Lo stretching dei meridiani: Liberare l'energia vitale per riconquistare il benessere psicofisico - NUOVA EDIZIONE
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Anteprima del libro
Lo stretching dei meridiani - Gianna Tomlianovich
sull’autrice
Ringraziamenti
Desidero ringraziare affettuosamente Daniela Niri, per la sua disponibilità e la pazienza nell’offrirsi come modella per le figure delle sequenze e Silvia Milano, per la cura con cui ha disegnato mappe e figure e per l’aiuto che mi ha dato nella revisione delle bozze.
Sono inoltre riconoscente a tutti coloro che hanno frequentato in questi anni i corsi di Stretching dei Meridiani®, per avermi permesso di modulare sempre meglio esercizi e aggiustamenti fattibili.
Un grazie particolare va infine a coloro che hanno accettato di sperimentare ciascuna sequenza per un mese, dandone poi resoconto scritto. Tra essi molti sono stati allievi della Scuola Keiraku Shiatsu, del cui programma lo Stretching dei Meridiani era parte integrante.
"Lo sperimentare i meridiani come flusso di energia vitale o come speciale sensazione di tensione durante gli esercizi di stretching permette di diventare consapevoli del proprio corpo e della condizione dei meridiani.
Per avere esperienza reale del proprio squilibrio e capirne la causa sottostante, è necessario permettere al corpo di diventare consapevole delle dinamiche dell’energia vitale dentro di sé.
Sentire gli squilibri di energia nel proprio corpo porterà a sua volta a un bilanciamento nell’equilibrio dell’energia.
L’interazione con questo fondamentale aspetto vitale può servire come principio guida della propria vita e gli squilibri di cui si diventa consapevoli possono essere compresi come riflesso della vita stessa.
Non appena si arriverà a capire, attraverso la pratica degli esercizi, come questi squilibri siano collegati con la propria vita, si sarà in grado di applicare questa comprensione al quotidiano, per trovare il modo di prevenire gli squilibri prima che si instaurino.
La cosa più importante da imparare è che la responsabilità di un dolore o di problemi fisici, localizzati in una parte del corpo come risultato finale di squilibri, non è da imputare a quella parte soltanto. Allora si potrà non preoccuparsi troppo di alleviare solo quel problema specifico".¹
Prefazione
L’argomento di questo libro nasce dalla mia volontà di mettere a disposizione di molti un sistema di esercizi mirati, accessibile finora solo a chi frequenta i miei corsi.
Dopo dieci anni di sperimentazione, posso dire di aver verificato sia la validità strettamente terapeutica di questo sistema sia, soprattutto, la sua capacità di mantenere e migliorare la salute non solo fisica, ma anche psichica ed emozionale di coloro che lo adottano al fine di liberare tensioni o aspetti in difficoltà della propria condizione.
Per meglio dire, l’obiettivo è quello di influire sull’energia del corpo umano, apportando in essa modificazioni benefiche, attraverso posizioni precise assunte dal corpo fisico, che portano in superficie
il canale energetico su cui si sta lavorando, e tecniche opportune che insieme ricaricano e liberano.
Il contesto teorico di riferimento è quello della MTC (Medicina Tradizionale Cinese) per alcuni aspetti e, per la maggior parte, del sistema filosofico e pratico di lavoro sui canali energetici, che il grande Maestro Shizuto Masunaga mise a punto negli anni Settanta del secolo scorso e che, nella mia lunga esperienza terapeutica e di insegnamento, ho rielaborato e arricchito con ciò che proviene da altri miei percorsi di studio e di conoscenza psicologica, esoterica, scientifica e di metodi finalizzati al benessere fisico e spirituale.
Perché il libro sia fruibile da tutti e per renderne l’uso più agevole, ciò che proviene dalla cultura orientale e che quindi può essere sconosciuto all’occidentale medio è spiegato in modo semplice, evitando ove possibile termini e concetti per addetti ai lavori
. Gli esercizi sono descritti in modo chiaro anche per chi non abbia molta dimestichezza con la terminologia specifica.
Si tratta quindi di un libro da usare come un manuale fisico-spirituale e utile soprattutto a chi cerca uno strumento per liberarsi da sé in modo semplice e potente, raggiungendo benessere fisico, crescita spirituale e dominio su ciò che causa dolore e sofferenza, senza dover ricorrere all’aiuto di altre persone, ma riconquistando il proprio potere e la propria interezza attraverso l’aumento della consapevolezza.
