Guarire La Madre E Il Padre: Dal rifiuto verso la vita al Si
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Anteprima del libro
Guarire La Madre E Il Padre - Marina Modesti
INDICE
Premessa
Introduzione
PRIMA PARTE - Il RIFIUTO VERSO LA VITA
La fine dell’innocenza
Il guaio dell’ingenuità
Il rifiuto della vita
Perché esiste il dolore?
Come tu inganni il mondo
Nessuno mi vede
Spezzare la catena e guarire l’albero genealogico
La rabbia
Benedetto rifiuto!
SECONDA PARTE - L’ENERGIA DELLA MADRE
La madre
Il dono fatto alla donna
Comportamento alimentare
La morte
La sensibilità del femminile
L’utero
Sta zitta!
Il culto della dea madre
Ritorno alla terra
TERZA PARTE - L’ENERGIA DEL PADRE
Il padre
Il tuo padre interiore
La guida sacra del padre
Dal padre padrone al padre amicone
Perdona tuo padre
Liberi dalla preoccupazione
La resa del guerriero
La patria
QUARTA PARTE - APERTURA DEL CUORE
La potenza del cuore aperto
Dalla separazione all’unione
Equilibrio tra i corpi
Dove la tua energia scorre
I talenti dell’anima
Essere grati
L’energia del denaro
Il diritto di esistere
Non rubare l’energia d’altri
Smettere di giudicarsi
La verità - l’umiltà - l’ego
Abbandonarsi all’amore
QUINTA PARTE - DIGRESSIONI FINALI
La legge dell’ottava
L’ascensione di Madre Terra e dell’Essere Umano
La paura di essere divini
Conclusioni
BIBLIOGRAFIA (consigliata)
OPERA DELLA STESSA AUTRICE
Marina Modesti
GUARIRE LA MADRE
E IL PADRE
Dal rifiuto verso la vita, al Sì
Titolo | Guarire la madre e il padre. Dal rifiuto verso la vita, al Sì
Autore | Marina Modesti
Immagine di copertina | Graphic designer Chiara Maglioni
ISBN | 9791222707372
© 2024 - Tutti i diritti riservati all’Autore
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Grazie mamma,
ovunque tu sia,
onorerò la vita
per dare anche
senso e valore
alla tua sofferenza e alla tua lotta.
Premessa
Questo libro è inizialmente nato come un bisogno di andare a scandagliare ancora più in profondità la rabbia che di fronte un grande dolore, la malattia di mia madre, si è scatenata funesta dentro di me. Non accettavo la durezza della vita fino in fondo, questa esperienza me l’ha sbattuto in faccia. C’era una rabbia che andava oltre ogni relazione, che aveva a che fare proprio con la verità, e con Dio, la mia mente rifiutava ancora l’esistenza del dolore e della sofferenza.
È diventato poi, un viaggio tutto nella sfera del femminile, in quanto attraverso mia madre, ho sperimentato tutto quello che mi separava dal nutrimento vero dell’energia materna, quello che le donne del mio albero, da molte generazioni non avevano ricevuto, e arrivati a me, era ormai insostenibile vivere senza.
Ma sentivo che mancava qualcosa, mancava una parte, e l’ho completato con quello che la vita mi ha chiesto di completare nel mio percorso, abbracciare totalmente l’ombra di mio padre e del maschile verso cui viveva ancora del conflitto in me. Era qualcosa che non sapevo ancora gestire fino in fondo.
Così, affrontando la relazione con il padre, con il suo ruolo, e aprendomi al significato di Padre divino, ho portato completa guarigione alle mie radici, andando oltre la mia natura terrena e ritrovando ciò che da sempre anelavo, la vera casa, il vero nutrimento.
Anche l’uomo può ricevere molto da questo libro, poiché è suo compito addentrarsi nel suo mondo femminile e aprirsi a questa energia, può riflettere sulla sua distanza dal padre e dalla madre e riconoscere i suoi nodi, comprendere dove si trova rispetto a se stesso.
Il fine di questa osservazione, analisi, ascolto, è stato per me sperimentare più potentemente l’apertura del cuore, quello stato di benessere e stabilità che permane di fronte ciò che la mente giudicherebbe ingiusto o sbagliato e da cui vorrebbe scappare. Questo accade. Arriva il momento in cui non scappi più, ma ti fermi lì consapevole e pieno di volontà di fronte il tuo nemico e decidi di vederlo, affrontarlo e vincerlo, senza perdere più tempo.
Come sempre riporto la mia verità, senza pretesa che sia condivisa totalmente e senza bisogno che serva a tutti.
Il mio intento è invitarti ad ascoltarti, a sentire cosa pensi e senti leggendo le mie riflessioni o digressioni. Presta attenzione a ciò che emerge.
