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Basta il mare
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E-book47 pagine36 minuti

Basta il mare

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Info su questo ebook

Le parole dell’anima sono parole semplici, sono quelle parole che i bambini comprendono bene. Questo libro è per il bambino che ognuno di noi ha dentro, è una favola per adulti che hanno bisogno di ritrovare lo sguardo di quel bambino, che sapeva bene cosa amava, che sapeva cosa gli dava gioia, che sapeva sognare e che ad un certo punto della vita si è perso, inghiottito dalla routine di un’esistenza prefabbricata dalla famiglia e dalla società. Questo libro svela il segreto per realizzare i propri sogni. Con l’augurio che tu possa ritrovare, nella storia di queste pagine, tra le parole e i silenzi di questa favola, l’innocenza di quello sguardo e ricordare che cosa davvero può renderti felice.
LinguaItaliano
Data di uscita12 mag 2016
ISBN9786050436426
Basta il mare

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    Anteprima del libro

    Basta il mare - Georgia Briata

    sorrise

    1

    Cresciuto in un angolo della vita

    In un paese accanto al mare, viveva un ragazzo molto triste. 

    Era giovane, era sano, era bello, era intelligente, sembrava che avesse tutto il necessario per sentirsi realizzato. 

    Eppure si sentiva sconfitto.

    Si sentiva sconfitto perché aveva un sogno, ma per quanto facesse, per quanto s’impegnasse, per quanto ci credesse, arrivava sempre a tanto così dal realizzarlo e poi, all'ultimo momento, qualcosa andava storto e il sogno, che sembrava così vicino, ogni volta finiva ancora più lontano.

    Qualcuno gli aveva detto che se si crede fermamente in qualcosa, si arriva sempre, prima o poi, a vederla realizzata. Lui aveva creduto in quelle parole, perché dentro di sé sapeva che erano vere. Eppure ogni volta qualcosa non funzionava.

    Quando era piccolo era molto timido, molto insicuro, aveva paura di tutto e di tutti. Gli sembrava di essere sempre un disturbo per gli altri e cercava di fare il minor rumore possibile così che gli altri non si accorgessero della sua presenza o, qualora lo avessero notato, arrivassero a giudicare che tutto sommato non era un così grande disturbo se continuava a stare in un angolo e a non chiedere nulla.

    Così lui se ne stava sempre in quell'angolo della vita, attento a non fare rumore, attento a non chiedere mai nulla per sé.

    Era cresciuto senza padre, che era morto quando lui era appena nato, ma aveva una madre piena d’amore e tanti parenti altrettanto pieni d’amore.

    Però lui, benché dal padre avesse ereditato il cognome, non avendolo accanto, credeva che il suo diritto di essere accolto fosse venuto meno insieme alla sua perdita.

    Non si sa da dove gli venisse questa convinzione, forse dal fatto che sentiva sempre la madre ripetere: 

    <>.

    E anche se la madre lo amava molto, ogni volta che lui faceva qualcosa di sbagliato o qualcosa che la madre reputava inadeguato al buon senso o al buon costume, sembrava che quell'amore che lei aveva per lui, tutto sommato non fosse poi così forte, perché più importante era quello che gli altri avrebbero pensato.

    Così il ragazzo, allora ancora bambino, si comportava sempre bene, almeno per quello che lui poteva capire che il bene fosse. Solo che a volte era troppo piccolo per capirlo, così gli capitava di sbagliare.

    Certo lui non poteva sapere che è normale, perché tutti i bambini sbagliano, devono imparare ed è facendo errori che imparano.

    Lui però non lo sapeva che sbagliare fosse ammesso, che non era una cosa così grave, perché si sa che gli errori dei piccoli possono essere solo piccoli errori. Nel suo mondo, che era piccolo anche quello perché la sua fantasia non era ancora tanto estesa da capire che esistesse un mondo più grande, quegli errori sembravano tanto gravi e lui si sentiva tanto in colpa.

    Sapeva che la madre gli avrebbe detto: 

    <

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