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Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo
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E-book148 pagine1 ora

Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo

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Info su questo ebook

La corruzione è una piaga dalle conseguenze nefaste per la collettività. Oltre a rappresentare una vera e propria sfida intellettuale per coloro che la analizzano da un punto di vista scientifico, la sua rilevanza sociale obbliga a sforzi straordinari perché i suoi effetti devastanti siano ben compresi da tutti, non solo dagli addetti ai lavori.

"Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo" è un'iniziativa di un gruppo di studiosi della corruzione volta a diffondere l'attività di ricerca attraverso un gioco di ruolo che replica le reali dinamiche del fenomeno corruttivo. Illustrando la rilevanza e la convenienza di un ambiente sociale ed economico improntato alla legalità e introducendo ai principali strumenti di contrasto alla corruzione, tra cui una cittadinanza attiva e partecipata, il progetto aspira ad essere il primo tassello di un percorso di educazione alla legalità.

Il volume, introdotto dal magistrato Piercamillo Davigo, si divide in due parti. La prima è dedicata al gioco di ruolo, ambientato in una città immaginaria (Corruttopoly) dove cittadini onesti fronteggiano una minoranza di corrotti. La seconda, "Corruzione in pillole", è costituita da nove capitoli nei quali storie di vittime della corruzione, ispirate a vicende realmente avvenute, forniscono lo spunto per alcune riflessioni sulle cause e sugli effetti della corruzione negli ambiti più rilevanti della vita economica, sociale e individuale.
LinguaItaliano
Data di uscita23 feb 2015
ISBN9786050359855
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    Anteprima del libro

    Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo - Cristina Brasili

    2014

    PREFAZIONE

    La corruzione è una piaga dalle conseguenze nefaste per la collettività e una vera e propria sfida intellettuale per coloro che la analizzano da un punto di vista scientifico. Se da un lato è necessario affrontarla con strumenti e concetti propri di diverse discipline, come il diritto, la sociologia, l'economia e la statistica, allo stesso tempo la sua rilevanza sociale obbliga a sforzi straordinari perché la comprensione e la consapevolezza dei suoi effetti devastanti non rimangano prerogativa esclusiva degli addetti ai lavori.

    Come gruppo di studiosi impegnati da anni nell'analisi del fenomeno corruttivo, delle sue cause e delle sue ripercussioni economiche e sociali, abbiamo sempre avvertito la necessità di diffondere le nostre conoscenze oltre le mura universitarie, allo scopo di raggiungere un pubblico ampio e variegato che non sempre, purtroppo, è dotato degli strumenti e delle informazioni necessarie per comprenderlo adeguatamente. Almeno per quanto riguarda il nostro Paese, infatti, le indagini sulla percezione mostrano alcune contraddizioni molto preoccupanti nel rapporto tra i cittadini italiani e la corruzione.

    La recente indagine speciale Eurobarometer, allegata alla prima Relazione dell'Unione europea sulla lotta alla corruzione e pubblicata il 3 febbraio 2014, rivela che nonostante gli italiani ritengano, pressoché all'unanimità, che la corruzione sia un problema nazionale, solo una piccolissima parte dichiara di aver vissuto esperienze dirette di corruzione, ma unicamente perché molti di loro si rifiutano di parlare dei propri rapporti con la Pubblica Amministrazione. Si denota, in sostanza, una propensione all'omertà che ostacola l'emersione dei reati di corruzione e contribuisce così a rinsaldare una cultura favorevole all'illegalità, nella quale si innestano strumenti giuridici inefficaci nella prevenzione e repressione del fenomeno. Eppure, nonostante la corruzione, in Italia, abbia raggiunto un'estensione e una pervasività tali da sfuggire a ogni controllo, i suoi effetti negativi sembrano essere ancora ampiamente sottostimati. Coloro che ritengono che la corruzione abbia delle conseguenze sulla loro vita quotidiana sono, infatti, meno della metà.

