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Avere un naturopata in casa: Curarsi da soli per avere una salute perfetta e una vita serena e felice.
Avere un naturopata in casa: Curarsi da soli per avere una salute perfetta e una vita serena e felice.
Avere un naturopata in casa: Curarsi da soli per avere una salute perfetta e una vita serena e felice.
E-book587 pagine5 ore

Avere un naturopata in casa: Curarsi da soli per avere una salute perfetta e una vita serena e felice.

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Info su questo ebook

Il termine 'naturopatia' abbraccia quel vastissimo campo di terapie e accorgimenti mirati a migliorare lo stato di salute e accomunati da un principio di base: il ricorso a elementi naturali. Alimentazione adeguata, uso di oligoelementi, omeopatia, cristalloterapia e Fiori di Bach sono solo alcune delle proposte che la naturopatia mette a disposizione di chiunque desideri ritrovare quella condizione di benessere che permette una vita serena e felice.È senz'altro vero che, essendo la naturopatia un dominio assai ampio, alcuni settori risultano di stretta competenza medica. Tuttavia, per coloro che desiderano riprendere il controllo del proprio stato di salute e intervenire attivamente per correggere una determinata situazione, Avere un naturopata in casa propone soluzioni interessanti, perfettamente eseguibili per conto proprio e in grado di eliminare le cause dei problemi, come pure di permettere il raggiungimento di uno stato di salute ottimale.Cristiano Tenca ha concepito un manuale ricco di spunti, utilissimo e molto chiaro, che consente a chiunque di comprendere i principi base della naturopatia e di metterli in pratica a beneficio proprio e della propria famiglia. Molto ben strutturato, il testo affronta le cause fisiche e psichiche della malattia, dopodiché presenta un elenco completo di disturbi comuni, proponendo per ognuno di essi efficaci e collaudati metodi di prevenzione e di cura naturali. Fornisce inoltre nozioni pratiche di geobiologia, bioarchitettura ed eutinotrofia, un valido metodo per alimentarsi in modo sano ed equilibrato. In aggiunta, offre indicazioni preziose sull'utilizzo di sostanze dalle elevate virtù terapeutiche, note e meno note (ma non per questo meno potenti), quali ad esempio il cloruro di magnesio, l'aloe, il CMO, l'ascorbato di potassio o i moderni supporti, molto utili in casa, come la piramide e lo Zapper.
LinguaItaliano
Data di uscita3 feb 2011
ISBN9788880937593
Avere un naturopata in casa: Curarsi da soli per avere una salute perfetta e una vita serena e felice.

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    Anteprima del libro

    Avere un naturopata in casa - Cristiano Tenca

    Terra.

    PARTE PRIMA

    Cause di mal-essere e consigli pratici

    INTRODUZIONE

    LE CAUSE

    In questo primo capitolo tratteremo le cause principali che generano nell'uomo lo stato di malattia.

    Naturalmente non prenderemo in considerazione, in questa sede, le ragioni che hanno portato alle singole, specifiche patologie, ma tratteremo il problema più in generale, dando uno sguardo alle origini che costituiscono la base, lo zoccolo duro di qualsiasi disarmonia funzionale fisica.

    La prima grande divisione che occorre stabilire, trattando le cause, è tra quelle fisiche e quelle psichiche.

    Le prime creano materialmente lo stato di malattia a livello puramente corporeo, mentre le seconde, più sub-dole, minano la salute da un punto di vista energetico e spesso diventano anche la fonte principale a cui attingono quelle fisiche.

    Cause fisiche

    Nel trattare l'argomento occorre specificare che in questo libro non prenderemo in considerazione le cause genetiche, come malformazioni, o handicap di altro genere, né quelle dovute a incidenti, perché esulano dal nostro contesto che mira a spiegare, attraverso l'analisi degli errori più comuni o dei pericoli più diffusi, il comportamento più idoneo per superarli e quindi per raggiungere lo stato di ben-essere.

    Le principali cause fisiche conosciute possono essere così suddivise:

    1)  Alimentazione

    2)  Inquinamento esterno: a) ambientale (acqua che beviamo, aria che respiriamo, stress acustico, alimenti scadenti, habitat disarmonico, ecc.) b) elettromagnetico

    3)  Geopatologiche (reticolo di Hartmann, di Curry, falde acquifere, faglie geologiche, radon, ecc.)

    4)  Eccessi di vario genere

    5)  Deterioramento dei tessuti dovuto all'età.

    Cause psichiche

    Le cause psichiche sono invece addebitabili allo stress, all'ansia, all'insoddisfazione, alle frustrazioni e soprattutto alla paura, che genera insicurezza e determina turbe mentali. Di queste cause parleremo in un apposito capitolo alla fine di questa prima parte.

    CAPITOLO PRIMO

    CAUSE FISICHE

    E RIMEDI DA ATTUARE

    Alimentazione

    È inutile nascondere che la causa principale di buona parte dei problemi di salute che assillano l'uomo moderno risiede in una cattiva alimentazione. Il cibo, infatti, opportunamente trasformato, costituisce la fonte principale di nutrimento per il corpo e influisce inoltre a livello psichico e spirituale.

    Si può avere la fortuna di possedere un corpo robusto e con ottimi automatismi, ma l'eccesso di cibo in generale o le combinazioni errate di alimenti, le carenze di alcune sostanze fondamentali, gli eccessi ingiustificati delle stesse e quindi una dieta squilibrata, l'industrializzazione dei cibi, la loro insalubrità dovuta a cattiva conservazione, o a cattiva igiene, o a pessimi metodi di conservazione, o a mediocrità del prodotto stesso, ecc. e le intolleranze alimentari trascurate costituiscono elementi di cui occorre tener conto e con cui confrontarsi quotidianamente.

