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Il Cinema di Franco Battiato Un mezzo di Conoscenza
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E-book181 pagine2 ore

Il Cinema di Franco Battiato Un mezzo di Conoscenza

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Info su questo ebook

Mi è capitato di leggere recensioni di gente che ha colto lo spirito delle mie opere.
Ritengo che il saggio qui proposto abbia con rigore ed estrema attenzione sviscerato le dinamiche inerenti alle mie scelte autoriali.
Lo considero un lavoro completo e prezioso che in maniera esaustiva omaggia il mio cinema.
Franco Battiato
LinguaItaliano
Data di uscita18 gen 2012
ISBN9788878534438
Il Cinema di Franco Battiato Un mezzo di Conoscenza

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    Anteprima del libro

    Il Cinema di Franco Battiato Un mezzo di Conoscenza - Graziana Di Biase

    BIBLIOGRAFICHE

    PREFAZIONE

    Mi è capitato di leggere recensioni di gente che ha colto lo spirito delle mie opere. Ritengo che il saggio qui proposto abbia con rigore ed estrema attenzione sviscerato le dinamiche inerenti alle mie scelte autoriali. Lo considero un lavoro completo e prezioso che in maniera esaustiva omaggia il mio cinema.

    Franco Battiato

    RINGRAZIAMENTI

    A Carlo Guaitoli per la sua sensibilità e preziosa disponibilità.

    A Fabrizia Barresi per la sua amicizia e professionalità che per fortuna mi accompagnano da anni.

    A Paolo Fortugno … perché è da queste piccole cose che ne nascono di grandi….

    A Paola Carbone per essersi fidata della sua vena artistica.

    A Franco Battiato per avermi regalato un sincero confronto.

    Illustrazione di Paola Carbone da un’idea di Graziana Di Biase.

    CAPITOLO 1 - Cinema d’autore

    1.1 Biografia

    Sono convinto che un artista vero sia in grado di esprimersi attraverso tutte le diverse forme artistiche: la musica, la danza, la pittura, fanno tutte parte di un tutt’uno. Il passaggio tra forme espressive poi – nel mio caso – è avvenuto in maniera del tutto naturale.

    (Franco Battiato)

    Franco Battiato nasce a Jonia, nell’entroterra di Catania, il 23 marzo 1945. Figlio di una famiglia modesta e tradizionalista, trascorre un’infanzia serena circondato soprattutto dal mondo femminile: sua zia faceva la sarta e dava lezioni di cucito a numerose donne del paese. Impara a suonare la chitarra da autodidatta, spiando gli accordi durante le feste. Frequenta le scuole con ottimo profitto fino al diploma, scegliendo di non intraprendere la carriera universitaria.

    All’età di venti anni decide di lasciare il suo paese per trasferirsi a Milano. Cerca faticosamente di inserirsi nel mondo musicale della città; accompagna Ombretta Colli alla chitarra nei cabaret milanesi. Incide, ricantandole, alcune hit di Sanremo allegate ad una rivista enigmistica e per sbarcare il lunario le distribuisce in qualità di fattorino. Si esibisce con il conterraneo Gregorio Alicata, già pianista di Edoardo Vianello, in un duo dal nome Gli Ambulanti con un repertorio di canzoni di protesta. I due si esibiscono davanti alle scuole all’uscita degli studenti, suscitando molta curiosità, ed è proprio in queste circostanze che vengono notati nel 1967 da Giorgio Gaber, che li presenta alla casa discografica Ricordi. Il disco però viene bocciato dopo un provino in sala di incisione. Il duo si scioglie e Battiato decide di continuare da solo. Proprio Giorgio Gaber gli procura un contratto con la Jolly grazie al quale incide ufficialmente i primi singoli La Torre, Il mondo va così, e Triste come me. Ha anche un’esperienza come attore teatrale recitando in un ruolo di contorno con Tino Carraro e Elsa Merlini in un’opera di William Shakespeare, Molto rumore per nulla. Collabora con Gaber scrivendo … E allora dai! presentata al Festival di Sanremo del 1967. Nel 1968 cambia casa discografica e abbandona il genere di protesta per incidere dischi romantici di più facile ascolto. Nel 1969 partecipa alla gara canora Un disco per l’estate organizzata dalla Rai a Saint Vincent con il brano Bella ragazza da lui scritta con Logiri pur non risultando vincitore. Quell’anno vinse infatti la canzone di Mario Tessuto Lisa dagli occhi blu. Sempre nel 1969 un numero di Topolino gli dedica un albo d’oro e lo celebra come un personaggio singolare che si piazza onorevolmente tra i cantanti degni di considerazione.

    Agli inizi degli anni Settanta Battiato comincia a stancarsi delle canzoncine da lui così definite e si dedica agli esperimenti di avanguardia. Questo cambio di direzione coincide con una profonda crisi personale e spirituale che lo porta a scoprire il valore della sapienza orientale. Rimane affascinato da quanto scrivono i maestri Paramahansa Yogananda, Sri Aurobindo ed altri circa la vera Realtà e il senso profondo della vita e della morte. Inizia a cercare una strada alternativa alla musica e all’arte di consumo. Cerca, tramite la meditazione, di risolvere dentro di sé le contraddizioni della vita in modo da esserne condizionato sempre meno.