    Le cause sono in primo luogo imputabili alla natura stessa della corruzione, reato nascosto per definizione, e secondariamente al modo in cui essa è narrata e trattata da parte degli organi di informazione, che a un approccio più obiettivo, completo e ragionato spesso preferiscono il sensazionalismo, la necessità della notizia eclatante e la bagarre politica. In ogni caso, le distorte percezioni dei cittadini italiani impongono l'esigenza di procedere al più presto a una presa di coscienza reale e compiuta sugli effetti della corruzione, raggiungibile, a nostro avviso, solamente combinando l'approccio scientifico al ricorso a strumenti innovativi fondati sulla partecipazione attiva. Il nostro progetto, presentato in dettaglio in questo libro e i cui interlocutori privilegiati, ma non gli unici, sono i più giovani, aspira a essere il primo tassello di un vero e proprio processo di educazione alla legalità.

    Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo nasce nel 2012 nell'ambito dell'iniziativa I ricercatori parlano alla città, promossa dall'Alma Mater Studiorum con il contributo della Fondazione Del Monte. I suoi obiettivi sono molteplici: aumentare la consapevolezza sui costi economici e sociali della corruzione; illustrare la rilevanza e la convenienza di un ambiente sociale ed economico improntato alla legalità; evidenziare l'importanza di una cittadinanza attiva e partecipata; introdurre ai principali strumenti scientifici e giuridici per analizzare e contrastare la corruzione.

    Lo strumento cardine del progetto è un gioco di ruolo ambientato in una città immaginaria dove cittadini onesti fronteggiano una minoranza di corrotti, e a esso è dedicata la prima parte del libro. La seconda parte è invece costituita da nove capitoli nei quali storie di vittime della corruzione, ispirate a vicende realmente avvenute, forniscono lo spunto per condurre alcune riflessioni sulle cause e sugli effetti della corruzione negli ambiti più rilevanti della vita economica, sociale e individuale.

    La pubblicazione di questo volume è stata resa possibile dal supporto della Regione Emilia-Romagna, che nel dicembre 2013 ha finanziato questo progetto nell'ambito della Legge Regionale 3/2011 Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, e grazie al quale è stato realizzato il sito web dell'iniziativa (www.allaricercadellalegalitaperduta.it) e sono stati organizzati un ciclo di seminari e diverse sessioni del gioco di ruolo nelle scuole.

    I nostri ringraziamenti vanno ai ragazzi delle scuole superiori bolognesi che in questi due anni hanno partecipato, con grande entusiasmo, al progetto, fornendoci preziosissime indicazioni per migliorarlo e la motivazione per continuare a svilupparlo, e ai dirigenti degli istituti aderenti che hanno mostrato una particolare sensibilità ai temi della legalità.

    Un ringraziamento speciale va, inoltre, al magistrato Piercamillo Davigo, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, che oltre a rappresentare un modello di rigore intellettuale e integrità morale per gli studiosi della corruzione, ci ha onorati scrivendo l'introduzione a questo volume.

    Il termine corruzione emergerà in tante sue sfaccettature e significati nel corso della lettura di questo volume; il Glossario contiene le definizioni delle parole che, nel corso del testo, sono state evidenziate in grassetto.

    Buona lettura!

    IL CONTRASTO ALLA CORRUZIONE?

    UN GIOCO... NON SOLO DA RAGAZZI!

    di Piercamillo Davigo

    Un'interessante ricerca dell'Università di Bologna ha condotto alla creazione di un gioco di ruolo, finalizzato a spiegare i meccanismi della corruzione ai ragazzi delle scuole superiori.

    Lo strumento del gioco di ruolo è particolarmente utile perché permette di rendere immediatamente percepibili sia i meccanismi di interazione soggettiva (vale a dire il rapporto fra l'azione di un soggetto e quello di altre persone) che quelli di retroazione (la capacità di un sistema di modificare sue caratteristiche), altrimenti non correttamente valutati allorché ci si imbatte in realtà complesse, come quella della corruzione, quasi sempre percepita in modo qualunquista e superficiale.