    L'eccesso di cibo è la prima fonte di guai per il nostro corpo

    È vero che il nutrirsi non è solo un dovere e viene considerato per lo più un piacere, ma occorre considerare che un'alimentazione eccessiva porta, per esempio, all'obesità, che è una delle cause principali di problemi a carico dell'intero organismo e in particolar modo dell'apparato digerente, di quello circolatorio e di quello osteoarticolare. La capacità del nostro corpo di eliminare le tossine contenute nel cibo (anche negli alimenti più salubri), infatti, ancorché sufficiente, è piuttosto limitata e quindi un'alimentazione eccessiva o una dieta squilibrata, o errata perché costituita da cibi mediocri, portano a un aumento considerevole di scarti che non riescono a essere metabolizzati, né eliminati completamente. Con l'aumento di questi, diminuiscono necessariamente le barriere immunitarie e quindi le difese del nostro corpo contro virus, batteri e agenti patogeni esterni e si attenuano le capacità di combattere ed eventualmente sopprimere patologie già in atto.

    Inoltre, la capacità di smaltimento a livello calorico del nostro fisico dipende dal sesso, dall'età, dal rapporto statura-peso, dallo stato di salute generale e dal tipo di lavoro cui ci si dedica durante la giornata ed è comunque limitato anche quantitativamente.

    Per finire, ciascuno di noi necessita di un certo apporto giornaliero di protidi, di glucidi e di lipidi e il loro accumulo (o la loro deficienza), determinato da uno squilibrio prolungato, porta al malfunzionamento e allo stato di malattia.

    È per questo che, al contrario, una dieta equilibrata, costituita da alimenti di buona qualità, priva di eccessi e di evidenti carenze, è in grado non solo di ripristinare la salute da situazioni di mal-essere dovute a tali squilibri, ma, con il conseguente aumento delle difese immunitarie, anche di favorire la guarigione da patologie con cause diverse.

    Le tipologie alimentari e le scuole di pensiero più diffuse

    Faremo un breve accenno alle principali scuole di pensiero sull'alimentazione oggi esistenti, che risentono necessariamente delle convinzioni dei loro ideatori e che stanno alla base delle scelte dei singoli cibi. Tralasceremo le meno utilizzate come per esempio il metodo del dottor Carton, il carnivorismo, il crudismo o crudivorismo, il frugivorismo, l'istintivorismo o istintinoterapia, il cerealismo, la dieta ipotossica, la dieta di Pasbec ed Elotiè, eccetera.

    Cercheremo di dare, su ciascuna filosofia alimentare, un giudizio obiettivo che vi metta in guardia da quelle che non fanno al caso vostro e vi dia una mano a scegliere quelle più adatte a voi e alla vostra situazione.

    ALIMENTAZIONE DISSOCIATA O SHELTONISMO

    Questa dieta (denominata anche Igienismo) consta di tre pasti al giorno: uno di frutta, uno proteico (carne, uova, o formaggio) e verdura e uno basato sugli amidi (patate, cereali), ortaggi crudi e cotti.

    Secondo lo Sheltonismo le cattive associazioni alimentari da evitare sono costituite da:

    •   amidi con zucchero

    •   amidi con acidi

    •   amidi con proteine

    •   proteine con grassi (lipidi).

    Le buone associazioni da attuare sono:

    •   carne con ortaggi

    •   frutti acidi con latticini (solo la banana e il melone vanno mangiati da soli)

    •   cereali con vegetali

    •   lipidi con vegetali.

    Lo Sheltonismo ha come vantaggio quello di far sparire i disturbi digestivi e quindi può essere considerato un metodo eccellente per combattere dispepsie, gastriti, cattiva digestione. Inoltre, diminuendo la fermentazione e la putrescenza intestinali, e quindi la produzione di tossine a livello intestinale, diminuisce lo stato di intossicazione del sangue e della linfa e i disturbi come il catarro e le dermatosi che ne derivano. È inoltre un metodo eccezionale per coloro che soffrono di gonfiori intestinali e dilatazione di stomaco.

    I vantaggi della dieta dissociata sono comunque, purtroppo, molto meno rilevanti rispetto agli inconvenienti. Vediamoli:

    a) si tratta di un metodo autolitico, non nutrizionale. Il che significa che questa dieta determina nel corpo un certo numero di carenze che, se da una parte eliminano gli eccessi precedenti, a lungo andare portano a un malfunzionamento e a una malnutrizione cellulare;

    b) determina carenze proteiche dovute al fatto che, per assimilare le proteine, occorre la presenza nel pasto di carboidrati;

    c) per concludere c'è da ricordare che più si dissocia, più si dimagrisce e meno si assimila.

    VEGETALISMO O VEGETALIANESIMO

    Questo regime alimentare è, essenzialmente, come dice il termine stesso, privo di prodotti diversi dai vegetali e quindi è a base di frutta, verdura, ortaggi, cereali e prodotti vegetali azotati, come frutta oleaginosa (nocciole, noci, ecc.). Esclude pesce, carne e, contrariamente al vegetarianesimo o vegetarismo, esclude anche i sottoprodotti animali come i latticini, il formaggio e le uova.

