Diversità: Una ricchezza per i genitori, la scuola e una nuova società
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Anteprima del libro
Diversità - Cristina Cuttica
nuovi
PREFAZIONE
Considerare la libertà della persona e la sua autodeterminazione non è abituale sia quando si tratta di noi o di persone uguali a noi, sia quando si tratta di persone con una diversa abilità, una diversa origine, un diverso modo di vivere e di vedere la vita.
Cresciamo in un sistema socio-culturale che non ci abitua ad essere consapevoli di che cosa siamo e di che cosa vogliamo essere e fare della nostra vita. Il sistema scolastico, per come è tuttora strutturato, ci forma ad attendere al pensiero dell’altro, a delegare ad altri la scelta su di noi, ad aspettare che ci vengano indicate le nostre capacità, le nostre attitudini o i nostri talenti. E cresciamo abituati a corrispondere alle richieste di chi riteniamo più autorevole di noi. La scuola ci allena e ci forma a delegare ad altri questa responsabilità, ad adattarci a quanto è ritenuto socialmente e culturalmente normale o di valore, tanto da identificarci con quanto scritto su un diploma: un ruolo e non una persona.
Non sappiamo come prendere contatto con la nostra essenza profonda. Non facciamo esperienza di autonomia di pensiero e di autodeterminazione. Ma siamo persone libere? Spesso la libertà viene considerata come assenza di comportamenti rispettosi dell’altro, un insieme di azioni senza regole. La libertà per quanto mi riguarda è ben altro e si posiziona su altri livelli. Per me libertà è responsabilità. Essere liberi significa essere responsabili di sé, delle proprie azioni e delle proprie scelte. È sapere che siamo un sistema comunicante in cui in ogni mia scelta è coinvolto anche l’altro. È cogliere le opportunità della vita per come si manifestano, come porte attraverso cui passare per ritrovarci uomini liberi di scelta e consapevoli che nella propria libertà trova posto anche la libertà dell’altro. È stare in relazione sistemica con l’altro e con il mondo che ci circonda.
La diversità, in questo senso, è foriera di libertà. Entrare in contatto con la diversità mette in moto tutta una serie di credenze personali e collettive che danno evidenza solo ad alcuni punti di vista, allontanandoci dalla relazione con l’altro. Nell’incontrare la diversità, però, abbiamo l’opportunità di vedere quanto di noi ancora non osserviamo o ancora non conosciamo e abbiamo l’opportunità di avvicinarci al nostro essere, verso la libertà; per questo la diversità rappresenta una ricchezza per il sistema sociale.
Ho voluto includere queste riflessioni nella prefazione alla seconda edizione del libro per lasciare al lettore traccia di quanto presentato al pubblico nei miei recenti incontri, oltre a fornire anticipazioni utili alla comprensione del significato profondo e intrinseco di questo mio lavoro.
Nelle scuole in cui sono stata formatore sul Sistema relazionale di comunicazione famiglia - scuola, così come in altre occasioni pubbliche, ho incontrato persone, docenti, genitori di studenti normali e diversi a cui ho parlato di tutela del diritto di studio, di obiettivi di vita, di libertà e di autodeterminazione; di responsabilità, di relazione umana e di come genitori e scuola siano partner nella creazione di una nuova società; delle opportunità offerte dalla diversità, ricchezza utile alla formazione di nuove generazioni più aperte, responsabili e consapevoli del significato di vita e di relazione umana.
La loro attenzione e partecipazione attiva agli argomenti proposti mi hanno convinto sempre più della valenza del mio pensiero, tanto da incoraggiarmi a diffonderlo con maggiore forza.
Ringrazio l’Editore che ha accolto e condiviso il mio sentire e che ha deciso di pubblicare questo libro proponendolo al pubblico con un titolo aggiornato.
Ringrazio voi lettori che, con la vostra presenza, contribuite a tenerlo vivo.
