciato un po’ perplesso. Dici addirittura che vuoi emigrare, lasciarti tutto alle spalle per cominciare una nuova vita in un’altra parte del mondo.
Immagino che, prima di decidere di scrivermi queste cose, ci avrai pensato bene. Voglio dire, la tua decisione non sarà stata frutto di uno scatto emotivo momentaneo, di un’arrabbiatura passeggera o di una temporanea difficoltà da cui vuoi scappare.
Spesso associamo il problema al luogo in cui viviamo, senza renderci conto che la terra, in quanto materia inerte, non ha nessun tipo di colpa per ciò che succede su di essa.
Te lo dico perché una volta mi è successa una cosa del genere. Forse ti ricordi quando stavo con quella ragazza che si chiamava Josefina. In quei giorni, il suo paesino mi sembrava il paradiso: gli uccelli cantavano allegri, la fresca brezza mattutina mi accarezzava dolcemente il viso, le praterie, i boschi e i ruscelli brillavano di splendidi colori, e la gente rideva allegra e contenta. Tutto era felicità: gli odori, i suoni, i colori e le sensazioni. Appena la nostra relazione è finita, tutto è cambiato radicalmente. Non ho più sentito gli uccelli cantare, la brezza mi infastidiva enormemente, non faceva che irritarmi gli occhi e spettinarmi. Il caldo mi sembrava insopportabile. I boschi, i ruscelli e le praterie sono diventati luoghi grigi, lugubri, brutti e molto pericolosi. E la gente, invece di andare sempre in giro con il sorriso, da allora ha cominciato a essere amareggiata, di cattivo umore e insopportabile. La realtà esteriore è cambiata con la stessa velocità e allo stesso modo dei miei stati d’animo.
A quanto pare, tutto dipende dal modo in cui guardiamo le cose, dal vetro attraverso cui le guardiamo
per così dire. I luoghi sono lì al loro posto e ci saranno sempre, per quanto gravi, traumatiche e orribili possano essere le cose che ci succedono sopra. Molte volte sembra impossibile scindere il trauma dal luogo. Pensiamo che allontanandoci fisicamente ci lasceremo alle spalle anche il dolore provato. Rifiutiamo in modo istintivo tutto ciò che ci fa male, e tutto ciò che ce lo ricorda. È un modo per allontanarci dalla sofferenza, perfettamente comprensibile.
Non so quali siano le ragioni che ti hanno portato a prendere questa decisione. Comunque, a me non devi dare spiegazioni. Non te le sto chiedendo. La cosa riguarda solo te. Tuttavia, dato che mi chiedi di aiutarti e orientarti, mi sento in dovere di cominciare dalla riflessione che devi aver fatto prima di prendere la tua decisione. Solo tu, e nessun altro, devi essere convinto del passo che stai per fare. Per evitare che magari sia solo uno scatto emotivo passeggero e poi tu te ne penta.
Pensa al fatto che, una volta intrapreso il percorso, niente sarà più come prima. Tutta la tua vita cambierà, in bene o in male. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume
disse Eraclito, un filosofo greco.
Non pensare che con le mie parole voglia influire sulla tua decisione. Niente di più sbagliato. Ho fatto anch’io quello che ora vuoi fare tu. Ho percorso gli stessi cammini. Vorrei che prendessi quello che ti dico come dei suggerimenti che possano aiutarti, non come delle imposizioni. Non sono nessuno per dirti cosa devi o non devi fare. Non è mia intenzione fare questo.
Quello che vorrei è farti capire che spesso le emozioni accecano la ragione.
Ricordi quel giorno in cui sei tornato a casa saltando di gioia, dicendo che avevi trovato l’affare più vantaggioso del mondo? È bastato che ti facessi un paio di domande, e già non ti sembrava più così favoloso. Stavano tentando di truffarti, e se non ti fossi fermato a riflettere avresti perso tutti i tuoi soldi.
Prima di continuare a guardare avanti, ti consiglio di fermarti un attimo a guardare quello che ti lasci alle spalle. Non parlo delle cose materiali; sì, anche,