    I vantaggi del vegetalismo sono questi:

    a)  si evita il pericolo rappresentato da un sovraconsumo di carne cioè un sovraccarico proteico e renale e quindi non si è soggetti a disturbi del metabolismo come la gotta;

    b)  gli alimenti che i vegetalisti consumano sono normalmente biologici e quindi naturali e salutari.

    Lo svantaggio principale è dovuto invece all'abbondanza di cereali, che può dare origine a iperviscosità del sangue e della linfa e a eccesso di muco (come il catarro) che determina per esempio una predisposizione a rinofaringiti, a tonsilliti e a malattie dell'apparato circolatorio, genitale, osseo e della pelle. Altro svantaggio, non meno importante, è quello che deriva dal fatto di non tenere conto delle associazioni di alimenti incompatibili fra loro (per esempio frutta acida e cereali).

    Inoltre, occorre ricordare che la sovralimentazione vegetale, dà origine a un sovraffaticamento del fegato e quando quest'organo è intossinato (cioè è pieno di tossine) si determina più facilmente un passaggio di virus nel sangue, perché la mucosa è spessa solo due millesimi di mm. Questi virus passano attraverso il sangue e, stabilizzandosi in altri organi e congestionandoli, li irritano. Inoltre, infiammano la mucosa digestiva e colonizzano le vie respiratorie, i polmoni e i bronchi.

    Questa è la ragione per cui, a volte, è sufficiente cambiare il regime alimentare di un bambino, per eliminare le sue ripetute rinofaringiti e in alcuni casi anche l'asma.

    Un altro svantaggio di questa tipologia alimentare è quello di escludere i sottoprodotti animali: ciò dà origine a decalcificazione e perdita minerale che, nel bambino può dar luogo a ritardo della crescita e a rachitismo, e, per ciò che concerne gli adulti, a frigidità e impotenza.

    Infine, questo regime alimentare determina probabili carenze di fosforo e calcio per l'assoluta mancanza di assunzione di latticini.

    VEGETARISMO O VEGETARIANESIMO

    Il vegetariano è un vegetaliano che ha introdotto alcuni prodotti animali come latte, burro, formaggi, uova, cioè i cosiddetti sottoprodotti animali.

    Questo è uno dei migliori regimi nutrizionali attualmente seguiti.

    Gli inconvenienti sono dovuti a eventuali cattive combinazioni alimentari (per esempio tra amidi e frutta acida) e a un eventuale eccesso di consumo di frutta acida succosa. Inoltre, l'eccesso di cereali può determinare disturbi di viscosità sanguigna.

    Se i vegetariani evitano questi errori facilmente identificabili e diminuiscono il consumo di cereali (amidi) e di frutta, aggiungendo sottoprodotti animali, raggiungono un ottimo regime alimentare.

    MACROBIOTICA

    Insieme al vegetarianesimo è la dieta alternativa più diffusa nel mondo.

    Si tratta di un metodo nutrizionale di origine orientale, che ha preso piede anche in Occidente e che si basa sull'equilibrio delle due forze energetiche yin e yang. In pratica consiste nell'alimentarsi per il settanta per cento di cereali e per il trenta per cento di verdure.

    La frutta e i prodotti animali sono consumati in piccolissime quantità e solo occasionalmente; la loro assunzione è comunque sempre soggetta a vincoli, come per esempio quello per cui la frutta che si consuma deve essere di stagione e raccolta nella regione in cui abita il soggetto, così come la carne, che può essere consumata una volta all'anno, deve essere bianca e derivante da animali ruspanti, nutriti in modo estremamente naturale.

    Il riso integrale coltivato biologicamente è l'alimento equilibrato che rappresenta la base della macrobiotica.

    Il padre di questo regime alimentare è George Oshawa, un filosofo che lo scoprì per puro caso. Si racconta, infatti, che una ragazza gravemente ammalata si sia rivolta a lui per ottenere un aiuto e che egli l'abbia curata facendole mangiare riso e soltanto riso per mesi. La ragazza guarì e ciò fece pensare a Oshawa che il merito della guarigione potesse essere del riso, anche se sarebbe stato più logico pensare che fosse stata aiutata dalla restrizione alimentare che l'aveva disintossicata e detossinata.

    Il vantaggio di questa dieta nutrizionale è una maggiore digeribilità determinata dai seguenti fattori:

    a)  secondo la macrobiotica occorre masticare un numero considerevole di volte;

    b)  si tratta di un regime in parte dissociato;

    c)  è un'alimentazione misurata quantitativamente che alleggerisce il metabolismo di base.

    Gli inconvenienti possono così riassumersi:

    a)  l'abuso di cereali produce un aumento delle tossine collose (muco) e provoca iperviscosità del sangue, nonché dermatosi, acne, malattie della pelle oltre a bronchiti croniche;

    b)  l'insufficienza proteica e di amminoacidi può dare problemi di peso (magrezza), di fragilità circolatoria e ossea e insufficienza di fosforo, calcio e vitamina D3;

    c)  la carenza di frutta acida, succosa, favorisce l'instaurarsi della viscosità sanguigna e determina un deficit vitaminico, anziché aiutare a proteggere i vasi sanguigni.

    Aumentando un po' il consumo di verdura, frutta e prodotti animali e diminuendo, contemporaneamente, quello di cereali, si potrebbe ottenere un buon regime alimentare di cui tener conto nelle proprie scelte.

    ONNIVORISMO

    Fra tutte le diete viste finora, è quella che più assomiglia alla nostra alimentazione di tutti i giorni. Consiste nel mangiare di tutto, tenendo conto principalmente di tre fattori: lo studio delle quantità caloriche, quello delle reazioni chimiche e organiche e quello dei complementi alimentari.