Questo testo sarà oltremodo utile a chi già studia o lavora nel campo dell’energia e delle medicine complementari
, soprattutto a chi opera nel campo dello shiatsu, perché metterà a disposizione del lettore un sistema ricco e completo che permetterà di sentire
su di sé, e quindi anche di verificare, il percorso dei meridiani e contemporaneamente di sperimentarne personalmente gli effetti e le funzioni.
Inoltre, per chi studia in questo ambito, è a disposizione, in appendice, una tabella che riporta le correlazioni tra i meridiani e i muscoli più importanti che essi nutrono nel loro percorso.
A tutti auguro un buon cammino!
Gianna Tomlianovich
Capitolo uno
L’uomo e il sistema filosofico orientale
La filosofia orientale e la medicina che vi attinge sono basate sulla corrispondenza analogica tra Cosmo e uomo; detto in altri termini, tra macrocosmo e microcosmo. Poiché le leggi che reggono l’Universo sono le stesse, si può comprendere l’uno riuscendo a spiegare l’altro. Basta compiere adeguate trasposizioni.
L’osservazione della natura portò alla definizione dei cicli in cui essa si sviluppa nel suo continuo mutamento: nelle ventiquattr’ore si alternano giorno e notte, alba e tramonto e così in un anno si alternano le quattro stagioni. La Luna ha il suo ciclo mensile di quattro fasi, ciclo che è anche giornaliero (vedi le maree, causate dalla sua forza di attrazione); il sole apparentemente sale e scende sull’orizzonte e così via. In questa continua alternanza ciclica e grazie a essa, tutto ciò che vive sulla Terra nasce, cresce, percorre un certo numero di ‘stagioni di vita’, declina e muore, per poi rinascere in altra forma analoga e continuare il proprio ciclo.
Tutto ciò che ha vita, quindi, manifesta un’alternanza tra due polarità, all’interno delle quali si possono schematicamente distinguere quattro fasi: le due polarità, opposte e complementari, furono chiamate dai cinesi yin e yang.² A esse appartengono le due fasi principali (per esempio, nel ciclo delle stagioni, inverno ed estate) a cui si aggiungono altre due fasi intermedie (primavera e autunno), in cui il potere delle due polarità è più equilibrato, perché uno sta calando mentre l’altro sta crescendo.
L’alternanza di yin e yang è perfettamente espressa dal simbolo del Tai-ji, mentre il ciclo delle stagioni dà un altro grafico a esso sovrapponibile, in cui viene esaltata la corrispondenza analogica di elementi tra loro diversi (talvolta diversissimi), ma legati tutti alla legge del quattro che governa la Terra.
Se l’estate è la stagione più calda, allora corrisponde, nell’arco del giorno, al periodo intorno a mezzogiorno e, tra gli elementi che hanno determinato la creazione (Aria, Fuoco, Acqua, Terra), al Fuoco; il suo punto cardinale sarà il sud e nella vita dell’uomo sarà rappresentata dall’età ‘focosa’ della giovinezza. Nel campo delle emozioni corrisponderà alla gioia, tra gli organi del corpo al cuore, tra i colori al rosso, ecc. Queste corrispondenze sono facilmente identificabili per ognuna delle quattro fasi.
Ai fini della nostra trattazione, restringiamo il discorso agli elementi della creazione, che sono gli stessi di cui parla anche l’Occidente antico (eccezion fatta per l’Aria, al cui posto c’è il Metallo), ma con l’aggiunta di un quinto, che i Cinesi chiamarono Legno. Li disposero come mostrato nella figura, con la Terra al centro e gli altri intorno. La Terra è al centro, perché nessuno degli altri elementi esisterebbe senza di essa.
Analogicamente, il grafico corrispondeva alla disposizione delle cinque province in cui era diviso l’impero cinese (il centro in cui risiedeva l’imperatore e quattro province corrispondenti ai punti cardinali). Tuttavia, perché i cinesi scelsero il Legno per la direzione est da cui sorge il sole?
Se pensiamo all’albero, esso è in realtà composto e nutrito dagli altri quattro elementi: la terra lo sostiene, l’acqua lo nutre attraverso la linfa, il fuoco (calore) gli impedisce di gelare, mentre il sole gli dona i colori smaglianti e delicati del suo abito, l’aria nutre le sue foglie, permettendogli di svolgere la fotosintesi clorofilliana.
Il legno è materia viva anche dopo che è stato tagliato: i mobili antichi (quelli costruiti con legno massello) ‘si muovono’ con le variazioni di temperatura, perché mantengono l’elasticità.
