EDA Emotional Deprogramming Approach
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Info su questo ebook
Maria
“Devo dire che ero molto scettica all'inizio, ma EDA mi ha dato una serenità che prima non avevo, un modo di affrontare le cose più consapevole e meno accusatorio verso gli altri. Grazie EDA...hai fatto più tu in tre giorni di anni e anni di bla bla bla...”
Antonella
"L'applicazione di EDA mi riesce sempre meglio…ora non potrei più farne a meno. Questo è un consiglio che do' a tutti:provare,provare e impadronirsi della tecnica...ci si sente molto meglio dopo, lo sto constatando su di me. Grazie."
Cosa è EDA Emotional Deprogramming Approach ?
EDA è una tecnica di deprogrammazione mentale, in grado di cancellare dalla mente reazioni automatiche indesiderate che si attivano di fronte a determinati eventi e situazioni.
Grazie all’adozione di precisi procedimenti mentali illustrati in questo libro,EDA è in grado di destrutturare paure, fissazioni e convinzioni che la mente acquisisce nel tempo e che possono essere molto invalidanti.
Operando a livello del puro pensiero, EDA può essere applicata a qualsiasi processo origini dalla mente. E’ in grado di eliminare gli ostacoli mentali che limitano le performances lavorative, che abbassano la motivazione, che generano gli stress per la elevata pressione ambientale e lavorativa.
E' una forma di approccio mentale pensata per il mondo e i modi di vita occidentale: può infatti essere applicata mentre si passeggia, mentre si guida l’auto, mentre si fa footing o si fanno attività manuali. Non richiede quindi uno spazio apposito,silenzio o posture specifiche.
EDA opera direttamente con i livelli subconsci ed inconsci dei processi mentali e la sua applicazione è molto "tecnica”. Questa tecnicità è ciò che consente a chiunque di rendersi progressivamente autonomo nell’applicazione. Il supporto del coach, seppure molto utile nelle fasi iniziali, non è obbligatorio e comunque diventa via via meno importante mano a mano che si padroneggiano le logiche e le tecniche di funzionamento. Può essere applicata da chiunque. Si rivolge a chi abbia desiderio o necessità di modificare il proprio comportamento.
E' efficace per la gestione dell’ansia e del panico e dell’aggressività e per la risoluzione di blocchi emotivi. Può essere usata per i disordini alimentari, il fumo, le dipendenze ed in generale per i comportamenti compulsivi, grazie al suo lavorare a contatto diretto con i processi mentali subconsci, processi invariabilmente responsabili di tutti i comportamenti compulsivi.
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Anteprima del libro
EDA Emotional Deprogramming Approach - Sergio Davanzo
dall’autore
Indice
Introduzione pag.7
Capitolo I° - Approcci alla mente
1.1 - psicologia: brevi cenni pag.9
1.2 - il coaching EDA – ambito e caratteristiche pag.15
1.3 – l’ anatomia del dolore pag.17
1.4 - le convinzioni pag.20
Capitolo II° – EDA e pensiero
2.1 - Eda e le convinzioni pag.23
2.2 - Scoprire le convinzioni invalidanti (NED) pag.26
2.3 - Dissociazione e negazione pag.31
2.4 - Liberarsi dai pensieri compulsivi pag.35
Capitolo III°: La tecnica EDA
3.1 - definizione pag.39
3.2 - caratteristiche pag.39
3.3 - come funziona: aspetti teorici pag.40
3.4 - aspetti pratici pag.43
3.4.1 dissociazione pag.43
3.4.2 ripetizione pag.44
3.4.3 scaricamento pag.44
3.5 - EDA ed altri approcci pag.46
CAPITOLO IV° - La dissociazione in EDA
4.1 - la dissociazione nella tradizione spirituale pag.50
4.2 - la dissociazione in EDA: i 3 livelli pag.52
Capitolo V° - Tecnica e NED
5.1 - il ciclo della ripetizione pag.57
5.2 - cosa è un NED pag.60
5.3 - i NED della paura pag.61
5.4 - i NED dell’ansia pag.62
5.5 - i NED di angoscia pag.63
5.6 - i NED della rabbia pag.63
5.7 - i NED negatori e sviatori pag.65
5.8 - i NED maniacali pag.66
5.9 - i NED da senso di colpa pag.68
5.10 - i NED che fanno piacere pag.69
5.11 - i NED direttivi pag.71
5.12 - i NED della depressione pag.73
Capitolo VI°: EDA - ambiti di applicazione
6.1 - il fumo pag.77
6.2 - le dipendenze da farmaci pag.79
6.3 - anoressia e bulimia pag.81
6.4 - claustrofobia pag.84
6.5 - agorafobia pag.84
6.6 - dipendenze da gioco d’azzardo pag.85
6.7 - dipendenza da sette pag.87
6.8 - ipocondria pag.88
6.9 - invidia pag.89
6.10 - gelosia pag.91
Capitolo VII°- EDA e la ricerca della felicità
7.1 - EDA e la ricerca della felicità pag.93
7.2 - la felicità e la ricerca di uno scopo
pag.98
7.3 - le convinzioni autolimitanti pag.100
7.4 - i NED di bene e male pag.104
Conclusioni pag.108
Introduzione
Introduzione
Ci siamo mai chiesti cosa è il pensiero? Come si forma? Come si modifica? Come si pensa
?
