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Nel cammino della vita
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Nel cammino della vita
E-book89 pagine1 ora

Nel cammino della vita

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Info su questo ebook

Silloge di racconti, momenti di vita fermati sulla carta con fede e sensibilità da Agata Fernandez Motzo per trasmettere un pensiero positivo e intenso.
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2018
ISBN9788869321658
Nel cammino della vita

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    Anteprima del libro

    Nel cammino della vita - Agata Fernandez Motzo

    d’oro

    La buona samaritana e i carabinieri

    La buona samaritana e i carabinieri.

    Teresa era una signora ultranovantenne, che aveva trascorso la sua vita da impiegata in una pubblica amministrazione, che le consentiva di fare anche del bene. Da giovane doveva essere stata bella, infatti, sebbene avanzata negli anni, aveva un portamento oltre che signorile anche gradevole ed era socialmente attraente per le sue battute sempre pronte, aveva le idee chiare, nonostante l’età, e nella conversazione non rimaneva indietro a nessuno. Ormai libera da impegni non solo di lavoro fuori casa, ma anche domestici, era diventata amica delle francescane secolari di via Veneto, che settimanalmente si riunivano per lavorare insieme, impegnate in opere di beneficenza. Infatti ciascuna delle consorelle si rendeva utile per quello che sapeva fare e chi col ricamo, chi col cucito o con l’uncinetto, contribuiva a preparare dei capolavori che poi si esponevano e si vendevano nella mostra che si faceva tutti gli anni. Le consorelle si impegnavano con amorevole assiduità e i lavori andavano a ruba, in modo che con l’incasso si potesse fare beneficenza per le missioni o aiutare gente povera, non escluse le suore di clausura. Teresa contribuiva regalando tessuti o gomitoli di lana, ma soprattutto perché con la sua loquacità portava una piacevole distrazione al gruppo delle consorelle che l’accoglievano sempre con piacere. Per ben due volte però aveva anche dato dei problemi, una volta perché, non avendo visto che c’era un gradino, passando dal corridoio al laboratorio era caduta e un’altra volta per un’altra caduta dovuta ad un capogiro.

    Fra le consorelle una delle amiche più care di Teresa era Carmela. L’apprezzava molto per le opere di carità che Teresa faceva e per qualche favore che aveva fatto anche a lei in tempi che ormai sembravano passati, ma l’amicizia vera avendo le sue radici nel cuore è sempre viva e non conosce tramonti. Così anche adesso Carmela, nonostante anche lei fosse più vicina ai novanta che agli ottant’anni, spesso le telefonava per fare quattro chiacchiere.

    Ultimamente però le telefonate si erano diradate, perché Carmela, oltre agli acciacchi dell’età, aveva problemi di famiglia, che l’affliggevano più dell’artrosi e di altri malanni. Aveva infatti tre figli, due dei quali erano femmine, ma purtroppo le figlie dopo la laurea si erano allontanate da casa, prima per lavoro, poi perché, essendosi sposate, con l’arrivo dei figli la lontananza si faceva sentire più dolorosa. Ma purtroppo il dolore più grande era quello di vedere soffrire il figlio, l’unico che adesso poteva starle vicino nel senso che abitava nella stessa casa con lei, nonostante laureato, avvocato e ammogliato, nonché padre di due bambini. Perché la moglie così aveva deciso. Quando in una famiglia si sta bene, c’è pace e non manca la Provvidenza, il demonio si interpone, porta scompiglio, toglie la pace e divide. Così la povera Carmela aveva subito il male più grave che possa affliggere una madre: vedere il figlio che soffre e non poter fare niente, averlo a casa non in piacevole compagnia, ma assente non solo per i normali impegni di lavoro, sport e quant’altro, ma perché coinvolto in problemi affettivi, legali e dolorosi. Spesso ospitava anche i due amati nipotini che come pacchi postali, secondo quanto legalmente stabilito, a volte stavano col padre e a volte con la madre. Per Carmela stare coi nipotini sarebbe stata una grande gioia, ma se insieme con essi ci fosse anche la madre non solo per ovvie ragioni, ma anche perché la madre potrebbe controllarli e riprenderli con adeguata facoltà anche di autorevolezza, diritto che invece non si poteva arrogare la nonna, che faticava non poco dovendo tollerare le loro birichinate volente o nolente, impedita anche dall’età che ha in questo caso un’importanza prevalente, perché rende la nonna più debole dei nipoti.

    Finalmente un giorno che Carmela era sola a casa, e quindi anche libera di poter fare una telefonata, decise di chiamare l’amica Teresa della quale ormai da molto tempo non aveva notizie.

    Le notizie non erano belle perché Teresa aveva appena iniziato la telefonata comunicando a Carmela che la sorella, l’unica sorella vicina a compiere novantasette anni, era deceduta. Era molto ammalata e con la morte aveva raggiunto il suo eterno riposo. Teresa però si sentiva veramente sola, poiché l’unico fratello era vicino ai novanta anni anche lui e con la sua famiglia abitava in un’altra casa. I nipoti, impegnati per conto loro, poco tempo avevano da dedicare alla zia e invece essi erano unico affetto e unica speranza per lei, che non si era sposata e non aveva figli.

    Proprio mentre stava parlando di questo improvvisamente Carmela non la sentì più. Pensò che fosse caduta la linea e quindi attaccò il telefono. Dopo alcuni minuti provò di nuovo a telefonare, ma il telefono risultava occupato, quindi Carmela pensò sorridendo fra se stessa e conoscendo la logorrea di Teresa: quella è convinta che stia parlando ancora con me. Pensò quindi di occuparsi di altre faccende dando il tempo a Teresa di rendersi conto che stava parlando da sola. Passata più di mezz’ora provò di nuovo a telefonare, ma il telefono era ancora occupato. Le prese allora una specie di panico pensando che l’amica si fosse sentita male, sapendola vecchia, sola e sofferente …. Non sapendo che cosa potesse fare, le venne in mente di telefonare al 187 ed esporre il caso all’operatore, sperando che d’ufficio potesse disattivare il telefono di Teresa. Carmela infatti era preoccupata al pensiero che seppure qualcuno telefonandole, impressionato dal suo silenzio, potesse darsi da fare per intervenire in suo aiuto, sentendo invece il telefono occupato e pensando che stesse tranquillamente telefonando, tranquillamente a sua volta avrebbe potuto rinviare la telefonata a qualche altro momento e magari a qualche altra volta, che poteva significare anche qualche altro giorno, mentre quella poverina, avendo bisogno di aiuto, poteva anche stare per terra incapace di alzarsi e nella disperazione di chiedere aiuto a qualcuno. Ma l’operatore le rispose che d’ufficio non poteva fare niente. Allora Carmela si domandò: e io che cosa posso fare? Carmela abitava a Ladispoli, Teresa a Roma. Chiese consiglio all’operatore se non fosse il caso di chiamare il 113, ma l’operatore molto cortesemente le consigliò di telefonare al 112, così Carmela si rivolse ai carabinieri, che con molta sollecitudine e gentilezza mandarono una squadra per gli accertamenti del caso.

    In breve tempo i carabinieri telefonarono a Carmela, tranquillizzandola che stavano insieme con la sua amica, la quale stava benissimoe le spiegarono che si era trattato di un problema di linea.

    Carmela tranquillizzata con molta ammirazione e gratitudine si scusò con i carabinieri per il problema che aveva sollevato, mentre in cuor suo sentiva infinita gratitudine per la loro squisita gentilezza con cui le ripetevano che aveva fatto bene a fare così.

    Ma non altrettanto entusiasta ne era rimasta Teresa che,

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