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Le chiamavano per cognome
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E-book64 pagine1 ora

Le chiamavano per cognome

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Info su questo ebook

Le storie di guerra sono sempre atroci e dilanianti ma questa storia, nella sua drammaticità e veridicità, ha un che di irreale e assurdo. Narra di una famiglia italiana che, dopo un decennio vissuto in una terra calda, ospitale e accogliente come la Libia, si trova, alle soglie della 2° Guerra Mondiale, catapultata in una situazione che ha dell’incredibile e dell’irreale. Narra di tre fratellini il cui destino sarà legato soltanto al loro cognome.
LinguaItaliano
Data di uscita11 ott 2012
ISBN9788867516643
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    Anteprima del libro

    Le chiamavano per cognome - Serena Simoncini

    cognome.

    Elisa

    20 Febbraio 1935

    Nell’aria fresca e pungente del mattino Elisa corre per le viuzze di Monopoli. Da quanto è eccitata ed euforica non avverte neppure il fastidio del vento di maestrale che fa sbattere i panni stesi alle finestre e ondeggiare le foglie delle piante sui balconi. Sta correndo verso la casa del Sig. D. che proprio ieri è tornato da un viaggio a Tripoli, dove si è recato per far visita al figlio, che vive appunto in Libia con la sua famiglia.

    Ogni volta che qualche compaesano va a Tripoli a trovare un parente, in casa di Elisa inizia la trepidante attesa: al ritorno porta sempre lettere e pacchetti dai suoi due fratelli che vivono a Tripoli già da parecchi anni.

    Da quando le campagne militari, condotte dai Governatori Ameglio prima (1913-1918) e Volpi dopo (1921-1925), avevano stroncato la dura resistenza dei Senussi, confraternita musulmana che si prefiggeva il rinnovamento dell’Islam e la liberazione dei paesi arabi da qualsiasi influenza europea, il numero di italiani che arrivavano in Libia per colonizzare questo paese era in continuo aumento. Anche da Monopoli erano partite tante famiglie per rifarsi una vita e tanti giovani pieni di speranza in un futuro migliore e chi viveva là poteva richiamare, cioè invitare parenti o conoscenti che magari in Italia non trovavano lavoro o vivevano di stenti e sacrifici. Questo era capitato proprio alla famiglia di Elisa: lo zio Tommaso, che aveva partecipato alle battaglie per la conquista e la colonizzazione delle terre libiche, era rimasto in questa colonia italiana come Guardia Municipale e aveva richiamato a Tripoli il fratello e la sorella di Elisa.

    Era molto piccola quando suo fratello Vitantonio era stato richiamato dallo zio Tommaso e non ricorda bene né lui né i momenti della sua partenza. Ma quando è stata richiamata sua sorella Filomena, la cara Memena, appena sposata con Paolo, lei aveva 6 anni e ricorda bene l’emozione di tutta la famiglia per la partenza di questa giovane coppia. Ricorda bene i pianti di sua madre, combattuta fra la disperazione di non poter più avere vicina anche la seconda dei suoi 6 figli e la consapevolezza di mandare due giovani sposi verso un futuro sicuramente più roseo. Due ventenni desiderosi di crearsi una famiglia in una terra calda, ospitale e pronta ad accettare italiani giovani, onesti, energici e lavoratori. Italiani disposti ad accettare questa terra come nuova patria.

    All’angolo di Via Barbacana si imbatte nella sua amica Madia che le grida: Ma dove corri così trafelata? Ieri è tornato il Sig. D. le risponde quasi senza fermarsi e spero tanto che abbia portato con sé una lettera e un pacchetto di Memena. Arriva ansimando alla porta e suona. Le apre lo stesso Sig. D. che la riconosce e la fa accomodare. La casa è buia, piccola e vi regna un disordine da far paura: forse per via delle valige e dei pacchi ancora ammassati in terra.

    Ma come sei cresciuta, Elisa! Ma quanti anni hai? Dodici, signore risponde Elisa. Ma sembri proprio una ragazza! E la tua famiglia come sta? Mi dispiace tanto sai per tuo fratello Cosimo! Ho saputo, mentre ero a Tripoli, della disgrazia! Ah … la tubercolosi … che brutta bestia!!! Sai, sono stato 3 mesi in Libia e ho saputo da tua sorella della sua malattia e del calvario che sta passando! Povero Cosimo! Già, la gioia di ricevere notizie dai fratelli in Libia le aveva fatto quasi dimenticare la tristezza e la disperazione che regnava in questi giorni in casa. Cosimo, ormai ammalato di tubercolosi da vari mesi, era tornato dal sanatorio proprio qualche giorno prima. Adesso aveva quasi dimenticato lo spavento che aveva avuto quando se lo era visto di fronte così trasformato: pallido, magrissimo e sofferente.

    Ecco appunto sig. D., mamma vorrebbe sapere se per caso nel vostro soggiorno a Tripoli avete visto i miei fratelli, come li avete trovati e se magari vi hanno dato qualcosa per noi.

    Oh, ma certo cara! Ho visto sia Vitantonio che Filomena. Oh .. stanno tutti benissimo! Paolo lavora nei trasporti e sta via giorni e giorni, ma quando torna … ahahah … riprende il tempo perduto! Hanno già due maschietti, Nicola e Angelo, due veri monelli! E ora Filomena è un’altra volta in dolce attesa!

    Il cuore le balza in gola: Ma veramente?! esclama e non riesce a nascondere il suo stupore: ogni due anni questa giovane coppia fa un figlio, come un orologio! Eh si, dovrebbe essere già di 3 mesi. Ma che sciocco! Dimenticavo! Questa è una lettera di Filomena per tua madre e questo è un pacchetto di regalini che hanno confezionato i tuoi fratelli per tutta la famiglia. Ecco! Grazie, sig. D., le sono veramente riconoscente. Anche mamma la ringrazia tantissimo. Uscita dalla casa Elisa non sta più nella pelle, non tanto per la lettera, quanto per la curiosità di vedere cosa contiene il pacchetto. Spera tanto che abbiano messo quei dolcetti che le piacciono tanto, quelli con quello strano nome arabo, fatti con le mandorle ma molto più buoni dei tradizionali buconotti.

    Invece la mamma è tutta presa dalla

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