    Il calorismo è la parte di onnivorismo che si occupa delle unità di calore sviluppate dagli alimenti. Come si sa, lavorando l'uomo disperde calore che deve essere reintegrato attraverso l'apporto di alimenti energetici. Lo studio di questi sviluppi energetici ha portato a stabilire delle tavole di calorie per ciascun alimento e anche delle tavole della dispersione calorica sulla base dell'attività fisica, o comunque di lavoro, svolta dall'individuo.

    Il secondo studio che fa parte dell'onnivorismo è basato su reazioni chimiche equilibrate fra protidi, glucidi, lipidi, nelle giuste proporzioni in base al peso corporeo. Tali proporzioni hanno portato a stabilire l'ideale di uno o due grammi di protidi per ogni chilogrammo di peso corporeo, di mezzo grammo o un grammo di lipidi e da cinque a dieci grammi di glucidi.

    Gli inconvenienti dell'onnivorismo sono che non prende in considerazione le carenze alimentari, dovute all'assunzione di bevande che inibiscono la disponibilità di oligoelementi, e non considera le carenze derivanti dal sovraccarico umorale. Esistono infatti due carenze possibili, l'una dovuta alla mancanza di sostanze nutrienti negli alimenti consumati e l'altra dovuta a sovraccarico umorale.

    Il complementarismo consiste nell'aggiungere all'alimentazione onnivora alcuni complementi alimentari di sintesi o naturali. In realtà, i complementi alimentari di sintesi creano spesso effetti collaterali che, anziché dare la salute, a volte tendono a minarla.

    Il difetto principale dell'onnivorismo è quello di non tenere in alcun conto le combinazioni alimentari.

    Come alimentarsi in modo sano e adeguato: l'eutinotrofia

    Il metodo nutrizionale migliore sulla carta è l'eutinotrofia, le cui origini risalgono alla metà degli anni Ottanta. Non si tratta di una dieta classica, ma di una vera e propria regolazione alimentare individualizzata.

    Nessun alimento viene soppresso e il regime alimentare è determinato in funzione dell'ereditarietà, dell'età, del clima, dell'attività lavorativa e della tipologia individuale. Il creatore di questo metodo è Robert Masson.

    Dell'eutinotrofia è possibile citare solo i vantaggi, in quanto si tratta di una dieta onnivora, che quindi non crea restrizioni né per quanto riguarda la carne, né per i cereali. È inoltre un regime che esclude sostanze tossiche come il tabacco e il caffè in eccesso e gli inibitori della digestione, gli alimenti cioè difficilmente digeribili, evitando al contempo un sovraccarico di glucidi e lipidi.

    Questo metodo alimentare non determina dunque restrizioni, ma rispettando le giuste combinazioni alimentari realizza alcune dissociazioni. Le avvertenze riguardano, tutt'al più, l'eventuale eccesso o difetto delle singole categorie di alimenti. Infatti:

    •   occorre stare attenti alla quantità di verdura ingerita, perché un eccesso può dar luogo a una dilatazione degli organi digestivi, a gonfiori del ventre con possibile costipazione o dissenteria, quando non a una gastroenterocolite, mentre l'insufficiente assunzione di verdura può nuovamente dare luogo a costipazione per insufficienza di fibre;

    •   l'eventuale eccesso di cereali determina invece, come già visto per la macrobiotica, iperviscosità sanguigna e fermentazioni intestinali e quindi possibilità di dermatosi ed eccesso di muco. La scarsità di cereali porta invece a dimagrimento, debolezza e difficoltà di assimilazione delle proteine, tanto più se il soggetto è già sottovitale (magro e fragile);

    •   alcune proteine animali (formaggi, uova, latte, frutti di mare), se consumate in eccesso, determinano uricemia e stati di ipertensione nel soggetto carbonico (robusto). La scarsità di questo alimento, invece, dà luogo a decalcificazione, demineralizzazione, carenze proteiche, carenze vitaminiche, carenze nel binomio fosforo-calcio, ipotonia muscolare e anche a un'insufficienza a livello surrenale, tanto più se il soggetto è un sottovitale;

    •   anche le altre proteine animali, come carne e pesce, se consumate in eccesso, danno luogo a uricemie e stati di ipertensione nel carbonico, ma in questo caso però non si rileva alcun problema per la mancanza (anche assoluta) di questi alimenti.

    Regole e combinazioni alimentari

    Le regole alimentari che derivano dalle tipologie appena descritte, anche se integrate da più moderne ricerche, possono essere riassunte nei seguenti punti:

     1) evitare regimi molto settari ed esclusivi;

    2) rispettare l'equilibrio alimentare già citato con l'eutinotrofia;

    3) evitare le calorie vuote dei cereali raffinati e preferire quelle dei cereali integrali;

    4) preferire cereali poveri come miglio, riso, grano saraceno, avena a quelli ricchi come il grano, che generano iperviscosità sanguigna e scegliere, come già detto, quelli integrali;

    5) ridurre il consumo di carne a vantaggio di altre forme proteiche come formaggio, uova e pesce;

    6) tagliare il latte con acqua, tanto più se è associato ad altri alimenti. Il caffelatte, il tè al latte e il cioccolato al latte sono un veleno per chi soffre di fegato, perché rallentano enormemente la digestione. Quest'ultima risulta ancora più difficile se a queste bevande vengono uniti biscotti e altri dolci, perché si aggiunge un notevole sforzo pancreatico;

    7) preferire i grassi vegetali insaturi a quelli saturi e scegliere tra i primi gli oli di prima spremitura a freddo;

