La mia vita inizia da te

Di Marzia Andreozzi

Due piccole linee rosa lo confermano: Maia è incinta, e quando si hanno quattordici anni, non può che essere un “incidente”. Tuttavia, nel suo cuore non c’è nessuna incertezza: nascerà. Inizialmente, anche il suo ragazzo Diego, poco più grande di lei, sembra deciso ad assumersi le sue responsabilità. Così comincia l’avventura di una gravidanza incastrata in un’età che chiunque definirebbe inappropriata, segnata da grandi difficoltà emotive. Diego nasconde altre frequentazioni, mentre Perla, sua madre, è falsa e meschina. Intorno, tutti si sentono in diritto e in potere di giudicare la situazione, senza risparmiare pesanti offese. Il problema più grande è che Maia, data la sua età, è destinata ad incontrare anche grossi ostacoli burocratici, primo fra tutti, l’impossibilità di riconoscere la piccola Sara come figlia, con conseguenze disastrose. Riuscire a difendersi da tutte queste ingiustizie sarà una battaglia senza esclusione di colpi, verso un epilogo che saprà mescolare sapientemente il sapore dolce e quello amaro.

Marzia Andreozzi è nata a Roma il 18 febbraio 1993. Dedica la sua vita alla famiglia, la sua più grande soddisfazione sono i suoi due figli. L’amore per la lettura e la scrittura la accompagnano da sempre. Questa è la sua prima pubblicazione.

• Lingua: Italiano
• Editore: Europa Edizioni
• Data di uscita: 5 lug 2018
• ISBN: 9788893846578

Anteprima del libro

Marzia Andreozzi

La mia vita inizia da te

EDIFICARE

UNIVERSI

© 2018 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

www.europaedizioni.it

I edizione elettronica giugno 2018

ISBN 978-88-9384-657-8

Distributore per le librerie Messaggerie Libri

Questa è un’opera di fantasia.

Nomi, personaggi, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali.

«Ero estasiata, non avevo mai visto una creatura così piccola e perfetta, con quelle dita morbide, il suo visino dolce, era così indifesa... io avevo il compito di proteggerla da tutto e tutti.»

A 14 anni non e facile ma nemmeno impossibile portare avanti una gravidanza pensavo, ma si è immaturi e a volte c’è chi si prende le proprie responsabilità e chi preferisce scappare.

Quelle due linee rosa significavano per me che da quel momento eravamo due in un’unica persona, io e il mio bambino eravamo uniti e niente e nessuno avrebbe potuto dividerci.

Diego l’ha saputo il pomeriggio stesso, le mie parole erano chiare «se tu ci vuoi essere bene... nessuno ti obbliga».

Lui era sorpreso e disse che ci sarebbe stato e che potevo fare quello che volevo. 

Il fatto era che non avevo però intenzione di deludere mia madre che è sempre stata presente per me non mi ha fatto mai mancare nulla nonostante periodi bui e trascorsi poco piacevoli. 

Decisi di non dire nulla ne a lei ne a nessun’altra persona, per il momento doveva essere il nostro segreto.

Ero decisa più che mai a portare avanti la gravidanza, dentro di me sentivo qualcosa che stava cambiando, cominciavo a immaginare il mio bambino e pensavo a quanto potesse essere grande.

Diego non ne parlava più, sembrava quasi scordarsene. 

Sicuramente la donna che diventerà madre sente prima l’istinto materno quando sa che dentro di lei c’è il suo bambino, magari per l’uomo è un po diverso non possono capire finche non lo vedono, secondo me l’istinto paterno viene dopo.

Non pretendevo che lui fosse il padre perfetto e impeccabile, ma nemmeno menefreghista, aveva un solo anno in più di me e come tutti i quindicenni pensava a divertirsi, uscite varie, il motorino e altre cose che io avevo cominciato a ridimensionare poco a poco.

Avevo anche una migliore amica, Anna, la mia compagnia alla scuola media. Lei era la mia confidente numero uno, una persona della quale mi fidavo completamente, purtroppo non sono riuscita a parlarle della gravidanza e lei di conseguenza mi vedeva sempre più strana e chiusa in me stessa, non c’era più la sintonia di prima e si sgretolò l’amicizia che ci univa da qualche anno.

Ogni tanto a casa da sola quando mi coricavo avevo dei pensieri tristi data la giovane età, la paura di essere giudicata dalle persone, dalla famiglia, paura di non essere abbastanza per quella creatura innocente dentro di me, mi sentivo sola e Diego non mi era veramente di nessun aiuto, non mi supportava; gli chiedevo quando avremmo avuto il coraggio di parlarne ai miei e i suoi genitori e lui faceva un cenno con la mano per dire che era presto ci sarebbe stato tempo.

Il tempo non era a mio favore scorreva per me troppo velocemente, sentivo il mio corpo che cambiava, le nausee cominciavano a farsi sentire e io continuavo a nascondermi da tutto e tutti.

Sentivo che mi mancava Anna.

Ero ormai entrata nel quinto mese, era passato anche il Natale e io tenevo il mio segreto bello stretto, la famiglia mi chiedeva se avessi preso qualche kg, mi si stavano allargando i fianchi, io ogni volta mi irrigidivo, me la prendevo perché non sapevo come rispondere.

Finite le vacanze di Natale ci fu il rientro a scuola, Diego stava nella mia stessa classe e come al solito continuava a farsi i fatti suoi, dentro quella scuola mi sentivo un pesce fuor d’acqua,