I ponti dell'amore
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Anteprima del libro
I ponti dell'amore - Giancarlo Terracciano
Biografia
GIANCARLO TERRACCIANO, classe 1960, nasce professionalmente come insegnante di educazione fisica negli anni Ottanta. La sua passione per l’insegnamento e la ricerca nel campo del movimento e del benessere naturale della persona sono lo stimolo per costruire il suo primo ponte, verso le tecniche di Integrazione Corporea Globale, un metodo che propone diversi tipi di attività bio-energetiche per la riequilibrazione posturale-energetica-emozionale.
Il suo secondo ponte lo costruisce agli inizi degli anni Novanta, quando scopre il mondo della Kinesiologia specializzata e il Touch for Health; nello stesso periodo inizia a divulgare il metodo Energy One, la ginnastica energetica per la gestione dello stress e per il benessere psico-fisico-relazionale delle persone e dei gruppi. Tutte attività che approfondisce con costanza per più di vent’anni.
Nel 1995 arriva il terzo ponte, che orienta Giancarlo a scoprire l’affascinante mondo della Programmazione Neuro Linguistica e della Sistemica Relazionale; questo fa sì che negli anni successivi apra un ponte con il mondo aziendale, diventando consulente organizzativo e formatore all’interno di diversi gruppi di lavoro.
Attraverso questa nuova esperienza dà inizio a nuovi programmi di formazione: il percorso di Comunicazione Sistemica Integrata, per ampliare le capacità comunicative, e il percorso di Leadership Generativa, per lo sviluppo personale e professionale delle persone coinvolte nei sistemi-azienda.
I programmi di formazione di Giancarlo sono dei ponti che a oggi hanno contribuito alla costruzione di moltissimi altrettanti ponti relazionali, da cui sono nati ancora nuovi progetti.
Questo libro è nato dal sostegno amorevole di persone che Giancarlo ha avuto la fortuna di conoscere e formare, e che, nel portare avanti in team il progetto dei Ponti dell’Amore
, si sono rivelate leaders affidabili e piene di energia, creando così per tutti una nuova opportunità di crescita.
A Elena e Nano, due costruttori di ponti dell’amore.
A Luisa, sei il ponte dell’amore che ogni giorno illumina la mia vita.
Gli editori
Conosciamo Giancarlo da circa 25 anni, ci ha affiancanti nel nostro percorso di vita aziendale e in molti casi anche personale; con lui abbiamo attraversato tempeste, raggiunto vette e riso a crepapelle. Per noi, oltre che uno stimato professionista, un amico. Nel 2013 Giancarlo ha tenuto a battesimo la nascita della nuova Akros Servizi, accompagnandoci in quel delicato processo di trasformazione aziendale che ha dato vita alla realtà che siamo oggi. È stato proprio in quel periodo che è nata l’idea di questo libro. Sapevamo di quei quaderni di appunti scritti e rinnovati nel tempo che giacevano nel cassetto di Giancarlo, ma che esitavano a uscirne. Così, spintaneamente
, come ama dire lui, lo abbiamo aiutato a farli uscire da quel cassetto. Per noi, oltre che un’esperienza di lavoro di gruppo fantastica, pubblicare questo libro è stato un modo per rendere a Giancarlo lo stesso affetto e la stessa cura che lui ha avuto per noi, nel farci rinascere azienda, gruppo e famiglia. Quando poi abbiamo cominciato a leggere la prima bozza del libro ci siamo resi conto di aver preso la strada giusta, di avere in mano qualcosa che era importante divulgare, che sarebbe stato di aiuto a molti, per rendere la loro vita migliore. Il cuore non mente, e siamo certi, che il messaggio di questo libro vi toccherà nel profondo.
Gruppo Akros Servizi
Intro
Vivo a Verona da sempre. Verona è una città attraversata dal fiume Adige, ormai diventato patrimonio del suo panorama; serpeggiando placido tra le case il fiume disegna un singolare percorso a forma di grande S
. In questa città, per spostarsi di quartiere in quartiere, è naturale attraversare ogni giorno i suoi ponti; e questo non sembra essere una novità: se c’è un fiume si attraversano i ponti!
Esatto! Non c’è proprio nulla di nuovo! Sembra un concetto tanto banale che per un bel pezzo della mia vita non ci ho badato e camminavo su questi ponti completamente addormentato, senza rendermi conto del gran significato che ognuno di essi porta con sé. L’abitudine a essi aveva assopito lo stupore che dovremmo invece provare alla loro vista. Un giorno finalmente mi sono svegliato. E ho cominciato a prendere consapevolezza di cosa significhi ponte.
