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Agopuntura dalla A alla Z: Introduzione alla Medicina Cinese
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E-book313 pagine3 ore

Agopuntura dalla A alla Z: Introduzione alla Medicina Cinese

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In questo libro il lettore può trovare cenni storici sull’agopuntura,vivendo il suo nascere,il suo evolvere fino a diventare una realtà moderna.Inoltre vengono proposte esperienze di diagnosi e cura,in cui si è voluto porre l’accento sul dramma che frequentemente vivono i pazienti a causa di determinate patologie,spesso invalidanti sul piano psicofisico.
L’agopuntura dalla A alla Z:l’agopuntura a 360 gradi.Dalla fisiopatologia energetica,alle indicazioni,ai meccanismi d’azione.
L’agopuntura, quale medicina “energetica”,interviene,quando possibile, preventivamente,curando la malattia a livello delle alterazioni funzionali,prima che si determinino alterazioni organiche, con un intervento individualizzato sul paziente come, solo ora, ricerca la medicina occidentale dopo le ultime scoperte genetiche.
Naturalmente, se si abbinano una serie di elementi,dallo stile di vita, all’alimentazione,all’igiene personale e all’attività fisica, i risultati migliorano ulteriormente. L’agopuntura e il sapere tradizionale ad essa correlato,integrata
alla Medicina Occidentale,aiuta sia a restare sani sia a curaremoltissime patologie.
LinguaItaliano
Data di uscita13 feb 2014
ISBN9788863652178
Agopuntura dalla A alla Z: Introduzione alla Medicina Cinese

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    Agopuntura dalla A alla Z - CORBELLINI CLAUDIO

    farmacologici.

    A

    A COME AGOPUNTURA

    Lagopuntura non è una medicina alternativa, ma una medicina integrata, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal FDA (Food and Drug Administration) quale metodica sicuramente efficace. Nel 1997 l’I.N.H. (National Institute of Healt) afferma: I dati a sostegno dell’agopuntura sono in realtà solidi quanto quelli esistenti per altre terapie mediche occidentali largamente accettate, ma con un minor numero di effetti collaterali e con procedure tecniche che sono ben tollerate dal paziente.

    L’agopuntura consiste nell’infissione di aghi sottilissimi nel corpo umano in punti specifici determinando microcortocircuiti che regolano i sistemi omeostatici dell’organismo. La terapia del dolore è l’applicazione più frequente, classico il trattamento dell’artrosi. L’azione dell’agopuntura non è limitata all’effetto antidolorifico, ha, infatti, una notevole azione antinfiammatoria e decontratturante, nonché di regolazione del microcircolo locale. Vengono trattate anche le ernie discali. La terapia dell’ansia, dello stress e delle malattie psicosomatiche sono un campo di applicazione di analoga importanza e diffusione rispetto alla terapia antalgica.

    L’agopuntura si pone come una valida alternativa alla terapia con ansiolitici, con molti vantaggi. Infatti non dà dipendenza, non provoca sonnolenza, né astenia muscolare ma, al contrario, determina sensazione di benessere. L’efficacia è, in genere, superiore alla terapia farmacologica, anzi, nella maggior parte dei casi, il paziente si rivolge all’agopuntore, quando gli ansiolitici non riescono più a controllare i disturbi. Una richiesta, sempre più frequente, è la disassuefazione da quest’ultimi, specie nei soggetti che soffrono d’insonnia.

    È possibile trattare, anche, la depressione ma, quando non si tratti di una sindrome ansioso depressiva ad espressione prevalentemente ansiosa, è spesso necessaria l’associazione con antidepressivi che, nella mia esperienza di neurologo agopuntore, ho riscontrato essere molto efficace. L’azione di riequilibrio dell’organismo e di modulazione delle difese individuali, spiega l’importanza dell’agopuntura nella terapia delle sindromi da stress, delle malattie infettive e delle allergie.

    Nelle malattie psicosomatiche, l’agopuntura agisce sia sulla causa psichica sia sulle somatizzazioni. Nell’ulcera, ad esempio, esercita una azione riepitelizzante e di regolazione della motilità gastrica. Viene molto applicata anche nelle coliti e nelle somatizzazioni cardiocircolatorie, nell’impotenza e nell’ eiaculatio praecox.

    L’effetto di immunomodulazione indotto dall’agopuntura spiega l’applicazione, in tutte le forme allergiche, incluso l’asma. L’herpes zoster risponde, trattato in fase acuta, con percentuali che sfiorano il 100%, in quanto l’agopuntura evoca in tale patologia una risposta immunitaria particolarmente rilevante; discreti i risultati nelle algie post zoosteriane.

