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Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame
Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame
Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame
E-book145 pagine1 ora

Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame

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Info su questo ebook

Iniziare bene il colloquio dell’Esame di Stato, buona idea… La legge concede al candidato la possibilità di aprire con un argomento a scelta, e l’occasione va sfruttata al meglio, dimostrando “conoscenze, abilità e capacità critica”. Se per questo serve una tesina, prepariamola! Facendo attenzione a quanto la normativa dice sul colloquio orale, nel testo si danno indicazioni operative e consigli pratici, con i necessari esempi.
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2016
ISBN9788893326216
Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame

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    Anteprima del libro

    Tesina. Norme, prassi e miti del colloquio d’esame - Emiliano Buggio

    stato.

    La normativa

    Sono certo pochi coloro che possono vantare come passatempo prediletto la lettura della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ed è strano immaginarceli che so, sotto l’ombrellone in pieno agosto a Rimini mentre sfogliano le ultime norme sull’attività venatoria dei territori collinari della pianura campana.

    Ma ai fini del nostro indagare dobbiamo iniziare proprio dalla legge.

    Nel nostro caso possiamo rivolgerci all’Ordinanza ministeriale n. 11 del 29 maggio 2015, Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2014/2015.

    Il titolo è inquietante, senza contare poi la sfilza di VISTO che segue, in cui si richiamano leggi uscite tra il 1994 e i giorni nostri. A volersele leggere tutte ne vien fuori una splendida tesina d’esame!

    Andiamo subito all’ART. 21, intitolato proprio Colloquio; lo riportiamo per intero.

    Art. 21 Colloquio

    1. Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite, di collegarle nell’argomentazione e di discutere ed approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Esso si svolge su temi di interesse multidisciplinare, attinenti alle Indicazioni Nazionali per i Licei e alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali, relativi ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso. Il colloquio si svolge in un'unica soluzione temporale, alla presenza dell’intera commissione. Non possono sostenere il colloquio più candidati contemporaneamente.

    2. Il colloquio ha inizio con un argomento disciplinare o pluridisciplinare, scelto dal candidato, anche riferito ad attività o esperienze attuate durante l’ultimo anno del corso di studi secondo quanto previsto dal precedente articolo 14, comma 4 (vedi sotto). Preponderante rilievo deve essere riservato alla prosecuzione del colloquio, che, in conformità dell'articolo 1, capoverso articolo 3-comma 4, della legge 11 gennaio 2007, n. 1, deve vertere su argomenti di interesse multidisciplinare e con riferimento costante e rigoroso al lavoro didattico realizzato nella classe durante l'ultimo anno di corso. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra questione di cui il candidato individua le componenti culturali, approfondendole. Ẻ d’obbligo, inoltre, provvedere alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte.

    3. Per quanto concerne l’accertamento della conoscenza della disciplina non linguistica (DNL) veicolata in lingua straniera, il cui insegnamento sia stato effettuato con la metodologia CLIL, il colloquio potrà accertare anche in lingua straniera le competenze disciplinari acquisite, qualora il relativo docente venga a far parte della Commissione di esame in qualità di membro interno.

    4. La commissione deve curare l'equilibrata articolazione e durata delle diverse fasi del colloquio. Si precisa che i commissari sia interni che esterni, allo scopo di favorire il coinvolgimento nel colloquio del maggior numero possibile delle discipline comprese nel piano degli studi dell’ultimo anno di corso, conducono l’esame in tutte le materie per le quali hanno titolo secondo la normativa vigente.

    5. La commissione, ai fini dell'accertamento delle conoscenze, competenze e capacità, organizza il colloquio, tenendo conto anche delle eventuali esperienze condotte in alternanza scuola lavoro, stage e tirocinio opportunamente e dettagliatamente indicate nel documento del consiglio di classe di cui al precedente articolo 6.

    6. La commissione d'esame dispone di 30 punti per la valutazione del colloquio. Al colloquio giudicato sufficiente non può essere attribuito un punteggio inferiore a 20.

    7. La commissione procede all’attribuzione del punteggio del colloquio sostenuto da ciascun candidato nello stesso giorno nel quale il colloquio viene espletato. Il punteggio viene attribuito dall'intera commissione a maggioranza, compreso il presidente, secondo i criteri di valutazione stabiliti in sede di riunione preliminare e con l'osservanza della procedura prevista per le prove scritte di cui all'articolo 20.