    8) per quanto concerne le bevande, è di gran lunga preferibile bere acqua di sorgente o acqua minerale derivata da queste acque. Perché l'acqua pulisca i reni e li aiuti a filtrare le tossine da eliminare, occorre bere sempre e solo fuori pasto, a piccoli sorsi, scegliendo un'acqua con pH massimo di 6.8 e Residuo Fisso massimo di 50 mg/l;

    9) se si vuole consumare vino, è meglio farlo immediatamente prima o dopo il pasto, scegliendo quello biologico;

    10) evitare i succhi di frutta conservati, che sono spesso ossidati nei loro contenitori e sono troppo ricchi di zucchero e concentrati rispetto a quelli freschi;

    11) diminuire l'assunzione di caffè, tè e vino (soprattutto se non è biologico);

    12) preferire gli alimenti congelati o surgelati rispetto a quelli prodotti in scatola;

    13) evitare il rallentamento digestivo provocato da inibitori come sciroppi, caramelle, limonate, muesli (soprattutto se consumato con latte), oppure miele con carboidrati. Il miele andrebbe assunto solo nelle bevande o consumato un cucchiaino alla volta da solo, lontano dai pasti (e provoca comunque lievi patologie digestive);

    14) evitare, come già visto, l'eccesso di cereali, zuccheri e lipidi;

    15) preferire le carni bianche a quelle rosse;

    16) scegliere frutta e verdura di stagione, perché queste non comportano gli effetti iatrogeni, collaterali, di quelle fuori stagione;

    17) mangiare con calma, a piccoli bocconi, masticando al meglio per evitare di inibire la digestione e creare fermentazioni intestinali;

    18) preferire la cottura a vapore e a fuoco lento;

    19) preferire pentole di coccio, la combinazione nichel-cromo, vetro, pirex, acciaio. Evitare invece l'alluminio, soprattutto perché le cotture ad alta temperatura possono produrre tracce di alluminio negli alimenti;

    20) utilizzare di tanto in tanto complementi alimentari per supplire a certe carenze, come per esempio complessi polivitaminici e multiminerali;

    21) utilizzare di tanto in tanto complementi alimentari per stimolare gli emuntori (fegato, bile, reni, pelle, intestini, ecc.);

    22) consumare sempre il crudo prima del cotto. Il corpo umano digerisce gli alimenti crudi con enzimi che vengono distrutti dai cibi cotti e mangiare prima questi ultimi significa non digerire il crudo mangiato successivamente;

    23) evitare errori nelle associazioni di alimenti, che si possono così riassumere:

    a) associazione nello stesso pasto di proteine diverse (animali e/o vegetali). Consumate invece una sola proteina per pasto;

    b) associazione di latte o banane con altri alimenti;

    c) associazione di alimenti acidi con alimenti basici (per esempio formaggio e pomodoro);

    d) associazione di finocchi con pane;

    e) associazione di pane con patate, riso, ricotta, emmenthal e proteine vegetali;

    f) associazione di alimenti acidi con amidi (per esempio yogurt e cereali o pasta e pomodoro). Consentitevi questo tipo di associazione solo di rado;

    g) associazione di amidi e proteine (per esempio pasta e carne); anche questo è consentito di rado.

    24) Fare di tanto in tanto degli strappi alla regola rispetto alle norme appena viste può far bene, perché le ghiandole digestive vengono stimolate, ma occorre che questo accada mediamente non più di una volta al mese.

    I minerali

    Facciamo ora un breve excursus sui maggiori minerali che compongono il corpo umano e che possiamo trovare negli alimenti di uso più comune. Ne prenderemo in considerazione diciannove, sebbene ve ne siano altri minori.

    IN QUALI ALIMENTI È POSSIBILE TROVARE I SINGOLI MINERALI?

    Calcio: farina d'ossa, dolomite, grani di sesamo, formaggi a pasta dura, sardine, tarassaco, fichi secchi, datteri, mandorle, noci, nocciole, latte, cavoli, alghe, semi, verdure a foglia verde, crostacei.

    Cobalto: fagiolini bianchi, grano completo, rosso d'uovo, barbabietola, cavolo, fichi secchi, albicocche secche, interiora, ostriche, vongole, pollame, latte, verdure a foglia verde, frutta.

    Cromo: miele, uva, uva passa, lievito di birra, cereali integrali (grano, germe di grano), patate, uova, vongole. Sebbene in quantità minori, lo si trova anche in segale, mais, cipolla, datteri, orzo, avena, frutti di mare, frutta, ortaggi di colore verde scuro.

    Ferro: alghe, carni rosse, ortaggi verdi, melassa grezza, tuorlo d'uovo, barbabietole, frutta secca, fegato di maiale e di vitello, pesce, pollame, succo di ciliegia, carne di cavallo, vino rosso, avena, piselli, fagioli, succhi di frutta e verdura, semi di girasole. Una buona ricetta per assumere ferro è quella di bere tutti i giorni, o a giorni alterni, un bicchiere di succo d'arancio con dentro un rosso d'uovo.

    Fluoro: cereali completi, albicocche, alghe, pesce di mare, tè, semi di girasole, spinaci.

    Fosforo: pesce, lievito di birra, rosso d'uovo, noci, nocciole, mandorle e frutta oleosa in genere, legumi (in particolare lenticchie), latticini e formaggi, cioccolato, cereali integrali, semi.