Mi rivolgo a tratti alla donna, a tratti all’uomo, a tratti a entrambi, vai oltre il genere e prendi ciò che risuona per te. Soprattutto sii sempre curioso di trovare qualcosa in più di te e vai oltre tutto ciò che pensi di sapere.
Buona lettura.
Introduzione
Quando pensi di aver risolto ogni cosa, di aver guarito tutto, di avere finalmente il controllo sulla tua vita, ecco che accade qualcosa che ti riporta apparentemente daccapo. Di nuovo senti la rabbia esploderti dentro, non sai se crederci più a questa pace interiore di cui hai sentito la possibilità, e magari metti in discussione anche tutto il lavoro che hai fatto finora. Succede spesso di sentire ancora quel rifiuto verso una realtà così diversa da quella che tutti vivono, la quale è alquanto triste, ma perlomeno non spaventa più di tanto, visto che la vivono tutti. Sentire quel desiderio verso il nuovo, verso l’alto, verso l’ignoto, e allo stesso tempo esserne terrorizzati e ricercare disperati tutte le certezze che si avevano un tempo.
Arrivi a quello step in cui ti viene chiesto il salto, e per farlo devi andare a lavorare sul tassello più fastidioso di tutti, quello che la mente ti ha nascosto bene fino ad ora.
Hai lavorato sul rapporto con il partner, con l’amico, sulla tua paura del giudizio, sulla tua immagine allo specchio. Ora devi andare al capolinea, spazzare le ultime erbacce, che non saranno le più facili, ma come sempre tutto diventa sempre più arduo, ma non impossibile di fronte l’intento e la forza di volontà del cuore.
Le radici. La madre e il padre, simbolo della madre e padre divini, simbolo della vita. Pensi di aver già perdonato tutto vero? Pensi di essere in pace con loro, ma se così fosse la tua vita sarebbe ad un livello superiore, perché questa relazione, se presenta ancora qualche nodo, ti impedisce la vera connessione con il divino. Quando non esisterà più rabbia in te, sarai aperto alla vita, alla guida, alla gioia e sentirai l’amore sostenerti. Sarai libero dal giudizio.
Voglio aiutarti a vedere cosa significa guarire profondamente e incarnare l’archetipo della madre e del padre sacro, finalmente in equilibrio, tra Cielo e Terra. Se tu sei donna, è tempo che ti riconnetti con il tuo utero, e lo ripulisca da ogni schifezza, da ogni paura, che torni a farlo respirare e che Tu torni a nutrirti dell’amore che la Terra teneramente ti dona. Voglio che perdoni tuo padre e torni ad amare il maschile e a donarti a lui in modo incondizionato. Se sei uomo, desidero che tu comprenda l’importanza di aprirti al tuo mondo femminile, e riconosca l’amore di tua madre o la perdoni se non ti sei sentito amato. Che tu possa tornare a onorare il femminile nella donna e a non reprimerlo in te stesso. Che tu comprenda cosa significa incarnare l’energia del padre. Osserva cosa ti ha insegnato tuo padre, nel bene e nel male, e sappi essere ciò che non ha saputo lui. Addestra te stesso, il tuo maschile, la vita è la tua sfida ogni giorno, la vita è il miglior insegnante se impari a leggerla. Non odiarla, impara ad amarla, attingi dal tuo femminile.
Integrare le ombre dei tuoi genitori, sarà la liberazione del tuo albero, sarà togliere il tappo al respiro della vita e farla finalmente sgorgare in te attraverso le due sorgenti, la Terra e il Cielo. Finalmente smetterai di nutrirti dell’altro, di vivere nel controllo della mente e ti aprirai senza paura ad essa, grazie al cuore, dove si espanderà la tua coscienza.
Il tuo scopo deve essere uno: creare la pace dentro di te e sentirti uno con la vita, sentirti sostenuto e amato, guidato e al sicuro. Finché non l’avrai raggiunto, non dovrai mai smettere, perché credimi è l’unica cosa che ti renderà solido e soddisfatto, dove tutto può essere spazzato via, da un momento all’altro, ma ciò che accresci e coltivi nello spirito, darà i suoi frutti copiosi appena sarai capace di scorgerli!
Finché non ci sposiamo con il momento presente, lo rifiutiamo, e lo rifiutiamo perché non lo riteniamo perfetto, ecco che questo matrimonio è possibile solo accogliendo la dualità e non scegliendone solo una parte, perché questa scelta sarà la ragione del conflitto eterno, dentro e fuori di noi.