Cristina Cuttica
Aprile 2017
INTRODUZIONE
Perché un libro sulla relazione famiglia e scuola? Perché la relazione che tutt’oggi la famiglia con un figlio in difficoltà ha con la scuola non è sempre virtuosa; perché ci sono ancora studenti e famiglie che si sentono sbagliate e incomprese, un errore, che soffrono per non essere considerate parte della scuola. Perché ci sono ancora tanti genitori che non sanno come aiutare i propri figli ad essere inclusi nella didattica di classe e soccombono alla rigidità della scuola, al suo essere muro di gomma che rimbalza chi presenta delle differenze, chi chiede di essere ascoltato in modo diverso, chi ha una storia di vita particolare. Chi chiede di essere accolto per come è. Chi ha bisogno di tempi e modi personalizzati.
Perché ci sono persone splendide nella scuola che sanno il significato di inclusione e di sofferenza e sanno essere partner delle famiglie con figli diversi. Perché 16 anni della mia vita sono stati scanditi dalla scuola e dalla qualità della relazione con essa. Perché tutto ciò che in questi anni ho imparato tramite mia figlia possa essere di utilità ad altri genitori e ad altri studenti perché non abbiano a soffrire le stesse sue situazioni.
In questo libro ho scelto di evitare l’elenco delle miserie umane che mia figlia ha vissuto nel tempo a scuola, anno dopo anno: non avrebbe giovato a nessuno, tantomeno a lei.
Ho preferito soffermarmi ad analizzare come la mia esperienza di genitore nel contesto scuola si è espressa, cosa ho fatto e come ho agito negli anni. Ho preferito descrivere le modalità che, come famiglia, abbiamo adottato nella relazione con la scuola per essere di utilità a nostra figlia, nel creare quelle condizioni che le hanno consentito di perseguire i suoi personali obiettivi di vita.
Come genitori abbiamo messo tanto in gioco di noi stessi, sia come persone che come professionisti.
Io in modo particolare mi sono dedicata alla relazione con la scuola, a costruire e a mantenere una relazione quanto più possibile attiva e costruttiva con la scuola.
Un grande aiuto per me è stata la mia professione. Sono consulente di comunicazione aziendale e nella relazione con la scuola ho inevitabilmente messo in gioco le mie competenze professionali, a volte in modo consapevole e altre volte in modo spontaneo. Lavorando per anni nel marketing e nella comunicazione, le parole, i collegamenti, i messaggi indiretti, la ricerca di dati oggettivi come spunto per individuare soluzioni concrete, il lavorare per obiettivi ed in team coordinando differenti professionalità, la capacità di problem solving, ecc. mi hanno portato ad essere presente e propositiva sia con la scuola che con i clinici. La mia formazione scolastica, poi, è stata una base di conoscenza da cui partire per collegare tra loro i particolari della clinica di mia figlia. Affascinanti letture sono stati i libri di neuroscienza per le riflessioni e i collegamenti che ho potuto realizzare sulla modalità di apprendimento e sul funzionamento del cervello umano, utili strumenti per affinare metodi di apprendimento mirati ai bisogni di mia figlia. Fondamentali sono state le letture di spiritualità che mi hanno portato a considerare la sacralità della persona, centrale ad ogni azione e riflessione, che mi hanno portato a guardarmi dentro, ad ascoltarmi, a considerare la vita come una opportunità in qualunque modo si manifesti. Non ultimo in termini di importanza, l’esperienza di genitore adottivo che include in sé implicazioni intime e profonde sul significato di vita e di relazione con l’altro e che promuove riflessioni e sentimenti infiniti sul significato di essere genitore.
È come se la vita mi avesse dotato di un bagaglio di conoscenze e di sensibilità tali che, nel loro insieme e in modo sinergico, mi hanno condotta ad essere partecipe e attiva al fianco di mia figlia.
Partendo dall’analisi di che cosa ho fatto nel tempo nella scuola e in che modo l’ho fatto, ho creato il Sistema relazionale di comunicazione famiglia - scuola che in questo testo propongo a tutti voi, genitori, insegnanti, clinici, che per amore o per lavoro vi trovate a scuola al fianco di studenti in difficoltà. Questo Sistema considera lo studente in difficoltà come una risorsa e i suoi genitori come partner nel percorso