    Iodio: prodotti marini (alghe, pesci come aringhe e merluzzo), sale iodato. Sebbene in quantità minori, lo si trova anche nella soia e nella cipolla, nei frutti di mare, nell'aglio e nel crescione.

    Litio: non sono certe le fonti, né la quantità contenuta nei diversi alimenti.

    Magnesio: frutta secca oleaginosa (in ordine decrescente: mandorle, nocciole e noci, fichi secchi, datteri, albicocche secche e prugne), rosso d'uovo, frutti di mare. Il latte in polvere è nove volte più ricco di magnesio rispetto a quello liquido (che invece ne è povero). Vi sono poi il germe di grano, i fiocchi d'avena, i cereali integrali e il miele.

    Manganese: tè, zucchero, chiodi di garofano, cereali completi, germe di grano, ananas, noci, arachidi, legumi, ortaggi verdi, rosso d'uovo.

    Molibdeno: cereali integrali, reni e fegato, lenticchie, grani di girasole, soia, fagioli e legumi secchi, latte, verdure a foglia scura.

    Potassio: carni magre, verdura e frutta (avocado, banana, fagioli in particolare), lievito di birra, albicocche e fichi secchi, mandorle, uva secca, datteri, noci, nocciole, semi di girasole. Sebbene in quantità minori, si trova anche in funghi, sardine, patate, tonno, albicocche fresche e mele.

    Rame: frutti di mare, alghe, frutta secca, aglio, carciofo, prezzemolo, ortaggi verdi, melassa, legumi.

    Selenio: cereali biologici integrali, grani di sesamo, mais, cipolla, orzo, avena e segala, farro, tonno, aringhe, germe di grano e crusca. Sebbene in quantità minori, si trova anche in asparagi, uova, noci di cocco, aglio, lievito di birra.

    Silicio: fibre vegetali, cereali integrali (quelli raffinati non contengono silicio) in particolare il miglio, equiseto e cipolle, lievito di birra, semi di girasole, asparagi, lattuga, cetrioli, fragole.

    Sodio: sale da tavola, lievito chimico, bicarbonato di sodio, cibi conservati, formaggi stagionati, parmigiano e grana, bianco d'uovo, prodotti marini come alghe e sardine, sedano e in generale tutta la frutta e la verdura.

    Vanadio: oli vegetali da spremitura a freddo (in ordine: olio d'oliva, olio di arachidi), olive, lenticchie, piselli, avena, farine integrali, arance e uva.

    Zinco: ostriche, aringhe, funghi, lievito di birra, germe di grano, avena e mais, fegato di maiale e vitello, carne in generale e soprattutto d'agnello e bue, noci, semi di zucca e di girasole, frutti di mare, interiora, soia, uova.

    Zolfo: cavolo, rafano, cipolla, aglio, asparagi, porri, lamponi, ravanelli, crescione, spinaci e ortaggi verdi, pesce, carne, uova, peperoni rossi piccanti, cavolini di Bruxelles.

    ALTRE NOTE SUI MINERALI

    Calcio: è presente nelle ossa e nei denti e l'uno per cento si trova nel sangue e nei tessuti molli. Interviene nella coagulazione sanguigna, nel funzionamento del cuore e nell'eccitabilità neuro-muscolare. Costituisce circa il due per cento del peso totale del corpo. Sintomi da carenza sono: contrazioni muscolari, crampi, tetania, spasmofilia, insonnia, irritabilità, perdita di memoria, fragilità ossea, aritmia cardiaca, crisi di ansia. Altri sintomi sono: dolori articolari, carie dentarie, sindrome premestruale, capelli bianchi precoci, bruciore di stomaco, ulcera. La carenza di calcio può essere dovuta nella donna anche alla pillola anticoncezionale, che facilita l'ingresso di metalli pesanti e tossici, mentre al contrario l'assimilazione di una quantità sufficiente di calcio diminuisce l'accumulo di tali metalli.

    Cobalto: ha la funzione di costituente essenziale della vitamina B12 con azione antianemica e di attivazione di numerosi enzimi. La causa principale di carenza è la povertà nel cibo. I sintomi sono: anemia, alterazione delle mucose, disturbi nervosi, inappetenza. Essendo un antispasmodico, ipotensore e vasodilatatore, la carenza può manifestarsi anche con la sensazione di dita morte e insensibili come per esempio nella sindrome di Reynaud e nell'artrite.

    Cromo: svolge un ruolo essenziale nel metabolismo dello zucchero e quindi è importante sia nell'ipoglicemia che nel diabete. I sintomi da carenza sono: ipertensione, patologie cardiovascolari, cataratta, tendenza al diabete e all'eccesso di grassi nel sangue, arteriosclerosi, debolezza muscolare, caviglie gonfie, nervosismo, aumento di peso, emicrania. Cause di carenza sono: malassorbimento, eccesso di zuccheri, infezioni acute, gravidanza e senescenza.

    Ferro: interviene nella formazione dell'emoglobina. I sintomi da carenza sono: stanchezza, pallore, cardiopalmo, soffio cardiaco, unghie fragili, desquamate o striate in senso longitudinale, capelli, peli e pelle fragili, stomatite angolare, mucosa della lingua sottile e arrossata, difficoltà di deglutizione, frequenti disturbi mestruali fino all'amenorrea, disturbi psichici, aumentata suscettibilità alle infezioni.

    Fluoro: è essenziale per i denti e la prevenzione della carie. Pare inoltre favorire la crescita e la calcificazione dell'aorta. Sintomi da carenza sono: carie dentarie e osteoporosi con fragilità ossea. Le cause di carenza sono da ricercarsi nella povertà di fluoro consumato a tavola.

