Detti (e) ridetti

Di Amedeo Avallone

Quest'opera è scritta in omaggio alla meravigliosa lingua napoletana riconosciuta patrimonio dell'Unesco, sempre in grado di descrivere con poche parole dirette. Chi scrive si è divertito molto a tradurre in italiano aulico e forbito, come se a parlare fosse un nobile o un professore, 120 tra modi di dire, proverbi ed espressioni tipiche della tradizione partenopea, con la speranza di suscitare una sana risata nei lettori che, pur se non meridionali, non dovrebbero avere grossi problemi di comprendonio. Il risultato è un testo carino di ironia talvolta anche politicamente scorretta, ma, come diceva il grande Angelo Manna, "di fronte all'arte, sporco e pulito non esistono".

• Lingua: Italiano
• Editore: Albatros Edizioni
• Data di uscita: 15 mar 2018
• ISBN: 9788899906672

Anteprima del libro

Prefazione

Prefazione

Ho letto quasi tutto d’un fiato le freddure di Amedeo Avallone, amico e autore di questo libro e sono stata sin da subito entusiasta di essere stata invitata a scriverne la prefazione.

Un’altra amica mi ha subito detto: Chi meglio di chi apprezza può farlo!. Ebbene, almeno dieci milioni di persone meno uno, ovvero proprio l’apprezzante amico.

Perché?

Rispondo subito alla domanda eventuale di voi ignari, che vi accingerete a leggere questa pagina immediatamente dopo il frontespizio, conoscendo magari solo il titolo e, nelle migliore delle ipotesi, il su menzionato esordiente autore , con un’altra domanda:

Non è noiosa una prefazione che si lancia in encomi di chi conosce?

Non sarebbe il caso né il luogo.

Questa pagina è una lettera a voi lettori, un invito da un punto di vista ‘diverso’. Chi scrive lo fa quasi sempre per passione. Un platonico amore tra sé e sé. La scrittura è una porta girevole sulla personalità e sul carattere del soggetto che è dietro la penna, che non cerca affatto di nascondersi, ma anzi si presenta e lo fa egregiamente. Attraverso il lessico che utilizza, attraverso i riferimenti contenuti nell’organico dell’opera e persino attraverso l’uso della punteggiatura, pian piano si delinea una figura, con connotazioni definite o definibili, con un carattere che emerge tra le riga e un messaggio spesso inespresso. Questo viene fuori proprio dall’intelletto del lettore e dalla sua interpretazione, dalla sua personale capacità di calare il libro nel contesto che lo circonda e che