Se diciamo una cosa banale come: voglio un gelato al limone, noi sappiamo bene a cosa stiamo pensando, vero? Se invece diciamo: voglio un gel al limone
abbiamo un’altra cosa, no? E ci chiederemmo…gel, per fare cosa? Per i capelli? Per il viso? Per preparare una torta?
Ebbene cosa è cambiato nel pensiero? Abbiamo solo tolto tre lettere: a, t, o. Eppure questo cambia tutto.
Banale? Apparentemente, solo apparentemente.
Perché questo ci dice una cosa molto importante, se la si sa leggere. E cioè che il pensiero è sostanzialmente linguaggio. Sappiamo dal linguaggio che gelato e gel hanno significati diversi e quindi noi pensiamo con il linguaggio. Non è quindi esatto dire che pensiamo e POI ci esprimiamo con il linguaggio. Non è così. Noi PENSIAMO direttamente con il linguaggio.
Bene e quindi questo cosa…..comporta per noi? Di che utilità è questa precisazione capziosa?
Comporta che senza il linguaggio NON si pensa. E che quindi il linguaggio e il pensiero sono la stessa cosa e, cosa ancora più importante, tutta la mente pensa
con il linguaggio, vale a dire sia il conscio che l’inconscio.
Ma se questo è vero, allora il linguaggio è anche il protagonista dei movimenti
del pensiero inconscio, ed è l’inconscio che da’ tutti quei comportamenti che non riusciamo a cambiare.
Tutti abbiamo abitudini, comportamenti, vizi e abitudini che facciamo fatica o che proprio non riusciamo a modificare…..Facciamo tanti sforzi per migliorarci, per crescere, per cambiare, per fare ed essere quello che vorremmo….., ma gli esiti sono spesso deludenti, parziali o anche assolutamente nulli.
Perché ciò avviene? Perché non sappiamo quali sono le parole, il linguaggio, del nostro subconscio ed inconscio. Non lo sappiamo. Noi avvertiamo in superficie che ci sono delle cose, emozioni , pensieri fastidiosi e non controllabili, blocchi, senso di incapacità, tristezza, rabbia, paura e così via, ma non riusciamo ad estirparle….o facciamo molta, molta fatica…
Ciò che davvero non sospettiamo ed individuiamo quasi mai è cosa il nostro inconscio pensi davvero…e quando dico davvero, intendo quali parole usi per esprimersi, perché anch’esso pensa. E pensa con il linguaggio.
Cosa è EDA? EDA è un mezzo, una dinamica mentale, una tecnica di meditazione dinamica, per guardare e vedere nell’inconscio e per scovare le sue parole, per scovare le parole del nostro inconscio, e una volta trovatele, semplicemente cancellarle.
Non si riesce a modificare se stessi perché i nostri sforzi sono in massima parte fatti con la mente cosciente. Essa si pone degli obiettivi, positivi, motivanti, rasserenanti, liberatori, formalmente perfetti nella loro impostazione. Ma poi avviene che laggiù nell’inconscio, si agitino ALTRI pensieri che hanno ALTRE parole e soprattutto ALTRA forza, molta, molta forza. E vogliono tenerci fermi dove siamo.
Ed è qui che entra in gioco il metodo EDA. La tecnica opera come una gru che debba liberare una strada da tronchi d’albero e frane che hanno ostruito una strada, che è la nostra vita. Quando si usa la mente razionale, con il pensiero positivo, si cerca di scavalcare alberi e frane e si spinge il motore al massimo nel tentativo di superare l’ostacolo, ma non sempre ci si riesce…..Con EDA si prende l’albero e lo si sposta dalla strada, si prende la frana e la si sposta….così che la via torni libera come prima che venisse ostruita.
