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E-book109 pagine1 ora

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Un mondo crudo, “umido”, terribilmente umano. Si ride, si piange, si riflette, si sogna, si resta terribilmente con i piedi per terra. Scarti, voce del verbo scartare. Scartare l’anima, sfogliarla, oltre la corteccia fino a raggiungere i sentimenti più profondi che senza vergogna emergono in un susseguirsi di emozioni. Ritratti di una collettività che vuole svestirsi dell’ipocrisia e della morale comune, presentando alcune delle sue debolezze e incongruenze attraverso un linguaggio schietto e senza “peli sulla lingua”.

Illustrazione di copertina: Errico Ruotolo
LinguaItaliano
EditoreDCE
Data di uscita30 lug 2011
ISBN9788863691603
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    Anteprima del libro

    Scarti - Domenico Cocozza

    Domenico Cocozza

    Scarti

    DCE

    Copyright @ 2011 Domenico Cocozza

    Tutti i diritti riservati.

    Codice ISBN: 9788863691603

    A mio zio Errico. Ars gratia artis.

    2200

    Ati si è alzato da poco.

    Cammina ciondolante nel corridoio d’acciaio di casa sua.

    Le lucine posizionate lungo i muri illuminano intermittentemente i suoi passi da zombie, mentre gravemente si stropiccia gli occhi.

    Di tanto in tanto uno sbadiglio ci fa intravedere la sua bocca ancora impastata di sonno.

    La sveglia sul suo display digitale segnava le ore 05.00, qualche minuto fa.

    I fosfori verdi sembravano gelatina, lì stagliati sulla sua retina.

    Finalmente raggiunge un cubicolo simile a una cucina, che al suo ingresso s’illumina automaticamente.

    La mano apre una sorta di frigo alla ricerca di una fiala di energon, energia mattutina.

    Stamattina Ati è più stordito del solito, ne prenderà due molto probabilmente per essere attivo, non ne trova nemmeno una invece.

    Sbraita, molla un calcio a una sedia, che colpita va via, e a voce alta impreca:

    Cazzo di 2200. L’anno più di merda dalla caduta dell’umanità!

    Poi tira su nel naso e si accontenta di bere della semplice acqua energizzata da un filtro.

    Scazzato si dirige nuovamente verso il cubicolo del sonno, dove aggiornerà il programma quotidiano che gli darà le informazioni utili per il lavoro.

    Ati è il perfetto esempio di umano geneticamente modificato. Di A10, androide speciale, visto che siamo nell’anno 2200: nell’era della vittoria delle macchine sugli umani.

    Il governo dei 5 Distretti in cui è stata divisa la terra, spetta rispettivamente a 5 Chidee, così sono chiamati i governatori dominanti (una sorta di ologrammi pensanti proiettati da un complicatissimo sistema elettronico autorigenerante e autonomo), che si spartiscono le sorti del mondo, con cambi e scambi di commercio biologico.

    Eh sì, perché la fonte più redditizia di guadagno di quest’era è il traffico degli ultimi numerosissimi umani da trasformare in A10 e infatti Ati ha le sembianze e i sentimenti degli umani, ma con la biologia alterata e un sistema elettronico sottocutaneo.

    Per renderli più resistenti e gestibili le Chidee hanno deciso di apportare modifiche alla biologia: col risultato di stanchezza fisica assente e longevità pluricentenaria, a favore di una produttività costante.

    Il resto della popolazione è composto da milioni di replicanti e simil-androidi di tutti i tipi, sebbene i Dissidenti, una parte di quegli ultimi umani che lottano per la riappropriazione della terra, di tanto in tanto fanno vacillare l’ordine precostituito.

    E proprio a questo punto entra in gioco la figura di Ati. O meglio. È proprio relativamente a quest’aspetto della società delle Chidee, che entra in gioco il suo lavoro di cleaner, pulitore, una sorta di cecchino scientifico legalizzato.

    Lui infatti, ha il compito di reperire, catturare e se necessario eliminare tutti i Dissidenti che non voglio essere trasformati in A10.

    Sono ormai circa 80 anni che fa questo snervante mestiere.

    Sono stati più i morti che le cavie il risultato della sua redditizia attività, e sembra proprio non farcela più.

    Costretto a diventare A10 per salvare la vita dei suoi genitori umani, Ati ha subito non solo la traumatica esperienza del ricatto e della trasformazione, ma anche la tristezza che ogni volta, da tanti anni a questa parte, subisce nell’affrontare i suoi ex simili i Dissidenti.

    Lui è un A10, ma dentro è rimasto pur sempre un uomo, con sentimenti e desideri.

    E sebbene siamo in un’era di quasi azzeramento della coscienza, la sua recalcitra a ogni omicidio, che coatto deve eseguire per rimanere in vita.

    L’istinto di sopravvivenza e conservazione non è cambiato con la sua mutazione genetica.

    Oggi il suo programma gli dice che deve reperire Eras, la Dissidente numero uno.

    Colei che ha fatto quasi decadere l’ordine costituito da Chidea 3 nel Distretto 3, continente America nella fu era umana.

    Sarà come al solito un onere difficile da portare a termine, soprattutto se dovrà stanare l’avversario e portarlo vivo alla Giuria dei 4, gruppo composto dai più importanti A10 e S4; questi ultimi, gli scienziati atti alle leggi di trasformazione.

    Con amarezza mista a risoluzione, Ati prende tutte le informazioni utili dalla presa sbart posta dietro la nuca.

    Dimensioni, peso, intelligenza, scaltrezza, ogni dato fisiologico e psicologico necessario alla ricerca, viene immagazzinato nelle sue pupille e nel suo database di cleaner (ogni cleaner ne ha uno suo).

    Si alza.

    Ora non è più stordito come prima.

    Cambia pelle e si veste della nuova.

    Poi si reca prima a comprare delle fiale di energon, infine al Cubo 2 sua workstation, per trasmettere le informazioni al suo supervisore e per munirsi degli strumenti indispensabili al suo mestiere.

    La vita di Ati è praticamente programmata per 23 ore: 1 sola è lasciata al sonno.

    Essendo un androide, non ha bisogno di riposare molto, né di mangiare; beve infatti solo acqua distillata energizzata e energon.

    Non ha altri fabbisogni fisiologici, compreso il sesso, sebbene ricordi cosa significava farlo.

    È quasi una macchina. Lavora per venti ore su campo e per tre alla workstation.

    È il migliore sulla piazza, ma è l’androide più triste in circolazione.

    Il più delle volte rimpiange il baratto fatto circa cento anni prima e un enorme senso di colpa invade la sua coscienza, purtroppo, non formattabile.

    Mentre pensieri esistenziali invadono la sua anima al silicio, prende una scorta di cariche di annichilente e una sorta di pistola atta a spararle.

    L’annichilente è una sostanza che una volta sparata entra nel corpo degli umani facendoli svenire e lasciandoli in balia del volere altrui.

    Due cariche ne procurano la morte istantanea.

    L’80% degli spari di Ati è letale. Questa volta però, dovrà stare attento.

    Perché la Giuria dei 4, vuole Eras viva a tutti i costi.

    È un esemplare troppo importante per perdere l’occasione di creare un super A10.

    Quindi il lavoro di Ati sarà più delicato e sofferente

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