    Nel 1972 continua le sue collaborazioni questa volta con un gruppo di jazz rock progressivo gli Osage Tribe e con Riccardo Pirolli usando lo pseudonimo Genco Puro & Co. Passa ad una nuova etichetta discografica Bla Bla, per la quale nel 1972 compone un concept-album Fetus, uno dei primi album del progressive italiano con un feto umano in copertina, all’epoca censurata. L’album, vincitore del Premio Billboard Europa come opera prima, è dedicato a Aldous Huxley, lo scrittore inglese dedito alle ricerche sugli stati di coscienza e scrittore di libri a metà strada tra fantascienza e biogenetica. La musica di Fetus conduce in un viaggio attraverso il corpo dell’uomo, tra genetica, musica elettronica, mistero e impulsi di vita, nell’ambito del concetto mistico di un ritorno fetale al mondo nuovo. La nuova strada intrapresa è interrotta da un servizio militare svolto controvoglia ad Udine, tra finti svenimenti e l’incontro con un commilitone, Roberto Camisasca¹.

    Dai cassetti della sua casa discografica esce il 45 giri delirante La convenzione paranoia, sintomo di una crisi irrisolta.

    Nel 1973 compone Pollution. Non è dichiarato ma la sporcizia e lo smarrimento sembrano riguardare anche le meccaniche del corpo (Plancton). Il disco è collegato ad un esperimento di spegnimento dei motori a scoppio in Italia. Battiato si pone interrogativi sulla vita e sul destino umano (Io a che corpo appartengo, io?). L’album finisce in hit parade. Comincia a girare l’Italia in folli happening che incuriosiscono anche il mercato estero fino ad arrivare al musicista Karl Heinz Stockhausen; è famoso l’aneddoto secondo cui Stockhausen una sera scoprì che Battiato non sapeva leggere la musica, ci rimase male e gli impartì la prima lezione di teoria e solfeggio. All’epoca Stockhausen aveva detto che era il miglior musicista italiano – come ricorda il maestro Giusto Pio – e Battiato non conosceva neanche la notazione musicale. Erano diventati amici e, quando Stockhausen l’ha scoperto, gli ha detto che doveva studiare. E allora ha studiato teoria, solfeggio, composizione, pianoforte, e poi anche il violino e l’oboe.

    A Milano Battiato si immerge nello studio del solfeggio, in un primo momento da autodidatta, poi si iscrive al corso di composizione e armonia presso il Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano sotto la guida del maestro Renato Dionisi. Sempre nel 1973 esce Sulle corde di Aries, nel quale fonde Oriente e Occidente. Può essere definito un disco psicanalitico dove indaga sul destino e il significato dell’uomo. Nello stesso anno gira l’Europa proponendo la sua musica. Incontra i Velvet Underground² e Stomu Yamast’ha³. Conosce musicisti indiani e fa ricerca sul potere ipnotico dei suoni tecnica che in parte verrà applicata nel suo album successivo del 1974 Clic, dedicato a Karl Heinz Stockhausen. In esso unisce infatti lo stile dello stesso Stockhausen e quello di John Cage.

    In merito a questo lavoro Battiato afferma che nella nuova musica il suono non è più imitazione della natura ma è natura esso stesso: la musica diventa scienza. Utilizza un VCS3⁴ e un organo a canne del Duomo di Monreale per incidere un altro disco M.lle le Gladiator. Risulta un disco incomprensibile ci sono solo 3 brani e il lato A è suonato con il VCS3, il lato B con l’organo. È il disco di rottura con la Bla Bla.

    È innegabile che tutta la produzione degli anni Settanta sia stata influenzata dal libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto dove Pëtr Demianovič Ouspensky⁵ espone la dottrina di Georges Ivanovič Gurdjieff⁶.

    Nel 1977 Battiato passa alla Ricordi e nasce il nuovo album Battiato composto di 2 brani di circa venti minuti ciascuno. Za, quasi completamente strutturato su un solo accordo e Cafè-Table-Musik, che prende spunto dal nome che Marcel Proust dava a certi suoi libri: un collage, definito così dallo stesso Battiato, per pianoforte e soprano. Inizia qui la collaborazione con Giusto Pio, violinista dell’orchestra della Rai. Il primo lavoro commissionato è una colonna sonora per il film TV su Brunelleschi, ma sarà rifiutato dalla casa di produzione. Tutto il lavoro confluisce in Juke Box del 1978: sei pezzi di vario genere in cui convogliano molti artisti che diventeranno suoi amici… Giusto Pio, la scrittrice svizzera Fleur Jaeggy, il pianista Antonio Ballista, il cantante-autore Juri Camisasca. Con lo pseudonimo di Astra scriverà canzoni per Catherine Spaak e con Giusto Pio arrangerà brani di Giorgio Gaber. Il 1978 è anche l’anno di un altro album sempre per la Ricordi, L’Egitto prima delle sabbie. È uno studio sulle intensità e le risonanze dei suoni: la sua varietà è data esclusivamente dall’uso continuamente mutato del pedale. Il titolo dell’opera fa riferimento ad una teoria⁷ di Gurdjieff.

