Il passato torna sempre – Volume 1
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Info su questo ebook
I segreti riguardo a quel viaggio in Oceania coinvolgono anche la famiglia di Isabel, a cui lei è molto legata. Dopo la perdita dei genitori, gli zii e i cugini l’hanno circondata con il loro affetto e sono diventati i suoi punti di riferimento più preziosi, eppure qualcosa di nascosto e d’irrisolto aleggia su questi rapporti e torna a bussare alla porta per sconvolgerle ulteriormente l’esistenza.
Veronica Mameli esordisce con il primo volume di una storia che racconta di amore, amicizia e famiglia; che presenta sfide dettate dalla crescita, dai cambiamenti e dagli imprevisti; che contempla le seconde possibilità e annulla il concetto di tempo perduto a favore della riscoperta del valore di sé stessi.
Veronica Mameli è nata l’8 maggio 1987 all’Isola d’Elba, è sposata e ha due figli. Attualmente dedica tutto il suo tempo alla scrittura. Vive vicino a Como con la sua famiglia.
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Anteprima del libro
Il passato torna sempre – Volume 1 - Veronica Mameli
Veronica Mameli
Il passato torna sempre
VOLUME 1
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-7787-6
I edizione aprile 2023
Finito di stampare nel mese di aprile 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Il passato torna sempre
Volume 1
Nuove Voci– Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una Vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
1
Lievi raggi di sole si riflettono sullo specchio vicino al mio letto, facendomi socchiudere gli occhi.
Un profumo di caffè entra nella stanza, guardo la sveglia, è ancora presto, molto presto: sono appena le sei, decido di alzarmi per vedere se zia ha bisogno di me.
Entrando in cucina spalanco gli occhi per la bellissima sorpresa che ho davanti: Matteo è tornato, finalmente, e lo abbraccio dopo un lungo anno.
«Finalmente, quando sei tornato?»
«Stanotte, Bel, alle tre mi è venuto a prendere Filippo, sono passato in camera tua ma stavi dormendo.»
All’improvviso quel nome mi fa stranire e agitare.
«Filippo... Molto gentile da parte sua, comunque sono contenta che sei tornato, mi sei mancato così tanto in questo periodo.»
«Sì... lo so, Bel. Tranquilla, vedrai che supererai, anzi supereremo anche questa.»
Con quello che mi è successo in questo ultimo anno, il suo ritorno è una vera boccata di aria fresca.
Nel frattempo mi siedo sullo sgabello della penisola, beviamo il caffè circondati dal silenzio e dalla pace di una mattina di estate.
Matteo è un fotografo molto conosciuto, collabora con giornali di una certa importanza.
Con il suo lavoro aiuta enti benefici, viaggia per il mondo, le sue foto danno spazio a paesi quasi sconosciuti e a volte molto poveri, ma ricchi di storia e magia; per non parlare poi delle sue mostre in tre gallerie d’arte più belle di sempre ed esclusive.
All’improvviso la porta di casa sbatte contro il muro, Billy entra di corsa in cucina e va subito da Matteo a elemosinare un biscotto; subito dopo zia fa capolino dall’uscio.
«Buongiorno ragazzi, che ci fate già in piedi? Pensavo di prepararvi la colazione.»
Guardo zia perplessa, sapeva che sarebbe arrivato Matteo.
«Allora vi siete già visti voi due, imbroglioni! Mi avete tenuto all’oscuro di tutto» risposi scherzando.
«Beh... impossibile non sentire la macchina di Filippo, e poi lo sai che io ho un sesto senso.»
Mi fa un occhiolino.
Zia si avvicina a Matteo per stringerlo e si sofferma in quell’abbraccio materno, come per esprimergli tutta la sua felicità. Quando siamo tutti a casa lei è la donna più contenta al mondo, e noi senza di lei e lo zio saremmo persi.
Si sente arrivare una macchina nel cortile: è qualcuno che corre sul vialetto per entrare in casa, ed eccoli... zio e Alessio.
«Ciao fratellone, ben tornato!»
Si abbracciano forte con delle pacche sulle spalle, zio mette sul tavolo della cucina un sacchetto e un vassoio e poi anche lui abbraccia Matteo con gli occhi lucidi.
«Ecco, ragazzi! Brioche appena sfornate!»
Ridiamo tutti sapendo quanto zio sia goloso.
Gli zii preparano ancora caffè, spremute e cappuccini per tutti, prendendosi cura di tutti noi come quando eravamo dei bambini.
Alessio finisce in fretta la sua colazione, saluta tutti e dà un piccolo bacio a zia sulla guancia.
«Avete programmi per pranzo?» chiede Alessio mentre sta per uscire dalla cucina.
«Io sono libero.»
«Io e papà abbiamo un impegno con dei nostri amici, per parlare della prossima crociera.»
Si girano a guardarmi, aspettando la mia risposta.
«Certo che sono libera!»
Alessio mi fa un sorriso.
«Perfetto, allora ci vediamo alle tredici davanti a quel ristorante in fondo alla spiaggia del faro, dei ragazzi che conosco hanno ristrutturato tutta la struttura vecchia e sono riusciti ad aprire per la stagione.»
«Sì, ne ho sentito parlare molto bene da Filippo, il mese scorso sono andati con tutta la famiglia per festeggiare la sua promozione.»
Senza neanche aspettare altre conferme, sentiamo che va via in macchina; dopo poco ci saluta anche zio, che va ad aprire lo studio, poi infine anche zia va in giardino a finire di piantare le Ortensie.
Rimasti soli, vedo il viso di Matteo incupirsi.
«Quando devi andare dall’avvocato per la separazione?» mi chiede Matteo sistemandosi sulla sedia difronte alla mia e versandosi una spremuta d’arancia.
«Stamattina, ho l’appuntamento per le undici.»
Abbasso lo sguardo con un po’ di vergogna e lui allunga le mani per prendere le mie.
«Se vuoi che ti accompagni non ci sono problemi, io sarò già in paese per quell’orario.»
«Non preoccuparti, ce la faccio, non sarà facile dopo venti anni di matrimonio affrontare questo momento, ma sopravvivrò come fanno tutti, l’unica mia preoccupazione in questo momento è Matilde.»
«Beh... immagino che anche per lei non sia stato facile, alla fine ha sorpreso il papà con l’amante quasi sua coetanea.»
Prima di rispondere finisco l’ultimo sorso di caffelatte, guardando fuori dalla finestra, ripensando alla faccia di Davide di quel giorno, uno sguardo di disperazione.
«Infatti, credo che la sua scelta riguardo all’università da frequentare dipenda proprio da questa situazione che ha con suo padre. Le opzioni sono Milano, quindi vicino casa, o Londra e, l’ultima volta che abbiamo parlato, era molto propensa per Londra, credo voglia scappare il più lontano possibile da me e Davide.»
La mia voce è amareggiata e piena di tristezza.
«Sì, me ne ha parlato in realtà...! Tu cosa ne pensi di Londra?»
«Non saprei... se devo essere egoista, è ovvio che la vorrei qui vicino a me, ma so anche che fare un’esperienza all’estero è una cosa molto importante per la sua crescita; solo vorrei che non lo facesse per scappare dai suoi genitori.»
«Ho parlato con Matilde due