Se il nostro bambino è ancora offeso, senza riserve dobbiamo dedicarci a lui e aiutarlo a fidarsi di nuovo dei suoi genitori, quelli o quello vero (La Sorgente), poiché è con lui che siamo arrabbiati, è lui che ci ha abbandonati (secondo la mente), e noi con questa ferita, continuiamo a rifiutare la vita.
Anche in questo libro ti conduco verso un’introspezione profonda, e mi auguro possa leggerci te stessa o te stesso!
PRIMA PARTE
Il RIFIUTO VERSO LA VITA
La fine dell’innocenza
Era tutto così bello. I giochi, le giornate infinite, i regali, l’assenza di pensieri, il non dover decidere nulla, il non dover preoccuparsi di nulla. Fino lì, a meno che per qualcuno anche l’infanzia non sia stata contaminata da brutte vicende, si stava in villeggiatura, si era in pace con la vita, non ci si rendeva conto di esistere e non c’era nemmeno la paranoia che ci portava a filosofeggiare sulla vita. Esisteva il meraviglioso momento presente e la creatività era esplosiva! Fantasia e divertimento, che bei ricordi! Già, ricordi.
Poi, all’improvviso, ti ritrovi, senza accorgerti come ci sei finito, in quella stranissima fase rivoluzionaria che è l’adolescenza, che se in parte è piena di belle scoperte ed esperienze, dall’altra è l’inizio del conflitto dentro di te. All’improvviso non vuoi più regole, vuoi essere libero, fare come ti pare, tornare all’ora che vuoi, smettere di studiare per stare con il tuo amore.
I genitori diventano di colpo il nemico perché sono quelli che non acconsentono ai tuoi desideri, anzi, si inventano le punizioni o ti danno altre regole e ultimatum. Tu non li capisci perché sei troppo nel tuo mondo e decidi che dovrai difenderti da loro.
Nelle tue scelte, di cosa studiare, di come vestirti, di chi frequentare, sarai giudicato e attaccato, perché se non rientrerai nei canoni della società o nel volere dei tuoi, inizierai a credere che non sarai lo stesso meritevole di amore. Ti sentirai rifiutato per i progetti e sogni che hai, deriso, sarai lasciato dal primo amore e questo ti spezzerà il cuore, facendoti sentire un senso di abbandono lancinante e la rabbia salirà alle stelle dentro te.
Se tutto va bene riuscirai a sfogarla con un po' di sport, altrimenti ti darai al bere, al fumo, al mangiare male, e nei peggiori dei casi droghe e alcool pesante.
Questa è la descrizione generica di un tipico adolescente che già entra in contatto con le ferite ancestrali e ne percepisce la rabbia. Non è di certo la descrizione di un ragazzo modello, che ha degli amici al posto dei genitori e che fa sempre le cose in maniera impeccabile. Questo tipo di adolescente svilupperà più avanti la fase ribelle, forse.
Ricordo la mia di adolescenza.
Uno spartiacque, l’inizio della rabbia che mi consumava dentro, mi toglieva il respiro, era come se qualcosa vivesse in me e mi gestisse. Arrivata al terzo superiore volevo smettere di studiare, andare a lavorare e avere le mie entrate per non sentire più noia riguardo ai soldi. Odiavo come si comportavano i miei perché non mi ascoltavano, non mi capivano, mi attaccavano solamente. Mi lasciò il primo ragazzo per la sua ex, e questo attivò una ferita insopportabile che mi portò a rifiutare il cibo per un lungo periodo. Sentivo che non meritavo amore, nutrimento, e mi chiedevo perché fossi nata.
Una serie di delusioni con amiche e ragazzi, mi faceva sprofondare sempre di più. I litigi con mia madre erano frequenti e quegli attacchi di nervi e pianto erano un appuntamento fisso. Sentivo questa energia pesante che mi avvolgeva come una nube nera.
Il cibo allora diventò il mio sfogo, mangiavo per non sentire, e lo odiavo allo stesso tempo perché era una droga per me, lo usavo come anestetizzante. Lo zucchero svolge bene questo compito.
Tutto questo migliorò quando, come un bagliore, mi svegliai come da un sonno di millenni, e sentii che qualcosa mi parlava, dentro. Sentivo che mi diceva che non ero nata per soffrire e che dovevo liberarmi dal peso della vita, perché un giorno non lontano avrei riportato la bambina gioiosa e innocente che ero stata sul mio volto, e questo doveva essere il mio unico obiettivo. Ogni decisione avrebbe dovuto avere tale scopo. Da lì è iniziato il lungo viaggio dentro di me, che dopo diversi anni, finalmente, ha riportato la bellezza nella mia vita, la voglia di vivere, l’entusiasmo. Questo nonostante i drammi e gli ostacoli! Tante volte ho dubitato che forse mi stavo illudendo, ma quella voce ho continuato a sentirla sempre, era il mio Sé, era DIO, era la verità che voleva tornare a vivere!
