Riflessi dal passato

Di Lucia Carpenetti

Savannah sta vivendo un periodo delicato della sua adolescenza, oltre alla separazione dei suoi genitori, si è appena trasferita con la madre in provincia, dove non conosce nessuno. Strani avvenimenti e visioni inquietano la ragazza, ma il nuovo liceo è un ambiente amichevole e uno dei ragazzi attira la sua attenzione. L'amore anche se contrastato, può sopravvivere alla morte, come un monito per non dimenticare gli errori del passato.

• Lingua: Italiano
• Editore: editrice GDS
• Data di uscita: 1 dic 2013
• ISBN: 9788867822126

Anteprima del libro

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Lucia Carpenetti

Riflessi del passato

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Riflessi dal Passato

«Savannah ti prego, levati quelle cuffie dalle orecchie e vieni ad aiutarmi a scaricare le cose dalla macchina! »

Era divertente vedere mia madre che gesticolava  come una pazza in piedi davanti allo sportello aperto del sedile posteriore della vecchia Ford familiare, sul quale mi ero abbandonata a sonnecchiare per tutto il viaggio ascoltando i miei brani  preferiti dall’i-pod.

La fissai dal basso verso l’alto con un’espressione non troppo convinta, prima di trascinarmi pigramente fuori dall’auto. Eravamo arrivate nella terra d’esilio del dopo divorzio. Era incredibile, mio padre, pur di liberarsi di noi il più in fretta possibile si era affrettato a staccare un cospicuo assegno a suo nome, senza obbiettare su alcuna condizione che lei gli aveva imposto, compresa la richiesta del mio affidamento esclusivo. Figuriamoci, nonostante avesse cercato di mostrarsi dispiaciuto per il distacco, quello era solo un favore che lei gli aveva fatto, liberandolo da un peso che ora avrebbe dovuto sopportare solamente per due o tre settimane l’anno.

Eppure, nonostante i soldi e le facilitazioni ottenute, mia madre si era affrettata a vendere la casa dove avevamo abitato fino ad allora, per acquistare un rudere in periferia e stravolgere così tutte le nostre abitudini. Come se cambiare quartiere bastasse a dare una svolta alle nostre vite.

Sospirai, ormai era fatta, Westhampton era casa nostra ora e lunedì avrei conosciuto l’altisonante Henrico High School; ed i miei nuovi compagni di corso. Avevo sempre compatito quei poveri studenti che si inserivano nella mia classe ad anno iniziato, con gli occhi di tutti puntati addosso, analizzati al microscopio come cavie da laboratorio; ed ora, l’idea di ritrovarmi in quella situazione non mi sorrideva affatto.

Fissai pensierosa da sotto la mia folta frangetta bionda, sempre un po’ troppo lunga e ispida, il luogo dove avrei abitato d’ora in avanti. Non si poteva dire che non fosse spaziosa, forse troppo per due persone sole. Un tempo doveva essere stata anche un’abitazione di pregio, ma ora non faceva una grande impressione. Strutturata su due piani, la casa di mattoni