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Ricordi d'estate
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E-book61 pagine45 minuti

Ricordi d'estate

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Info su questo ebook

Una persona matura, ormai avviata verso la vecchiaia, ricorda gli eventi di tanti anni prima, durante le vacanze con la famiglia al mare d’estate. Il ricordo è agro-dolce: da un lato fa rivivere la spensieratezza e le emozioni semplici dell’adolescenza, dall’altro ravviva un dolore antico ma non del tutto spento, per un amico del cuore, morto giovane. Il romanzo alterna la presa immediata della descrizione fanciullesca con le considerazioni filtrate attraverso le lenti del tempo e della saggezza. Il ricordo si conclude con un sorriso ed un messaggio di speranza.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2014
ISBN9786050313840
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    Anteprima del libro

    Ricordi d'estate - Nicola Gatti

    Conclusione

    Dedica

    Quando sei qui con me

    Questa stanza non ha più pareti

    Ma alberi, alberi infiniti

    Da Il cielo in una stanza

    (Gino Paoli – Mogol)

    Dedicato ai miei figli, Cristina e Giorgio, 

    perché abbiamo un’adolescenza felice 

    e tanti, tanti anni di felicità a seguire.

    Prologo

    Tutto inizia qui, in questo studio in penombra, con i raggi di sole di questo pomeriggio estivo che filtrano attraverso le fessure della persiana, illuminando al loro passaggio granelli di polvere, che danzano lentamente pigramente davanti ai miei occhi e ai miei pensieri.

    D’improvviso, quei raggi di polvere luminosa non sono più qui, ma in un luogo lontano della memoria, un luogo privilegiato e mai dimenticato, che riesce ancora a spremere da questo cuore un po’ raggrinzito un ricordo struggente: insieme dolce e doloroso. Questo posto si chiama Menorca.

    Capitolo 1

    Oggi

    Già: Menorca, e non Minorca con la i all’italiana. Primo, perché da piccolo vivevo in Spagna, e in pratica lo spagnolo era la mia lingua madre. Non mi sarei mai sognato di chiamare diversamente quell’isola che da qualche anno era diventata la meta adorata delle nostre vacanze estive. Secondo, perché da allora non ci ho più messo piede, e nella mia memoria è rimasta così com’era: solare e selvaggia, proprio come quei tre ragazzini che scorrazzavano per mare e per terra in cerca di guai.

    Chi erano i tre ragazzini? Scusate, è vero, devo introdurre i protagonisti di questa storia. Uno, l’avrete capito, sono io, o meglio ero io con tanti sogni in più e tanti anni in meno. Il secondo era mio fratello Andrea, di un anno più grande di me, con cui all’epoca vivevo in una simbiosi gemellare: tanto litigiosi quanto inseparabili. Il terzo era il nostro più caro amico, un altro ragazzo italiano che veniva in vacanza anche lui a Menorca, d’estate con la sua famiglia.

    Si chiamava… scusate ma ancora oggi, a distanza di tutti questi anni non riesco a dire il suo nome senza provare una fitta al cuore, per cui, se non vi dispiace, lo chiamerò Giacomo. Era il ragazzo più allegro e pieno di energia che avessi mai conosciuto, una vera forza della natura… almeno prima che lo colpisse quella brutta malattia che se lo portò via quando aveva solo sedici anni.

    La vita purtroppo è anche questo, anche se a quell’età (la stessa di Giacomo) proprio non riuscii ad accettarlo: per me fu un vero shock, il mio primo grande dolore seguito da una lunga crisi interiore.

    Ma qui non voglio ricordare solo cose tristi, voglio ricordare l’allegria di quei giorni estivi e la forza di quella grande amicizia che ci legò. Sembra impossibile, ma nonostante i decenni che si sono accavallati l’uno sull’altro, e che in teoria dividono quei giorni di cui voglio parlare dal mio presente (e dalla mia ormai prossima senilità!), posso ancora adesso sentire ogni sensazione, ogni profumo, ogni sapore di allora. Posso riprenderli in mano come dei ciottoli levigati dal tempo, rimescolarli nel mio pugno e aspirarne l’odore metallico, prima di ributtarli dentro queste pagine, che mi accingo a scrivere.

    Erano gli anni della Spagna, quando vivevamo a Madrid e giravamo la penisola in lungo e in largo con i nostri genitori. Avevamo già passato un’estate a Ibiza, che ci era piaciuta molto: belle spiagge, mare stupendo, hippies e figli dei fiori, perfino nudisti a Formentera (che scandalo a quell’epoca!). Però l’anno dopo decidemmo di cambiare e di visitare la sua consorella meno famosa ed appariscente: per l’appunto, Menorca.

    Fu un amore a prima vista per tutta la famiglia, tanto che ci ritornammo varie volte: tre, forse quattro estati di seguito (non ricordo esattamente quante, vedi capitolo senilità prima citato…), fino a quando la serie felice non fu interrotta dal nostro rientro familiare in blocco dalla Spagna all’Italia.

    Sta di fatto che tutte

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