Non ci sono più le mamme di una volta
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Anteprima del libro
Non ci sono più le mamme di una volta - Roberta Galloni
A Gianluca, il mio amore, il mio equilibrio e alle nostre meravigliose bambine.
Non ci sono più le Mamme di una volta (sfoghi e pensieri di una normale Mamma esaurita)
Avendo all’epoca una quindicina di cugini non dormivo mai da lei. Un giorno per puro caso la trovai in bagno e mi fece entrare solo perché ero femmina ovviamente. Per la prima e unica volta in vita mia la vidi con i capelli sciolti e in camicia da notte. Il bagno era fuori dalla casa ed eravamo sole. Non ricordo cosa ci siamo dette, forse niente.
Mi ritrovo bambina seduta sul bordo della vasca da bagno a guardarla come se fosse una pettinatrice esperta, lei chiamava così le parrucchiere. In un attimo le sottili e lunghe treccine brizzolate formavano il più perfetto dei cucù
. Quell’immagine mi è tornata in mente recentemente, tanto piacevole quanto serena. Ricordo persino le piccole mattonelle bianche con un decoro floreale blu che rivestivano le pareti di quella stanza ora diventata un garage.
Mia nonna era la classica donnina piccola di statura, robusta non di costituzione ma per le tante gravidanze affrontate. Aveva sempre un sorriso per chiunque. Ricordo l’appuntamento del caffè nella sua cucina con l'immenso tavolo al centro, il suo immancabile presepe e le cene tutti insieme con noi bambini a cantare le canzoni più famose di Sanremo. Soprattutto ricordo la sua fede. Era sempre e instancabilmente devota al Signore. Sono sicura fosse il segreto della sua serenità, assieme all’orgoglio di aver fatto sposare i suoi figli con onore
.
La mia generazione sostiene che la fede degli anziani sia dovuta al difficile periodo in cui sono nati e cresciuti. Il problema in quei tempi non era arrivare a fine di mese ma mangiare quotidianamente. L’analfabetismo era diffusissimo in Italia e le donne vivevano in condizioni paragonabili a quelle odierne in diversi paesi del terzo mondo, in cui sono considerate semplici fattrici
.
La fede rappresentava l’unica vera costante della vita, il paradiso era visto come l'unico appiglio di speranza per un’esistenza priva di stenti anche se futura. Condivido questo punto di vista ma la fede vera, quella che aveva mia Nonna, era dovuta a una profonda e totale certezza a prescindere dal periodo storico in cui visse.
Nonostante gli stenti iniziali mia nonna riuscì a crescere e insegnare a tutti i suoi figli dignità e rispetto. Ho la grande fortuna di avere avuto nonne eccezionali, tanto diverse quanto fondamentali per la mia crescita e per la donna che sono diventata. Ho mille difetti caratteriali oltre che fisici, ma c’è una cosa che mi ha sempre contraddistinto: la solarità. A parte i vortici ormonali adolescenziali posso definirmi una persona socievole e soprattutto felice. Questo vale per tutti i miei trentasette anni di vita.
C’è stato tuttavia un periodo in cui un demone ha occupato la mia mente.
Baratro
Per anni mi sono svegliata la mattina e mi sembrava di scoppiare dalla felicità. Adoravo la mia vita semplicemente com’era.
Ora non è più così.
Saranno gli ormoni post gravidanza, anche se la peste ha un anno ormai. Forse sono quelli dell’allattamento… Chissà. Temo sia qualcosa di diverso ma non so cosa. Anche se non saprei dove vorrei scappare, ovviamente con Lui e le bambine. Oltre alla piccola ho anche la grande che di anni ne ha quattro: sono le gioie della mia vita. Ho un marito che amo moltissimo e tutto dovrebbe essere perfetto.
Dovrebbe.
Non c’è niente nella mia vita che non vada eppure io non sono più io, non ho più quella serenità che mi ha sempre caratterizzato, nonostante i miei cari siano in salute. Lavoro persino di meno rispetto a un tempo.
Forse è proprio questo il punto. Quando lavoravo tenevo la mia testa impegnata e riuscivo a essere più obiettiva. Ora non è più così. Ci sono dei giorni in cui non ricordo alcuni vocaboli una volta usuali per me. Da sempre leggo un quotidiano alla settimana, durante il sabato, ma nemmeno questo passatempo mi ha aiutato a sentirmi meglio o a uscire da uno stato di apatia totale.
Apatica. Non avrei mai pensato di arrivare a definirmi così. Chi mi conosce può descrivermi in mille modi. Solitamente mi incuriosisce tutto e mi dà gioia conoscere nuove cose. Sono consapevole delle fortune che ho.
Ora invece mi sembra quasi di lasciarmi vivere e di non riuscire a vivere io in prima persona. Sembra che non mi basti più niente. Razionalmente sono cosciente e obiettiva però la tristezza m’invade. Forse dipende dallo stare sempre in casa, non avere alcuna distrazione ed essere solo una Mamma. Le mie uniche uscite sono l’asilo e il parco quando c’è il sole. Asilo, mestieri, scegliere cosa far da mangiare (menomale che c’è Benedetta Parodi). Sempre e solo la casa e le bambine. Mi ritrovo addirittura a pensare alle Mamme lavoratrici con un pochino di invidia.
Lo so, l’invidia è brutta. Ma che ci posso fare?
Sono sempre di fretta, sempre in ritardo e mai in ordine. Come fanno certe Mamme a essere così perfette? In questo schifoso periodo non mi sento mai a posto. Magari con il trucco e l’abbigliamento giusto riesco a mascherare il caos che ho dentro. Ma con i figli non si mente: davanti a loro esce sempre il tuo vero carattere e ti comporti come sei realmente, senza tante cerimonie o falsità. Ultimamente non