    Fosforo: è l'elemento più abbondante dopo il calcio. È presente nello scheletro con vitamina D e calcio e produce energia coadiuvando la formazione dei fosfolipidi. È importante nei dolori artritici ed è un costituente della trasmissione dell'impulso nervoso. I sintomi da carenza sono: affaticamento fisico e nervoso, atonia muscolare, anemia, sensibilità crescente alle infezioni, rachitismo e artrite, carie e gengiviti. Possibili cause di carenza sono: l'alcolismo cronico, l'uso di antiacidi e barbiturici, la gravidanza, l'avitaminosi D. È comunque più facile registrare un eccesso che una carenza di fosforo.

    Iodio: serve per la formazione della tiroxina (ormone tiroideo). Regola i processi metabolici. I principali sintomi da carenza sono: ipotiroidismo, ingrossamento del gozzo, aumento di peso, aumento del colesterolo, stanchezza, ritardo mentale, gonfiore, perdita dell'appetito, stipsi, sensibilità al freddo. La causa principale di carenza è un'alimentazione inadeguata.

    Litio: serve a prevenire le cadute e le ricadute in sindromi maniaco-depressive, schizofrenie e psicosi. È utile anche contro l'alcolismo e il cancro, perché aumenta il tasso dei polinucleati e dei monoliti. È valido nell'ipertensione e per migliorare i disturbi dell'umore.

    Magnesio: interviene nel metabolismo delle proteine e dei glucidi. È antitumorale. A livello biologico stimola la funzione dei macrofagi. Ha inoltre un effetto lassativo, ma svolge il suo ruolo primario nelle patologie cardiovascolari, anche nel dopo-infarto. Le cause della carenza sono dovute alla povertà del suolo per l'uso di prodotti chimici e a diete squilibrate, per esempio quelle dimagranti troppo drastiche. Anche l'alcolismo cronico fa perdere magnesio. Altre cause sono: un'insufficiente assorbimento intestinale (per intossicazione, o tumore dell'apparato digestivo, o diarrea cronica, o gastroenterocolite), eccessive perdite urinarie (per esempio nei trattamenti diuretici), diabete, alimentazione troppo ricca di zuccheri e inoltre l'uso di sostanze tossiche come per esempio la pillola anticoncezionale, il fumo, l'alcool e il caffè. I sintomi sono: ipereccitabilità muscolare, palpitazioni cardiache con pressione toracica, sensazione di morte imminente, angoscia, disturbi digestivi tra cui crampi, giramenti di testa.

    Manganese: interviene nel metabolismo dei protidi e del glucosio, combatte l'ipoglicemia e serve per curare le allergie. È implicato nei disturbi neuropsichiatrici e nella genesi di alcune schizofrenie, nella discinesia tardiva e nell'epilessia. Protegge, inoltre, dal cancro e dalla formazione di radicali liberi. Una carenza di manganese può determinare patologie articolari.

    Molibdeno: è implicato nel metabolismo del ferro e nell'eliminazione delle tossine cellulari. Le carenze sono dovute all'uso di concimi chimici e alla raffinazione dei cibi (nella farina bianca non c'è più molibdeno, così pure nello zucchero raffinato, mentre si trova ancora nella crusca e nella melassa). È un antianemico e insieme al fluoro protegge dalla carie.

    Potassio: è tra gli elementi più abbondanti nel corpo. È necessario all'equilibrio di tutti gli altri minerali, perché regola la loro concentrazione cellulare. Influenza l'attività muscolare, soprattutto quella del cuore, partecipa con il sodio alla regolazione del pH sanguigno, alle contrazioni muscolari, all'acidificazione delle urine, al metabolismo delle proteine e dei glucidi. I sintomi da carenza sono: fatica intensa, stordimento, stitichezza, atonia muscolare, aritmia cardiaca e crampi, insonnia. La perdita di potassio può essere dovuta all'uso di diuretici, antibiotici, cortisone, a diarree, a un'alimentazione troppo ricca di zuccheri raffinati, a diete iperproteiche. Insieme al suo antagonista, il sodio, contribuisce allo scambio di liquido intracellulare. È importante assumerlo se si hanno problemi di cellulite, perché aiuta a diminuire l'apporto di sale.

    Rame: è un componente di numerosi enzimi. È necessario all'assorbimento del ferro e protegge l'integrità dello scheletro e del sistema nervoso. Le cause maggiori di carenza sono di genere alimentare o dovute a diarrea cronica o al malassorbimento intestinale. I sintomi da carenza sono: astenia, anemia, sindrome del pelo ritorto (Menkes), disturbi dell'ossificazione, aumento del colesterolo.

    Selenio: previene alcuni tipi di cancro (al seno, all'esofago, alla vescica, al polmone, al collo dell'utero). Si incorre facilmente in una carenza di selenio, perché questo viene distrutto dalla cottura dei cibi e anche perché esistono vaste zone geografiche nelle quali si registrano carenze nel suolo. Nei maschi c'è un bisogno maggiore di selenio, perché viene immagazzinato nei testicoli e lo sperma ne è molto ricco. Serve per combattere ipertensione, infarto del miocardio, fibrosi cistica del pancreas, cataratta, invecchiamento. Il selenio è anche un antidoto ai metalli tossici (cadmio, piombo, mercurio, rame serico). La carenza determina reumatismi, artrosi, ronzio agli orecchi, pelle grassa, smagliature, macchie sulla pelle classiche dell'età e aumentata aggregazione piastrinica.

