Sempre come i bucaneve
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In questo intricato labirinto di emozioni, ci troviamo spesso a fronteggiare difficoltà inaspettate; i momenti di gioia e felicità sembrano scivolare via troppo rapidamente, mentre le tempeste dell’incertezza e del dolore sembrano bloccarci in un vortice senza fine.
Tuttavia, in mezzo a questa danza frenetica, abbiamo la possibilità di trovare l’energia interiore che ci spinge a rialzarci ogni volta che cadiamo, che ci incoraggia ad affrontare le sfide con coraggio e determinazione. La resilienza è il faro che illumina il cammino, nonostante le tenebre che ci circondano.
Quando impariamo a danzare con i ritmi della vita, ad accogliere sia la dolce melodia che il suono discordante, scopriamo la nostra capacità di adattarci e di crescere. Attraverso gli alti e i bassi, costruiamo la nostra storia di resilienza, trasformando le sfide in opportunità di crescita personale e di realizzazione.
Nadia Chiappara nasce trentotto anni fa a Genova, ed è da trentotto anni che vive a Ognio, il suo paese. È molto metodica e precisa e si affeziona molto a persone, cose, ambienti, forse è anche per questo che non ha mai preso il volo per andare altrove. Si innamora molto giovane dell’attuale ex marito e insieme costruiscono una famiglia mettendo al mondo Andrea e Ilenia, i loro figli.
A trent’anni si separa e da lì in poi inizieranno a succederle una serie di cose che la porteranno poi a conoscere il “mostro”…
Trascorsi ormai otto anni, può dire di stare finalmente bene e di essere felice della vita che mi si è ricostruita.
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Anteprima del libro
Sempre come i bucaneve - Nadia Chiappara
Nadia Chiappara
Sempre come i bucaneve
Tratto da una storia vera
© 2023 Vertigo Edizioni s.r.l., Roma
www.vertigoedizioni.it
info@vertigoedizioni.it
ISBN 979-12-5537-075-8
I edizione luglio 2023
Finito di stampare nel mese di luglio 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.
Sempre come i bucaneve
A papà per tutte le volte che mi hai detto che non potevi vedermi piangere.
A mamma per tutte le volte che hai trovato la forza anche per me.
Ringraziamenti
Arriva un momento in cui ti siedi ad ascoltare buona musica e tutto ti sembra finalmente come deve essere. Ti abbandoni a quelle note e capisci quanto sei fortunata ad avere tutto questo, inizi a provare gratitudine perché sai che da sola non ce l’avresti mai fatta.
Si tutto parte da noi ma senza quei piccoli gesti, senza quelle persone non saresti dove sei ora. La mia famiglia in primis perché ci sono sempre stati e mi hanno aiutato in tutto, mia madre, una donna da mille risorse, instancabile lei c’è sempre per trovare una soluzione per provare ad aiutarti come può. Molte volte ho pensato che non riuscirò mai ad essere come lei. Lei è unica.
Le mie amiche, una parte fondamentale in tutto questo, senza un amico la vita non ha senso, avete una bella famiglia e buoni amici sono cose molto importanti, se ne hai uno dei due sei fortunato, se li hai tutti e due sei invincibile.
Grazie davvero a tutti voi, non ripeto i vostri nomi perché lo sapete bene che se oggi sono qua è anche merito vostro, mi avete supportata in ogni momento e senza le vostre attenzioni io non sarei qui a scrivere questo libro.
Devo ringraziare anche chi mi aiuta da lassù perché li sento molto più vicini di quanto si possa pensare e molte volte mi hanno indicato ogni mia scelta, c’è anche il loro zampino nel avermi fatto incontrare persone stupende e professionisti validi e bravi nel loro lavoro come la mia Dottoressa una psicoterapeuta che sa come fare il suo lavoro e lo fa nel migliore dei modi, il mio Agopuntore veramente un angelo caduto dal cielo nel momento giusto che ha saputo far uscire di nuovo la vera Nadia.
Per ultimi ma non per importanza anzi proprio per poter scrivere due righe in più su di loro, i miei figli! Senza di loro non sarei la donna che sono ora: ogni miglioramento, ogni passo in avanti l’ho fatto solo grazie alla forza che mi trasmettevano. Sono meravigliosi e io avrò cura di loro per come riesco, non essendo perfetta. Spero di fare sempre il meglio per loro.
E grazie a te che hai letto queste mie poche righe, spero davvero di essere riuscita a trasmetterti le sensazioni, le emozioni che ho provato io e a farti capire che nulla è mai perduto!
INTRODUZIONE
Come è difficile salire le scale con una gamba ingessata, figuriamoci con due… però devo farcela per tornare a camminare.
A volte ti viene da piangere, altre l’ansia di non potercela fare ti schiaccia. In tutti e due i casi bisogna riuscire a fare almeno uno scalino perché chi ci aspetta lassù è troppo importante per essere lasciato solo. Quindi piangi, urla ma dopo asciuga quelle lacrime e fai il primo gradino, vedrai che già da lì l’aria è diversa, lì inizi a