    L’album vinse il premio Stockhausen rendendo possibile una collaborazione tra i due. Alla fine degli anni Settanta Battiato abbandona l’avanguardia. Dichiarerà: "La musica dodecafonica⁸ è stata per la musica quello che oggi i filmini pornografici sono per il sesso. E ancora più duramente affermerà: Molte sono purtroppo le invenzioni assolutamente ridicole in partenza, che diventano irresistibilmente comiche quando arrivano ad essere definite avanguardie".

    Nel 1979 Battiato passa alla EMI. Nasce l’album L’era del cinghiale bianco con la convinzione che la vera musica classica del nostro tempo è il pop. L’album vede la collaborazione di Pio Giusto (così nelle note di copertina), Antonio Ballista, Tullio De Piscopo e Alberto Radius. La Rai TV e la radio ne mandano in onda alcune note, mentre la figura allampanata di Battiato, i suoni orientali, i testi inconsueti, iniziano a interessare un pubblico più vasto. Il tour di quindici date riceve lusinghieri consensi. Anche questo album è impregnato della filosofia di Gurdjieff; Battiato si domanda perché c’è un così grande divario tra le diverse origini dell’uomo, la sua missione nell’universo e, all’opposto, l’apparente degenerazione dei valori. Perché ci sono tutti questi esseri addormentati? Hanno tutti un enorme terrore di risvegliarsi; la vera, reale, libertà, infatti carica di responsabilità, meglio allora combattere per falsi problemi, ideologie, illusioni, idee fisse, usare violenza al prossimo, uccidere chi non la pensa come te, organizzare false rivoluzioni …⁹.

    Nell’album è riportata, accanto ai testi dei singoli pezzi, una lunga nota redatta da Francesco Messina altro amico di Battiato. Egli afferma che è pressoché impossibile spiegare i suoni con le parole, casomai è vero il contrario: Il suono è la vita stessa che può animare un pensiero stecchito restituendogli l’emozione dimenticata nella penna, nella testa, nelle tasche, o Dio solo sa dove. Messina parla della necessità di non orientare la propria vita a guardare solo fuori di sé, all’esterno, né soltanto nella propria interiorità: Bisogna fare entrambe le cose, contemporaneamente. È un album fondamentale, questo, che introduce il pop-sapienziale di Battiato, il quale spinge la sua ricerca alle radici del significato della vita e del segreto dell’opera dell’uomo e della sua origine. Come lo stesso Battiato afferma: Il cinghiale bianco indicava presso i Celti il sapere spirituale, la Conoscenza. Penso che sia venuto il momento di non perdere più tempo appresso ai problemi sociali ed economici, facendoli apparire come inesorabilmente oppressivi ed unici responsabili del nostro star male. Perdere tempo intorno alla dialettica servo-padrone ha il solo scopo di allontanare dai problemi ben più seri e fondamentali quali per esempio la comprensione dell’universo e della relazione nostra con esso. Un esempio: questa estate ho fatto un corso di ceramica. C’era un maestro che insegnava le sue tecniche e noi eravamo i suoi discepoli. Quale poteva essere il problema? Lui sapeva e noi dovevamo apprendere. In me non c’era invidia verso di lui, ma un ottimo rapporto di voler entrare in possesso delle sue conoscenze, per padroneggiare meglio la materia.

    Il 1980 è l’anno di Patriots, un disco dove l’impiego dell’ironia è più sottile che nel precedente. La canzone Up patriots to arm prende il titolo da una scritta in un pub scozzese; è una chiamata alle armi dell’intelligenza e del sarcasmo contro la stupidità e i luoghi comuni. Cresce il pubblico degli acquirenti e nei concerti.

    L’industria discografica si accorge del fenomeno e gli affida l’ennesimo tentativo di rilancio di Carla Alice Bissi. L’esperimento riesce fino ad arrivare alla vittoria della giovane artista a Sanremo 1981 con Per Elisa.

    Nel 1981 grida La voce del padrone. Uno degli album italiani di maggior successo scritto secondo quanto afferma Battiato solo per scommessa: Ho fatto canzoni di successo scommettendo che sarei arrivato primo in classifica. Voglio fare i soldi ho detto. Vende oltre un milione di copie: Ho pagato 350.000.000 di tasse soleva ripetere allora il musicista a chi gli chiedeva del successo del disco. Con aria distaccata, Battiato dimostra che calcolo e apparente freddezza, se vissuti con intelligenza, possono diventare emozione. Si presenta alla Biennale di Venezia dietro un banchetto con microfoni da comizio politico, protetto da impenetrabili occhiali da sole e con alle spalle Giusto Pio e un gruppo di finti gondolieri. Sull’etica, la politica e la cultura italiana viene sventolata Bandiera Bianca.

    Diventa un caso di costume: se ne copiano i testi, l’abbigliamento, le sonorità, persino la grafica dei lavori. Sulle discussioni che vedono contrapporsi il mondo dello spettacolo su Battiato cialtrone, sex symbol o genio,

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