    Silicio: serve per tutti i problemi di fratture e calcificazioni ossee e per il tessuto connettivale. È importante anche per combattere la cellulite. Il silicio interviene nei problemi cardiovascolari e nell'ateromatosi, perché forma il tessuto dell'arteria e si oppone alla sua sclerosi. La carenza determina unghie e capelli opachi e che si rompono facilmente.

    Sodio: è un minerale essenziale, ma non bisognerebbe superare la quantità di un grammo al giorno, anche se spesso si arriva al di sopra dei quattro grammi. Per questo è più facile incorrere in un eccesso di sodio piuttosto che in una carenza. L'eccesso porta a ipertensione e ad aumento della colesterolemia.

    Vanadio: ha sede nel fegato, nella milza, nei reni, nella tiroide e nei testicoli. Impedisce il deposito di colesterolo nelle arterie, fa aumentare l'HDL e fa diminuire l'LDL, riduce il tasso di trigliceridi, protegge contro la carie dentaria.

    Zinco: partecipa alla costituzione di vari enzimi e al metabolismo della vitamina A; è inoltre importante per la cicatrizzazione delle ferite. Tra i sintomi da carenza vi sono un ritardo della crescita e soprattutto dello sviluppo sessuale, cefalee, alterazioni cutanee, dolori articolari, irritazioni alla lingua, perdita di gusto e odorato, unghie fragili, sensibilità al caldo e perdita di capelli. La causa di carenza è da ricercarsi in un deficit alimentare o in diete ricche di cereali, in diete poco naturali, nell'alcolismo e in alcune infezioni da parassiti.

    Zolfo: è presente in tutte le cellule dell'organismo per un totale di 140-150 gr, soprattutto nella cheratina (pelle e annessi: peli, unghie, capelli, ecc.). Favorisce la disintossicazione del filtro epatico e ha un effetto epatoprotettore. Serve inoltre all'ossigenazione del cervello e dei tessuti, nell'artritismo, nell'allergia e nelle affezioni cutanee.

    CONOSCERE IL PROPRIO LIVELLO DI MINERALI A DISPOSIZIONE

    Quattro sono fondamentalmente i sistemi migliori:

    1)  L'analisi del capello. Il mineralogramma del capello è un sistema sempre più in voga, che consiste nel far analizzare un quantitativo di circa un grammo di capelli, prelevati alla radice, da un laboratorio attrezzato appositamente. Fino a poco tempo fa non ve ne erano in Italia, ma recentemente anche il nostro Paese se n'è dotato. Questo test misura il quantitativo dei singoli minerali presenti nell'organismo e quindi i rapporti fra gli stessi, che spesso sono molto più importanti di eventuali carenze o eccessi.

        Un esempio per tutti: un'osteoporosi è sempre determinata da carenza di calcio nelle ossa, ma questa non è data necessariamente da una carenza effettiva di calcio a livello organico. Questo minerale, infatti, è reso disponibile per le ossa attraverso il tessuto connettivale delle stesse, che lo prelevano dai vasi sanguigni. Il calcio, però, viene metabolizzato dal magnesio nell'intestino e, se a quel livello si registra una carenza di questo minerale, il calcio entra nel sangue in modo non idoneo allo scopo (è più compatto e quindi non può essere prelevato dal tessuto connettivo delle ossa). Lo stesso accade quando il soggetto presenta un eccesso di calcio in confronto al quantitativo di magnesio. In definitiva, per la comparsa di osteoporosi il rapporto calcio-magnesio è addirittura più importante del quantitativo dei due singoli minerali.

    2)  La biorisonanza. L'apparecchiatura di biorisonanza è un macchinario che viene tarato sulla frequenza del soggetto. Sono state create piastrine o fiale caricate con la frequenza dei singoli minerali, quando questi sono presenti in quantità ottimale nel corpo. Questa apparecchiatura mette in rapporto la frequenza ottimale dei minerali e quella presente in quel momento nel corpo del soggetto. Quando questa macchina entra in biorisonanza nella misurazione di queste due frequenze, viene segnalata la carenza.

        Rispetto al caso precedente abbiamo lo svantaggio che quest'apparecchiatura non misura il quantitativo esatto dei minerali, ma solo la loro carenza e quindi non rileva neppure il rapporto fra minerali.

        Il vantaggio è invece che, mentre nel primo caso il tempo di risposta del test è di settimane, se non di mesi, questo metodo dà una risposta immediata e comunque molto significativa e attendibile.

    3)  Il mineralogramma sintomatico. Attraverso un questionario, che prevede la risposta a ottantatre semplici domande, si deduce l'eventuale carenza.

        Questo tipo di mineralogramma si basa sul fatto che tutte le funzioni biologiche del nostro corpo avvengono grazie a reazioni chimiche tra i minerali che lo compongono e quindi, sulla base di questo assunto, i sintomi vengono a indicare reazioni chimiche imperfette e di conseguenza la carenza di almeno uno dei minerali implicati in esse. A seconda poi del numero di volte in cui il singolo minerale viene segnalato come possibile causa del sintomo, si può risalire, con buona approssimazione, a una sua eventuale carenza.

        Le ottantatre risposte ci forniscono le indicazioni relative alle carenze minerali presenti in quel momento nel soggetto.

        Come nel caso precedente, rispetto al primo metodo vi sono lo stesso difetto e lo stesso pregio. Un difetto aggiuntivo è dato dal fatto che alle domande poste nel test non tutti sono in grado o vogliono, consciamente o inconsciamente, dare risposte completamente attendibili e quindi

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