Se molti a quell’età sognano tante cose, io non sognavo niente, anzi volevo sparire.
Sentivo la rabbia per ogni cosa che mi veniva imposta e che io non avevo scelto, per ogni delusione collezionata e per non amarmi, non piacermi, sentirmi brutta e grassa. Tutto questo era un macigno e oggi posso solo essere grata perché in realtà quando un essere umano sperimenta un dolore così grande, un’insoddisfazione così acuta verso la vita, significa che è pronto a tornare a casa e ad affrontare i propri inferi, a prendersi la totale responsabilità della propria esistenza.
Quell’innocenza sembra svanita, ma in realtà è sempre lì. Solamente, la mente è stata riempita di sporcizia, credenze depotenzianti, sensi di colpa. È stata solo sepolta, ma c’è e va riconosciuta per manifestarla nuovamente.
Tu sei sempre innocente! Sei responsabile, sì, ma non ci sono colpe in quanto ognuno vive la sua esperienza terrena in base al proprio disegno e in base alla consapevolezza acquisita. Tutti hanno la possibilità di aggiustare e risolvere i propri errori. Siamo colpevoli di qualcosa finché crediamo che sia così. Abbiamo perso l’innocenza quando abbiamo smesso di essere come siamo, quando abbiamo tradito la nostra natura per paura, ma occorre ricordare e rimediare.
Ripeti a te stesso: Io sono innocente
.
Al bambino viene perdonato tutto, come al cane e al gatto quando combinano guai in casa, perché essi non si sentono colpevoli e ti guardano con quell’aria innocente a cui non sai nemmeno dire quello che dovresti! Non avere colpe non significa non avere responsabilità. Se commetti qualcosa che lede te stesso o il prossimo occorre che tu faccia in modo di ripristinare l’equilibrio rotto, pentendoti in primis e agendo in modo diverso poi. Avere la colpa invece ti incatena e ti impedisce di rimediare, di purificarti.
Se ti dai la possibilità di sbagliare e smetti di giudicarti, non assorbirai più il giudizio altrui, anzi insegnerai loro a rilassarsi. Ma se continui a sentire il peso del mondo addosso sarà sempre più difficile la vita su questa Terra.
Il bambino è leggero e spensierato perché non prende nulla sul serio. Rompe un bicchiere? Ride! Tu sai farlo?
Lui non ci pensa nemmeno a sentirsi in colpa. Poi crescendo viene rimproverato, punito e inizia a sentirsi sbagliato perché è vero che ha rotto un bicchiere, ma la sua intenzione non era di farlo e allora perché viene punito? Il bambino non comprende e in lui si installano i primi pesi che lo separeranno da se stesso e che lo faranno sentire arrabbiato con la vita.
Quando si perde l’innocenza, si rischia di diventare così rigidi con se stessi e gli altri che non ci si riesce più a divertire, a godere del momento. Io arrivai a sentirmi in colpa anche quando mi prendevo l’influenza e dovevo mancare al lavoro. Mi sentivo veramente male perché ero stata cresciuta con l’idea che se ti ammali è colpa tua e le cose le devi fare ugualmente, non lasciarle subire agli altri.
Hai perso la tua innocenza portandoti addosso la colpa. Sei qui per fare esperienza e sono gli errori i migliori maestri, se errori vogliamo chiamarli. E se non esistessero errori? Pensaci.
Deve rinascere dentro di te questa vibrazione, non aspettarti che il mondo venga da te a dirti che tu non hai colpe, piuttosto, il mondo si è impossessato della tua innocenza! Occorre passare dalla colpa alla responsabilità, la quale libera e fa crescere.
Il guaio dell’ingenuità
Ti sei fidato del mondo e il mondo ti ha tradito, attraverso l’amico, il fratello, la ragazza o il ragazzo, e così via. Hai accumulato una gran dose di rabbia perché ti sei sentito tradito e non sai più di chi fidarti.
I bambini si fidano di tutti, basta fargli un sorriso e dire una parola carina o dare loro una caramella, sono ingenui, non hanno la capacità di discernere, giustamente. L’anima che non lascia andare l’ingenuità, che non sviluppa accortezza, che non osserva, che si lascia abbindolare, rimane bambina, non riesce a fare il passo successivo.
In questo periodo storico siamo messi duramente alla prova da questo punto di vista, in quanto i grandi menzogneri che vogliono mantenere il loro potere sull’umanità, ricorrono a tutte le loro strategie di manipolazione emotiva per spacciarsi come veritieri, come salvatori e giusti, ma in realtà, solo le anime adulte e antiche sapranno scoprirli o vederli