L’albero dà il via, con la sintesi clorofilliana, a un primo salto quantico, a una prima trasmutazione della spirale della creazione, fornendo con la filogenesi il nutrimento alle specie animali che sviluppano il movimento e quindi all’uomo. Si può dire che l’albero utilizzi elementi di base per raffinarli e ‘specializzarli’, unificandoli in una realtà di crescita evolutiva, che Madre Natura prima non possedeva, e indicando una direzione precisa, che è quella del suo fusto: verso l’alto, il sole, il cielo.
Il successivo salto di qualità evolutivo
è affidato all’uomo che, basandosi sulla propria realtà materiale animale e sulla propria intelligenza, da esse estrarrà, con l’aiuto della Luce divina, l’essenza spirituale della propria originaria divinità. Nella continuità dell’evoluzione ciò darà quindi il via a una nuova era e a un nuovo mondo.
Il senso e lo scopo di questo libro hanno a che fare proprio con questo processo.
Ricorrendo a un’immagine simbolica, possiamo pensare alle due polarità e ai quattro elementi di base in cui esse si manifestano nel succedersi delle ere, come al percorso della prima metà dell’intera creazione. Partendo dall’albero, è cominciata l’altra metà del percorso che, grazie al salto evolutivo umano, riporterà la creazione all’Uno da cui tutto è iniziato.
Il Tao produsse l’Uno, l’Uno produsse il Due, il Due produsse il Tre e il Tre diede vita alla moltitudine degli esseri particolari…
, dice il Tao Te Ching³; ma per tornare all’Uno occorre via via riunire ciò che nel Big Bang cosmico si è diviso. Ecco perché gli antichi Cinesi, con intuizione lungimirante, inserirono il Legno nel ciclo degli elementi, considerandolo l’elemento di sintesi spirituale, che lavora di concerto con gli altri nel costruire il divenire dei tempi.
Occupiamoci ora del microcosmo-uomo.
Non facciamoci ingannare dal termine micro. È vero che, in proporzione alla grandiosità dell’Universo, il singolo uomo è talmente minuscolo da risultare praticamente invisibile, ma, ingrandendo l’immagine, scopriamo che in miniatura nel corpo dell’uomo c’è tutto quello di cui è composto l’Universo.
Ci sono le stelle e i soli, i pianeti e le correnti energetiche, la materia e la luce, il gelo e il calore, i metalli, l’acqua, il fuoco e l’aria; ci sono le vibrazioni dei colori, dei suoni, della mente, delle emozioni oltre, ovviamente, alle vibrazioni dello Spirito. Come l’Universo, anche l’uomo è un intero costituito da parti via via più piccole fino ad arrivare a elementi, che possono essere osservati solo al microscopio.
Sono sicura che, se chiedessimo a un atomo di definire l’intero del corpo umano, lo descriverebbe come l’universo, il suo macrocosmo e al suo confronto, se provasse emozioni, si sentirebbe piccolo piccolo…
Noi sappiamo che ogni nostro atomo contiene ed è informato
dal nostro DNA, quindi è come noi, è noi. Contiene gli stessi geni che hanno determinato la nostra forma, il nostro carattere, le nostre peculiarità. Contiene le nostre memorie, la nostra volontà, le nostre potenzialità.
Chi ha posto in esso tutto ciò? Noi stessi, così come in noi, atomi del nostro Universo, sono depositate le memorie di tutta la Creazione e la volontà, le emozioni, insomma la Realtà del Proprietario di quel corpo tanto più grande di noi, ma di cui facciamo parte.
Riprenderemo più in là questo concetto. Per ora osserviamo come l’analogia funzioni: è sufficiente ingrandire o rimpicciolire la scala di riferimento. C’è anche chi è andato oltre l’atomo e oltre l’universo: la fisica riconosce che l’atomo è uguale, in piccolo, a un sistema solare con i suoi pianeti e l’astrofisica parla di universi paralleli.
Torniamo alla filosofia orientale: ciò che essa mantenne inalterato nella sua storia, e che l’Occidente nei secoli ha nascosto e dimenticato, è la consapevolezza della realtà energetica da cui è costruita (e anche distrutta) ogni forma materiale, sia essa grande o piccola, minerale, vegetale o animale.
L’Occidente ha ‘messo in soffitta’ questa verità quando, con Cartesio, si è rivolto all’indagine scientifica e al predominio della mente razionale e logica su quella intuitiva e ‘analogica’. Quest’ultima è sempre stata il dominio dell’Oriente.