    L’agopuntura tratta riniti, sinusiti, faringiti, cistiti e vaginiti croniche e recidivanti. La terapia delle malattie infettive con agopuntura è probabilmente uno dei campi di applicazioni in prospettiva più importante. L’agopuntura, con la sua azione di stimolo e riequilibrio delle difese dell’organismo, si pone come un valido sostituto o coadiuvante della terapia chemioantibiotica.

    È importante sottolineare questo ruolo fondamentale dell’agopuntura, in quanto si può integrare con le terapie occidentali. Infatti, non richiede, come ad esempio l’omeopatia, la sospensione delle altre farmacoterapie occidentali, ma può loro affiancarsi dando luogo, in alcuni casi, ad un significativo sinergismo di potenziamento. È indicata nel trattamento dei tumori come supporto alle terapie occidentali. L’attività non é limitata al trattamento del dolore, con riduzione della terapia farmacologica, miglioramento della qualità di vita e sollievo psicologico, come confermato da numerose ricerche, ma è utilissima nell’ansia, nella depressione e nell’insonnia nei pazienti con tumore. Inoltre trova indicazione anche sul piano del supporto nutrizionale, in pazienti con anoressia e cachessia neoplastica e nel migliorare la funzione intestinale, anche nei pazienti trattati con oppiacei. L’indicazione principale è il trattamento degli effetti collaterali della chemio e radioterapia. Ha anche un effetto immunomodulante ed immunostimolante. Negli Stati Uniti esistono numerosi Centri che effettuano trattamenti di Medicina Occidentale integrati con l’agopuntura.

    MA COS’È E COME SI PRATICA L’AGOPUNTURA?

    L’agopuntura consiste nell’infissione d’aghi sottilissimi nel corpo umano in punti specifici. La stimolazione può essere fatta anche con il calore: la moxaterapia, effettuata bruciando bastoncini di artemisia, o anche con il massaggio dei punti e dei canali (massoterapia cinese). Esistono differenze nel modo d’infissione degli aghi, alcuni come ad esempio il padre dell’agopuntura scientifica italiana, il mio vecchio maestro Caspani, hanno una manualità delicata simile a quella del sud della Cina, altri rifacendosi alle tecniche in uso a Pechino, dove il clima richiede stimolazioni forti, in quanto la combinazione vento e freddo determina vasocostrizione con approfondimento del decorso dei canali, fanno un agopuntura più profonda e con forti stimolazioni. La tradizione afferma che in tali condizioni bisogna grattare l’osso. Io personalmente ritengo che con il clima relativamente mite in cui viviamo, le buone condizioni d’abbigliamento e riscaldamento sia opportuna un’infissione delicata che non stressi il paziente e che, determinando microcortocircuiti, innesca, comunque, la risposta riflessa del sistema nervoso e l’attivazione dei canali di agopuntura.

    QUAL È LA FINALITÀ DELL’INTERVENTO TERAPEUTICO?

    L’agopuntura influenza il potenziale energetico di una persona; attraverso la stimolazione del punto si modula il flusso dell’energia, dal cui armonico scorrimento dipende la salute della persona.

    Anche se in Occidente la credibilità di un sistema è legata alla possibilità di inserirlo in un preciso modello neurofisiologico o alla possibilità di verificare la variazione di specifici parametri, in realtà la validità dell’agopuntura è già insita nell’esperienza millenaria cinese, come emerge dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle Medicine Tradizionali.

    A COME AURICOLOTERAPIA

    La sua scoperta, o meglio riscoperta, è merito di un francese, il dottor Nogier, che, svolgendo l’attività di medico generico in campagna, notò in un paziente, affetto da otite, esiti di cauterizzazione alla parte alta dell’antelice dell’orecchio. Ne chiese il motivo e seppe che era stato cauterizzato, per una sciatalgia, ribelle ad ogni cura, guarendone completamente. Si informò e scoprì che era una terapia molto diffusa.

    Tale osservazione fu effettuata all’inizio degli anni ’50; solo dopo anni riuscì a chiarirne il significato. Nogier partì dall’affermazione che la sciatica era un problema della quinta vertebra lombare, correlò il punto cauterizzato a tale vertebra e scoprì che sull’orecchio si ha la rappresentazione somatotopica (punto per punto) del sistema nervoso del feto nell’utero.

    Iniziò una fruttuosa collaborazione col gruppo Lionese di Studi Medici, anatomici e neurofisiologi e con medici di molte nazioni, tra cui gli italiani Quaglia, Senta e Caspani, che portò alla sistematizzazione dell’auricoloterapia.

    In seguito a questi studi, anche i cinesi iniziarono a studiare l’orecchio; infatti, sino ad allora, venivano presi in considerazione solo alcuni punti sul trago.