Capitolo I° - Approcci alla mente
1.1 - Psicologia: brevi cenni
La psicologia è oggi un universo vasto, dove abitano molteplici punti di vista, attori, e approcci. Il primo a cercare di dare una coerenza sistemica ai processi mentali fu Sigmund Freud. Freud aveva fatto una scoperta fonda-mentale ancora oggi, e cioè che esiste una parte della mente che non è conosciuta nei suoi funzionamenti e nei suoi significati, ma che non di meno condiziona pesantemente il modo di pensare e di essere delle persone. E l’ha definita inconscio
.
Freud attraverso l’analisi dei sogni, dei lapsus e del modo di esprimersi dei suoi pazienti, elaborava spiegazioni
del comportamento umano e lo porgeva loro nel tentativo di portare attraverso un processo di consapevolizzazione le persone da lui curate a rendersi conto delle vere ragioni del loro agire e pensare. Sulla base delle esperienze cliniche
Freud elaborò delle teorie sul funzionamento della mente che identificavano nel motore dell’esistenza due forze fondamentali: l’istinto di vita e l’istinto di morte.
Molte delle sue impostazioni teoriche furono messe in dubbio ed anche apertamente contestate anche dai suoi primi seguaci come Carl Gustav Jung ed Erich Fromm in particolare, con i quali si crearono fratture e nuove linee di interpretazione.
Con il tempo molte interpretazioni ed approcci si sono proposti e affermati. Si sono sviluppati approcci che partono dal corpo per modificare la mente come le tecniche manipolative sul corpo fisico (es. digitopressione, agopuntura, massaggi, elettromagnetismo, reiki, rebirthing etc.) e molti altri sui processi mentali e comportamentali ( training autogeno, ipnosi, psicosintesi, EMDR, PNL, terapia cognitivo comportamentale etc.)
Altri approcci sono stati ripensati e rielaborati attraverso la rivisitazione di antiche tecniche e filosofie orientali (meditazione, yoga, concentrazione, zen etc. etc.) Altre ancora sottolineano l’importanza dell’alimentazione (fitoterapia,macrobiotica, fiori di bach e così via) o dell’ambiente in cui si vive (ad esempio il feng shui).
Tutto questo sforzo fatto ha lo scopo dichiarato di portare le persone verso il ben-essere, verso lo stare bene fisicamente e psicologicamente.
Ma la via per portare le persone a stare bene è quella di eliminare tutte quelle emozioni e stati d’animo, reazioni e comportamenti che causano sofferenza.
Cosa hanno in comune queste sofferenze? Che sono presenti nonostante la volontà della persona che le sperimenta sia quella di stare bene, di sentirsi felice. Si tratta quindi di comportamenti ed emozioni non volute e non ricercate, di cui ci si vuole liberare…Tutti gli uomini aspirano alla felicità ma quasi nessuno la raggiunge.
Il problema di fondo che quindi tutti gli approcci al benessere mentale cercano di risolvere è quello di eliminare processi di pensiero dannosi per la persona e che creano sofferenza. Ma tali processi non sono gestiti e controllati dalla coscienza, ma dal subconscio.
C’è chi dice che il subconscio non esista, ma è in grave errore. Gran parte dei processi mentali sono per così dire gestiti
dall’inconscio. Si pensi solo all’atto del camminare. Ne siamo coscienti? Solo se lo vogliamo, ma il più delle volte no. Non siamo nemmeno coscienti di guidare un’auto. Quanti di noi mentre guidano pensano ad altre cose? Alla famiglia, al lavoro, al tempo, al fatto che sono in ritardo….etc. etc. E chi sta guidando la macchina in quel momento? L’inconscio.
Per gran parte del tempo siamo incoscienti di quel che facciamo…camminiamo, guidiamo, mangiamo, ci laviamo, ci vestiamo…e pensiamo ad altro. Questo accade perché gran parte delle attività che facciamo (per non parlare delle funzioni fisiologiche come il respirare, il battito cardiaco etc.) sono controllate dall’inconscio.
Quando l’inconscio si limita ad aiutarci in queste cose va tutto bene, ma i problemi nascono quando si comincia ad avere pensieri
che sono gestiti dall’inconscio, e di cui noi sappiamo molto