In realtà Occidente e Oriente hanno fatto, nella storia dell’umanità, il gioco delle parti a beneficio dell’intero: l’uomo doveva sviluppare l’analisi e indagare scientificamente per cercare di comprendere il funzionamento della natura, perché attraverso quest’attività avrebbe sviluppato l’intelligenza. C’era però un prezzo da pagare: il rischio di perdersi nell’analisi sempre più minuziosa delle forme materiali, fino a dimenticare le origini divine proprie e di tutto ciò che vive, Terra inclusa, e la realtà energetica che gli dà la vita, di cui egli fa parte e che quindi deve servire. In effetti, identificandosi con il proprio corpo materiale e con il proprio cervello, l’uomo occidentale costruì un dio a livello corrispondente (ciò che è chiamato ego), che gli diede il potere sulla materia e sulla ‘creazione’ di macchine a lui soggette.
La realtà consequenziale al non sentirsi più parte di un Tutto, ma singolo individuo immerso in una realtà separata, ben presto fece nascere nell’uomo la paura e il bisogno di difendersi dai propri simili, visti come potenziali nemici. Questo generò l’arroganza di chi attacca per difendersi e domina per paura di essere dominato con, al seguito, tutte le patologie del pensiero e dell’azione che, mai come in questi tempi di cambiamento, vediamo esaltate.
A rallentare questa corsa al suicidio del genere umano arrivò, provvidenziale, l’apertura all’Oriente e quella dell’Oriente a noi.
Esso aveva scelto di fermare il proprio sviluppo evolutivo per conservare le ricchezze di conoscenza già conquistate, evitandone la perdita totale e di conseguenza preservando, per il bene dell’Umanità intera, la capacità di uscire dal tunnel nero in cui l’Occidente si sarebbe infilato.
Al momento opportuno le due metà della razza umana cominciarono a parlarsi, a scambiarsi le proprie ricchezze di conoscenza. Così, mentre l’Occidente esportava tecnologia, macchinari, indagini sulla psiche umana, coscienza individuale, scoperte scientifiche sulla realtà fisica dell’uomo e dell’Universo, l’Oriente aprì i suoi forzieri: antiche conoscenze della realtà energetica e del suo potere, e i metodi per conquistarlo.
In Occidente si cominciò a parlare di yoga, di qi gong, di arti marziali, di medicina ayurvedica e di macrobiotica, di agopuntura e di shiatsu, ma anche di sciamanesimo, di taoismo, di buddismo, di induismo. Le due culture cominciarono il lento processo di integrazione, facilitate dall’accorciarsi delle distanze dovuto a mezzi di comunicazione sempre più veloci. Questo accade da circa trent’anni e il processo continuerà necessariamente, coinvolgendo sempre più popoli e continenti (l’America del sud, l’Africa, il Medio Oriente), perché la razza umana, pur nelle difficoltà e nei pericoli che tale avvicinamento comporta, è destinata a essere e a rimanere una.
Parliamo ora della realtà, dimostrabile nei fatti, che è l’energia che crea la materia, ma anche che la materia può tornare a essere energia. L’energia è invisibile (sebbene non per chi abbia il terzo occhio aperto), la materia si vede. In realtà, la fisica ci dice che energia e materia non sono che forme diverse di vibrazione energetica: quella della materia è più densa e pesante dell’altra, tanto grossolana da diventare visibile a occhi materiali. Nel processo di costruzione, la forma fisica viene anticipata dalla corrispondente forma invisibile sulle cui linee di forza si comincia ad aggregare la materia. Vari studi con fotografie Kirlian⁴ mostrano come l’immagine del fiore che sarà visibile e sviluppata qualche giorno dopo, sia già presente nella sua realtà eterica⁵. Com’è questa, così sarà quello. Lo stesso succede a tutte le forme viventi, compreso l’embrione umano e, in tutte, la realtà energetica rimarrà poi compresente a quella fisica, sia internamente al corpo, sia come emanazione verso l’esterno.
Nel secondo caso parliamo di aura energetica (vedi l’aureola dei santi), nel primo di meridiani energetici.
Questi ultimi furono chiamati così, per analogia con i meridiani della Terra come appaiono sul mappamondo, dai primi occidentali che entrarono in contatto con la cultura medica cinese e con le mappe dei meridiani del corpo umano, che apparivano quasi tutti disposti verticalmente.
In realtà, si tratta di una sorta di canali in cui fluisce l’energia. Per meglio comprendere, possiamo usare l’immagine di canali di acqua che, scorrendo, nutrono i terreni che attraversano.
