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Rino Gaetano: il figlio unico della canzone italiana
Rino Gaetano: il figlio unico della canzone italiana
Rino Gaetano: il figlio unico della canzone italiana
E-book97 pagine49 minuti

Rino Gaetano: il figlio unico della canzone italiana

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Info su questo ebook

Trentuno anni, sei dischi e tra Tu, forse non essenzialmente tu, prima traccia dell’LP Ingresso libero (1974) e Scusa Mary, l’ultimo titolo di E io ci sto (1980), decine di pezzi destinati a cambiare la musica leggera italiana, proponendosi come colonna sonora di un immaginario collettivo ben più ampio rispetto a quello contrassegnato dal tempo in cui Rino Gaetano scrisse e interpretò le sue canzoni.
Ma chi era Rino Gaetano? Quali furono le fonti della sua ispirazione? A chi parlava la poetica trasgressiva e struggente che attraversa il suo lavoro? E per quali motivi il suo stile, profondo e disincantato al tempo stesso, contribuì a renderlo con il tempo un personaggio tanto popolare quanto scomodo?
Ripercorrendo la storia del cantautore nato a Crotone e cresciuto a Roma, Yari Selvetella dedica a Rino Gaetano una biografia dove la vita dell’artista – stroncata da un discusso incidente d’auto il 2 giugno del 1981 – s’intreccia con quella delle sue opere in un libro indispensabile per conoscere o riscoprire il figlio unico della canzone italiana.
LinguaItaliano
Editoreamazon
Data di uscita3 giu 2021
ISBN9788867182947
Rino Gaetano: il figlio unico della canzone italiana

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    Anteprima del libro

    Rino Gaetano - Yari Selvetella

    internet

    Rino Gaetano, ragazzo

    Premessa dell'autore

    Questo breve libro su Rino Gaetano viene oggi ripubblicato a sedici anni dalla sua prima edizione. Se ripenso all’epoca in cui lo scrissi, e cioè all’inizio del 2001, la prima sensazione che provo è la straordinaria prossimità di quel periodo: la scrivania della mia camera, i miei floppy disk, l’immagine di me che sul balcone canto a squarciagola Fabbricando Case alle gru che in via San Biagio Platani costruiscono gli ultimi avamposti di Tor Bella Monaca. Io sono lì, in totale contraddizione con la roboante cifra che descrive questo lasso di tempo: sedici anni, non sembra vero.

    Se invece penso a quante cose sono cambiate nel frattempo – alcune proprio a partire da quel 2001 che finì per dimostrarsi horribilis – l’impressione è di un salto la cui sventatezza dura da interi decenni. Si tratta senz’altro di un turbamento tipico di chi si avvia alla maturità, ma che voglio in questa sede utilizzare per qualche ricordo e riflessione.

    Quando mi misi in testa di scrivere il libro su Rino Gaetano, non ne esistevano altri. Solo dopo l’uscita del mio, il 2 giugno 2001 (grazie all’interessamento dell’amico Maurizio Macale, che mi presentò alle edizioni Bastogi), venni a sapere che esistevano altri progetti simili, tra cui una bella biografia ufficiale corredata di immagini e testimonianze dirette scritta da Emanuele Di Marco per StampAlternativa, che andò in libreria appena pochi giorni dopo. Non era che l’inizio di una vasta e complessa bibliografia che si rinnova di anno in anno e a cui, a dire il vero, ho smesso di interessarmi da un po’. Tra i titoli che scorro sul sito Ibs.it mi colpisce senz’altro, ma non mi stupisce più di tanto, Chi ha ucciso Rino Gaetano? Il coraggio di raccontare: un’indagine tra massoneria, servizi segreti e poteri economici di Bruno Mautone, il quale mi sembra sottilmente avallare la tesi che dietro l’incidente che portò via Rino Gaetano il 2 giugno del 1981, a soli trentuno anni, ci siano innominabili trame che conducono dritte a fattispecie omicidiarie.

    Quando iniziai a scrivere, dicevo, non possedevo nemmeno tutti i dischi di Rino: un paio di vecchi LP, molte musicassette compilative, uno o due CD. Cominciai a chiedere in giro e dovetti constatare che molti addirittura confondevano Rino Gaetano con un altro cantante dal nome simile ma decisamente diverso per stile e genere: Mino Reitano. Allora esistevano ancora molti negozi di dischi, ma nessuno aveva tutti gli album di Rino. Alla fine me li prestò Angelo Sigaro Conti, il cantautore della Banda Bassotti, al quale avevano regalato un cofanetto uscito qualche anno prima. Me lo diede nonostante lo custodisse con una sorta di devozione.

    Non c’era Youtube. Non c’erano gli archivi digitalizzati dei quotidiani. Non c’erano le teche della Rai on line. In giro si trovava solo qualche compilation. Non c’era soprattutto la convinzione diffusa che quel ragazzo di Montesacro nato a Crotone, inghiottito da una notte all’inizio degli anni Ottanta, fosse uno tra i più importanti cantautori italiani.

    Il suo tesoro era ancora per lo più intatto; noto a molti, certo, amato, ma ancora non sufficientemente conosciuto. La consapevolezza di quanto fosse importante il lavoro di Rino Gaetano era privilegio di alcune migliaia di persone che, tenacemente, in tutta Italia tenevano viva la sua memoria, ma che di lì a poco sarebbero diventate il numero che era giusto che fossero: milioni.

    Nell’internet di allora, per documentarsi, esistevano solo alcune meritorie pagine in cui racimolare vaghe informazioni biografiche. La sorella di Rino, Anna Gaetano, aveva messo su una cover band, i Ciao Rino (alla quale sarebbe seguita poi la Rino Gaetano band e molte altre) in cui suonava, insieme a bravi musicisti come Gianfranco Mauto e Alessandro D’Orazi, anche suo figlio Alessandro. Al festival romano Enzimi, per il settembre di quell’anno, si organizzò una bellissima serata in cui i giovani cantautori più interessanti dell’epoca (tra questi Bandabardò, Sergio Cammariere, Raiss degli Almamegretta, Bobo Rondelli, Paola Turci, Max Gazzè) interpretarono i brani di Rino. Lavorando io nell’organizzazione del festival, riuscii anche a ottenere un bootleg del concerto, che tuttavia mi fu rubato poco dopo dallo stereo della macchina. Ricordo, tra le altre, un’intensa Escluso il cane di Marina Rei.

    Il fenomeno di lì a poco, come suol dirsi, esplose. Rinose lo meritava. Senza dubbio. Vennero compilation una dopo

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