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Note 2013
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E-book100 pagine1 ora

Note 2013

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Info su questo ebook

Questo libro che, a prima vista, potrebbe essere considerato un’opera di assemblaggio, raccolta di note di giornale, è in realtà un’opera avveduta, c’è un filo conduttore, la consapevolezza dell’Autore che attraverso semplici appunti di giornale divulga le proprie concezioni politiche ed estetiche: Comme les philosophes!
LinguaItaliano
Data di uscita7 mag 2014
ISBN9788891141217
Note 2013

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    Anteprima del libro

    Note 2013 - Carmelo Sciascia

    Pareti

    Perché l’uomo moderno è più tonto?

    La rivista Focus, che tutti conosciamo o di cui ne abbiamo sentito parlare, essendo una rivista scientifica di diffusione non prettamente ed altamente specialistica, nel numero del mese di gennaio di quest’anno, riporta una curiosità che vorrei portare all’attenzione dei lettori di questo giornale.

    Il titolo della curiosità è: Furbissimi antenati, centrale di pagina 105.

    L’articolo riporta una tesi comparsa sulla rivista Trends in Genetics, prestigiosa rivista inglese di biologia. Questo in sintesi il sunto della ricerca: l’uomo moderno è più tonto dell’antenato preistorico. L’uomo primitivo, quando nell’agire quotidiano, faceva degli errori soccombeva inesorabilmente. O moriva di fame o finiva sbranato. I geni che sopraintendono all’intelligenza essendo molto sensibili a tutto ciò che ne minacciava la sopravvivenza, si sono sviluppati meglio. Senza una pressione evolutiva le capacità mentali calano inesorabilmente. Oggi - prosegue l’articolo - chi fa un grosso errore sopravvive comunque (e, nel caso di alcuni top manager, spesso riceve anche una generosa gratifica). Credo che questa ricerca sia difficilmente confutabile guardando la situazione italiana. E mi viene addirittura un dubbio: che questi scienziati abbiano formulato questa teoria dopo avere esaminato le scelte politiche dei nostri governanti, dei partiti e dei nostri alti burocrati e dirigenti - pubblici e privati - ?

    Pubblicato 12.01. 2013

    La migliore offerta di Tornatore

    Ho visto l’altra sera l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, La migliore offerta. Sono andato a vederlo con occhio vergine, cioè senza aver letto nessuna recensione e critica cinematografica (come d’altronde faccio sempre). Per un motivo semplice, mi piace farmene una idea tutta mia, personale, che scaturisca dalla mia esperienza e sensibilità e non filtrata da esperienze altrui.

    Dopo aver visto il film ed averci un po’ ragionato su, mi piace invece confrontare le mie percezioni estetiche e sostanziali con quelle che i giornali e le riviste specializzate riportano.

    Un po’ come quando si ammira un’ opera d’arte in generale, l’innamoramento nasce o non nasce, in modo istintivo, l’effetto Stendhal o lo si subisce d’acchito o non sopraggiungerà mai, a nulla varranno le mediazioni culturali e le dotti interpretazioni.

    Bene. Ciò premesso, va detto che la quasi totalità della critica ha espresso pareri positivi. Di tanto in tanto, pennellate un po’ grigie sono state comunque spalmate su questo film. Ai bambini bravi ed intelligenti, quelli sempre preparati ed attenti, mi ricordo che l’insegnante diceva ai genitori: Suo figlio potrebbe fare di più, sì, è intelligente, preparato, segue le lezioni e partecipa attivamente alla vita scolastica, ma… potrebbe fare di più, anche se il suo rendimento è ottimo!.

    Ecco, questa è la frase ricorrente per Tornatore. Sempre. Quando uscì Baaria, un’opera epica al pari del Novecento di Bertolucci, si disse lo stesso. Capovolgendo i termini. Allora si criticò il forte legame con le sue personali esperienze affettive e storico-sentimentali. Oggi si critica l’avere dato spiegazioni razionali nel finale a tutta la storia, trama che non racconto, perché una storia è pur sempre un racconto più o meno infarcito di dotte citazioni ma nulla di più, un film va visto ed accolto (o respinto) in rapporto alla nostra affinità elettiva.

    Anzi, l’aver dato soluzioni razionali, - nel finale la nanetta (la vera Clear), proprietaria della villa che spiega con un rosario di numeri certi come si è potuta realizzare la truffa, e il successivo ricovero del protagonista in una casa di cura o di riposo - credo sia un ottimo finale tutto italiano. Un finale che mette il film al riparo di colpi di scena spettacolari allamericana (sì proprio tutto unito, come gli italiani chiamavano Lamerica).

    Il film è sicuramente un capolavoro. C’è la storia di un battitore d’aste, storia personale che si fonde e confonde con la storia della nostra società. La paura di contaminarsi col prossimo. La storia di un personaggio calvinista e maniacale, che fa del suo individualismo un modus vivendi, freddo, privo di scrupoli e soprattutto di sentimenti. Un film simile il Tornatore l’aveva già realizzato con La sconosciuta nel 2006. Anche quello un film di sentimenti che finisce come realisticamente potrebbe finire una storia di quel genere. Così come Malena film del 2000, film storico e di formazione sentimentale. Giuseppe Tornatore è stato ed è un regista da Oscar. Solo che l’Oscar si dà in America, e volenti o nolenti deve piacere agli Yankees. Al loro spirito di pionieri e di amanti di riferimenti storici (alla loro storia, non a caso il film per eccellenza degli americani rimane Via col vento), sarà anche per questo che Nuovo Cinema Paradiso ( era il 1988) lo ha vinto. Perché è stato un film che annunciava la nascita e il diffondersi del cinema, anche spettacolare e romantico come lo è il loro E comunque l’Oscar lo meritava senza ombra di dubbio al di là di qualsiasi considerazione e pregiudizio. Guarda caso anche quel film era stato scritto e diretto da Tornatore. Altro che cercare collaboratori che lo aiutino a trovare una scrittura adeguata. E l’Oscar lo merita anche questo film, un ottimo film, dove l’uomo con i suoi sentimenti più coinvolgenti: l’amore e l’amicizia sono descritti in modo sublime e dove la simulazione degli stessi non ne determina la fine. Bando alle chiacchiere ed a qualsiasi morale salottiera, di sicuro rimane, grazie a questo film, scolpito indelebilmente il principio che qualsiasi piega possa prendere una storia, quando si ama lo è per sempre! (grazie Peppino di avercelo ricordato, casomai ce ne fosse stato bisogno)

    Pubblicato 17.01.2013

    Democrazia è dare diritto di

    cittadinanza

    In rete c’è una foto del nostro presidente, incorniciato con le dovute previste bandiere, e la scritta: io non ho ascoltato il discorso di questo signore…se anche tu non hai ascoltato condividi e se molti hanno cliccato, un motivo ci sarà. Premetto ciò per sottolineare l’intervento della Pina Cusano, che dall’alto della sua visuale sinistramente corretta ci segnala alcuni passaggi del messaggio di fine anno del nostro Presidente. Dice il Napolitano - citando Croce - : senza politica nessun proposito giunge alla sua pratica attuazione. E siccome quest’anno di propositi se ne sono attuati tanti, vuol dire che questo governo non è stato tecnico ma squisitamente politico. Di quale politica non è difficile indovinare, visto che le voci che bisognava e bisogna zittire sono Vendola, Fassina e la FIOM.(ultime esternazioni di un costruttore d’agende)… E visti

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