    Si tratta peraltro di un gioco adatto anche, forse soprattutto, ad adulti, perché proprio i meccanismi del gioco di ruolo aiutano a comprendere alcune ulteriori peculiari caratteristiche della corruzione, che sono in genere ignorate da chi non si occupa professionalmente del fenomeno.

    Infatti la corruzione presenta alcuni aspetti particolari: è seriale (nel senso che chi commette questo genere di delitti, tende a ripeterli ogni volta che ne ha occasione con ragionevole certezza di impunità), diffusiva (nel senso che gli autori di questi reati tendono a coinvolgere altri soggetti per avere maggiore sicurezza in tale attività) e spesso organizzata (fino a dar vita a sistemi criminali, nei quali si accede per posizione, esattamente come nelle strutture di criminalità organizzata: così chi subentra in un ufficio pubblico assicura la prosecuzione dei pagamenti di tangenti, come chi subentra al vertice di una famiglia di Cosa nostra continua a riscuotere il pizzo).

    Inoltre la corruzione è un reato con cifra nera (cioè la differenza fra delitti commessi e quelli che giungono a conoscenza dell'autorità) molto elevata. Infatti la corruzione normalmente è nota solo a corruttori, intermediari e corrotti (i quali hanno un convergente interesse al silenzio), di regola non avviene innanzi a testimoni ed è un reato a vittima diffusa (cioè che danneggia tanti, ma in modo che nessuno percepisce direttamente di esserne rimasto vittima).

    La conseguenza di queste caratteristiche è che i corrotti sono una minoranza informata contro una maggioranza di cittadini disinformata in quanto esclusa dalla conoscenza dei meccanismi, delle persone e dei fatti. Corrotti e corruttori non si presentano, almeno di solito, nella loro vera qualità, ma si proclamano onesti e le rare volte in cui vengono individuati tendono a dirsi vittime di persecuzioni giudiziarie o politiche ovvero di calunnie.

    Nel gioco di ruolo elaborato dall'Università di Bologna questi aspetti sono resi in modo molto interessante (e tuttavia di facile percezione) attraverso l'avvicendarsi di momenti giorno e notte, la chiusura e l'apertura degli occhi.

    Le caratteristiche di serialità, diffusività e segretezza rispetto agli estranei ai patti illeciti determinano di frequente la creazione di mercati illegali, quali sono, oltre alla corruzione, lo spaccio di droga, il traffico di esseri umani, la prostituzione, gioco clandestino e altro.

    Normalmente i mercati illegali sono o autoregolamentati o gestiti da organizzazioni criminali. Intanto va rilevato che l'autoregolamentazione implica l'impossibilità di rivolgersi a un'autorità per ottenere il rispetto delle regole (ovviamente illegali) che caratterizzano siffatti mercati. Ed è altrettanto evidente che non è possibile ricorrere al giudice per ottenere il pagamento di una partita di droga o di una tangente promessa e così via.

    L'autoregolamentazione consiste inoltre, ed essenzialmente, nell'esclusione dal mercato illegale di coloro che non rispettano le regole. Peraltro ciò è possibile solo fin tanto che i mercati illegali hanno dimensioni tali che consentano ai soggetti che ivi operano di conoscersi direttamente, indirettamente (tramite intermediari) o per fama e le poste in gioco non sono di entità tale da indurre a violare le regole.

    Tuttavia, quando il mercato illegale supera le dimensioni che consentono l'autoregolamentazione ovvero quando la possibilità di guadagno che deriva dalla violazione delle regole interne è molto elevata, esso non è più in grado di funzionare senza interventi coattivi. In genere, in questi casi, il mercato illegale è allora gestito dal crimine organizzato, il quale utilizza la forza di intimidazione e – se necessario – la violenza, per assicurare il rispetto delle regole e il segreto delle attività illecite.

    Si può quindi concludere che, essendo quello della corruzione un mercato illegale, è gestito meglio dal crimine organizzato, ma anche che crimine organizzato e corruzione sono simbiotici e si alimentano

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