    Si sviluppò l’auricoloterapia cinese, che si differenzia dalla scuola europea, in quanto individua, oltre ai punti relativi alle parti del corpo, anche punti delle funzioni dell’organismo.

    L’auricoloterapia ha alcune particolarità: i punti, a differenza dell’agopuntura somatica, sono evidenziabili in base alla dolorabilità ed alle caratteristiche elettriche solo in caso di patologia; inoltre la sua azione è molto immediata ed incisiva, in genere con risposte tipo, tutto o nulla.

    I risultati migliori si ottengono associandola con l’agopuntura.

    La scuola europea individua il meccanismo d’azione nell’invio di messaggi al sistema reticolare, con conseguente risposta nervosa o neuro-umorale.

    Invece, secondo i testi cinesi, agirebbe sul jing (essenza); infatti il rene, sede del jing ereditario, comunica ed invia la sua energia all’orecchio e, quando necessario, l’auricolo potenzierebbe questo meccanismo.

    In realtà, si tratta di una pratica in uso da millenni, specialmente nel Medioevo e diffusa tuttora in Italia e Francia. Nella mia tesi di Specialità in Neurologia del 1980 sulla Terapia delle sciatiche con agopuntura ho riportato i risultati di un guaritore, nell’Appennino pavese, che trattava sciatalgici di tutto il nord d’Italia. Sono noti altri terapeuti famosi, tuttora attivi, ad esempio vicino a Cremona. L’egittologo Varille riferisce che nell’antico Egitto, era usata sia per curare i dolori sia nelle donne a scopo contraccettivo.

    Ippocrate, dopo un soggiorno in Egitto, scrive nel suo trattato Le arie, le acque ed i laghi di metodi di cura auricolari e riferisce guarigioni dall’impotenza tramite piccoli sanguinamenti dell’orecchio. In epoche più recenti ne parla il Valsalva nel trattamento delle odontalgie. Nel secolo scorso, fu applicata con successo all’Ospedale San Luigi di Parigi, ma, in seguito, alternandosi risultati stupefacenti ad insuccessi e mancando una spiegazione scientifica, la medicina ufficiale abbandonò l’auricoloterapia. Queste precedenti esperienze erano ignote a Nogier all’inizio dei suoi studi sull’auricoloterapia.

    L’orecchio può essere stimolato sia con aghi filiformi sia con aghi a dimora che, specialmente d’estate con il caldo umido, possono causare infiammazioni della cartilagine prima asettiche, ma che possono successivamente infettarsi. Innocui ed estremamente efficaci i semi di vaccaria, che vengono posizionati sui punti con cerotti di carta, mentre le sferette d’acciaio sono meno efficaci e possono causare decubiti. Utile anche il massaggio auricolare. Eccellente la stimolazione elettrica, senza aghi, con apparecchi che servono anche per individuare i punti da trattare.

    L’esperienza dei Medici senza frontiere, in Afghanistan, segnò un notevole successo dell’auricoloterapia. Infatti i medici avevano con sé solo pochi farmaci d’emergenza e aghi, per effettuare l’agopuntura. Cosa che in loco fu impossibile, in quanto, essendo state distrutte le case, sarebbe stato necessario effettuarla allo scoperto, in passi di montagna battuti dal vento gelido. Si ricorse allora, con notevole successo, all’auricoloterapia, che evitava di far svestire i pazienti.

    Spesso i progressi della Medicina sono legati ad eventi bellici, come l’analgesia con agopuntura con aghi lunghi, transfissianti e forti stimolazioni manuali, effettuata in Vietnam per eseguire interventi chirurgici nelle gallerie sotterranee con mezzi rudimentali.

    IMPORTANZA SEMEIOLOGICA DELL’ORECCHIO

    La presenza di una plica longitudinale del lobulo dell’orecchio è segno di predisposizione a disturbi vascolari coronarici ed a ipertensione maligna. Tale osservazione è stata confermata da numerosi studi. Manifestazioni eritemato-angiomatose a livello della conca sono correlabili a disturbi esofago, gastro-duodenali.

    B

    B COME BACIO

    ARTICOLO DI CLAUDIO CORBELLINI E MARIO PAPPAGALLO, OK SALUTE.

    LA FORZA DELL’AMORE

    L’amore, quando sboccia e divampa, si fa soprattutto bacio. E quanti baci sono entrati nei sogni di tutti dal mondo mitico del cinema: Clark Gable chino su Vivien Leigh, Cary Grant avvinto a Grace Kelly, James Stewart stregato dalla bocca di Kim Novak… Baci che, come racconta Nuovo cinema paradiso di Giuseppe Tornatore, una volta la censura avrebbe forse tagliato volentieri, e che oggi invece sarebbero uno spot perfetto per una campagna sulla salute e sul benessere: le labbra di Burt Lancaster su quelle di Deborah Kerr nel film Da qui all’eternità, magari all’insegna dello slogan terapeutico Baciare, amare, guarire.

