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...e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno
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E-book133 pagine1 ora

...e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno

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Info su questo ebook

Un adulto che impara; un bambino che insegna; una ragazza delusa; un'anziana che sorride di nuovo; un uomo che, nonostante tutto, vive; un uomo che, nonostante abbia tutto, scappa; una ragazza che torna a credere in se stessa e una che accetta le condizioni ma non le subisce. Questo libro è una raccolta di emozioni, di riflessioni e di storie che hanno di volta in volta un protagonista differente ma che, in fondo, è sempre lo stesso. Il filo conduttore che lega le narrazioni è la meravigliosa e insaziabile paura che tutti abbiamo di metterci autenticamente a nudo, dinanzi a noi stessi ancor più che agli altri. Il titolo, "... e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno", riassume un augurio per chiunque si troverà tra le mani queste pagine, che in verità non sono altro che il riflesso di ciò che possiamo vedere dentro di noi quando scegliamo di non privarci del rischio di essere davvero noi stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2017
ISBN9788893691215
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    Anteprima del libro

    ...e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno - Giada Salvatori

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    Collana Sentieri

    ...E TROVEREMO IL CORAGGIO DI PERDERCI DENTRO GLI OCCHI DI QUALCUNO

    di Giada Salvatori

    Proprietà letteraria riservata

    ©2017 Edizioni DrawUp

    www.edizionidrawup.it

    redazione@edizionidrawup.it

    Progetto editoriale: Edizioni DrawUp

    Direttore editoriale: Alessandro Vizzino

    Immagine di copertina: Paolo Lo Pinto

    Elaborazione grafica: Adriana Giulia Vertucci

    I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati.

    Nessuna parte di questo eBook può essere utilizzata, riprodotta o diffusa, con qualsiasi mezzo, senza alcuna autorizzazione scritta.

    I nomi delle persone e le vicende narrate non hanno alcun riferimento con la realtà.

    ISBN 978-88-9369-121-5

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    Ai miei lettori

    Questo libro non nasce con l’intento di diventare un libro, in fondo, neanche gli esseri umani nascono con l’intento di diventare uomini (e infatti, molti di loro non lo diventano).

    Sono disordinata ma convivo benissimo con questo deficit. È nata una grande amicizia ormai tra me e il mio amico, di nome: Dove sta il maglione\calzino\mutanda\borsa e compagnia bella...?

    Un giorno, mentre il mio amico era fuori a fare due passi, ho provato a sistemare la mia stanza e nell’infilare finalmente dei libri al loro posto (udite udite, nella libreria) ho notato un quaderno dall’aspetto molto familiare. L’ho sfogliato con grande curiosità, come fosse un vecchio album di famiglia, e sono rimasta subito colpita (tra appunti vari di psicologia, ricette estrapolate al volo da La prova del cuoco e regole dei terzi reduci del corso di fotografia) da alcune paginette di riflessioni personali scritte tanti anni fa. Ho provato una grande emozione nel rileggerle o, per meglio dire, nel rileggermi, dopo tanto tempo.

    Non so se ti è mai capitato di essere travolto da mille ricordi semplicemente riguardando vecchi bigliettini di auguri e sentirti, in un attimo, teletrasportato con il corpo e l’anima in un’altra epoca, forse proprio in quella data un po’ sbiadita scritta sul pezzettino di carta.

    Se ti è successo, capirai sicuramente che non è come rileggere un messaggio su WhatsApp. Beh, io da quel giorno ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivere, scrivere e scrivere, concedendomi la preziosa possibilità di rivivermi attraverso le mie stesse emozioni.

    Da quella volta, però, ho deciso di condividere i contenuti dei miei racconti in compagnia di un lettore (magari proprio con te che stai leggendo), perché quell’inchiostro sulla pagina bianca potesse essere uno stimolo per metterci, almeno una volta nella vita, autenticamente a nudo.

    Introduzione

    di Alessandro Iannini

    Quante volte parliamo con le persone e ci rendiamo conto (solo dopo) di non averle guardate per più di una manciata di secondi dentro gli occhi? Io ho escogitato un trucco per capire se ho dedicato attentamente del tempo a qualcuno: appena finito di conversare, devo saper ricordare il colore dei suoi occhi. Come metodo funziona, prova per credere!

    Appena finito di leggere...e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno di Giada Salvatori, sono tornato indietro a cercare questa frase che sintetizza bene il viaggio che l’autrice fa compiere al lettore. Coglie degli attimi di vita e li condivide svelando il senso che ha scoperto esserci dietro istanti, incontri, avvenimenti, pensieri. Così rimani in ascolto e compi anche tu lo stesso esercizio con la tua vita.