    8. Per i candidati delle classi/commissioni interessate al Progetto ESABAC si rinvia a quanto specificato nel decreto ministeriale 8 febbraio 2013, n. 95.

    Art. 14

    4. Prima dell'inizio dei colloqui, in prosecuzione dei lavori iniziati nella riunione preliminare di cui al successivo articolo 15, la commissione completa l'esame dei fascicoli e dei curricoli dei candidati. La commissione, inoltre, ai fini di una adeguata organizzazione delle operazioni inerenti il colloquio, esamina i lavori presentati dai candidati e finalizzati all'avvio del colloquio. Il Presidente nel giorno della prima prova scritta invita i candidati, indicando anche il termine e le modalità stabilite precedentemente dalla commissione, a comunicare la tipologia dei lavori prescelti per dare inizio al colloquio, ai sensi dell'articolo 5, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 323 del 1998. I candidati dovranno specificare:

    a) titolo dell'argomento;

    b) esperienza di ricerca o di progetto;

    c) esperienza di alternanza scuola-lavoro, stage o tirocinio.

    E proprio qui ci sembra di trovare tutte le risposte che schiere di studenti han sempre sognato.

    Il colloquio viene diviso in tre parti:

    ha inizio con un argomento disciplinare o pluridisciplinare, scelto dal candidato (nella precedente Ordinanza ministeriale si faceva riferimento alla presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelte dal candidato, o di un argomento, sempre scelto dal candidato; rientrava fra le esperienze di ricerca e di progetto la presentazione di lavori preparati durante l’anno, anche con l’ausilio degli insegnanti);

    la prosecuzione del colloquio deve vertere su argomenti di interesse multidisciplinare proposti al candidato, con riferimento costante e rigoroso ai programmi svolti nell’ultimo anno. Tali argomenti vengono proposti tramite: un testo, un documento, un progetto o altra questione. Il candidato ne individua le componenti culturali e le discute. A questa parte l’Ordinanza dà rilievo preponderante nel contesto del colloquio;

    è infine d’obbligo la discussione degli elaborati relativi alle prove scritte.

    Noi speravamo di sapere dal legislatore se la tesina deve essere multidisciplinare oppure interdisciplinare; la legge invece nemmeno la nomina, la nostra tesina!

    Ora, prima di dare libero sfogo al panico (o prima di vantarci di aver scoperto che per anni schiere di studenti si sono affannati in lavori inutili perché non previsti dalla normativa), vediamo di riflettere su quel che il legislatore chiede.

    Come al solito, tutto ha un motivo. E spesso anche una soluzione.

    La prima parte del colloquio: argomento a scelta

    Il colloquio inizia con un argomento disciplinare o pluridisciplinare, scelto dal candidato; si specifica poi che la commissione deve raccogliere preventivamente i lavori presentati dai candidati e finalizzati all'avvio del colloquio.

    La scelta dell’argomento è un po’ la classica domanda a scelta cui a volte si ricorre nelle interrogazioni. Si tratta di prepararsi bene su quel determinato argomento, partire esponendolo e continuare fino a che la Commissione non decide di interromperci per passare alla seconda parte. Ha la funzione di rompere il ghiaccio, permettendo al candidato di partire bene (scegliere un argomento di cui non sappiamo nulla avrebbe significati freudiani su cui riflettere, anche se su tale condotta avremmo migliori risposte dai romanzi di L. von Sacher-Masoch. Naturalmente sarà bene controllare chi sia costui…).

    Riguardo a Quale argomento posso scegliere? la normativa specifica che deve essere disciplinare o pluridisciplinare (di questo termine parleremo più avanti…), e può anche essere riferito ad attività o esperienze attuate durante l’ultimo anno del corso di studi. In linea teorica si può partire da qualunque argomento (tipo la decisione di Lippi di non portare Cassano in Sudafrica… o le ultime creazioni di Prada), purché sia evidente la pertinenza disciplinare o con attività ed esperienze attuate nell’ultimo anno (esperienze di ricerca o di progetto oppure esperienze di alternanza scuola-lavoro, stage o tirocinio).

    Nel suo complesso il colloquio deve vertere su temi

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