Tutto va bene fino a che non trovano impedimenti nel loro corso e il corpo fisico gode di salute e benessere. Ma, si sa, la vita è continuo squilibrio e continua ricerca di un nuovo equilibrio. Così, gli squilibri causati dalle esperienze che la vita ci propone si ripercuotono immediatamente nel nostro corpo energetico e fisico. Se il problema o la situazione torna facilmente alla normalità, anche l’impedimento al fluire delle energie si scioglie e il corpo fisico non soffrirà disturbi di sorta.
Se invece il problema non si risolve e diventa cronico, o l’impatto è stato traumatico, il flusso energetico è messo in difficoltà, così come quando una frana, staccatasi dalla montagna, occupa in parte o del tutto il letto del fiume sottostante o un albero dalla sponda crolla di traverso ostacolando la corrente. Fino a che non viene tolto l’impedimento, le zone circostanti subiranno danni: a monte della frana ci saranno inondazioni, a valle siccità.
Qualcosa di analogo succede nel corpo umano: l’energia del canale cronicamente ‘gonfio’ inonda i tessuti muscolari circostanti e lì si ‘fissa’, viene in essi trattenuta. Le cause possono essere un trauma emozionale troppo forte per essere lasciato andare con facilità e che quindi cronicizza il blocco, oppure una situazione emozionale pesante, magari non molto forte, ma ripetitiva; può trattarsi anche di una postura sbagliata o della volontà di rendere scultoreo il proprio corpo con un sistema di allenamento faticoso ed estremo, come nel body building o nella pesistica. In tutti questi casi, una parte del corpo è in difficoltà e prima o dopo manifesta un sintomo che richiama la nostra attenzione su di essa. È ciò che noi chiamiamo malattia.
Se il sintomo non riesce nell’intento di segnalare la difficoltà energetica sottostante e la cura che riceve riguarda solo l’aspetto fisico, il problema si interiorizza e vengono colpiti anche gli organi interni.
In realtà, ogni sintomo del corpo fisico non ha la causa in se stesso, ma è l’effetto visibile di una causa invisibile, perché energetica. Va da sé che, per risolvere definitivamente la malattia fisica, occorre operare allora al livello della causa, dopo averla scoperta. Altrimenti essa troverà altre vie sintomatiche, di solito sempre più gravi, per farsi notare.
Se l’effetto è nel fisico, la causa è nello psichico o ancora più nel sottile: nell’ambito astrale o mentale o addirittura spirituale (per esempio nel caso di malattie karmiche).⁶ Occorre allora sapere che le funzioni di ciascun meridiano riguardano tutti questi livelli.
Nella nostra cultura teniamo distinti, anche se interagenti, i livelli materiali, emozionali, mentali e spirituali del nostro corpo, che immaginiamo li contenga tutti al suo interno. C’è addirittura chi mette all’origine degli aspetti emozionali e mentali processi neurologici, cerebrali, mentre lo spirito abita da qualche parte fuori di noi, forse nell’alto dei Cieli
.
Si tratta comunque di una divisione in orizzontale, che ci separa in ‘parti’: così andiamo dall’osteopata e dall’internista per curare il malanno fisico, ma dallo psicanalista o dallo psichiatra per curare la psiche e dal prete per curare lo Spirito. Spesso la cura dell’uno danneggia il rapporto affidato all’altro (vedi gli psicofarmaci, per esempio) ed entrambi danneggiano il terzo.
Insomma, tra essi non c’è collaborazione, ma separazione e incomprensione. Le conseguenze sono a carico nostro e ci portano a considerare noi stessi come separati in parti.
La suddivisione orientale è invece verticale, in quanto ogni meridiano presiede a funzioni specifiche, che però riguardano tutti i livelli nominati prima. La distinzione è solo, diciamo, di gravità di squilibrio nell’intensità e nel tempo, che fa sì che dalla causa originaria si arrivi alla malattia. Tuttavia, poiché la causa risiede sempre nel campo energetico, se individuata in tempo e curata a livello di energia, può anche non arrivare mai a manifestarsi come sintomo della malattia fisica. Non a caso la medicina orientale è soprattutto preventiva. Nell’antica Cina il medico di corte s’impegnava a mantenere in salute l’imperatore. Se questo moriva, il medico veniva messo a morte, perché aveva mancato al suo compito. E comunque il medico cinese antico veniva pagato solo dopo la guarigione e solo se essa avveniva.
La suddivisione dei meridiani per funzioni ha uno scopo puramente didattico, mentre nel profondo ogni meridiano è collegato a tutti gli altri, perché il circolo energetico è uno e mai va dimenticato che la persona è un intero. Ecco quindi che a dover essere curata non è la parte che presenta il problema, ma l’intero che, attraverso il sintomo, manifesta una difficoltà in una sua parte. Il compito del terapeuta è allora quello