    Grazie, Giada, per aver donato e condiviso l’intimità dei tuoi pensieri e delle tue emozioni senza aver paura di dire cosa pensi e cosa secondo te non va del modo di fare che osservi intorno a te. La bimba Giada e l’adulta-psicologa Giada mi sembrano dialogare a meraviglia senza essere troppo invadenti l’una con l’altra. E sono entrambe interessanti! Spero che continueranno a scrivere insieme.

    Buon inizio di anno

    Buon anno a tutti.

    Quando c’è un cambiamento, che sia pur soltanto la cifra finale di un millennio, è sempre buona norma fare nuovi auspici.

    ...e troveremo il coraggio di perderci dentro gli occhi di qualcuno, e questo è il mio.

    Mi sembra un augurio originale, quanto meno non finisce con a te e famiglia. Le sento molto queste parole, forse perché quando avverto di non reggere emotivamente una situazione, la prima cosa che faccio è proprio distogliere lo sguardo da quel qualcuno. So di non essere la sola a reagire così, ma questo non mi esime dal sentirmi una codarda.

    Quanto sono attratta dagli occhi di chi ha tanto da dire, ma non parla. Mi piacciono quelli delle persone che non conosco, mi ci immergo totalmente e immagino il mondo che si cela dentro quelle profondità impalpabili. Un giorno ho prestato servizio in una mensa per i poveri, e non immagini che bellezza ricevere, anche se solo per un attimo, l’esclusiva degli occhi di ognuno di loro. Quante volte parliamo con persone e ci rendiamo conto (solo dopo), di non averle guardate per più di una manciata di secondi dentro gli occhi?

    Io ho escogitato un trucco per capire se ho dedicato attentamente del tempo a qualcuno: appena finito di conversare, devo saper ricordare il colore dei suoi occhi. Come metodo funziona, prova per credere.

    Tempo fa a una lezione di teatro ci hanno fatto camminare liberi per la sala, e allo stop degli insegnanti dovevamo fermarci e rimanere con gli occhi fissi in quelli della persona che avevamo accanto. Se hai già provato tal esperienza, sai bene che la reazione più probabile è la risata collettiva. Da fuori è bella da vedere, è contagiosa, ma in realtà non è una risata di vera gioia, te ne accorgi perché non ti fanno male gli addominali, ma fai solo una smorfia, e per prima cosa, allontani lo sguardo dal tuo interlocutore; quindi, non è gioia condivisa, è solo vergogna di essere guardati nella propria intimità.

    L’imbarazzo è simile a quello dei bambini che sono stati scoperti a fare una cosa che non dovevano, tipo una puzzetta in pubblico, si vergognano e lo manifestano in modo più vistoso degli adulti: si mettono le manine davanti alla bocca, fanno spallucce, spalancano gli occhi, e poi guardano la mamma, e se lei sorride, si lasciano andare a una risata fresca e liberatoria.

    Questa è gioia pura.

    Almeno per me che ho chiara in mente l’innocente scenetta. Le risate degli adulti sono più controllate, spesso convenzionali, e talvolta, sono solo difese. Abbiamo trentadue denti e ne mostriamo appena sei. Certo, almeno risparmiamo sulle visite dentistiche, ma quasi quasi, è più divertente fare le puzzette con i bambini.

    Sono solo attimi

    Non ti è mai capitato di vivere dei momenti, o magari solo micro attimi di vita, di una potenza così straordinaria da riuscire da soli a rappresentare nell’interezza la tua esistenza?

    Ci sono odori, sensazioni, sguardi, così pieni di significato che a volte possono cambiare quello che cambiare non si può; possono superare l’impossibile, sopportare l’insopportabile e far sperare ancora, anche là dove sembra che ogni porta è stata chiusa. Dietro un gesto apparentemente incomprensibile, può nascondersi un mondo di parole non dette, di emozioni inespresse, di vaffanculo taciuti e di umiliazioni mai vendicate.

    Ho pianto, tanto e ininterrottamente. Quanto possono fare da sole le lacrime. È come eliminare tossine dal corpo, un po’ come correre ed espellere acqua dai pori e poi avere come la sensazione di essere più leggeri, e io forse, in quel momento, lo ero davvero.

    Mi viene in mente da piccola quante volte ho preso in giro mia madre piangere davanti alla televisione.

    Poi una sera mentre stavamo guardando un film assieme (non ricordo bene quale), mi sono sentita talmente coinvolta nella trama, che inavvertitamente ho avvertito scendere una lacrima sul mio viso ancora troppo giovane e vergine di grandi sofferenze. Da quel momento ho capito di essere cresciuta. La consapevolezza dei propri sentimenti a volte può far male, nel mio caso, mi ha resa più forte.

    Non so quando diventiamo grandi, non so quale sia il passaggio obbligatorio, il momento e il giorno specifico per ognuno. Io, ad esempio, se guardo al passato, so solo rintracciare qualche micro crescita nella mia vita, ma niente di più; chissà, se avessi scritto un diario ogni giorno da

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