Come prima cosa vorrei dunque fare un tributo ai ponti scaligeri, nominandoli uno a uno con i loro nomi, sì li voglio chiamare per nome, perché se lo meritano; è infatti grazie a essi che possiamo muoverci e vivere senza troppi disagi in questa bella città, incastonata tra colline, pianura e fiume. Seguendo il corso dell’Adige, da Nord a Sud, e saltando i tanti ponticelli provinciali troviamo:
ponte della Ferrovia;
ponte della Diga del Chievo;
ponte del Saval;
ponte Catena;
ponte del Risorgimento;
ponte di Castel Vecchio;
ponte della Vittoria;
ponte Garibaldi;
ponte Pietra;
ponte Nuovo;
ponte Navi;
ponte Aleardi;
ponte San Francesco.
Ognuno ha la sua peculiarità, alcuni sono solo pedonali, altri servono per la ferrovia, altri per il normale traffico cittadino, altri sono frequentati da amanti del jogging che li concatenano creando suggestivi percorsi. E quasi tutti offrono scorci incantevoli e mozzafiato. Per ognuno possono cambiare le caratteristiche, ma la funzione rimane assolutamente invariata, ed è proprio questo il nocciolo della questione.
Chiediamoci che compito hanno: essi collegano, collegano la vita che scorre a Verona! Immaginatevi una città attraversata da un fiume ma senza ponti, che vita vi figurereste? Disagio e difficoltà comunicative.
Quando ho cominciato a ragionare su questa faccenda mi sono reso conto di quanto in realtà fosse stata un’intuizione banale, perché è sempre stata davanti ai miei occhi, ma mai l’avevo considerata degna di ragionamento, ora mi accorgevo invece di quanto importante e vitale fosse. Che avrei fatto senza i ponti?
Sentivo l’impulso di ringraziare chi, ingegneri e operai, pietra dopo pietra, secolo dopo secolo, aveva costruito e all’occorrenza ricostruito i ponti.
Una manutenzione durata in alcuni casi, come Ponte Pietra, più di due millenni, una cura e una dedizione che ci permettono oggi di godere di passeggiate e panorami splendidi.
Senza questo costante lavorio saremmo nati in una città divisa in due, le due sponde contrapposte avrebbero allontanato le persone, che pian piano sarebbero diventate straniere. L’uomo costruisce ponti per evitare questa situazione, per colmare un bisogno, il bisogno relazionale, il bisogno di scoprire ciò che non conosce: l’ignoto. Decisamente ho subito il fascino dei ponti! A Verona molte volte mi sono ritrovato fermo e in contemplazione del fiume, a volte calmo e placido e altre impetuoso e forte: scorre, fluisce, si muove con la sicurezza che solo l’acqua conosce.
Mi sono chiesto quanti tipi di ponti esistano e, attraverso una metafora, ho esteso il concetto di ponte alle relazioni tra le persone. Ho così creato il modello del ponte relazionale
, anche noi infatti possiamo costruire ponti, delle volte costruiamo nuovi ponti con successo e altre volte invece distruggiamo relazioni che già ci sono.
Creiamo ponti con persone attorno a noi, o più spirituali con il soprannaturale in cui crediamo, o ponti per raggiungere un nuovo obbiettivo.
Da Ponte Pietra il mio sguardo si espande e da dentro continuo a ripensare alla parola ponte e la mia mente si figura un mondo di ponti multicolori dove con un ritmo armonico il movimento della vita continua a pulsare. Ogni essere, con il suo passaggio su queste fantastiche strutture, trasmette
.
Vorrei condividere con voi la mia avventura attraverso i ponti relazionali, cercando di spiegarvi come essi funzionano.
Giancarlo Terracciano
Capitolo 1
Costruire un ponte relazionale
Immaginatevi, cari lettori, di essere immersi in un campo, immaginatevi un campo magnetico, un campo da calcio, un campo coltivato o incolto, insomma uno spazio entro il quale avete la possibilità di muovervi liberi, secondo le vostre scelte. È questa la nostra vita, un campo che noi possiamo riempire con i nostri movimenti, che non sono altro che le nostre decisioni. E se volessimo fare della nostra vita un’opera d’amore? Un’opera d’arte, che per quanto possa essere piccola, sarà comunque grandissima: perché basata su relazioni d’amore. E l’amore, si sa, riempie! Ebbene è questo il nostro scopo.
Torniamo dunque al nostro campo. Nel momento stesso in cui ho a disposizione uno spazio dove posso muovermi, prendo una decisione di base: agisco o rimango immobile? Esattamente ora entra in campo la scelta, sono infatti chiamato a scegliere che tipo di relazione voglio cercare e costruire! Nel momento in cui io scelgo di amare si attiva il mio io desiderante, sarà