    Incredibile? Mica tanto. L’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il sesso un’esperienza fondamentale per la salute e il benessere dell’uomo e della donna. E non solo il sesso. Bastano già da soli i baci, espressione di un amore, di una passione, stimolo di piacere, a rendere più forti le difese immunitarie di una coppia. L’Io si disgrega e si rifonde e confonde con quello della persona amata.

    Il bacio, atto d’intimità fisica e psichica, è anche il momento dell’esplorazione chimica e biologica dei due partner. E dalla bocca partono terminali nervosi complessi, tattili e sensitivi, che innescano a livello cerebrale quei neurormoni, le endorfine in particolare, che in parole povere cambiano una vita. In meglio. Molto meglio.

    Un organismo innamorato diventa più forte in ogni sua cellula. Fino a combattere in modo più efficace ogni malattia. Parafrasando un noto proverbio, si potrebbe dire: Un bacio al giorno leva il medico di torno. L’importante è che il bacio sia coinvolgente, fonte di piacere.

    Eppure, quando la medicina si trova di fronte a guarigioni impreviste, la cui causa potrebbe proprio essere un forte amore o una rinnovata vita di coppia, tende a negarle. Lo stesso Linus Carl Pauling, premio Nobel per la chimica e grande fautore della vitamina C, in un suo libro racconta della miracolosa guarigione di un malato di tumore in fase molto avanzata (la prognosi era un anno di vita al massimo), che per non lasciare nulla in eredità ai suoi diretti parenti si mise a mangiare i limoni delle sue tenute (chili al giorno). Ad una prima lettura, secondo la personale interpretazione di Pauling, furono i grandi quantitativi di vitamina C assunti a determinare la svolta nella malattia. Ma esiste un’altra verità: il settantenne, ricco ma malato e depresso, si era innamorato perdutamente della giovane infermiera che lo accudiva e aveva ritrovato sia la voglia di vivere sia un vivificante rapporto di coppia. E finalmente, dopo l’incomprensibile guarigione, anche un nuovo erede.

    Leggenda? Forse. Ma la storia di cui è stato testimone il mio collega Roberto Orecchia, radioterapista dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, è molto simile. Il protagonista è un sessantenne con un tumore al fegato e una previsione di vita che non superava i sei mesi nel 1998. L’anno dopo, a Londra, gli fu trapiantato il fegato e si sposò. Oggi ha un tumore alla prostata e deve sottoporsi ad un nuovo trapianto di fegato, perché il donatore di allora aveva l’epatite C. Lui però non vuole farsi operare alla prostata per non rischiare l’impotenza, innamorato com’è della moglie trentenne. Risultato? Orecchia, che lo segue da vicino, dice: «Non so come andrà a finire. Però, intanto, i sei mesi di vita sono diventati sei anni».

    I cinesi contemporanei di Cesare Augusto la pensavano diversamente. Loro erano convinti, da sempre, che il sesso potesse diventare una fonte di energia e coltivavano la sessuologia come una scienza. Sono stati i medici cinesi a studiare per primi il modo di trasformare il rapporto sessuale in una sorta di elisir di lunga vita. Ovviamente per l’Imperatore, le cui mogli e concubine erano considerate una fonte di energia vivificante, la prescrizione di una sorta di vampirismo sessuale avrebbe garantito benessere e longevità al Signore Celeste. Le concubine, innanzitutto, dovevano essere giovani, inesperte, prede. Ma anche l’atto sessuale aveva regole ben precise, affinché avvenisse il trasferimento di energia all’Imperatore.

    Scientificamente è stato visto, all’inizio sui ratti e poi sui primati (la ricerca è apparsa sulla rivista Nature), quale meccanismo scateni un rapporto sessuale nei diversi apparati dell’organismo: dall’ossitocina, sviluppata a livello degli organi genitali, parte l’input per le zone del cervello (ipotalamo in primis) deputate a comandare un’ondata di endorfine, neurormoni del benessere, che annullano il dolore, inducono piacere e ottimismo, innalzano le difese dell’organismo. Quest’ultimo punto è la chiave.

    Un curioso, recente studio sembra confermare tutto ciò anche per l’uomo. È stato visto che avere due, tre rapporti sessuali alla settimana protegge dal raffreddore. Il virus del raffreddore è uno dei più tosti. Un vaccino per bloccarlo non è stato ancora creato, nonostante il sicuro ritorno economico per chi riuscisse a metterlo a punto. Quindi, sulle difese dell’organismo il sesso

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